Terraformazione di Marte
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Versione attuale delle 09:30, 17 feb 2016
La terraformazione di Marte è un ipotetico processo attraverso il quale il clima, la superficie e le caratteristiche conosciute del pianeta rosso verrebbero modificate con lo scopo di rendere il pianeta abitabile da esseri umani e altre forme di vita terrestri, fornendo in tal modo la possibilità di una sicura e sostenibile colonizzazione di vaste aree del pianeta.
Sulla base dell'esperienza del pianeta Terra, l'ambiente di un pianeta può essere mutato anche se il processo di creazione di una biosfera al livello planetario è ancora da determinare.
Molti dei metodi descritti in seguito possono rientrare nell'ambito delle capacità tecnologiche attuali, tuttavia al momento le risorse necessarie per l'esecuzione di tali metodi sono ben al di là di quanto qualsiasi governo o azienda sarebbero in grado di stanziare a tale scopo.
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Motivi di una terraformazione
In un futuro non molto lontano l'aumento di popolazione e la crescente richiesta di risorse potrebbe creare una pressione per colonizzare nuovi habitat come per esempio la superficie degli oceani terrestri, il fondo dei mari, lo spazio intorno alla Terra o la Luna e gli altri pianeti del sistema solare, magari come sedi di miniere per l'estrazione di metallo.
Avanzando con il pensiero nel remoto futuro (nell'ordine di centinaia di milioni di anni), alcuni scienziati ritengono che il Sole potrebbe diventare troppo caldo per poter mantenere la vita sul nostro pianeta, anche prima che la nostra stella attraversi lo stadio di Gigante Rossa, dal momento che tutte le stelle della Sequenza Principale emettono gradualmente sempre più energia nel corso della loro esistenza.
Quando questo succederà, sarà imperativo per gli esseri umani migrare verso aree più lontane dal Sole per avere una possibilità di sopravvivere. Attraverso la terraformazione sarebbe possibile collocare il Pianeta Rosso nella fascia di pianeti abitabili e consentire in tal modo alla specie umana di guadagnare qualche altro migliaio di anni, in modo da avere il tempo di sviluppare una nuova tecnologia per il viaggio spaziale, per giungere alla colonizzazione del bordo più esterno del sistema solare quando Marte sarà diventato inospitale per via delle mutazioni del Sole.
Metodi ipotetici
Un esempio di progetto per la terraformazione di Marte prevede di liberare grandi quantità di gas serra nell'atmosfera del pianeta, innalzandone la temperatura. Questo causerebbe l'evaporazione di anidride carbonica dalle calotte polari, aumentando ancora l'effetto serra e facendo sciogliere eventuale ghiaccio presente nel sottosuolo marziano. Ciò porterebbe Marte ad avere acqua liquida, un clima più simile a quello terrestre e un'atmosfera più densa, a base di anidride carbonica. Infine si importerebbero sul pianeta delle piante che arricchiscano di ossigeno l'atmosfera tramite la fotosintesi. È stato calcolato che l'intero processo durerebbe più di centomila anni[1]. Sono stati ideati processi più rapidi, ma dalla durata sempre misurabile in secoli.
Per riscaldare le calotte polari di Marte liberando anidride carbonica sono stati proposti anche altri metodi, come coprirle con sostanze scure (come polvere di carbone) che assorbano meglio la luce solare, o riflettere il sole sui ghiacciai marziani da giganteschi specchi in orbita attorno al pianeta.
Retroterra scientifico
La maggior parte del suolo marziano è costituito da minerali richiesti per il processo di terraformazione. Recenti ricerche scientifiche hanno rivelato che ci sono grandi quantità di acqua sotto forma di ghiaccio al di sotto della superficie del pianeta fino alla latitudine 60, proprio come nei due poli dove l'acqua è miscelata con ghiaccio secco (CO2 solido). È persino possibile che vi siano enormi quantità di ghiaccio nella crosta marziana più profonda.
Una volta che l'anidride carbonica sublima nell'atmosfera durante le estati marziane, essa lascia una piccola quantità di acqua residua che si sposta rapidamente dai poli con una velocità di circa 400 km/h. Questi eventi stagionali fanno sì che vengano trasportate grandi quantità di polvere e vapore acqueo come quelle che hanno permesso la formazione sulla Terra di cirri (delle nuvole).
Sul pianeta sono presenti anche tracce di ossigeno, perlopiù sotto forma di ossidi (di metalli principalmente).
Nella cultura di massa
Nel corso del Novecento l’accrescersi delle conoscenze scientifiche su Marte ha comportato il progressivo abbandono delle precedenti aspettative sull’esistenza di vita marziana intelligente, e l’atterraggio di sonde interplanetarie sul pianeta rosso a partire dal 1965 non confermò neanche l’esistenza di vita primitiva. Questo provocò una diminuzione – ma non la scomparsa totale – delle storie di fantascienza ambientate su un pianeta Marte abitato, portando gli scrittori a considerare il pianeta soprattutto come base di future colonie terrestri.
Una delle prime storie incentrata sull'esplorazione di un Marte in terraformazione è il romanzo breve Maledetti marziani (The Martian Way, 1952) di Isaac Asimov.
La trilogia di romanzi Red Mars, Green mars, Blue Mars (1992-1996) scritta da Kim Stanley Robinson, si concentra sul processo di terraformazione del pianeta, che dal suo stato iniziale (Marte rosso) viene reso abitabile coltivandovi sopra della piante (Marte verde) finché non diventa un pianeta simile alla Terra (Marte blu).
Un tema ricorrente è divenuto la lotta per l'indipendenza delle colonie terrestri esistenti su un Marte terraformato o in corso di terraformazione. Questo è l'elemento caratterizzante della trama di opere di Greg Bear e Kim Stanley Robinson, del film Atto di forza basato su una storia di Philip K. Dick e della serie televisiva Babylon 5, come pure di diversi videogiochi tra quelli ambientati nel Pianeta Rosso.
Note
- ↑ Piero e Alberto Angela, Rendere Marte abitabile?, in Viaggio nel cosmo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1997, ISBN 88-04-40178-8