PSR B1257+12

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2^ [http://www.naic.edu/~newslet/no33/NAICNo33.pdf Radio Astronomy Highlights], [[PDF]], C. Salter, Arecibo Newsletter, numero 33, 2001
2^ [http://www.naic.edu/~newslet/no33/NAICNo33.pdf Radio Astronomy Highlights], [[PDF]], C. Salter, Arecibo Newsletter, numero 33, 2001
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3^ [http://cdsads.u-strasbg.fr/cgi-bin/nph-bib_query?2000ApJ...528..907W&db_key=AST&nosetcookie=1 Timing Observations of Four Millisecond Pulsars with the Arecibo and Effelsberg Radio Telescopes], A. Wolszczan, ''et al.'', [[The Astrophysical Journal]], vol.528, numero 2, pag. 907–912, 2000
== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 16:16, 19 dic 2009

PSR B1257+12 in un immagine artistica

PSR B1257+12 (a volte abbreviata in PSR 1257+12) è una pulsar situata nella costellazione della Vergine, ad una distanza di circa 980 anni luce dalla Terra. Possiede tre pianeti extrasolari, i primi ad essere mai scoperti [1].

Indice

La pulsar

Fu scoperta dall'astronomo Aleksander Wolszczan nel 1990 tramite il Radiotelescopio di Arecibo [2]. Si tratta di una pulsar millisecondo, una specie di stella di neutroni che presenta anomalie nel periodo di pulsazione, dotata di un periodo di rotazione di 6,22 ms [3]. La sua massa è appena superiore al limite di Chandrasekhar, equivalente ad 1,4 masse solari; nonostante la massa, le dimensioni dell'oggetto sono molto compatte: infatti, l'astro ha un raggio pari a 0,00002 volte il raggio del Sole.

Sistema planetario

Rappresentazione artistica dei pianeti del sistema PSR B1257+12 confrontati con le dimensioni della Terra

Nel 1992 Aleksander Wolszczan e Dale Frail scoprirono che attorno alla pulsar orbitavano due pianeti:[1] si trattava dei primi pianeti extrasolari ad essere scoperti,[2] il che suscitò un grande interesse nella comunità scientifica in quanto si supponeva che solo le stelle di sequenza principale potessero avere pianeti. Il sistema potrebbe anche avere una cintura asteroidale o un disco simile alla fascia di Kuiper.[3] I pianeti confermati sono tre: A, B e C; da notare che i pianeti della pulsar PSR B1275+12 hanno ricevuto una designazione da A fino a D (in ordine crescente di distanza), a differenza dei pianeti scoperti tempo dopo, i quali seguono la notazione standard nella quale il primo pianeta scoperti è b, seguito da c, d, e così via.

Gli astrofisici hanno formulato due ipotesi sull'origine dei pianeti scoperti. La prima ritiene che i pianeti siano i nuclei rocciosi di pianeti in precedenza giganti gassosi, la cui atmosfera è stata spazzata via dall'esplosione della stella madre in supernova di tipo II ed hanno ristretto la propria orbita. La seconda ipotesi considera invece che i pianeti siano il risultato di una seconda formazione planetaria causata dai detriti del resto di supernova. In quest'ultimo caso è stato ipotizzato che potrebbero essere dei pianeti di carbonio.

Possibile cometa

Si ipotizza che un asteroide o una cometa orbiti attorno a PSR B1257+12 ad una distanza media di 2,6 UA con un periodo di circa 3,5 anni. L'oggetto è così piccolo che non è stato considerato come un pianeta, ma è il primo asteroide o la prima cometa extrasolare nota simile agli oggetti presenti nella Fascia di Kuiper del nostro sistema solare.[4] È possibile che questo oggetto sia il più grande di una fascia di asteroidi minori che orbitano attorno alla pulsar. Ha una massa non superiore a circa 0,2 masse di Plutone (0,0004 masse terrestri) e un diametro massimo di 1000 km. A volte viene chiamato PSR B1257+12D.

Prospetto sul sistema

Segue un prospetto sul sistema planetario.

Nome Massa Semiasse maggiore Periodo orbitale
PSR B1257+12A 0,025 MT 0,19 UA 25,262 (± 0,003) giorni
PSR B1257+12B 4,3 ± 0,2 MT 0,36 UA 66,5419 (± 0,0001) giorni
PSR B1257+12C 3,9±0,2 MT 0,46 UA 98,2114 (± 0,0002) giorni
PSR B1257+12D <0,0004 MT 2,6 UA 1250 giorni

Note

1^ A planetary system around the millisecond pulsar PSR1257 + 12, A. Wolszczan, D. Frail, Nature, vol.355, pag. 145–147, 1992

2^ Radio Astronomy Highlights, PDF, C. Salter, Arecibo Newsletter, numero 33, 2001

3^ Timing Observations of Four Millisecond Pulsars with the Arecibo and Effelsberg Radio Telescopes, A. Wolszczan, et al., The Astrophysical Journal, vol.528, numero 2, pag. 907–912, 2000

Voci correlate

Collegamenti esterni


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