Sfinge di Giza
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Dopo che la necropoli fu abbandonata, la Sfinge fu ricoperta dalla sabbia fino alle spalle. Il primo tentativo di disseppellirla fu fatto verso il 1400 a.C. dal giovane [[Thutmose IV]], al quale sarebbe apparso in sogno il dio-sole [[Ra-Harakhte]] ([[Horo]] dell'orizzonte), che gli avrebbe promesso il regno, se avesse liberato dalla sabbia la statua. Diventato re, Thutmose commemorò l'impresa con una stele di granito posta tra le zampe. | Dopo che la necropoli fu abbandonata, la Sfinge fu ricoperta dalla sabbia fino alle spalle. Il primo tentativo di disseppellirla fu fatto verso il 1400 a.C. dal giovane [[Thutmose IV]], al quale sarebbe apparso in sogno il dio-sole [[Ra-Harakhte]] ([[Horo]] dell'orizzonte), che gli avrebbe promesso il regno, se avesse liberato dalla sabbia la statua. Diventato re, Thutmose commemorò l'impresa con una stele di granito posta tra le zampe. | ||
- | Fu solamente nel 1817 che Giovanni Battista Caviglia intraprese i lavori di scavo per liberarla dalla sabbia; dopo un'interruzione, le operazioni ripresero con Auguste Mariette nel 1853 e si conclusero nel 1886 per opera di Gaston Maspero. La Sfinge fu completamente visibile a partire dal 1925. | + | Fu solamente nel 1817 che [[Giovanni Battista Caviglia]] intraprese i lavori di scavo per liberarla dalla sabbia; dopo un'interruzione, le operazioni ripresero con [[Auguste Mariette]] nel 1853 e si conclusero nel 1886 per opera di Gaston Maspero. La Sfinge fu completamente visibile a partire dal 1925. |
Il tempo e l'erosione hanno apportato notevoli danni alla statua. La perdita del naso, che già è assente in alcuni disegni eseguiti da Frederick Lewis Norden nel 1737 e pubblicati nel 1755, è probabilmente da attribuire, sulla base di una testimonianza di uno storico arabo, al XIV secolo. | Il tempo e l'erosione hanno apportato notevoli danni alla statua. La perdita del naso, che già è assente in alcuni disegni eseguiti da Frederick Lewis Norden nel 1737 e pubblicati nel 1755, è probabilmente da attribuire, sulla base di una testimonianza di uno storico arabo, al XIV secolo. |
Versione delle 17:35, 29 gen 2010
La sfinge di Giza è la più grande statua monolitica del mondo e fu costruita per l'archeologia ufficiale circa 4.500 anni fa, per l'ufologia nel 10.500 a.C. Raffigura una sfinge, più precisamente un'androsfinge, essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato.
Indice |
Teorie ufficiali
Il monumento, che si trova a fianco del viale che conduce dal tempio a valle alla Piramide di Cheope a Giza, venne probabilmente ricavato da un affioramento di roccia proprio nella zona delle cave di pietra usate per la costruzione della piramide stessa. La statua è lunga 73 metri, larga 6 metri e raggiunge un'altezza di 20 metri.
Per l'archeologia ufficiale il volto raffigurato è stato attribuito da alcuni a Userib (o Chefren), sovrano della IV dinastia (2630 a.C.-2510 a.C.). Secondo altri la statua rappresenterebbe invece Cheope e la sua costruzione sarebbe da attribuire al figlio di questi, Djedefra, a lui succeduto prima di Kefren. La statua è parte integrante di un ampio complesso funerario, il complesso della necropoli di Giza.
Dopo che la necropoli fu abbandonata, la Sfinge fu ricoperta dalla sabbia fino alle spalle. Il primo tentativo di disseppellirla fu fatto verso il 1400 a.C. dal giovane Thutmose IV, al quale sarebbe apparso in sogno il dio-sole Ra-Harakhte (Horo dell'orizzonte), che gli avrebbe promesso il regno, se avesse liberato dalla sabbia la statua. Diventato re, Thutmose commemorò l'impresa con una stele di granito posta tra le zampe.
Fu solamente nel 1817 che Giovanni Battista Caviglia intraprese i lavori di scavo per liberarla dalla sabbia; dopo un'interruzione, le operazioni ripresero con Auguste Mariette nel 1853 e si conclusero nel 1886 per opera di Gaston Maspero. La Sfinge fu completamente visibile a partire dal 1925.
Il tempo e l'erosione hanno apportato notevoli danni alla statua. La perdita del naso, che già è assente in alcuni disegni eseguiti da Frederick Lewis Norden nel 1737 e pubblicati nel 1755, è probabilmente da attribuire, sulla base di una testimonianza di uno storico arabo, al XIV secolo.
Frammenti della barba posticcia, anch'essa mancante, sono conservati al British Museum di Londra.
Teorie diverse
L'archeologia ufficiale data la Sfinge, situata sulla stessa piana, alla stessa ipotetica età delle piramidi, ovvero 4500 anni fa. Il volto di essa è sempre stato attribuito a Chefren. Ma ciò venne scartato presto. Una equipe americana esperta in identikit scoprì che la faccia della Sfinge egizia non coincide minimamente alle raffigurazioni di qualunque sovrano della IV dinastia. Non solo: i lineamenti del volto non appartengono nemmeno ad un'etnia abitante l'Egitto in tutta l'età faraonica. Se si nota la Sfinge in tutta la sua completezza, si capisce subito che la testa è sproporzionata rispetto all'intero corpo. Questo perchè l'originale testa della Sfinge è stata modificata, rendendola più minuta. Ora rappresenta una testa umana, ma prima? Alcuni sostengono che fosse la rappresentazione del dio-sciacallo Anubi, custode del viaggio delle anime verso l'Aldilà, ma alcuni particolari della statua (come la coda felina) fanno intuire che rappresentava davvero un leone. Ma per quale motivo rappresentare un leone, un animale che per quanto simbolo del deserto era poco utilizzato nel sacro pantheon egizio? Forse la risposta a questa domanda bisogna cercarla in un altro ambito: l'astronomia. La Sfinge infatti guarda verso est, dove il Sole sorge. Il Sole sorgeva in direzione di quella che per gli egizi era la costellazione del Leone (che è la stessa nostra omonima attuale) a partire dall'anno 10.450 a.C. Ciò significa che la Sfinge è stata costruita in quel periodo? Ai lati della statua, sono presenti inoltre due tipologie di solchi: orizzontali e verticali. L'ambiente desertico con le sue frequenti tempeste di sabbia porta a consumare la Sfinge, creando appunto i solchi orizzontali. Ma per creare quelli verticali, è necessario che piova incessantemente per un lungo periodo. L'ultima volta in cui si è verificato un tale e portentoso diluvio sulla terra d'Egitto risale appunto intorno al 10.500 a.C.: ma allora la Sfinge risale davvero a quell'età? L'archeologia ufficiale ritiene naturalmente non attendibili tali prove così palesi, e preferisce mantenere gli scritti di Erodoto come base sufficiente.
Le teorie di Zecharia Sitchin
Un traduttore dal sumerico, Zecharia Sitchin, avrebbe individuato nella letteratura sumera dei riferimenti che farebbero risalire la Sfinge di Giza (come pure le piramidi di Cheope e Chefren) al 10.500 a.C. La sfinge di Giza sarebbe quindi un monumento commemorativo della costruzione delle piramidi di Cheope e Chefren. Il volto della Sfinge in origine era quello dell’architetto progettista delle piramidi (Ningishzidda-Thot), ma sembra che dopo il volto venne rimodellato per assomigliare a Marduk, nuovo re dell’Egitto (infatti là era venerato come Ra). La Sfinge venne scolpita col corpo leonino per indicare che la costruzione era stata eretta all’inizio dell’era astrologica del Leone. Per il testo completo dei riferimenti sumerici vedi la voce necropoli di Giza.