Bambagia silicea
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Versione attuale delle 10:20, 3 mar 2018
Con il nome di bambagia silicea o capelli d'angelo (traduzione italiana del termine inglese Angel Hair, detti Fils de la Vierge in francese, Fibralvinas in portoghese, Baba Satanica in spagnolo) è secondo gli ufologi una sostanza filamentosa di colore bianco o biancastro che sarebbe caduta dal cielo o sarebbe in ogni modo apparsa sia in concomitanza di presunti fenomeni UFO sia senza essere in qualche modo associata ad essi.
Il fenomeno è tuttavia spiegato dagli scettici come fenomeno naturale prodotto da alcune specie di ragni per migrare. Questi infatti generano dei lunghi filamenti biancastri che portati dal vento assolvono il compito prefissato. Altra ipotesi è che si tratti di materiale usato come contromisura per trarre in inganno il sistema di puntamento degli aerei (cosiddette chaff) [1].
In clipeologia si pensa che la biblica manna fosse bambagia silicea (che evidentemente è commestibile) rilasciata dagli angeli (UFO) agli Ebrei dell'esodo. Per verificare che sia manna la prossima volta che cade si facciano esami chimici da nutrizionisti e si assaggi.
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Casistica
In alcune occasioni essa è stata trovata al suolo senza che ne fosse in precedenza osservata la caduta. A volte la sostanza è svanita letteralmente nel nulla sotto gli occhi dei testimoni, come se sublimasse - cioè come se passasse dallo stato solido a quello aeriforme senza attraversare la fase liquida - nel giro di alcune ore o anche di pochi minuti (e in questi casi non è stato possibile analizzarla). Altre volte invece i filamenti non sono scomparsi e diverse volte sono stati esaminati con varie tecniche. I risultati delle analisi differiscono fra di loro: se a volte i filamenti erano in realtà resti di ragnatele, in altri casi il materiale è stato (o sarebbe stato - non sempre le fonti sono completamente affidabili e, anzi, non concordano tra loro) identificato come un "vetro boro-silicico", come a Firenze, nel famoso avvistamento del 27 ottobre del 1954, oppure come una "fibra vetrosa", a Gela, il 14 novembre dello stesso anno, una sostanza organica al 95% e inorganica al 5% contraddistinta dalla presenza massiccia di potassio, silicio, calcio e fosforo a Sudbury, nel Massachusetts, il 22 ottobre del 1973, un composto formato dalla combinazione di alcuni elementi con l'acido adipico a Novara, nell'autunno del 1994, da tessuto di rayon a Cincinnati (Ohio) il 25 settembre del 1956, o addirittura da armi batteriologiche o espedienti anti-contraerea, in Croazia fra il 1991 ed il 1992[2].
Origine del nome
Bambagia silicea fu coniato dal quotidiano fiorentino La Nazione all'indomani del caso del 1954.
Invece, capelli d'angelo (con poi i vari termini in altre lingue) fu usato dal famoso ufologo Renato Vasco nel 1952, descrivendo il caso francese di avvistamento UFO di Orlon e quello di Galliac (17 e 27 ottobre). Vasco, infatti, sentì, alla caduta della bambagia, dei bambini gridare:
- « Stanno cadendo dei capelli di angelo[3]! »
Il termine transalpino fils de la Vierge (fili della vergine) fa riferimento al reperimento della bambagia silicea in certi casi risalenti ad alcuni secoli fa - e quasi sempre alcuni eventi del XIX secolo sono comunque citati dagli autori che hanno tentato di delineare una storia di questo fenomeno[4].