Tiamat
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Appartenente alla [[mitologia babilonese]], secondo il poema ''[[Enuma Elish|Enūma Eliš]]'' genera insieme al marito i serpenti mostruosi [[Laḫmu]] e [[Laḫamu]]; questa progenie dà poi vita agli dei primordiali [[Anšar]] (dio dell'Alto) e [[Kišar]] (dio del Basso), i quali generano gli dei [[Anunnaki]]. Fra questi [[Marduk]] (dio della terra), unico valoroso in grado di affrontarla, sconfigge Tiāmat, secondo una prima interpretazione, con l'aiuto di un forte [[vento]], che le impediva di chiudere la bocca, e scagliando dunque una freccia che le trafisse il cuore attraverso la gola, simboleggiando così la vittoria dell'ordine sul caos, mentre secondo un'altra interpretazione grazie all'aiuto di una rete magica, imprigiona Tiāmat e la fa esplodere, dopo averle infilato nel corpo il dio-uragano; quindi con il corpo del drago spaccato in due parti, Marduk crea il [[Cielo]] e la [[Terra]] [1]. | Appartenente alla [[mitologia babilonese]], secondo il poema ''[[Enuma Elish|Enūma Eliš]]'' genera insieme al marito i serpenti mostruosi [[Laḫmu]] e [[Laḫamu]]; questa progenie dà poi vita agli dei primordiali [[Anšar]] (dio dell'Alto) e [[Kišar]] (dio del Basso), i quali generano gli dei [[Anunnaki]]. Fra questi [[Marduk]] (dio della terra), unico valoroso in grado di affrontarla, sconfigge Tiāmat, secondo una prima interpretazione, con l'aiuto di un forte [[vento]], che le impediva di chiudere la bocca, e scagliando dunque una freccia che le trafisse il cuore attraverso la gola, simboleggiando così la vittoria dell'ordine sul caos, mentre secondo un'altra interpretazione grazie all'aiuto di una rete magica, imprigiona Tiāmat e la fa esplodere, dopo averle infilato nel corpo il dio-uragano; quindi con il corpo del drago spaccato in due parti, Marduk crea il [[Cielo]] e la [[Terra]] [1]. | ||
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Versione delle 13:19, 28 dic 2008
Tiāmat è la personificazione delle acque salate nella mitologia mesopotamica. Sposa di Apsû, secondo il mito fu la progenitrice della stirpe divina.
Appartenente alla mitologia babilonese, secondo il poema Enūma Eliš genera insieme al marito i serpenti mostruosi Laḫmu e Laḫamu; questa progenie dà poi vita agli dei primordiali Anšar (dio dell'Alto) e Kišar (dio del Basso), i quali generano gli dei Anunnaki. Fra questi Marduk (dio della terra), unico valoroso in grado di affrontarla, sconfigge Tiāmat, secondo una prima interpretazione, con l'aiuto di un forte vento, che le impediva di chiudere la bocca, e scagliando dunque una freccia che le trafisse il cuore attraverso la gola, simboleggiando così la vittoria dell'ordine sul caos, mentre secondo un'altra interpretazione grazie all'aiuto di una rete magica, imprigiona Tiāmat e la fa esplodere, dopo averle infilato nel corpo il dio-uragano; quindi con il corpo del drago spaccato in due parti, Marduk crea il Cielo e la Terra [1].
Generalmente è descritta come una specie di drago. In alcune versioni la si descrive come una creatura con testa di coccodrillo, denti da orso, corna da toro, criniera e zampe da leone, ali da aquila, corpo da serpente; altre versioni si soffermano sulla caratteristiche da androgino primitivo, evidenziate dalla doppia faccia, dai quattro occhi e orecchie.
Note
1^ "Dizionario dei mostri", di Massimo Izzi, ediz. L'Airone, Roma, 1997, (alla pag.120 - voce "Tiāmat"
Bibliografia
- L. Cagni, La religione della Mesopotamia, in "Storia delle religioni. Le religioni antiche", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050