Sodoma
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Sodoma (in ebraico סדום, pronunciato Sdòm) è un'antica città nominata ripetutamente nella Bibbia, situata nei pressi del Mar Morto, si pensa a Bab edh-Dhra, in Giordania.
Nell'Antico Testamento si narra della distruzione di questa città e di Gomorra, Adamar, Zoar e Zeboim (la cosiddetta Pentapoli), per opera divina, a causa dell'empietà dei suoi abitanti.
Sodoma è attualmente una zona industriale sulla riva occidentale del Mar Morto, più o meno nella zona della penisola che ne distingue la parte settentrionale da quella meridionale; è attiva nella produzione di cloruro di potassio, bromo e magnesio. Nelle vicinanze, esiste un'altura chiamata Monte di Sodoma (Geb el Usdom, nella penisola di El Lisan), che secondo alcuni archeologi corrisponderebbe al sito dell'antica città.
Ultimamente, la traduzione di una tavoletta di terracotta assira del 700 a.C., ha dato una versione sorprendente dei miti di Sodoma e Gomorra e del Diluvio Universale: All'alba del 30 giugno 3123 a.C. un asteroide avrebbe centrato un ghiacciaio nelle Alpi austriache dopo aver perso frammenti infuocati lungo il percorso. Alcuni frammenti caddero presso il Mar Morto e sarebbero stati responsabili della distruzione delle due città, mentre il corpo principale, schiantatosi nel ghiacciaio avrebbe all'istante vaporizzato milioni di metri cubi di ghiaccio. Tale vapore, condensatosi nelle temperature rigide dell'atmosfera avrebbe dato origine a piogge ininterrotte per almeno un mese e mezzo [1].
Indice |
La distruzione di Sodoma e Gomorra
La distruzione è narrata in Genesi Template:Passo biblico. Tale racconto, è una narrazione mitica ed allegorica, ha ispirato per millenni predicatori, artisti, legislatori, politici. Secondo alcuni il racconto trae origine dal mito di Filemone e Bauci.
Quello della distruzione di Sodoma è un racconto eziologico, che cioè "spiega" la ragione per cui quel territorio attorno al Mar Morto fosse e sia tuttora così desolato. La ragione scientifica è ovviamente che il Mar Morto non ha alcun emissario e man mano che l'acqua evapora, il sale vi si concentra a tal punto da rendere impossibile la vita (ad eccezione di qualche batterio alofilo): la sua acqua è, letteralmente, salamoia.
Secondo alcuni esegetiTemplate:Citazione necessaria, la narrazione della catastrofe che distrugge le "cinque città della pianura" si presenta come un doppione del mito del diluvio universale, che è stata collazionata con la narrazione dello stupro della concubina del levita di Efraim a Gibea/Gabaa (Giudici Template:Passo biblico). Il parallelo fra catastrofe di Sodoma e Diluvio Universale si svilupperebbe nei seguenti punti:
- L'umanità viene sterminata:
- (diluvio) con l'acqua
- (Sodoma) col fuoco
- Si salva solo una famiglia: che questo in origine avvenisse anche nel mito di Sodoma lo si ricava dall'esplicita frase delle figlie di Lot, "Non c'è più nessuno sulla terra per venire da noi" (Genesi Template:Passo biblico)
- La prole ha un rapporto sessuale incestuoso col padre: che lo "scoprire la nudità" (Genesi Template:Passo biblico) di Noè da parte di Cam abbia significato sessuale anche in questo brano biblico, oltre che altrove, lo afferma addirittura il Talmud di Babilonia (Sanhedrin 70a, Ghemarah); su tale interpretazione si veda anche: Anthony Phillips, Uncovering the father's skirt, "Vetus Testamentum", XXX 1980, pp. 38-42).
- Per questo coito la prole approfitta in entrambi i casi dell'ubriachezza del padre (e questo parallelo spiega un dettaglio decisamente incongruo del mito di Sodoma: Lot e le figlie scappano con la massima fretta, mentre l'angelo li pungola "Fuggi, per la tua vita!" (Genesi Template:Passo biblico), eppure si assicurano di portare con sé vino sufficiente a ubriacarsi!.
- Dai colpevoli dell'incesto in seguito nascono le tribù non ebree della Palestina:
- le cui origini vengono in questo modo macchiate dal comportamento sessuale ignobile dei loro avi che, nel caso dei Cananei, è addirittura giustificazione di un destino di schiavitù sancito dal Dio della Bibbia stesso (Genesi Template:Passo biblico).
Il mito di Sodoma e la morale sessuale
Indipendentemente dal fatto di considerare o meno il racconto di Sodoma come il resoconto "giornalistico" di un fatto realmente accaduto, è facile notare che chi ne scrisse in origine non aveva in mente come bersaglio la trasgressione sessuale, bensì un altro tipo di trasgressione: quella contro l'ospitalità. Si tratta di un' argomentazione utilizzata spessissimo dagli attivisti omosessuali nella difesa delle loro posizioni.
Il comportamento di Lot, che a Sodoma è uno straniero ma che è il solo ad offrire ospitalità a viaggiatori sconosciuti, è descritto come quello d'una persona che tiene in tale considerazione il dovere sacro dell'ospitalità, da compiere un gesto assolutamente paradossale, per l'epoca in cui fu scritto il racconto: offrire le figlie al posto degli ospiti alla folla che tumultua fuori dalla sua porta.
Per capire questo gesto va tenuto in considerazione il fatto che nelle società del Vicino Oriente antico, maschiliste e patriarcali secondo il punto di vista dell'odierna civiltà occidentale, l'"onore" delle donne della famiglia era uno degli elementi sulla cui base si giudicava l'onore personale del capofamiglia e quindi il suo valore come essere umano. Eppure Lot è disposto a sacrificare tale onore pur di non sacrificare un onore ancora più importante, quello che gli deriva dal rispetto del suo obbligo sacro di ospitalità. Il suo comportamento va insomma capito nel contesto della sua epoca: il gesto di offrire le figlie, che suscita orrore ai nostri occhi, è un comportamento paradossale per mostrare, con un'esagerazione retorica, a quale punto incredibile potesse arrivare un uomo "giusto" (quale era Lot) pur di onorare il dovere di ospitalità.
Il profondo mutamento della pratica dell'hospitalitas, la cui importanza è diminuita nelle società occidentali moderne, ha portato secondo alcuni ad una maggiore evidenziazione del tema della trasgressione omosessuale. La quale però può essere vista come il mezzo attraverso cui si esprime la colpa degli abitanti di Sodoma, e non costituisce la colpa stessa. L'interpretazione ebraica non si è del resto mai discostata da questa interpretazione, che è chiaramente espressa in altri punti della Bibbia in cui Sodoma è nominata quale esempio d'inospitalità e mancanza di carità, e non per la sua perversione sessuale. (Si veda per un esempio Ezechiele, 16, 49: "Ecco, questa fu l'iniquità di tua sorella Sodoma: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane e in una grande indolenza, ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero").
Sulla base di questo ragionamento diversi autori che hanno scritto sulla condanna cristiana del comportamento omosessuale (in primo luogo nel 1955 il teologo anglicano Derrick Bailey, alle cui tesi si è rifatto nel 1980 lo storico cattolico John Boswell in un celebre saggio), hanno sostenuto che il "vero" peccato di Sodoma non fu la "sodomia", ma appunto l'inospitalità.
In particolare Boswell notò che il verbo eufemistico usato dagli abitanti di Sodoma per dire a Lot cosa intendano fare agli stranieri, yâdha‘, nella Bibbia è usato sì anche nel senso di "avere rapporti sessuali", ma vuol dire in realtà quasi esclusivamente "conoscere": il verbo ha un significato sessuale appena 10 delle 943 volte in cui appare nella Bibbia. Boswell conclude quindi che gli abitanti di Sodoma tumultuarono solo per "conoscere" (non necessariamente con intenzioni amichevoli) chi fossero gli estranei che Lot, straniero, s'era permesso d'ospitare, introducendo così potenziali spie nemiche in città.
Una lettura attenta del brano permette però di osservare che, se da un lato non è la trasgressione sessuale ciò che preoccupa l'autore di questo brano, d'altro canto la preoccupazione per l'osservanza dell'ospitalità non implica che al racconto sia estranea la punizione d'una trasgressione sessuale. Boswell ha trascurato di rendere conto del parallelo con la narrazione della vicenda del levita di Efraim, che ci mostra che l'atto di imperdonabile inospitalità che gli abitanti di Sodoma intendevano compiere ai danni degli angeli era di tipo sessuale. Se progettassero o meno un "atto sodomitico" vero e proprio, questo il racconto biblico non ci permette di capirlo, tuttavia sul fatto che progettassero uno stupro la dice abbastanza lunga il fatto stesso che Lot abbia offerto le due figlie al posto dei due ospiti, proprio come il levita, nel passo parallelo, ha gettato alla folla la sua concubina affinché la stuprasse.
In conclusione:
- il mito non appare nato per istruire sul corretto comportamento sessuale, dato che questo è uno dei testi meno adatti della Bibbia per insegnare una corretta morale sessuale. L'autore non si stava preoccupando di fornire esempi di retto comportamento sessuale, e neppure di retto comportamento tout court: non uno dei protagonisti della vicenda agisce infatti in un modo che secondo la nostra morale sia "corretto": non ovviamente gli abitanti di Sodoma, non la moglie di Lot che disobbedisce sfacciatamente all'esplicito ordine divino, non le figlie che ubriacano il padre e lo spingono all'incesto, e nemmeno Lot stesso che si ubriaca smodatamente e abusa delle sue stesse figlie e le ingravida di una prole "bastarda". La narrazione ha quindi un senso più coerente, come detto, se la si legge come insegnamento (attraverso un racconto a tratti volutamente paradossale e iperbolico) sulla sacralità assoluta dell'ospitalità;
- d'altro canto, se lo si legge alla luce del parallelo con la narrazione del levita di Efraim, l'atto d'inospitalità che gli abitanti di Sodoma intendevano compiere sugli ospiti di Lot, e che fu punito severamente, appare come una sopraffazione di tipo sessuale verso l'ospite. Il fatto però che nel caso del levita di Efraim gli abusanti abbiano accettato la concubina al posto del levita stesso, mette in evidenza come la natura etero od omosessuale dell'abuso non sia rilevante. Nel brano di Sodoma poi, l'oggetto sessuale dello stupro avrebbero dovuto essere i messi divini, il cui carattere appunto divino sembra molto più significativo di una loro presunta maschilità nella connotazione della condanna. Non risulta quindi arduo sostenere la tesi della pura e semplice irrilevanza dell'omosessualità in questo brano biblico.
Il mito di Sodoma nella storia
La narrazione di Sodoma ha avuto un'enorme importanza nella cultura occidentale, perché su di essa, più che sulla non meno severa condanna del Levitico Template:Passo biblico, si è basata per secoli la giustificazione della persecuzione e condanna a morte delle persone colpevoli di comportamenti omosessuali.
La legge del 390 d.C. degli imperatori cristiani Teodosio I, Valentiniano ed Arcadio, Non patimur urbem Romam, previde per la prima per i prostituti omosessuali la pena del fuoco, proprio a somiglianza di quella subita da Sodoma.
Questa legge fu inglobata nel Corpus iuris civilis dell'imperatore Giustiniano I, accanto alla Novella 141 del 559, promulgata dallo stesso Giustiniano, che citava espressamente la rovina di Sodoma come esempio di ciò che accade alle città nelle quali sia permessa la pratica dell'omosessualità maschile.
La pena del rogo cadde in desuetudine col decadere dell'impero romano, ma fu riportata in vigore dai commentatori giuridici bolognesi del XII secolo, e reintrodotta nelle legislazioni civili europee contro i sodomiti. Dapprima i sodomiti furono sempre bruciati vivi, poi, a partire dal XV secolo, furono generalmente strangolati prima che il loro cadavere fosse arso sul rogo.
Questo tipo di punizione fu abbandonato solo nel XVIII secolo, anche se si ebbero condanne a morte (eseguite per mezzo della forca) ancora all'inizio del XIX secolo.
Il mito di Sodoma continuò comunque ad essere citato e discusso anche dopo questo periodo, ed anzi acquisì, in alcune correnti letterarie ed artistiche (libertinismo, decadentismo...), il valore di simbolo della libertà morale svincolata dai precetti religiosi, e fu esaltato come tale.
Sodoma nel pensiero cristiano
Template:S sezione (Questo commento è da scrivere, i titoli sono solo un appunto sulle opere da discutere).
Il mito di Sodoma è stato utilizzato nel corso dei secoli come base per numerosi apologhi o trattati morali:
- Anonimo, Ad peccatorem sodomitam ut cognoscat quantum ceteris criminibus crimen sodomiticum sit detestabilius (1483).
- Luigi Larini, La metamorfosi della moglie di Lot vindicata dalle antiche e moderne opposizioni dei razionalisti (1843).
Sodoma nel pensiero ebraico
La tradizione ebraica successiva alla distruzione del Tempio di Gerusalemme associa Sodoma non tanto al peccato di sodomia (sul quale resta comunque in vigore la condanna capitale espressa nel Levitico), quanto ai peccati di mancanza di ospitalità, egoismo, avidità, e di un atteggiamento molto particolare: l'osservanza meticolosa della Torah, la Legge divina, allo scopo di nuocere agli altri esseri umani. In altre parole, il "peccato di Sodoma" consiste nell'interpretare alla lettera la Torah allo scopo di tradirne lo spirito. A questo proposito si veda nel Talmud di Babilonia:
- Baba Bathra 12b (Ghemarah) e Baba Bathra 59a (Ghemarah): è citato il detto secondo cui bisogna evitare di comportarsi "alla maniera di Sodoma", per indicare l'atteggiamento di chi osservando alla lettera la Legge creata per fare del bene, fa del male (sull'origine del detto cfr. Sanhedrin 109a-b), o più semplicemente di chi ha un comportamento ingiusto;
- Sanhedrin 109a-b (Ghemarah): lunga discussione su Sodoma e i suoi peccati, uno dei quali è l'"immoralità". La mancanza di carità e di ospitalità verso gli stranieri sono trattate in gran dettaglio e illustrate da storielline di gusto popolare e aneddoti.
Sodoma nel pensiero islamico
Il Corano non menziona direttamente Sodoma o Gomorra, ma le nomina indirettamente parlando di Lot e della sua città.
Il mito di Sodoma è in effetti stato inglobato nella narrazione coranica, dove è raccontato nelle sure XI (Hūd) 77-83, XV (al-Hijr) 51-79 (estesamente), XXVI al-Shu‘arā’ (I Poeti) 160-174, XXVII al-Naml (Le Formiche) 53-58, XXIX al-'Ankabūt (Il Ragno) 28-35. Altre allusioni al "popolo di Lot" si trovano ai passi: XXI 71-75, LI 31-37, LIII 53-54 e LIV 33-35.
A differenza di quanto accade nella Bibbia, nel Corano si allude espressamente al comportamento omosessuale da parte del "popolo di Lot", inoltre vi si afferma che tale comportamento avveniva per la prima volta nella storia umana, come nella sura VII (al-A'rāf):
- 80 E quando Lot disse al suo popolo: "Vorreste commettere un'infamità che mai nessuna creatura ha mai commesso?
- 81 Vi accostate con desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Sì, siete un popolo di trasgressori".
- 82 E in tutta risposta il suo popolo disse: "Cacciateli dalla vostra città! Sono persone che vogliono esser pure!".
- 83 E Noi salvammo lui e la sua famiglia, eccetto sua moglie, che fu tra quelli che rimasero indietro.
- 84 Facemmo piovere su di loro una pioggia… Guarda cosa è avvenuto ai perversi.
Si noti infine il fatto che nella narrazione coranica la distruzione della città non avviene per mezzo d'una pioggia di fuoco, come nella tradizione biblica, bensì con una pioggia di pietre (sura XV 74: "Sconvolgemmo la città e facemmo piovere su di essa pietre d'argilla indurita"). Su questa base la tradizione islamica, a differenza di quella cristiana che ha preferito il rogo, ha privilegiato la lapidazione come metodo per eseguire la condanna a morte degli omosessuali, prevista dalla shari'a, che è tuttora in vigore[2] in alcuni Stati islamici.
Il mito di Sodoma nell'arte
Il mito di Sodoma è stato d'ispirazione per innumerevoli opere d'arte occidentale, dalla letteratura alle arti figurative, al cinema.
Letteratura
Il mito di Sodoma è stato evocato o utilizzato in numerose opere letterarie:
- Anonimo (già attribuita a Tertulliano o a san Cipriano), De Sodoma [sec. V d.C.], PL 2, coll. 1101-1106 (solo testo latino). Drammatizzazione poetica del racconto della distruzione di Sodoma.
- Dante Alighieri, Inferno, canti XV e XVI. La pioggia di fuoco che tormenta i condannati per sodomia è chiaramente ispirata a quella che distrusse Sodoma e Gomorra.
- Donatien-Alphonse-François de Sade, Le 120 giornate di Sodoma (1785). Sodoma è qui citata come nome esemplare di mancanza di freni morali e di libertà dalle prescrizioni religiose.
- Anonimo, Les enfans de Sodome à l'assemblée nationale (1790). Testo controrivoluzionario che presenta i "figli di Sodoma" mentre chiedono la legalizzazione dei loro amori.
- Alfonso Berty (pseud. Henry d'Argis), Sodoma (1888).
- Marcel Proust, Sodoma e Gomorra (1921-1922). Sodoma e Gomorra sono utilizzate nel titolo per segnalare che in questo volume della Recherche Proust affronta il tema dell'omosessualità nella Parigi della Belle époque. Se "Sodoma" è usata come da tradizione per indicare l'omosessualità maschile, Gomorra indica qui invece il lesbismo.
- Vincenzo Cardarelli, Fine di Sodoma (1922), in: Opere complete, Mondadori, Milano 1962, pp. 135-149. Ri-narrazione della vicenda biblica, con qualche cenno molto discreto alla tematica omosessuale.
- Curzio Malaparte, Sodoma e Gomorra (1931), Longanesi, Milano 1971. Nella novella omonima la storia di Sodoma e Gomorra è rivisitata in chiave politica, con qualche doppio senso erotico malizioso.
- Federico García Lorca, La destrucción de Sodoma o Il pubblico (1936).
- Jean Giraudoux, Sodoma e Gomorra (1948). In: Teatro scelto, Guanda, Milano 1959, pp. 135-192. Testo teatrale sulla crisi della coppia, ambientato a Sodoma e Gomorra poco prima della distruzione. Uomini e donne non si comprendono più, vivono vite di menzogna, matrimoni di facciata. A nulla vale la distruzione delle due città: tutto è finito, ma tutto ricomincerà come prima.
- Edwin Fey, Primavera a Sodoma (1966).
- Pier Paolo Pasolini e Sergio Citti, Porno-Teo-Kolossal, "Cinecritica", XI 1989, aprile/giugno, pp. 35-53. Sceneggiatura cinematografica. In essa Pasolini immagina dapprima "Sodoma", una città composta da soli omosessuali (maschi e femmine), dove gli eterosessuali sono ghettizzati, processati e puniti con uno stupro se scoperti a fare l'amore. I suoi abitanti cercheranno di stuprare un gruppo di adolescenti cadetti dell'Accademia militare, provocando l'ira e il fuoco divini, con distruzione della città. Il parallelo è Gomorra", città fanaticamente eterosessuale, violenta e squallida, che mette a morte gli omosessuali. Tutto è morte, squallore, violenza e fango, in questo ultimo soggetto cinematografico pasoliniano, nel quale la critica all'esistente non lascia più alcuno spiraglio di speranza.
- Dario Bellezza, Lettere da Sodoma (1977).
Arti figurative
Le opere figurative che hanno rappresentato le vicende di Sodoma, hanno privilegiato quattro momenti della narrazione:
- il tentativo di stupro degli angeli da parte degli abitanti di Sodoma (è il tema più raro, per la sua scabrosità);
- la distruzione di Sodoma (di solito accompagnata dall'immagine di Lot che fugge assieme alle figlie e la moglie; in epoca moderna appare invece preferibilmente da sola);
- Guariento (sec XIV) (1349-1354), Cappella del Podestà a Padova (ora Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti presso la Loggia dei Carraresi);
- la fuga di Lot da Sodoma (quasi sempre accompagnata dall'immagine della distruzione di Sodoma sullo sfondo);
- l'incesto di Lot e le figlie (di solito un pretesto per produrre immagini scabrose).
(In fondo alla presente pagina si trova una galleria d'immagini sul tema).
Cinema
Esiste più di una quindicina di film che nel titolo o nella trama si richiamano alla vicenda di Sodoma e Gomorra (un elenco è qui). Fra questi si segnalano:
- Michael Curtiz, Sodom und Gomorrha (anche come: Queen of sin and the spectacle of Sodom and Gomorrah) (1922). Film muto, in bianco e nero, dal regista di Casablanca: un giovane tormentato da vizi e desideri oscuri sogna il fato di Sodoma e Gomorra e, svegliatosi, se ne pente.
- James Watson, Lot in Sodom (1930). Breve film in bianco e nero, muto, è un bizzarro esperimento d'avanguardia, che ha scelto questo tema per accrescere lo spaesamento dello spettatore, e non certo a fini di edificazione morale.
- Robert Aldrich e Sergio Leone, Sodoma e Gomorra (1962). Curioso per il fatto di essere incentrato sì sulla vicenda biblica, ma di non fare alcuna allusione al peccato di Sodoma o all'omosessualità, per via della rigida censura del tema omosessuale vigente in quegli anni a Hollywood.
- John Huston, La Bibbia (1966). Celebre kolossal che contiene un episodio, "biblicamente corretto", sulla vicenda di Sodoma.
- Pier Paolo Pasolini, Salò o le centoventi giornate di Sodoma (1976). Sodoma qui è nominata solo perché ripresa dal titolo dell'omonima opera di de Sade, ed è simbolo generico di depravazione morale, umana ed anche politica. (Sulla gestazione del film si può leggere: Umberto Quintavalle, Giornate di Sodoma, Sugarco, Milano 1976).
- Lucio Fulci, Il fantasma di Sodoma, (1988). Il nome di Sodoma è qui nominato esclusivamente come richiamo "di cassetta" all'opera di Pasolini, ma il film, privo d'interesse artistico, mira a riciclare l'immaginario nazista in chiave soft-porno.
- Joseph Sargent, Abraham (1994). Film per la tv, contiene un episodio su Sodoma e Gomorra.
Altro
Movimento gay
Il nome di Sodoma è stato riutilizzato dal movimento di liberazione omosessuale ribaltandone provocatoriamente la valenza. In particolare, in Italia:
- "Sodoma" è il titolo di un annuario di cultura omosessuale pubblicato dalla "Fondazione Sandro Penna" di Torino.
- Da Sodoma a Hollywood è sin dal 1985 il titolo dell'annuale festival di cinema LGBT di Torino.
Musica
Il nome di Sodoma è stato usato allo scopo di provocazione dall'industria della musica leggera, nella quale un complesso tedesco thrash metal ha preso il nome di Sodom. Template:Citazione necessaria
Le canzoni il cui titolo si richiama a Sodoma e Gomorra sono inoltre numerose.
Botanica
In botanica, pomo di Sodoma è il nome volgare italiano del Solanum sodomaeum L (detto anche morella di Sodoma o pomodoro selvaggio) in base a una leggenda spesso ripetuta dalle fonti antiche: per ricordare in perpetuo l'incendio di Sodoma, la regione fu resa totalmente sterile; l'unica pianta a cui fu permesso di crescere dalla volontà divina fu appunto il "pomo di Sodoma" (o "mela di Sodoma") che produceva frutti all'apparenza belli ed invitanti, ma che una volta aperti contenevano solo fuoco e fumo.
Molti dei pellegrini medievali che hanno lasciato un resoconto del loro viaggio in Palestina hanno testimoniato sull'esistenza di tale pianta.
Le bacche del Solanum sodomaeum hanno una polpa che dopo la maturazione si riduce in fine polvere nera, il che ha portato a identificarle, appunto, con le mitiche "mele di Sodoma" colme di cenere.
"Pomo di Sodoma" è detta anche la Calotropis procera, il cui nome volgare inglese è appunto apple of Sodom; questo nome volgare inglese si applica anche al Solanum mammosum..
Note
- ↑ http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=664&ID_sezione=243&sezione=News
- ↑ Paesi islamici che condannano il rapporto omosessuale su oliari.com (tramite Internet Archive)
Bibliografia
- Derrick Sherwin Bailey, Homosexuality and the Western Christian tradition, Longmans, London 1955 & Archon, Camdem 1975
- John Boswell, Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo, Leonardo, Milano 1989
- John McNeil, sj, La Chiesa e l'omosessualità, Mondadori, Milano 1979
- Mark D. Jordan, The invention of sodomy in christian theology, Chicago; London 1997
Sodoma e Gomorra nell'arte (galleria d'immagini)
Lot fugge da Sodoma. Mosaico del XII secolo. (Palermo, cappella palatina). |
Carlo Lasinio Sodoma.jpg
Carlo Lasinio (1759-1838), La distruzione di Sodoma dal Camposanto di Pisa. Incisione acquarellata. |
Sodoma - 1493.jpg
La distruzione di Sodoma - Incisione per la Bibbia di Norimberga (1493). |
Leyden-Lot.png
Lucas van Leyden (ca. 1490-1533): Lot e le figlie (ca. 1509). |
Sodoma - Aldegrever.jpg
Heinrich Aldegrever (1502-1561), Lot impedisce la violenza contro gli angeli, (1555). Per terra il cartiglio riporta la firma di Duerer. |
Munster Sodom.jpg
Sebastian Munster, Sodom, incisione colorata per la Cosmographia (1564). |
Lot e le figlie.jpg
Cornelis Cort (1522-1578), Lot e le figlie (incisione). Sullo sfondo, Sodoma in fiamme. |
Sodoma de Laune.jpg
Etienne de Laune (1518-1583), Educitur Loth e Sodomis. Incisione. |
Lot and his Daughters.jpg
Hendrik Goltzius, Lot e le figlie (1616). |
Peter Paul Rubens 031.jpg
Peter Paul Rubens (1577-1640), Fuga di Lot da Sodoma. |
Peter Paul Rubens 076.jpg
Peter Paul Rubens (1577-1640), Lot fugge da Sodoma con la sua famiglia (ca. 1615). (Würzburg, Martin-von-Wagner-Museum). |
Sodoma Bible.jpg
Gli abitanti di Sodoma accecati per avere attentato agli angeli. Incisione del sec. XVII per una Bibbia francese. |
Sodoma - Merian.jpg
Mattheus Merian (1593-1650), Fuga di Lot da Sodoma, incisione da Raffaello |
Francesco Furini 001.jpg
Francesco Furini, Lot e le figlie (ca. 1640). |
Sodoma - Elluin.jpg
François Elluin, Gli abitanti di Sodoma provocano l'ira divina. Incisione per l'opera libertina Le pot pourri de Loth (1781). |
Sodoma - Doré.jpg
Gustave Doré (1832-1883), La fuga di Lot da Sodoma. Incisione per l'edizione del 1866 della Bibbia. |
Sodoma Doré2.jpg
Gustave Doré (1832-1883), La fuga di Lot da Sodoma. Incisione per l'edizione del 1872 della Bibbia. |
Sodoma - Cartolina.jpg
Cartolina turistica datata 1899 con la scritta "Gruss aus Sodom & Gomorrha" ("saluti da Sodoma e Gomorra"). |
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- La narrazione della catastrofe (IntraText)
- Mons. Gian Franco Ravasi, Lot e la storia di Sodoma e Gomorra. Esegesi cattolica del racconto biblico.
- M. Sanders e D. Laing, Sodoma e Gomorra ritrovate nel Mar Morto. Uno dei molti siti che sostengono la storicità del racconto biblico, e quindi credono nella possibilità di riscoprire le rovine di Sodoma.
- Enrico Baccarini, Sodoma e Gomorra nel Mar Morto. Un sito analogo al precedente.
- Scoperte dagli archeologi Sodoma e Gomorra? Sì, almeno sette volte... per ora. Il racconto è un mito religioso, non un racconto storico.
- Irene Zavattero, Le Sacre Scritture e l'omosessualità.