Principio di mediocrità
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+ | [[Immagine:785px-PPlaqueLarge.png|thumb|right|200px|Ci sono miliardi di galassie e in ogni galassia miliardi di stelle, attorno ad ogni stella presumibilmente vi è un sistema di pianeti, e la vita sarebbe nata solo sul nostro pianeta?]] | ||
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Versione delle 16:25, 18 set 2011
In astronomia e filosofia della scienza, il principio di mediocrità afferma che non c'è nulla di speciale, su scala cosmologica, nella Terra e nell'Umanità.
Esso è un'estensione del principio copernicano, e può essere generalizzato nel concetto di "non particolarità" di qualsiasi evento: qualunque fenomeno osservato può verificarsi o essersi verificato molte altre volte nell'universo.
Il principio è supportato da diversi dati, tra cui:
- L'universo è molto più grande di quanto si pensava prima della scoperta di Edwin Hubble che le nebulose sono in realtà galassie esterne alla Via Lattea. Il loro numero è stimato attualmente in oltre 100 miliardi.
- L'esistenza di altri sistemi planetari, confermata dalla scoperta di diversi pianeti extrasolari, rende probabile l'esistenza di altri pianeti del tutto simili alla Terra.
- La gran maggioranza della comunità scientifica concorda ormai nel ritenere l'origine e l'evoluzione della vita come un fenomeno naturale, che si verifica necessariamente ogni qual volta esistano determinate condizioni fisico-chimiche. Viste le dimensioni dell'universo, è del tutto probabile che esse si verifichino o si siano verificate in molti altri casi. Questo dato è supportato dal principio antropico forte.
Tra i maggiori sostenitori del principio di mediocrità, specialmente per quanto riguarda l'esistenza di vita evoluta al di fuori della Terra, vi sono gli astronomi Carl Sagan e Frank Drake.
Il principio di mediocrità è opposto all'ipotesi della rarità della Terra, secondo la quale la nascita ed evoluzione della vita sulla Terra ha richiesto una combinazione estremamente improbabile di eventi e circostanze astrofisiche e geologiche.