1947/08/14 9:14, Raveo, Friuli Venezia-Giulia, Italia, UE
Da Ufopedia.
Si trattava di due omini che avanzavano a piccoli passi, con le mani lungo i fianchi: avevano delle grosse teste, coperte da una specie di cuffia marrone, mentre gli occhi erano enormi, sporgenti, di colore giallo verde e con una linea sottile nel centro. Indossavano una tuta nero-azzurra, come di plastica lucida. Sia il teste che gli esseri si fermarono ad osservarsi reciprocamente, poi Johannis chiese loro chi fossero, alzando nel contempo la piccozza che aveva con sé: uno degli esseri portò la mano alla cintura che indossava e da essa si sprigionò una leggera fumata. L’uomo si ritrovò a terra ed un nano raccolse la piccozza che gli era sfuggita di mano: entrambi si diressero poi verso il disco, scomparendo alla vista. Improvvisamente, l’oggetto si staccò dalla fenditura, librandosi immobile in
posizione verticale: poi si inclinò leggermente e partì velocemente verso l’alto, scomparendo. Johannis verificò, in seguito la perdita della picozza e di alcuni elementi del suo equipaggiamento, tutti fatti di alluminio.
Il Commento
Il caso trae origine da una testimonianza diretta fornita dal teste alla rivista Clypeus, nel 1964, ma sembra che incominciò a parlarne sin dal 1955. L’uomo era un noto scrittore di fantascienza, oltre che essersi interessato direttamente di “dischi volanti” ed essere assertore della teoria secondo cui tali ordigni erano pilotati dagli antichi abitatori del pianeta una volta esistente tra le orbite di Marte e Giove, dove ora è presente la nota fascia di asteroidi. Il resoconto dell’esperienza appare molto elaborato e circostanziato (fin troppo). Basti pensare, per esempio, all’esattezza della data e alla stupefacente ricchezza di particolari, nonostante il lungo periodo trascorso.
Da notare che, secondo quanto riferito da E.Russo, il Johannis avrebbe confidato al torinese Gianni Settimo (direttore di "Clypeus") di avere scritto un romanzo agli inizi degli anni cinquanta e di averlo inviato a Desmond Leslie: quest’ultimo lo avrebbe impiegato per costruirci sopra il nucleo del famoso libro “Flying Saucers have Landed”, scritto insieme a George Adamski. Sembra comunque appurato che il caso fu presentato da Rapuzzi, con toni da racconto di fantascienza, in un'appendice alla traduzione italiana (1955) del primo libro di Adamski e Leslie, traduzione che avrebbe dovuto essere pubblicata dalla Editrice ELI di Milano,ma che non vide mai la luce (se non in poche copie di prova).
La possibilità che si sia trattato di un racconto inventato per fini non conosciuti (uno scherzo rivolto agli appassionati di "dischi volanti" dell’epoca con cui Johannis era in contatto?) appare piuttosto plausibile. Egli soggiornò negli Stati Uniti per alcuni anni, a partire
dal 1950, incominciando proprio allora ad interessarsi dell'argomento UFO. L'ufologo Antonio Chiumiento riferisce nel suo libro del 2004 di avere intervistato il figlio. Egli confernò che il padre raccontò di avere avuto un incontro con degli "esseri" poco dopo la seconda guerra mondiale, subito prima che emigrasse per gli Stati Uniti. Il figlio riferì che il padre nel 1950 parlò dell'evento a due persone fidate e di avere visto su "riviste specializzate" ricostruzioni di esseri molto simili a quelli disegnati dal padre.
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Le Fonti
Clypeus (6)22, 29-31 & (6)23, 86-88
Il Giornale dei Misteri (56), 6-8
AA.VV. (1974). UFO in Italia volume 1. Firenze: Corrado Tedeschi Editore
Verga, Maurizio (2006). ITACAT - Il catalogo italiano degli atterraggi UFO. Torino: UPIAR
Verga, Maurizio (2007). When Saucers Came to Earth. Torino: UPIAR