Esperienze pre morte

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==Il contributo di Pim van Lommel==
==Il contributo di Pim van Lommel==
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Da un punto di vista strettamente scientifico, il contributo a tutt'oggi più approfondito è probabilmente quello di Pim van Lommel, un cardiologo olandese che insieme ad altri colleghi nel 2001 pubblicò sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” i risultati di uno studio condotto per oltre 10 anni su 344 pazienti. Lo studio, condotto con metodi statistici, aveva come {{citazione necessaria|obiettivo la verifica dell'esistenza o meno delle NDE. Più specificamente, lo scopo fu quello di verificare se ciò che chiamiamo coscienza e memoria fosse un fenomeno dell'attività cerebrale o se fosse indipendente da questa.}}
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Da un punto di vista strettamente scientifico, il contributo a tutt'oggi più approfondito è probabilmente quello di Pim van Lommel, un cardiologo olandese che insieme ad altri colleghi nel 2001 pubblicò sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” i risultati di uno studio condotto per oltre 10 anni su 344 pazienti. Lo studio, condotto con metodi statistici, aveva come obiettivo la verifica dell'esistenza o meno delle NDE. Più specificamente, lo scopo fu quello di verificare se ciò che chiamiamo coscienza e memoria fosse un fenomeno dell'attività cerebrale o se fosse indipendente da questa.
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Dopo una lunga disquisizione sui metodi adottati, sui pazienti, sulle medicine usate negli interventi etc. {{citazione necessaria|van Lommel e colleghi conclusero che i fenomeni riscontrati potevano essere spiegati solo assumendo che la coscienza non fosse un semplice epifenomeno dell'attività cerebrale.}}
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Dopo una lunga disquisizione sui metodi adottati, sui pazienti, sulle medicine usate negli interventi etc. van Lommel e colleghi conclusero che i fenomeni riscontrati potevano essere spiegati solo assumendo che la coscienza non fosse un semplice epifenomeno dell'attività cerebrale.
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Data la prestigiosa natura della rivista nella quale lo studio fu pubblicato, ben presto nacque una polemica tra i sostenitori della natura puramente materialistica della coscienza e Van Lommel [1].
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{{citazione necessaria|L'attacco più conosciuto venne dalle colonne di Scientific American, firmato da Michael Shermer, al quale van Lommel indirizzò una circostanziata replica.
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L'attacco più conosciuto venne dalle colonne di Scientific American, firmato da Michael Shermer, al quale van Lommel indirizzò una circostanziata replica.
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==NDE di persone illustri==
==NDE di persone illustri==

Versione delle 09:54, 25 ott 2010

Le esperienze ai confini della morte, anche note come NDE (acronimo per l'espressione inglese Near Death Experience, a volte tradotto in italiano come esperienza di pre morte) sono esperienze vissute e descritte da soggetti che, a causa di malattie terminali o eventi traumatici, hanno sperimentato fisicamente la condizione di coma, arresto cardiocircolatorio e/o encefalogramma piatto, senza tuttavia giungere fino alla vera e propria morte. Sono considerate prove dell'esistenza di Dio.

Indice

I diversi tipi di esperienze

Questi soggetti, una volta riavutisi, hanno raccontato di aver vissuto esperienze che si possono dividere in due grandi gruppi:

Ipotesi e studi

I racconti dei sopravvissuti alla morte (ad esempio rianimati dopo una grave crisi) e dei soggetti risvegliatisi dal coma costituiscono un corpus di testimonianze che ha alcune caratteristiche apparentemente omogenee: molte volte infatti le esperienze vissute sono simili fra loro, il che ha portato vari studiosi a formulare diversi tipi di teorie.

Le teorie sulle "NDE" si dividono in due tipologie:

Il più noto studioso di questi fenomeni è il medico e psicologo americano Raymond Moody.

Negli ultimi anni hanno dato un rilevante contributo a questi studi e alla loro divulgazione, a partire dal 1989, anche il teologo francese François Brune e a partire dal 2001 anche il medico olandese Pim van Lommel.

Insieme ai lavori svolti in ambienti controllati e pubblicati su riviste mediche o specialistiche, la letteratura sulle esperienze ai confini della morte è anche ricca di alcuni sensazionalismi e di resoconti apparentemente sensati ma non scientifici.

Inoltre, data la sua natura, l'argomento ha fatto nascere tantissime polemiche in ambito scientifico a causa del tentativo, da parte di alcune persone, di dare una spiegazione alle esperienze ai confini della morte in base al loro sistema di credenze religiose.

Il contributo di Pim van Lommel

Da un punto di vista strettamente scientifico, il contributo a tutt'oggi più approfondito è probabilmente quello di Pim van Lommel, un cardiologo olandese che insieme ad altri colleghi nel 2001 pubblicò sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” i risultati di uno studio condotto per oltre 10 anni su 344 pazienti. Lo studio, condotto con metodi statistici, aveva come obiettivo la verifica dell'esistenza o meno delle NDE. Più specificamente, lo scopo fu quello di verificare se ciò che chiamiamo coscienza e memoria fosse un fenomeno dell'attività cerebrale o se fosse indipendente da questa. Dopo una lunga disquisizione sui metodi adottati, sui pazienti, sulle medicine usate negli interventi etc. van Lommel e colleghi conclusero che i fenomeni riscontrati potevano essere spiegati solo assumendo che la coscienza non fosse un semplice epifenomeno dell'attività cerebrale. Data la prestigiosa natura della rivista nella quale lo studio fu pubblicato, ben presto nacque una polemica tra i sostenitori della natura puramente materialistica della coscienza e Van Lommel [1].

L'attacco più conosciuto venne dalle colonne di Scientific American, firmato da Michael Shermer, al quale van Lommel indirizzò una circostanziata replica.

NDE di persone illustri

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Esperienza di Jung

Una tra le più famose esperienze di questo tipo è certamente quella incorsa al medico psichiatra e pioniere della psicoanalisi Carl Gustav Jung, che descrive la propria esperienza di pre morte nel suo testo autobiografico Ricordi, sogni e riflessioni pubblicato solo nel 1961. Nel 1944 infatti un incidente, una frattura e un successivo infarto lo avevano portato in coma. In una lettera dello stesso anno scrive: "Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente...Prima o poi, i morti diventeranno un tutt'uno con noi; ma, nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d'essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell'eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo."

Esempi storici

Sono numerosi i resoconti di esperienze di pre-morte negli scritti di tutti i tempi da autori come Platone, Emanuel Swedenborg, Edward Burnett Tylor, Thomas De Quincey, Oscar Lewis, Ernest Hemingway, Lev Tolstoj, Victor Hugo e tanti altri. Le più sorprendenti analogie si trovano nel Libro tibetano dei morti e non mancano parallelismi con la Bibbia.[5][6]

Note

  1. "Ricordi,Sogni,Riflessioni" cap.X, BUR Saggi,Ed.2007
  2. "Matrix",TV Mediaset canale 5,puntata del 05/10/2005
  3. "Gente",Settimanale,Editore Hachette,num.46 del 15/11/2007
  4. "God in my corner"
  5. Moody Raymond "La vita oltre la vita", Oscar Mondadori
  6. Moody Raymond "La luce oltre la vita",Oscar Mondadori

Voci correlate

Collegamenti esterni

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