Aratta

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Aratta è una città-stato menzionata in diversi miti sumeri: si crede che questa civiltà si possa essere sviluppata fra il Medio Oriente e l'Asia meridionale, intorno al 2500 a.C.. Uno dei miti più antichi a citare questa città è Enmerkar e il signore di Aratta: in quest'opera, la città viene descritta come molto ricca e potente (anche nel poema di Gilgamesh, la dea Ishtar si rivolge all'eroe utilizzando il termine Arattu, ovvero "alla maniera di Aratta", di solito tradotto in "in modo sublime"). Aratta rappresenta, per gli archeologi, una sorta di Troia ante litteram, poiché è stata a lungo considerata una città mitica. Di recente si è creduto di rinvenire resti di questa civiltà (lontana sette montagne da Sumer, secondo i soliti miti sumeri) nella regione di Urartu, ancor più recentemente, nella civiltà di Jiroft, nel sud est dell'Iran.
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Aratta è una città-stato menzionata in diversi miti sumeri: si crede che questa civiltà si possa essere sviluppata fra il Medio Oriente e l'Asia meridionale, intorno al 2500 a.C.. Uno dei miti più antichi a citare questa città è Enmerkar e il signore di Aratta: in quest'opera, la città viene descritta come molto ricca e potente (anche nel poema di Gilgamesh, la dea Ishtar si rivolge all'eroe utilizzando il termine Arattu, ovvero "alla maniera di Aratta", di solito tradotto in "in modo sublime"). Aratta rappresenta, per gli archeologi, una sorta di Troia ante litteram, poiché è stata a lungo considerata una città mitica. Di recente si è creduto di rinvenire resti di questa civiltà (lontana sette montagne da Sumer, secondo i soliti miti sumeri) nella regione di Urartu, ancor più recentemente, nella civiltà di Jiroft, nel sud est dell'Iran. Quello che segue, è un estratto da un blog visitabile cliccando  [[http://2012annunaki.blogspot.com/ qui]]
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==Assonanza con Moenjo-Daro==
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Fino ad ora, abbiamo constatato che tutta la cultura comune alle più antiche civiltà del pianeta sembra essere iniziata intorno al 10.000 a.C. e ha avuto il principale sfogo in Mesopotamia, dove sono nate la cultura ebraica e sumera, subito dopo si è stabilita in Egitto e in Messico, e infine ha influenzato ogni cultura del pianeta. Analizzando i testi sumeri, si scopre che viene nominata molto spesso una città edificata dagli dèi, dal nome Aratta. Questa città veniva situata dai Sumeri oltre i confini della Mesopotamia, distante "sette montagne" da Ur, era sede di una civiltà divina che donò alla terra di Sumer molte conoscenze tecnologiche. Gli archeologi hanno sostenuto a lungo che Aratta fosse una "Troia ante litteram", ovvero un semplice frutto di fantasia. Tuttavia, qualche decennio fa, presso il fiume Indo, vennero ritrovate due città praticamente conservate sotto la sabbia, due città rimaste fino ad allora sconosciute e che provavano l'appartenenza ad una civiltà rimasta fino ad allora ignota. Venne battezzata "civiltà di Moenjo-Daro", in onore alla città più grande nominata appunto Moenjo-Daro, mentre la più piccola era chiamata, secondo le iscrizioni ritrovate, Harappa. Non notate una leggera somiglianza di suono con la Aratta narrata dai Sumeri? Sarà effimera coincidenza. A Moenjo-Daro, gli archeologi hanno trovato una forte assonanza con Pompei, dal momento che è rimasta perfettamente conservata, e presenta una organizzazione a livello urbanistico veramente sorprendente per una civiltà anteriore a 8000 anni fa. Sono state ritrovate anche numerose tavolette, sulle quali sono state incise iscrizioni uniche nel loro genere, o quasi. Si tratta di un metodo di scrittura complicato, basato su calcoli numerici, elaborato per l'epoca, ed è praticamente identica alla scrittura di una tavoletta ritrovata in terra di Sumer, che veniva indicata come la tavoletta "che nacque in Aratta". A differenza di Pompei, però, a Moenjo-Daro sono stati ritrovati solo dieci scheletri umani, e una miriade di scheletri appartenenti a buoi, pecore ed altri animali domestici. La situazione all'interno delle case lascia pensare che qualcosa di terribile sia accaduto, costringendo gli abitanti a fuggire e lasciando le proprie dimore così com'erano. I dieci scheletri, ritrovati ai confini estremi della grande città e tutti ammucchiati, presentano degli schiacciamenti ossei che fanno pensare a qualche potente onda d'urto che li abbia scaraventati contro un muro vicino, causandone la morte.
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[[categoria: paleoastronautica]]
[[categoria: paleoastronautica]]

Versione delle 13:57, 22 mar 2009

Aratta è una città-stato menzionata in diversi miti sumeri: si crede che questa civiltà si possa essere sviluppata fra il Medio Oriente e l'Asia meridionale, intorno al 2500 a.C.. Uno dei miti più antichi a citare questa città è Enmerkar e il signore di Aratta: in quest'opera, la città viene descritta come molto ricca e potente (anche nel poema di Gilgamesh, la dea Ishtar si rivolge all'eroe utilizzando il termine Arattu, ovvero "alla maniera di Aratta", di solito tradotto in "in modo sublime"). Aratta rappresenta, per gli archeologi, una sorta di Troia ante litteram, poiché è stata a lungo considerata una città mitica. Di recente si è creduto di rinvenire resti di questa civiltà (lontana sette montagne da Sumer, secondo i soliti miti sumeri) nella regione di Urartu, ancor più recentemente, nella civiltà di Jiroft, nel sud est dell'Iran. Quello che segue, è un estratto da un blog visitabile cliccando [qui]

Assonanza con Moenjo-Daro

Fino ad ora, abbiamo constatato che tutta la cultura comune alle più antiche civiltà del pianeta sembra essere iniziata intorno al 10.000 a.C. e ha avuto il principale sfogo in Mesopotamia, dove sono nate la cultura ebraica e sumera, subito dopo si è stabilita in Egitto e in Messico, e infine ha influenzato ogni cultura del pianeta. Analizzando i testi sumeri, si scopre che viene nominata molto spesso una città edificata dagli dèi, dal nome Aratta. Questa città veniva situata dai Sumeri oltre i confini della Mesopotamia, distante "sette montagne" da Ur, era sede di una civiltà divina che donò alla terra di Sumer molte conoscenze tecnologiche. Gli archeologi hanno sostenuto a lungo che Aratta fosse una "Troia ante litteram", ovvero un semplice frutto di fantasia. Tuttavia, qualche decennio fa, presso il fiume Indo, vennero ritrovate due città praticamente conservate sotto la sabbia, due città rimaste fino ad allora sconosciute e che provavano l'appartenenza ad una civiltà rimasta fino ad allora ignota. Venne battezzata "civiltà di Moenjo-Daro", in onore alla città più grande nominata appunto Moenjo-Daro, mentre la più piccola era chiamata, secondo le iscrizioni ritrovate, Harappa. Non notate una leggera somiglianza di suono con la Aratta narrata dai Sumeri? Sarà effimera coincidenza. A Moenjo-Daro, gli archeologi hanno trovato una forte assonanza con Pompei, dal momento che è rimasta perfettamente conservata, e presenta una organizzazione a livello urbanistico veramente sorprendente per una civiltà anteriore a 8000 anni fa. Sono state ritrovate anche numerose tavolette, sulle quali sono state incise iscrizioni uniche nel loro genere, o quasi. Si tratta di un metodo di scrittura complicato, basato su calcoli numerici, elaborato per l'epoca, ed è praticamente identica alla scrittura di una tavoletta ritrovata in terra di Sumer, che veniva indicata come la tavoletta "che nacque in Aratta". A differenza di Pompei, però, a Moenjo-Daro sono stati ritrovati solo dieci scheletri umani, e una miriade di scheletri appartenenti a buoi, pecore ed altri animali domestici. La situazione all'interno delle case lascia pensare che qualcosa di terribile sia accaduto, costringendo gli abitanti a fuggire e lasciando le proprie dimore così com'erano. I dieci scheletri, ritrovati ai confini estremi della grande città e tutti ammucchiati, presentano degli schiacciamenti ossei che fanno pensare a qualche potente onda d'urto che li abbia scaraventati contro un muro vicino, causandone la morte.

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