Arturo
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In [[Arabia|Arabo]] è chiamata '''al-Simàk al-ràmih''' (السماك الرامح) il cui significato è "Il torace del lanciere", nel tempo [[romanizzazione|romanizzato]], rendendo obsolete le varianti di '''Aramec''' e '''Azimech'''. Un altro nome arabo è '''Haras al-samà'''' (حارس السماء), "Guardiano dei Cieli" [1][2][3]. | In [[Arabia|Arabo]] è chiamata '''al-Simàk al-ràmih''' (السماك الرامح) il cui significato è "Il torace del lanciere", nel tempo [[romanizzazione|romanizzato]], rendendo obsolete le varianti di '''Aramec''' e '''Azimech'''. Un altro nome arabo è '''Haras al-samà'''' (حارس السماء), "Guardiano dei Cieli" [1][2][3]. | ||
- | Nell'[[astronomia cinese]], Arturo è chiamata '''Dah Jyaoo'' (大角, Grande Corno, [[Pinyin]]: Dàjiǎo), essendo la stella più luminosa della costellazione cinese del Corno (Jyaoo Shiuh) (角宿, Pinyin: Jiǎo Xiǔ). Con le successive mutazioni storiche venne a far parte della costellazione cinese ''Kangh Shiuh'' (亢宿, Pinyin: Kàng Xiǔ). | + | Nell'[[astronomia cinese]], Arturo è chiamata '''Dah Jyaoo''' (大角, Grande Corno, [[Pinyin]]: Dàjiǎo), essendo la stella più luminosa della costellazione cinese del Corno (Jyaoo Shiuh) (角宿, Pinyin: Jiǎo Xiǔ). Con le successive mutazioni storiche venne a far parte della costellazione cinese ''Kangh Shiuh'' (亢宿, Pinyin: Kàng Xiǔ). |
L'antica [[Astronomia Giapponese]] ha adottato il nome cinese ''Dah Jyaoo'' (大角, ''Tai Roku''), ma attualmente è più comune il nome occidentale di Arturo (アルクトゥルス). Nell'astronomia Hindu corrisponde alla [[Nakshatra]] (suddivisione del cielo) di [[Svati|Svātī]]. | L'antica [[Astronomia Giapponese]] ha adottato il nome cinese ''Dah Jyaoo'' (大角, ''Tai Roku''), ma attualmente è più comune il nome occidentale di Arturo (アルクトゥルス). Nell'astronomia Hindu corrisponde alla [[Nakshatra]] (suddivisione del cielo) di [[Svati|Svātī]]. |
Versione delle 07:26, 11 lug 2012
Arturo o Arcturus (Alpha Boötis), è la quarta stella più brillante del cielo, con una magnitudine di -0,04. È una stella gigante rossa, di tipo spettrale K1 IIIpe. Le lettere p ed e stanno rispettivamente per peculiare ed emissione, indicanti cioè che lo spettro elettromagnetico della luce emessa dalla stella è inusuale e pieno di linee di emissione. In realtà non sono caratteristiche strane per una gigante rossa, ma Arturo è un caso particolarmente strano. Arturo ha una luminosità 110 volte superiore a quella del Sole, ma questo numero è sottostimato perché buona parte della luce emessa dalla stella è nell'infrarosso. Tenendo conto anche di questo, Arturo è 180 volte più luminoso del Sole.
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Osservazione
Arturo è una stella dell'emisfero boreale: può essere osservata con facilità nei mesi da febbraio a settembre, dall'emisfero nord, e per un periodo poco più breve da quello meridionale; la sua posizione, a meno di 20° dall'equatore celeste, fa sì che la stella sia ben osservabile in pratica da tutte le aree abitate della Terra.
Visivamente si distingue per il suo colore arancione, molto vivo; si rintraccia con estrema facilità, prolungando la curvatura indicata dal timone del Grande Carro verso sud. Arturo corrisponde inoltre alla base di un grande asterismo a forma di lettera "Y" maiuscola, le cui componenti sono, oltre a questa stella, ε Bootis, α Coronae Borealis e γ Bootis.
Caratteristiche
Secondo le recenti osservazioni del satellite Hipparcos, Arturo si trova ad una distanza di 36,7 anni luce (corrispondenti a 11,3 parsec), cioè è una stella piuttosto vicina; che Arturo fosse molto vicina era in realtà già noto, grazie alle misure di parallasse effettuate da Terra e grazie al fatto che possiede anche un notevole moto proprio, in direzione della Vergine. Le osservazioni del satellite ci hanno anche fornito due dati prima sconosciuti. Per prima cosa, si è trovato che Arturo è lievemente variabile, cambiando luminosità di 0,04 magnitudini in un periodo di 8,3 giorni. Si pensa che la superficie della stella oscilli lievemente, una caratteristica comune nelle giganti rosse. Nel caso di Arturo, il fatto interessante è che è già noto che quanto più una gigante è rossa, tanto più sarà variabile (i casi estremi come Mira variano di decine di volte la propria luminosità nell'arco di alcuni mesi). Arturo non è molto rossa, e si colloca proprio sul confine tra la variabilità e la stabilità.
Hipparcos ha inoltre suggerito che Arturo sia una stella binaria, con una compagna circa venti volte più debole della primaria, e orbitante attorno ad essa così da vicino da porsi ai limiti della nostra capacità di rilevarla. Tuttavia, studi più recenti tendono a favorire l'ipotesi che sia una stella singola.
Etimologia
Il nome della stella deriva dal Greco Αρκτοῦρος (Arktouros) il cui significato è Il guardiano dell'Orso. o più probabilmente la coda dell'Orsa da Arktos (orsa) e ourà (coda). È un riferimento al suo essere la stella più luminosa del Boötes (il cacciatore), e vicina alle due orse (Ursa Major e Ursa Minor): visivamente è il prolungamento dell'arco formato dal Gran Carro dell'Orsa Maggiore, la coda dell'Orsa. Continuando tale arco, è possibile trovare sia Arturo che Spica (α Virginis).
In Arabo è chiamata al-Simàk al-ràmih (السماك الرامح) il cui significato è "Il torace del lanciere", nel tempo romanizzato, rendendo obsolete le varianti di Aramec e Azimech. Un altro nome arabo è Haras al-samà' (حارس السماء), "Guardiano dei Cieli" [1][2][3].
Nell'astronomia cinese, Arturo è chiamata Dah Jyaoo (大角, Grande Corno, Pinyin: Dàjiǎo), essendo la stella più luminosa della costellazione cinese del Corno (Jyaoo Shiuh) (角宿, Pinyin: Jiǎo Xiǔ). Con le successive mutazioni storiche venne a far parte della costellazione cinese Kangh Shiuh (亢宿, Pinyin: Kàng Xiǔ).
L'antica Astronomia Giapponese ha adottato il nome cinese Dah Jyaoo (大角, Tai Roku), ma attualmente è più comune il nome occidentale di Arturo (アルクトゥルス). Nell'astronomia Hindu corrisponde alla Nakshatra (suddivisione del cielo) di Svātī.
In Ufologia
La razza degli Arturiani è una razza mammifera simile al cavallo che vivrebbe in vari pianeti del sistema di Arturo.
Note
1^ Lista delle 25 stelle più luminose. La traduzione proposta è qui però, del tutto impropriamente "Guardiano del Paradiso", Web site della Società Astronomica della Giordania.
2^ Allen Richard Hinckley Allen, I nomi delle stelle e i loro significati (1936), pp. 100-101.
3^ Hans Wehr (J.M. Cowan ed.), A Dictionary of Modern Written Arabica (Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1994).