Star Trek IX: L'insurrezione
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Versione delle 10:37, 27 lug 2009
Star Trek: L'insurrezione (Star Trek: Insurrection) è un film di fantascienza del 1998 per la regia di Jonathan Frakes. È il nono dei film dedicati a Star Trek.
Trama
Il capitano Jean-Luc Picard dell'astronave Enterprise della Federazione si era spesso trovato di fronte a scelte difficili, ma niente prima d'allora lo aveva preparato a quella che stava per affrontare.
L'Enterprise giunge nell'orbita del pianeta Ba'Ku, dove deve far fronte ad un'improvvisa emergenza causata dallo strano comportamento del Tenente Comandante Data (l'androide dell'equipaggio), che compromette la missione di osservazione dissimulata che era in corso sul pianeta. Il popolo dei Ba'Ku e il pianeta stesso sono infatti depositari di uno straordinario segreto: un particolare genere di radiazione naturale, che induce il DNA ad una continua auto rigenerazione. Sulla vecchia Terra avventurieri e sognatori avevano cercato per secoli, inutilmente, una mitica fonte della giovinezza, senza immaginare che su questo remoto sistema planetario i loro lontani discendenti l'avrebbero infine trovata.
Quest'unica, incredibile ricchezza naturale fa però gola a molti, compresa la stessa Federazione dei Pianeti Uniti, che si è imprudentemente alleata con Ru'afo, capo dei Son'a, gente infida che tuttavia possiede la tecnologia necessaria per estrarre la radiazione dal pianeta. Il prezzo da pagare si presenta tuttavia alto: il processo di estrazione renderà il pianeta Ba'ku, un vero eden, una terra inabitabile per secoli e si rende necessario deportare l'intera popolazione.
Il capitano Picard e l'equipaggio dell'Enterprise non lo possono permettere e, anche a costo di rischiare la vita, si ribellano agli ordini della Federazione.
Commento
Che Star Trek - come la fantascienza in generale - non parli tanto del futuro, quanto piuttosto costituisca un occhio diverso per guardare nostro presente, è cosa ben nota. Star Trek - Insurrection affronta, a suo modo, i problemi del nostro tempo e all'interno della sua avventurosa vicenda ci parla - quasi fosse una favola ecologista - della necessità di preservare il nostro ambiente, con le sue risorse non rinnovabili, e di rispettare le esigenze e i diritti di popoli con una cultura diversa dalla nostra, anche se, in questo caso, sia composta di sole 600 persone che occupano un intero ricco pianeta. Fin quasi dall'inizio, nei fortunatissimi telefilm degli anni 1960 ha un ruolo centrale la "Prima direttiva", la regola "ferrea" che impone alla Federazione di non interferire o influenzare una civiltà che non abbia ancora raggiunto un grado di sviluppo tecnologico elevato. Infatti gli abitanti di Ba'Ku vivono senza tecnologie anche se i più anziani le conoscono, essendo coloni che vengono da un altro pianeta.
In questa pellicola ritroviamo l'affiatato equipaggio della serie Next Generation al completo, anche se il capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) ha la parte più importante, assieme all'androide Data (Brent Spiner), personaggio caratterizzato dalla ricerca di una propria dimensione umana. In entrambi i casi si tratta di attori di spessore notevole, con una solidissima formazione teatrale (Stewart è un importante interprete scespiriano), differentemente da molti dei protagonisti dei film "di genere". Li affianca bene F. Murray Abraham - qui pressoché irriconoscibile per via del particolarissimo make-up - nella parte del vendicativo capo degli ambigui Son'a (sempre nel ruolo di "cattivo" fu un indimenticabile Salieri in Amadeus di Miloš Forman). Le migliori scene sono forse suggerite dai divertenti dialoghi tra i protagonisti. Tra queste, Picard, nelle prime scene del film impegnato in noiosi cerimoniali diplomatici interspecie, sospira "Ricordate una volta quando eravamo esploratori?"; mentre è in corso un inseguimento a folle velocità con le navette, Data viene distratto dal capitano, che lo induce a cantare una canzoncina in coro; infine l'equipaggio alle prese con alcuni imbarazzanti "effetti collaterali" del ringiovanimento spontaneo.
Non manca alla vicenda una poetica storia d'amore, quella tra il solido e calvo capitano e un'affascinante e colta donna "indigena" del pianeta (Donna Murphy), la quale gli confesserà candidamente di non essere "mai stata attratta da un uomo così giovane".
Il regista è - come in molte delle puntate della serie The Next Generation - lo stesso Jonathan Frakes che interpreta il ruolo di primo ufficiale dell'Enterprise, il comandante William Riker (apparendo l'attore del vecchio cast più appesantito dal trascorrere del tempo, secondo alcuni avrebbe pensato di trovare un pianeta con poteri di ringiovanimento per il suo film). Dalla plancia di comando egli però dirige la pellicola con il consueto professionismo, donandogli un taglio misurato e "classico", sfruttando bene i limiti meno ristretti della produzione cinematografica, senza però farsi prendere la mano dagli effetti speciali, che (a differenza della maggior parte delle pellicole del genere) sono solo funzionali alla storia. Non mancano in ogni caso epiche battaglie ed inseguimenti tra navi spaziali, scontri a colpi di armi phaser e perfino un'intera nave usata come sala ologrammi. Va detto che il regista Frakes in questa pellicola dimostra di amare il rischio un po' meno del suo alter-ego Riker, facendo scorrere la vicenda sui consolidati binari della serie piuttosto che svilupparne il tema profondo. Da qui la critica di alcuni che all'uscita di questo film lo definirono un "telefilmone".
Una speciale menzione merita il trucco, che fa di Murray Abraham e dei suoi compagni Son'a un popolo di reietti alieni ossessionati dalla propria apparenza, tanto da sottoporsi a continue e raccapriccianti cure estetiche e rigenerative, a volte spassose nello loro ironia (il capo dei Son'a, dopo l'ennesimo compiaciuto lifting, che si fa fissare la pelle con quella che appare una comune graffettatrice).
Abituati agli asettici se non claustrofobici compartimenti d'astronave, per una volta l'equipaggio della Next Generation prende una boccata d'aria: la vicenda è ambientata prevalentemente sulla superficie del pianeta Ba'ku. Il film è stato girato per gli esterni in luoghi remoti e paesaggisticamente pregevoli degli Stati Uniti, come le vette più alte della Sierra Nevada (gli attori ebbero qualche problema di scarsità d'ossigeno durante le riprese).
La colonna sonora, opera di Jerry Goldsmith come nei precedenti film, ha un indispensabile ruolo d'accompagnamento ai diversi momenti della pellicola.
L'Insurrezione è stata anche la prima produzione della serie dove era prevista una partecipazione italiana al cast: durante i primi minuti di film è infatti possibile scorgere, nella base di ascolto federale/Son'A, Lorella Cuccarini, la cui parte doveva essere più consistente ma venne poi tagliata in post-produzione.