Viracocha
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''E voi fiumi, e voi uccelli, datemi la vostra forza e tutto ciò che potete, aiutatemi a gridare con le vostre gole, con i vostri desideri e, ricordandoci di tutto, rallegriamoci, siamo felici. E così, euforici, partiremo..'' [1] | ''E voi fiumi, e voi uccelli, datemi la vostra forza e tutto ciò che potete, aiutatemi a gridare con le vostre gole, con i vostri desideri e, ricordandoci di tutto, rallegriamoci, siamo felici. E così, euforici, partiremo..'' [1] | ||
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Versione delle 19:10, 10 lug 2010
Viracocha (o Con Tiqui Viracocha) era una delle principali divinità inca. Era considerato come lo Splendore Originario o Il signore, il Maestro del Mondo.
In realtà era la prima divinità degli antichi Tiwanaku, popolazione proveniente dal Lago Titicaca. Si narra che fosse sorto dalle acque e che avesse creato il cielo e la terra.
Secondo un mito, Viracocha non solo avrebbe creato gli umani, ma li avrebbe anche distrutti per poi ricrearli dalla roccia e gettarli ai quattro angoli del mondo. Dopo aver insegnato agli uomini a sopravvivere, avrebbe preso il mantello, ne avrebbe fatto una barca e sarebbe salpato per l'Oceano Pacifico.
Il culto rivolto al dio creatore supponeva concetti astratti e intellettuali, per questo era destinato solo alla nobiltà. Viracocha, come altri dei, era un dio nomade ed aveva un compagno alato, l'uccello Inti, una specie di pennuto magico, conoscitore del presente e del futuro.
Come viene descritto in alcuni resoconti dati ai primi conquistadores spagnoli, Viracocha aveva la pelle chiara e gli occhi azzurri, era alto di statura e aveva capigliatura e barba bionde o bianche, indossava una lunga tunica bianca con una cintura in vita.
Preghiera a Viracocha
A Viracocha, potere di tutto ciò che esiste, sia esso maschio o femmina
Santo, Signore, creatore della luce nascente. Chi sei? Dove sei?
Non potrei vederti? Nel mondo di sopra, nel mondo di sotto?
Da qual mai lato del mondo si trova il tuo trono possente?
Dall'oceano celeste o dai mari terrestri, quale abiti? Pachacamac,
Creatore dell'uomo
Signore i tuoi servitori, con i loro occhi macchiati, desiderano vederti...
Il sole, la luna, il giorno, la notte, l'estate, l'inverno, non sono liberi
Ricevono i tuoi ordini, ricevono le tue istruzioni. Vengono verso ciò che è stato già misurato...
Dove ed a chi tu hai già inviato lo scettro brillante?
Con una bocca rallegrata, con una lingua rallegrata, di giorno e di notte tu chiamerai. Digiunando tu canterai con voce di usignolo
E forse nella nostra gioia, nella nostra buona fortuna, da non importa quale angolo del mondo, il Creatore dell'uomo, il Signore onnipresente ti ascolterà...
Creatore del mondo di sopra, creatore del mondo di sotto, del vasto oceano. Vincitore di tutte le guerre, dove sei? Che dici? Parla, vieni. Vero di sopra. Vero di sotto. Signore modellatore del mondo, potere di tutto ciò che esiste, solo creatore dell'uomo, dieci volte io ti adorerò con i miei occhi macchiati.
Quale splendore!
Mi prostrerò al tuo cospetto. Guardami signore, fa' attenzione a me!
E voi fiumi, e voi uccelli, datemi la vostra forza e tutto ciò che potete, aiutatemi a gridare con le vostre gole, con i vostri desideri e, ricordandoci di tutto, rallegriamoci, siamo felici. E così, euforici, partiremo.. [1]
Le teorie di Zecharia Sitchin
Secondo Zecharia Sitchin, Viracocha sarebbe il nome Inca per l' Ishkur della mitologia sumera, era un personaggio esistito reamente (un alieno di Nibiru, uno degli Anunnaki). Ishkur/Viracocha sarebbe secondo Sitchin responsabile della costruzione dei maggiori siti peruviani come Tampu Toco (Macchu Picchu). Viracocha era raffigurato con una scure nella mano destra e una coppia di fulmini o un tridente nella mano sinistra, secondo la mitologia inca fu lui a donare a Manco Capac la sua scure dorata, per scoprire dove costruire la capitale dell' impero. Secondo la leggenda infatti Cuzco fu fondata dove la scure di Manco Capac penetrò nel terreno. Secondo Sitchin lo scopo dello spostamento di Ishkur in Perù fu l' estrazione e la lavorazione di metalli, particolarmente oro e stagno.
Note
1^ da Alfred Metraux Gli Inca (trattasi della trascrizione di una preghiera a Viracocha, preghiera tradotta da José María Arguedas).