Aspect Alain

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'''Alain Aspect''' (Agen, 15 giugno 1947) è un fisico francese, Direttore di Ricerca al CNRS (Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica) e Professore all'Istituto Politecnico, Membro dell'Accademia delle Scienze e Medaglia d'Oro del CNRS nel 2005 per le sue ricerche nel settore dell'ottica quantistica e della fisica atomica.
'''Alain Aspect''' (Agen, 15 giugno 1947) è un fisico francese, Direttore di Ricerca al CNRS (Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica) e Professore all'Istituto Politecnico, Membro dell'Accademia delle Scienze e Medaglia d'Oro del CNRS nel 2005 per le sue ricerche nel settore dell'ottica quantistica e della fisica atomica.

Versione attuale delle 13:27, 27 mag 2010

Alain Aspect

Alain Aspect (Agen, 15 giugno 1947) è un fisico francese, Direttore di Ricerca al CNRS (Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica) e Professore all'Istituto Politecnico, Membro dell'Accademia delle Scienze e Medaglia d'Oro del CNRS nel 2005 per le sue ricerche nel settore dell'ottica quantistica e della fisica atomica.

Sperimentatore di talento, Alain Aspect si è interessato lungo tutto l'arco della sua carriera, a delle situazioni nelle quali le predizioni della meccanica quantistica sono molto lontane dall'intuizione. Insegnante reputato, è ugualmente implicato nella diffusione della scienza verso il grande pubblico e nel dialogo con gli industriali.

Nel 1982 Alain Aspect all'università di Parigi compie con successo esperimenti sulla correlazione quantistica fra particelle verificando la disuguaglianza di Bell.

La notorietà di Alain Aspect è dovuta principalmente ai suoi esperimenti sul paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen, che permisero fra l'altro di definire un vecchio dibattito tra Einstein e Bohr sui fondamenti della meccanica quantistica.

Descrizione dell'esperimento sulla correlazione quantistica fra particelle

Alain Aspect nel 1982 realizza una serie di apparecchiature che permettono di risolvere il contenzioso che ormai da mezzo secolo aveva opposto i fisici che si riconoscono nelle posizioni "classiche" (Einstein, ecc.), con i fisici quantistici della "scuola di Copenaghen".
Egli, insieme con Jean Dalibard e Gérard Roger, due ricercatori dell’Istituto di Ottica dell’Università di Parigi, in quell'anno riesce verifica alcune delle ipotesi "non localistiche" della teoria quantistica, tra cui la disuguaglianza di Bell.
Al centro delle apparecchiature utilizzate da Aspect e collaboratori nei loro esperimenti viene posto un atomo di Calcio il cui decadimento produce una coppia di fotoni che sono fatti muovere lungo percorsi opposti. Lungo uno di questi percorsi, di tanto in tanto e in maniera del tutto casuale, viene inserito un "filtro" (un Cristallo Birifrangente) il quale, una volta che un fotone interagisce con esso, può, con una probabilità del 50%, deviarlo oppure lasciarlo proseguire indisturbato per la sua strada. Agli estremi di ogni tragitto previsto per ciascun fotone viene posto un rivelatore di fotoni.

Quindi Aspect verifica che nel momento in cui lungo un percorso viene inserito il Cristallo Birifrangente e si produce una deviazione del primo fotone verso il rivelatore fotonico posto alla fine di quel percorso, anche il secondo fotone (cioè il fotone proseguente lungo un altro percorso, quello con il fotone separato e senza "ostacoli" davanti), "spontaneamente" ed istantaneamente, devia verso un altro rivelatore fotonico. Praticamente l’atto di inserire il Cristallo Birifrangente con la conseguente deviazione del primo fotone produce un effetto istantaneo a distanza sul secondo fotone, inducendolo a deviare.

Nonostante tutto ciò possa apparire come inspiegabile in quanto totalmente confliggente con il principio di località, effettivamente esso è un fenomeno che accade durante l'esecuzione di esperimenti su coppie di particelle correlate. Questi "insoliti" comportamenti naturali delle particelle elementari sono tali, secondo i fisici quantistici ortodossi, solo se si ragiona secondo una "logica classica". Se si ragiona nell'ottica che esista un sistema correlato nel quale la distanza spaziale è inifluente, questi fenomeni risultano comprensibili. Abbandonando l’idea che particelle separate (ma correlate, come verificato) rappresentino enti distinti, scompaiono -dato che si passa da contesti in cui le azioni si sviluppano tra luoghi diversi dello spazio a contesti in cui le azioni avvengono nel "medesimo luogo"- buona parte degli ostacoli di concetto (e di fatto) che non permettono un’azione o una comunicazione a distanza.

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