Marduk
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* L. Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in "''Storia delle religioni. Le religioni antiche''", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050 | * L. Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in "''Storia delle religioni. Le religioni antiche''", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050 | ||
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Versione delle 12:55, 28 dic 2008
Marduk è una divinità della mitologia mesopotamica, introdotta con l'avvento di Hammurabi a Babilonia nel XVII secolo a.C.. Nella stessa città, il tempio dell'Esaghila era il centro del suo culto. La tradizione lo vuole figlio di Enki/Ea e di Damkina, ed a sua volta padre di Nabu, dio della Saggezza. Al dio viene associata Ṣarpanītum come moglie, ed è generalmente affiancato dal serpente mostruoso Mušḫuššu.
La divinità sarebbe stata originariamente un dio tutelare della famiglia di Hammurabi, portato al rango di divinità nazionale dopo l'ascesa del re su Babilonia. Il nome deriverebbe dal sumerico amar-utuk (in italiano giovane toro del Sole), nome che ne esprime la grande potenza, sua principale caratteristica.
Marduk è il protagonista dell'Enūma Eliš, il poema della creazione, in cui viene descritta la sconfitta di Tiāmat per opera sua, impresa che gli consente di ottenere il primato fra gli dei. Il padre Enki/Ea, dio della saggezza, gli fornisce l'idea per la creazione dell'uomo, che realizza mescolando il corso di Kingu, capo dei suoi nemici, con fango e sangue.
Viene simboleggiato dal pianeta Giove ed il numero ad esso dedicato è il 50, attribuito precedentemente ad Enlil, di cui ormai fa le veci come re degli dèi.
Bibliografia
- L. Cagni, La religione della Mesopotamia, in "Storia delle religioni. Le religioni antiche", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050