Piramide di Chefren
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Versione delle 10:59, 4 dic 2012
La Piramide di Chefren è la seconda per grandezza delle piramidi egizie della necropoli di Giza. Secondo l'archeologia accademica statale, fu costruita da Chefren, IV sovrano della IV dinastia come cenotafio, eretto dal sovrano stesso sulla piana di Giza durante l'Antico Regno e denominato "Wr Kafre" ossia "Grande è Kafre". In ufologia si pensa invece che fu costruito dagli alieni Anunnaki come riferimento di planata per l'atterraggio delle navi-cargo nel 10.500 a.C.
Indice |
Caratteristiche esterne
La piramide di Chefren è la seconda come grandezza dopo la famosa piramide del padre Cheope. Nella metà inferiore presenta grandi blocchi grezzi ed irregolari disposti con scarsa precisione, mentre verso la sommità questi appaiono disposti in maniera più uniforme. Nel corso dei millenni vari movimenti sismici hanno provocato degli spostamenti di alcuni millimetri delle pietre.
La piramide appare più alta di quella di Cheope perché venne costruita su uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri. La sua altezza apparirebbe ancora maggiore se non fosse priva di parte della cima e del pyramidion.
Ha la particolarità di essere l'unica piramide che conserva sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco di Tura che originariamente ricopriva l'intera struttura. La base è rivestita di "pietra etiopica variegata" (così come la definisce Erodoto) ovvero granito rosso e grigio di Assuan.
Presenta due ingressi dovuti ad un cambiamento del progetto iniziale: uno a circa 11,54 metri di altezza, l'altro a livello del suolo, che è quello attualmente usato per le visite.
Caratteristiche interne
Varcata la soglia si presenta una discenderia lunga circa 32 metri che conduce ad un corridoio orizzontale terminante in quella che l'archeologia accademica statale classifica come camera funeraria, rimasta incompiuta.
Questa misura 14,15 metri per cinque, è unica, scavata nella pietra, con il soffitto a due spioventi formato da 17 coppie di travi in pietra calcarea e situata sotto il livello del cortile.
L'unico arredo funerario ritrovato è il sarcofago di granito rosso seppellito "a fior di terra", completamente privo di iscrizioni e spezzato. Vicino vi erano delle ossa di bovino.
Dalla camera, una galleria in salita porta a due appartamenti con un corridoio orizzontale collegato al primo e dovuto sicuramente ad un cambiamento di progetto in corso d'opera.
Vi è inoltre una grande camera forse destinata a magazzino o (per l'archeologia ufficale) alla raccolta di offerte funebri, oppure come serdab.
Storiografia
Come tutte le piramidi, anche quella di Chefren era stata violata fin dall'antichità ed alcuni blocchi furono asportati e usati nella costruzione del tempio di Eliopoli così come testimonia la firma di May, figlio di Bakenamon vissuto al tempo di Ramesse II e del quale era capomastro. Trattasi di due iscrizioni esterne relative ad una ispezione effettuata insieme allo stesso sovrano relativamente all'asporto delle pietre o forse anche per un eventuale restauro.
Venne aperta e chiusa numerose volte ma già dall'Era cristiana la piramide di Chefren fu poco considerata e quasi mai nominata persino dagli storici a vantaggio della vicina "sorella maggiore".
All'interno si trova una scritta in arabo che nomina un certo Muhammad Ahmed cavatore e Osmann muratore in un tempo non definito.
Nel 1372 d.C. vi sono testimonianze scritte che la piramide era ancora aperta ma venne chiusa successivamente perdendo la memoria dell'ingresso.
Nel 1548 Jean Chesneau scriveva che la piramide aveva ancora gran parte del pregiato rivestimento esterno, di cui oggi ne rimangono solo circa 45 metri a partire dalla cima, e che la piramide risultava impenetrabile.
Nacque così la convinzione che la piramide fosse una struttura piena cioè senza camera funebre, convinzione confermata anche dall'infruttuosa ricerca di un'entrata da parte del navigatore ed esploratore genovese Caviglia nel 1817.
Un anno dopo, l'esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni notava il grande ammasso di pietre che ricopriva quasi tutta la facciata nord e, dopo averle rimosse, trovò prima un cunicolo impraticabile scavato dai ladri e dopo i tre grandi blocchi che costituivano l'ingresso principale della piramide.
All'interno ed a futura memoria, Belzoni lasciò scritto con il nerofumo a caratteri cubitali e per quasi tutta la lunghezza della parete:"Scoperta da G. Belzoni. 2 marzo 1818".
La piramide fu definitivamente esplorata da John Shea Perring nel 1837.
Le teorie di Zecharia Sitchin
Un traduttore dal sumerico, Zecharia Sitchin, avrebbe individuato nella letteratura sumera dei riferimenti che farebbero risalire la Piramide di Cheope (come pure la sfinge di Giza e la piramide di Chefren) al 10.500 a.C. La piramide di "Cheope" (come pure quella di "Chefren") sarebbe stata costruita con la funzione di riferimento di planata per l'atterraggio delle navi-cargo da alieni nostri progenitori, assieme alla Sfinge di Giza. Per il testo completo dei riferimenti sumerici vedi la voce necropoli di Giza.
Galleria immagini
Dati principali
- Altezza totale iniziale 143,5 metri
- Altezza odierna 136,4 metri
- Base quadrata con lato 215,25 metri
- Angolo basale 53°10'
- Volume (arr.) 2.230.000 m³
Voci correlate
- Necropoli di Giza
- Tempio funerario di Chefren
- Tempio a valle di Chefren
- Tempio funerario
- Tempio a valle
- Cassaforma
- Teorema di Talete
Bibliografia
AA.VV. - Magnifiche piramidi e sfingi misteriose - Ed. De Agostini - ISBN 88-418-1427-6
Corinna Rossi - Piramidi - Ed. White Star
G. Agnese, M. Re - Antico Egitto - Ed. White Star - ISBN 88-7844-338-7
H. Bergmann, F. Rothe -Il codice delle piramidi - Ed. Newton Compton - ISBN 88-541-0312-8