Clipeologia

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Una famosa testimonianza è quella fornita dallo storico Leone Cobelli, riferita all'anno 1487: in una notte di giugno,  
Una famosa testimonianza è quella fornita dallo storico Leone Cobelli, riferita all'anno 1487: in una notte di giugno,  
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{{quote|apparve una trave de fuoco, venne del [[Monte Poggiolo|monte de Pogiolo]] a [[Forlivio]] in cima a li mura de la Rocca de Ravaldino. Fo poi probicato la venente... Poi ancora de bel dì apparve un'altra trave di fuoco venire del monte de Puzolo infino sopra la piacia: e questo fo palese a tucto el popolo forlovese...}}
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apparve una trave de fuoco, venne del monte de Pogiolo a Forlivio in cima a li mura de la Rocca de Ravaldino. Fo poi probicato la venente... Poi ancora de bel dì apparve un'altra trave di fuoco venire del monte de Puzolo infino sopra la piacia: e questo fo palese a tucto el popolo forlovese... »
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Nello stesso anno, ma in agosto,  
Nello stesso anno, ma in agosto,  
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{{quote|Apparve una matina dui hore inance di una stella granda la quale venia de verso la montagna (Appennini) e andava verso Ravenna, certo parea una pavagliotta (pareva una farfalla) che volasse per l'aria. Io la vide… come li altri. Certo parea come una rota di carro, e durò circa un bon miserere. Alcuni dicono che più di mezza hora prima l'avevano veduta a la montagna…|Leone Cobelli, "Cronache Forlivesi", XV secolo}}
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Apparve una matina dui hore inance di una stella granda la quale venia de verso la montagna (Appennini) e andava verso Ravenna, certo parea una pavagliotta (pareva una farfalla) che volasse per l'aria. Io la vide… come li altri. Certo parea come una rota di carro, e durò circa un bon miserere. Alcuni dicono che più di mezza hora prima l'avevano veduta a la montagna…|Leone Cobelli, "Cronache Forlivesi", XV secolo»
Queste interpretazioni dei dipinti sono tuttavia confutabili attraverso un'attenta analisi dell'[[iconografia]] dell'arte di quel tempo (vedi [[UFO#Collegamenti esterni|collegamenti esterni]]).
Queste interpretazioni dei dipinti sono tuttavia confutabili attraverso un'attenta analisi dell'[[iconografia]] dell'arte di quel tempo (vedi [[UFO#Collegamenti esterni|collegamenti esterni]]).

Versione delle 23:01, 22 nov 2008

La clipeologia (dal latino clipëus, disco), o paleoufologia o archeologia spaziale, è una speculazione che, studiando opere e reperti antichi, punta a convalidare le ipotesi di eventuali contatti di extraterrestri con la specie umana, durante epoche passate.

Indice

Antichi astronauti

La principale teoria è che la storia dell'umanità sia potuta iniziare solo grazie all'avvento di popolazioni extraterrestri sovrasviluppate, che hanno fatto dono all'uomo della civiltà.

Questo primo contatto dell'umanità con esseri alieni dovrebbe essere avvenuto in tempi assai remoti, influenzando in modo determinante il corso delle civiltà. Tale posizione è nota come teoria del paleocontatto o degli antichi astronauti ed è stata usata da vari autori di romanzi, tra i quali Erich von Däniken, Peter Kolosimo e Zecharia Sitchin a partire dagli anni sessanta, in una serie di libri presto divenuti best seller a testimonianza dell'interesse popolare.

Secondo gli ufologi, gli alieni che per prima arrivarono sul pianeta Terra erano originari della Grande Nube di Magellano, perché da come vengono descritti nei presunti contatti antichi, sono simili ad alieni visti da contattisti moderni che dicevano di essere originari della galassia satellite della Via Lattea [1].

Ulteriori esegesi

Antica Grecia

Viene ipotizzato un contatto in epoca classica sulla base di un certo tipo di lettura dei racconti del navigatore greco Timoleone che, nel 343 a.C. salpò da Corinto, diretto verso la Sicilia. Dai suoi racconti, pare che in pieno mare aperto vide una torcia ardente volare nel cielo sopra di lui, guidandolo verso la meta.

Antica Roma

Ci si basa in questo caso su resoconti riguardanti l'apparizione di clypeus ardens (scudi ardenti in cielo); da questa esemplificazione è nato nell'ambito degli ufologi il neologismo di clipeologia riferito allo studio di presunte astronavi nei tempi antichi. Alcuni studiosi dell'ufologia hanno voluto metterli in relazione con il carro solare di Apollo, nella mitologia greca [2]. Giulio Ossequente fece un catalogo con tutti i fenomeni connessi all'apparizione di strani oggetti in cielo [3].

Antica India

Secondo i clipeologi, l'India antica vanta una miniera di citazioni in maniera di UFO, a cominciare dalla letteratura vedica e dai grandi poemi epici, come il Mahabharata e il Ramayana, ove sono descritti complesse macchine volanti. Questi "carri volanti" (i vimana) sono successivamente descritti in testi più recenti, quali il Vaimanika Sastra, verosibilmente redatto nei primi del Novecento. Secondo i testi, i vimana hanno forma ovale, sferica o a cupola e, da quanto dice il guru Maharshi Bharadvaja:

« Non possono essrre danneggiati nè bruciati; possono fluttuare immobili nell'aria, rendersi invisibili, ascoltare voci e percepire immagini lontane »

Questa descrizione farebbe pensare a complessissime macchine di matrice sconosciuta, usanti una tecnologia inimmaginabile anche per i giorni nostri.

Medioevo

Nel medioevo alcuni racconti su folletti e demoni (come gli antichi cerchi nel grano attribuiti al diavolo mietitore Puck) potrebbero essere letti in chiave ufologica. In un famoso affresco arabo del XI secolo si suole vedere un UFO che vola sopra la punta di un minareto sotto gli occhi attoniti della gente. Paolo Toselli, nel suo Casi UFO dall'antichità ad oggi, l'ha definito UFO delle mille e una notte.

Nel 776, quando come capo della Francia vi era Carlo Magno, i Sassoni approfittano della sua assenza per occupare Aeresburg e tentare di prendere Sigiburg. Durante l'assedio, però, compaiono due scudi di fuoco sopra il campo di battaglia. Nella sua biografia, Benvenuto Cellini (1500-1571) descrive la comparsa sopra Firenze di un enorme trave infuocata, fenomeno già osservato in Spagna nel febbraio 1465.

Una famosa testimonianza è quella fornita dallo storico Leone Cobelli, riferita all'anno 1487: in una notte di giugno,

« apparve una trave de fuoco, venne del monte de Pogiolo a Forlivio in cima a li mura de la Rocca de Ravaldino. Fo poi probicato la venente... Poi ancora de bel dì apparve un'altra trave di fuoco venire del monte de Puzolo infino sopra la piacia: e questo fo palese a tucto el popolo forlovese... »

Nello stesso anno, ma in agosto,

« Apparve una matina dui hore inance di una stella granda la quale venia de verso la montagna (Appennini) e andava verso Ravenna, certo parea una pavagliotta (pareva una farfalla) che volasse per l'aria. Io la vide… come li altri. Certo parea come una rota di carro, e durò circa un bon miserere. Alcuni dicono che più di mezza hora prima l'avevano veduta a la montagna…|Leone Cobelli, "Cronache Forlivesi", XV secolo»

Queste interpretazioni dei dipinti sono tuttavia confutabili attraverso un'attenta analisi dell'iconografia dell'arte di quel tempo (vedi collegamenti esterni).

Il più clamoroso avvistamento di probabili UFO del passato avvenne il 14 aprile 1561, a Norimberga, ove furono visti migliaia di oggetti volanti a forma di lancia, croce o fuso sopra la città, intenti in un'apocalittica battaglia[1]. Il 7 agosto 1566 un evento simile fu osservato, e riprodotto artisticamente, anche a Basilea, in Svizzera.

UFO e religione

Spesso si tenta di spiegare la nascita di alcune religioni proprio con l'intervento di personaggi extraterrestri.

La teoria di Downing

Lo studioso di Bibbia, Barry Downing crede fermamente che gli insegnamenti biblici furono ispirati da esseri extraterrestri che scesero sulla terra a bordo di dischi volanti.

Egli ne era così convinto che scrisse un libro sulla sua teoria intitolato “la Bibbia e i dischi volanti” pubblicato nel 1968.

Nel suo libro Downing afferma che la Bibbia indica chiaramente in più punti come gli UFO hanno giocato un ruolo di primissimo piano nell’evoluzione della fede Ebraico-Cristiana; per esempio l’autore crede che le scritture suggeriscano che la resurrezione di Gesù Cristo avvenne quando egli fu prelevato dalla Terra a bordo di un disco volante.

Downing ritiene anche che la “nube brillante” che condusse il popolo di Israele attraverso il Mar Rosso, dividendo le acque e sommergendo poi gli Egiziani, era un UFO.

L’autore sostiene inoltre che furono Esseri dello spazio esterno che parlarono a Mosè dal centro del famoso “Roveto Ardente” e più tardi fecero lo stesso con Elia fuori dalla grotta, costringendo il profeta a proteggere i suoi occhi dall’accecante luminosità che essi irradiavano.

Un UFO avrebbe inoltre portato via Gesù all’Ascensione, e volteggiò su San Paolo e i suoi seguaci sulla via di Damasco abbattendo i contendenti.

L’autore continua nell’esposizione della sua teoria affermando che i tre uomini saggi (o Re Magi) seguirono un UFO fino alla grotta del Salvatore a Betlemme, in quanto le stelle non si muovono e non si fermano improvvisamente nella maniera descritta dalla Bibbia[2].

La teoria di Sitchin

Lo studioso di letteratura sumera e traduttore Zecharia Sitchin sostiene un'interpretazione letterale della mitologia sumerica che identifica in alieni (Annunaki in sumero) i progenitori e creatori dell'Homo sapiens sapiens, alieni che sarebbero stati ricordati come gli dèi sumeri e, per estensione, nella mitologia egiziana, greca e romana. In questo è uno dei principali propugnatori della teoria del paleocontatto e dell'evoluzione teistica.


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