Enneade
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Il centro di culto originario dell'Enneade fu a [[Eliopoli]] (dal greco: città del sole), uno dei maggiori luoghi di culto di tutto l'[[Egitto]]. | Il centro di culto originario dell'Enneade fu a [[Eliopoli]] (dal greco: città del sole), uno dei maggiori luoghi di culto di tutto l'[[Egitto]]. | ||
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Versione delle 22:32, 15 gen 2009
Con Enneade
si intende un gruppo di nove dei che stanno alla base della cosmogonia egizia.
Nella religione egizia si distingue una Grande Enneade, composta da Atum e da quattro coppie di dei: Shu e Tefnut, Geb e Nut, Osiride e Iside e Seth e Nefti; ed una Piccola Enneade, nella quale, oltre ai precedenti, o talvolta in sostituzione, sono presenti Anubi, Horo, Thot e Maat.
Il centro di culto originario dell'Enneade fu a Eliopoli (dal greco: città del sole), uno dei maggiori luoghi di culto di tutto l'Egitto.
Il mito della creazione legato all'enneade narra che:
in principio vi era il Nun, Caos incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nasce Atum (visto come Atum-Ra). Quest'ultimo sputando o masturbandosi diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut (l'umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu, di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l'alto facendole formare la volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo modo l'aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta, generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth.