Maya

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Teotihuacan è una grandissima città sacra dello Yucatan. Ancora oggi, gli archeologi non sanno chi possa averla fondata. Quando gli Aztechi la trovarono, la battezzarono con il nome con il quale il sito è noto ancora oggi, e che vuol dire "città degli dèi". Questo nome fu dato perchè quando trovarono la città, essa era già in rovina. Gli Aztechi così ipotizzarono che poteva appartenere all'unica razza che, secondo il loro culto, era vissuta sulla terra prima dell'uomo: gli dèi stessi. I Maya riferivano che Teotihuacan era il luogo dove gli dèi scendevano su "uccelli dalla cupola splendente". Ciò ha portato molti a ritenere questo come una valida prova dell'ipotetico contatto alieno. L'elemeno degli uccelli dalla cupola splendente è riconducibile al fenomeno oggi noto come [[UFO]]. Anche Chitzen Itzà, il complesso piramidale che i Maya costruirono per "ordine degli dèi", contiene una piramide dedicata a Kukulkan, il dio che secondo gli ufologi è in realtà la rappresentazione stessa di questa fantomatica civiltà extraterrestre, e che sembra essere posizionata al termine di una lunga pista d'atterraggio per astronavi. La razza aliena in questione è quella Nordica degli [[Annunaki]], la stessa citata nei testi sumeri.  
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Teotihuacan è una grandissima città sacra dello Yucatan. Ancora oggi, gli archeologi non sanno chi possa averla fondata. Quando gli Aztechi la trovarono, la battezzarono con il nome con il quale il sito è noto ancora oggi, e che vuol dire "città degli dèi". Questo nome fu dato perchè quando trovarono la città, essa era già in rovina. Gli Aztechi così ipotizzarono che poteva appartenere all'unica razza che, secondo il loro culto, era vissuta sulla terra prima dell'uomo: gli dèi stessi. I Maya riferivano che Teotihuacan era il luogo dove gli dèi scendevano su "uccelli dalla cupola splendente". Ciò ha portato molti a ritenere questo come una valida prova dell'ipotetico contatto alieno. L'elemeno degli uccelli dalla cupola splendente è riconducibile al fenomeno oggi noto come [[UFO]]. Anche Chitzen Itzà, il complesso piramidale che i Maya costruirono per "ordine degli dèi", contiene una piramide dedicata a Kukulkan, il dio che secondo gli ufologi è in realtà la rappresentazione stessa di questa fantomatica civiltà extraterrestre, e che sembra essere posizionata al termine di una lunga pista d'atterraggio per astronavi. La razza aliena in questione è quella Nordica degli [[Annunaki]], la stessa citata nei testi sumeri. Altra prova molto importante è quella degli [[OOPArt]] ritrovati, attruibili ai Maya, che sembrano raffigurare qualcosa non collegabile alla civiltà Maya per come la si conosce. 
[[categoria: paleoastronautica]]
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I Maya sono una popolazione precolombiana che ha abitato il Messico a partire (secondo la storia ufficiale) dal 1800 - 1500 a.C. al 1530 d.C., anno in cui il principale clero Maya venne distrutto dall'invasore spagnolo, eliminando così definitivamente il cuore di un popolo e di una cultura.

Indice

La scrittura

Quella dei Maya è l'unica civiltà precolombiana che ha lasciato numerose ed estese iscrizioni. La scrittura Maya era una scrittura logosillabica, nella quale cioè ciascun simbolo, o grafema, poteva sia rappresentare una parola o comunque avere un significato a sé stante, sia indicare foneticamente una sillaba. L'inizio dell'uso di una lingua scritta da parte dei Maya si può far risalire all'inizio dell'era cristiana, ma probabilmente anche molto prima. Una grande quantità di iscrizioni Maya sono incise su stele, e contengono riferimenti alle date principali della loro storia. La comprensione di questi testi era peraltro limitata alla casta sacerdotale e a dignitari d'alto rango. Fu grazie a ciò che la storia Maya fu ereditata agli altri popoli precolombiani, soprattutto Aztechi, ed è così sopravvissuta fino a noi.

Le Ere

Mentre per i cristiani il tempo parte dalla nascita di Gesù, per i greci dai primi giochi olimpici, per i romani dalla fondazione di Roma, per i musulmani dall'ègira di Maometto, per i Maya non esiste un punto di inizio. Come per altre civiltà antiche contemporanee a quella Maya, vi era il concetto della continuità eterna del Tempo. Essi avevano sviluppato (in una modalità a noi ignota) un incredibile valore profetico, semplicemente studiando gli astri. Le Profezie Maya sono dunque eventi cosmologici e scientifici, qualcosa di incredibile anche per l'astronomia moderna, visto che per noi è quasi impossibile prevedere un evento futuro di 3000 anni con precisione altissima. Probabilmente, ciò era dovuto alla consapevolezza della ripetizione degli eventi. Ecco perchè le profezie Maya hanno un importante valore di ricerca. Il Tempo cosiddetto "Cosmico", chiamato anche Giorno Eterno, veniva diviso in infiniti Giorni Galattici, un tempo di 25.625 anni ciascuno. Questo è precisamente il periodo nel quale la Terra e il Sistema Solare finiscono di compiere il moto ascensionale nella Via Lattea. Ogni Giorno Galattico era diviso in cinque Ere (I Maya le chiamavano "Soli"), nominate con i principali elementi naturali: Acqua, Aria, Fuoco, Terra, Oro. Da sottolineare come per i Maya l'oro non aveva lo stesso valore sviluppato in Occidente. Esso non era un vile mezzo di scambio commerciale, ma aveva un significato sacro: rappresentava il lato più intimo della nostra anima (quello che oggi chiameremmo subconscio). Indicava per questo motivo l'ultima delle cinque Ere e la fine del Giorno Galattico. Le Ere sono formate ognuna da 5125 anni ciascuna, precisamente il periodo di Precessione degli Equinozi. Dunque ogni Era veniva caratterizzata da una precisa costellazione dello Zodiaco, il passaggio di una costellazione ad un altra determinava il passaggio di Era in Era: un passaggio dettato da cataclismi e momentanei squilibri necessari del Pianeta, che determinavano la Purificazione del corpo astronomico e dei suoi abitanti. Ecco l'elenco della fine di ogni Era, dall'inizio di questo Giorno Galattico, con relativi cataclismi (la cosa sorprendente è che quella che si pensava fosse semplice mitologia, ha acquistato valore scientifico).

1. La prima Era (Acqua) è iniziata nell'anno 23.613 a.C. e con essa uno dei Giorni Galattici. E' terminata nell'anno 18.488 a.C., periodo intorno al quale la situazione cosmica della Terra ha dato inizio ad un periodo di breve ma intensa Glaciazione che coinvolse l'Emisfero Boreale.

2. La seconda Era (Aria) è iniziata nell'anno 18.488 a.C. ed è terminata nell'anno 13.363 a.C., periodo dell'Ultima Era Glaciale.

3. La terza Era (Fuoco) è iniziata nell'anno 13.363 a.C. ed è terminata nell'anno 8238 a.C., anno del Grande Diluvio (per altro ricordato nelle mitologie di tutti i popoli antichi). L'anno coincide con il periodo in cui, secondo Platone e altri antichi, sprofondò la leggendaria Atlantide. Lo sprofondamento potrebbe essere stato causato dallo stesso Diluvio.

4. La quarta Era (Terra) è iniziata nell'anno 8238 a.C. ed è finita nell'anno 3113 a.C., anno segnato dall'ascesa di numerose civiltà antiche (Maya inclusi). Questi popoli parlano tutti dell'avvicinamento di un corpo celeste, dimora degli dèi, che potrebbe coincidere con Nibiru, chiamato dalla scienza odierna Pianeta X. Questi dèi avrebbero svelato all'umanità conoscenze astronomiche evolute. Per questo, molti ipotizzano che ci sia stato un contatto con una civiltà aliena.

5. La quinta Era (Oro) è iniziata nell'anno 3113 a.C. e finirà precisamente il 21 Dicembre 2012. Sono stati ipotizzati vari eventi che caratterizzeranno il prossimo passaggio d'Era, ma pare che gli stessi Maya abbiano voluto lasciarci la verità. Con il 2012, terminerà un intero Giorno Galattico, e inizierà un altro.

I Calendari

Le Ere venivano calcolate dai Lunghi Computi, dei calendari di 5125 anni appunto. Un giorno di 24 ore era chiamato, nelle varie lingue Maya, K'in. 20 giorni formavano un uinal, ovvero un mese. I mesi erano dunque, nella concezione del Tempo per i maya, tutti vigesimali (ovvero basati esclusivamente su 20 giorni). In questo modo, 18 Uinal formavano il Tun, di 360 giorni, al quale si aggiungeva un mese corto di soli 5 giorni, e si formava così l'Haab, un anno solare preciso di 365 giorni. I nomi dei 18 Uinal erano: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. I 18 uinal avevano ciascuno il proprio nome, così come i 20 k'in, e ognuno era indicato con un proprio glifo. Oltre all'Haab, detto anche calendario solare o civile, c'era lo Tzolkin, di soli 260 giorni. Era un calendario sacro, il cui studio era riservato esclusivamente ai membri del clero, e per questo era detto calendario rituale. Lo Tzolkin era alla base dello studio degli astri e della lettura in questi di profezie relative ad avvenimenti futuri e alla chiusura delle Ere. A loro volta, 20 Haab formavano il Kat'un, il quale non aveva alcun significato profetico/religioso, ma significava un semplice metodo di calcolo convenzionale per la storia del proprio popolo. Stessa cosa era per il Bak't'un, insieme di 20 Kat'un, e dunque di 400 anni.

La matematica

I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a base vigesimale (tipo di numerazione avente per base il numero 20). Un punto "." rappresentava l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata per rappresentare il 5; al numero venti entrava in campo lo zero. Il numero zero era concepito come posizione vuota : 0. Per la civiltà maya la matematica era un'arte sacra, considerata la lingua per comunicare con gli dèi. Gli ufologi moderni sostengono che la matematica è la "lingua universale", ovvero un insieme di leggi fisiche valide ovunque. Questa concezione, simile a quella Maya, ha portato molti a ipotizzare che gli dèi Maya altro non fossero una civiltà aliena, entrata in contatto con i precolombiani e costretta a comunicare inizialmente tramite la matematica.

Il gioco sacro

Uno dei riti praticati dai sovrani del periodo di splendore della civiltà Maya, ma che ebbe un ruolo centrale nella religione maya di tutti i tempi, era il gioco della pelota. In molte città dell'epoca classica si trovavano campi da gioco, ubicati all'interno dei centri cerimoniali. Il significato simbolico-religioso del gioco della pelota consiste nella rappresentazione della lotta tra elementi cosmici contrari, dalla cui opposizione si origina la vita dell'universo. A volte viene simbolizzata l'opposizione del sole e della luna , del giorno e della notte; altre volte la lotta degli dèi terrestri della morte contro gli dèi celesti della vita. Il gioco era sempre vincolato agli astri e alla guerra sacra, per il suo significato di scontro tra elementi contrari. Successivamente, quando la cultura maya si influenzò a quella tolteca e azteca (molto più bellicose), il rituale veniva accompagnato da processioni e cerimonie di decapitazione, in cui raramente erano i giocatori a essere immolati. La testa, che veniva rappresentata concretamente dalla palla, simboleggiava l'astro e, durante alcune cerimonie di fertilità, la pannocchia del mais. Durante il momento della realizzazione del gioco si propiziava magicamente il movimento degli astri o era un rito d'iniziazione. Attraverso diverse partite al gioco della pelota contro gli dèi della morte nel mondo sotterraneo, i Divini Gemelli raggiungono la loro apoteosi con la trasformazione in Sole e in Luna. Durante il periodo di splendore, vengono rappresentate diverse divinità e numerosi sovrani nell'atto di giocare alla pelota, mentre durante il periodo Post-classico il rito si secolarizzò, provocando la nascita di giocatori professionisti e di scommesse. Al momento non vi sono dati certi sulle regole del gioco, sono state fatte alcune supposizioni, sembra che i giocatori, con il solo uso delle anche,gomiti e fondoschiena, per segnare il punto/vincere dovessero far passare una specie di palla attraverso un anello di pietra posto in alto alla metà del campo da gioco. Secondo alcune ricerche, al termine delle partite vi era la decapitazione dei giocatori vincitori ad essere decapitati, in quanto solo quest'ultimi, i più forti/abili, erano "degni" di essere sacrificati agli dei. Ma prima dell'influenza Azteco-Tolteca, i Maya prevedevano solo rituali iniziatici, senza sacrifici umani.

Urbanistica

Nell'urbanistica generale Maya troviamo nel centro delle città i monumenti civici e religiosi, i templi, le residenze di corte e i luoghi d'incontro; alla periferia si sparpagliavano i villaggi e le case dei contadini. Presso i Maya, vi era il concetto delle città stato, le quali l'unica cosa comune era la cultura e la religione, che determinava però il divieto sacro di dichiararsi guerra. Tikal fu una delle più grandi ma sicuramente non la più antica, se si pensa a centri come El Mirador e ai centri preclassici presenti nell'attuale Belize o anche a Kaminaljuyu, in Guatemala. Il suo centro civico e religioso aveva una superficie di circa 2 Km², i centri minori erano distribuiti per un raggio di 2 o 3 miglia. La dominavano 5 templi a piramide; il più alto misurava 75 metri. Poi c'era Copán, creduta per molto tempo l'Alessandria del mondo maya a causa di una erronea lettura di un altare presente nel sito, che fu creduto rappresentasse una riunione di scienziati e astronomi, mentre poi venne riconosciuto come l'elenco dei sovrani della città. Chichén Itzá, città sacra dello Yucatán alla quale i pellegrini si avvicinavano con reverenza, aveva un grande pozzo naturale, dalle funzioni astronomiche, che in seguito con gli Aztechi divenne sede dei sacrifici umani. All'ombra delle città si trovavano i campi di mais: tutto ciò che facevano, tutto ciò in cui credevano i Maya, era messo in relazione con il mais, simbolo del rispetto e dell'attenzione che bisognava prestare verso il proprio corpo. I templi e i rituali eseguiti al suo interno avevano il compito di assicurare abbondanti raccolti; l'elaborata teologia era uno strumento di propiziazione del potere, ma anche dei frutti della semina; il calendario Tzolkin era suddiviso in funzione dei lavori da compiere nei campi. Nelle città maya nei giorni di festa vi affluiva tutto il contado che assisteva ai riti, sfilava in processione, impiantava le bancarelle, giocava alla palla, pagava le tasse e poi se ne tornava alle proprie comode capanne in quello che oggi chiameremmo hinterland, il retroterra. Tornando al discorso riguardante l'architettura maya, essa sembra sia stata del tutto autoctona; ma parecchi studiosi si chiedono come sia stato possibile allineare con una precisione incredibile i templi alle costellazioni o ai pianeti. Anche i blocchi di pietra erano finemente tagliati e selezionati, in modo quasi impossibile per una civiltà che non conosceva nemmeno la ruota. Tratti caratteristici dell'architettura maya furono il tetto sporgente, la volta e l'arco (volta a mensola, arco finto). Frequenti nell'architettura maya sono i grandi mascheroni in stucco che rappresentano generalmente le divinità, che derivano probabilmente dalle maschere di uomo-giaguaro degli Olmechi. La maestosità dell'architettura serviva per impressionare la folla dei fedeli, che doveva portare rispetto massimo alla divinità.

Maya, civiltà contattata?

Teotihuacan è una grandissima città sacra dello Yucatan. Ancora oggi, gli archeologi non sanno chi possa averla fondata. Quando gli Aztechi la trovarono, la battezzarono con il nome con il quale il sito è noto ancora oggi, e che vuol dire "città degli dèi". Questo nome fu dato perchè quando trovarono la città, essa era già in rovina. Gli Aztechi così ipotizzarono che poteva appartenere all'unica razza che, secondo il loro culto, era vissuta sulla terra prima dell'uomo: gli dèi stessi. I Maya riferivano che Teotihuacan era il luogo dove gli dèi scendevano su "uccelli dalla cupola splendente". Ciò ha portato molti a ritenere questo come una valida prova dell'ipotetico contatto alieno. L'elemeno degli uccelli dalla cupola splendente è riconducibile al fenomeno oggi noto come UFO. Anche Chitzen Itzà, il complesso piramidale che i Maya costruirono per "ordine degli dèi", contiene una piramide dedicata a Kukulkan, il dio che secondo gli ufologi è in realtà la rappresentazione stessa di questa fantomatica civiltà extraterrestre, e che sembra essere posizionata al termine di una lunga pista d'atterraggio per astronavi. La razza aliena in questione è quella Nordica degli Annunaki, la stessa citata nei testi sumeri. Altra prova molto importante è quella degli OOPArt ritrovati, attruibili ai Maya, che sembrano raffigurare qualcosa non collegabile alla civiltà Maya per come la si conosce.

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