Horus

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Presso i Greci e i Romani fu noto con il nome di [[Arpocrate]] e rappresentato come un bambino con un dito in bocca, gesto interpretato come un invito al silenzio.
Dall'etimologia del nome e dal suo aspetto di uccello, si deduce che Horo fosse una divinità del cielo: i suoi occhi simbolizzano [[luna]] e [[sole]], il cui viaggio nel cielo è dovuto al volo di Horo. Inoltre il mito dello scontro tra Horo e [[Seth]] spiega la minore luminosità della luna rispetto al sole col fatto che l'occhio lunare sarebbe quello staccato da [[Seth]] in combattimento e in seguito riposizionato dal dio della magia [[Toth]].
Dall'etimologia del nome e dal suo aspetto di uccello, si deduce che Horo fosse una divinità del cielo: i suoi occhi simbolizzano [[luna]] e [[sole]], il cui viaggio nel cielo è dovuto al volo di Horo. Inoltre il mito dello scontro tra Horo e [[Seth]] spiega la minore luminosità della luna rispetto al sole col fatto che l'occhio lunare sarebbe quello staccato da [[Seth]] in combattimento e in seguito riposizionato dal dio della magia [[Toth]].

Versione delle 14:42, 29 dic 2008

Statua di Horo. Tempio di Edfu, Egitto

Horo (Colui che è in alto) è una divinità egizia rappresentata dal falco.

Horo1.jpg

Horo in scrittura geroglifica

Horo (o Horus) è la forma latina del nome egizio Hr (nella scrittura egizia non sono rappresentate le vocali) la cui lettura è Heru oppure Hor.
Il culto di Horo è attestato dal periodo predinastico fino all'epoca romana quando il suo culto viene unito a quello della madre Iside.
In epoca predinastica si ebbero, con molta probabilità, diverse divinità falco la più importante delle quali era il dio-falco venerato nell'Alto Egitto. Quando i sovrani del Basso Egitto unificano le Due Terre, Horo assume il carattere di Unificatore dell'Alto e Basso Egitto.
Il sovrano egizio è considerato la personificazione di Horo, ossia l' Horo vivente; la prima tra le molte titolature che identificano un sovrano dell'Egitto è il serekht ossia il nome-Horo caratterizzato appunto dal falco.
In alcuni miti, Horo è considerato figlio della dea-vacca Hathor, il cui nome significa letteralmente casa di Horo.
Il mito però maggiormente famoso è quello che lo vuole figlio di Osiride ed Iside e vendicatore del padre nei confronti di Seth, il quale gli tolse un occhio durante lo scontro.
Durante il lungo periodo della civiltà egizia l'Horo di Hierakonpolis assorbe, con un meccanismo di sincretismo, svariate altre divinità locali aventi caratteristiche simili che infine divennero aspetti diversi di una sola figura. I figli di Horo sono quattro divinità protettrici dei vasi canopi, i contenitori delle viscere nel processo di imbalsamazione.

Presso i Greci e i Romani fu noto con il nome di Arpocrate e rappresentato come un bambino con un dito in bocca, gesto interpretato come un invito al silenzio.

Dall'etimologia del nome e dal suo aspetto di uccello, si deduce che Horo fosse una divinità del cielo: i suoi occhi simbolizzano luna e sole, il cui viaggio nel cielo è dovuto al volo di Horo. Inoltre il mito dello scontro tra Horo e Seth spiega la minore luminosità della luna rispetto al sole col fatto che l'occhio lunare sarebbe quello staccato da Seth in combattimento e in seguito riposizionato dal dio della magia Toth.

Indice

La teoria della somiglianza con Gesù

Raffigurazione

Nel 1999 la storica e archeologa D.M. Murdock pubblicò un testo, The Christ Conspiracy con lo pseudonimo di Acharya S. Questo testo è stato anche usato come base della prima parte del film web Zeitgeist. In un capitolo del suo libro, l'autrice mette in luce delle somigianze notevoli che intercorrerebbero tra la figura di Gesù Cristo e quella di Horo. Eccone alcune [1]:

È corretto dire che l'autrice, nel corso dei suoi studi, ha ritrovato questi motivi e li ha poi riordinati in una specie di racconto evangelico per mettere in luce le somiglienze di fondo. La questione è tutt'ora molto controversa e il dibattito molto acceso. Una delle critiche fondamentali al lavoro della Murdock è quella di non aver raccolto "fonti primarie" e di aver usato fonti poco attendibili, come il libro del poeta, spiritista ed egittologo dilettante Gerald Massey, Anciet Egypt (1907).

Geroglifico Massey

Tutto si basa su studi non ufficiali fatti da Gerald Massey. Le teorie di Massey, ispireranno anche Alvin Boyd Kuhn, che farà un più ampio discorso, realizzando delle sue ricerche che prendono il nome di studi sulle religioni comparate. Esponente della massoneria, fece anche parte della società teosofica, per la quale scrisse articoli sulla rivista dal nome Lucifer magazine; i suoi articoli sono di carattere prettamente anti-cristiano, e soprattutto espongono la sua idea, che la teologia Cristiana su come presenta Lucifero (che lo vede portatore del male) è falsa. Appassionato dell'Egitto, da autodidatta apprendere l’arte di decifrare i geroglifici, la sua teoria si basa su un geroglifico che si trova a Luxor, che lui esamina nel libro The Historical Jesus and The Mythical Christ, nel quale lui trova la descrizione: dell’Annunciazione, Immacolata Concezione, Nascita ed Adorazione, rivolta alla dea Iside. Questa sua teoria contrasta con la mitologia ufficiale Egizia, e non è stata mai confermata.

Galleria di immagini

Note

1^ Acharya S - The Christ Conspiracy, cap. "The Characters"

Bibliografia

Collegamenti esterni

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