Olografia
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Versione delle 20:16, 16 apr 2010
L'olografia è una tecnologia ottica di memorizzazione di una informazione ottica sotto forma di registrazione di un finissimo intreccio di frange di interferenza con impiego di luce coerente (sia spazialmente che temporalmente) laser. L'informazione registrata è l'interferenza tra una parte di luce (proveniente dalla stessa sorgente coerente) riflessa da uno specchio e del fronte d'onda riflesso da un oggetto su una lastra fotografica a grana finissima chiamato ologramma. La finezza della grana di una lastra per olografia consente la risoluzione di 3000 - 5000 linee/mm. Terminata la fase della cosiddetta esplosione olografica (tra il 1963 alla metà degli anni '80) le lastre olografiche ad alogenuri d'argento sono pressoché introvabili per fine produzione da parte di Kodak, Agfa e Ilford. La cosiddetta "tridimensionalità" attribuita all'immagine olografica (cioè alla ricostruzione dell'originario sistema di fronti d'onda provenienti dall'oggetto) è un abuso di linguaggio e va sostituito con l'espressione "effetto di parallasse dell'immagine". L'etimologia stretta del termine è greca "descrivo tutto"; la realizzazione di un ologramma non richiede lenti (salvo particolari tecniche).
Teorizzata dallo scienziato ungherese Dennis Gabor che realizzò semplici ologrammi utilizzando la luce "verde" dello spettrogramma di una lampada a vapori di mercurio, non ebbe applicazioni significative fino all'introduzione di sorgenti di luce altamente coerente (laser) negli anni sessanta. Con l'introduzione delle sorgenti laser iniziò lo sviluppo di varie tecniche di registrazione olografica dovute ai contributi di E. Leith e J. Upatnieks, Y. Denisyuk, G. Stroke ed altri.
La tecnica olografica si basa sul fenomeno dell'interferenza ottica. Nella registrazione di un ologramma la luce proveniente da un laser viene divisa da uno specchio semitrasparente (beam-splitter), i due raggi risultanti vengono quindi espansi e convogliati mediante specchi uno ad illuminare il soggetto (fronte d'onda dell'oggetto) ed il secondo (fronte d'onda di riferimento): I due fronti d'onda interferiscono e la registrazione delle frange d'interferenza sulla lastra fotografica è l'ologramma. La lastra è ovviamente sviluppata e fissata come in un ordinario procedimento fotografico b/n. Quando sulla lastra si reinvia l'onda di riferimento viene ad essere ricostruito punto per punto della lastra, il fronte d'onda dell'oggetto. Da qui l'effetto di parallasse tipica dell'immagine virtuale che si vede traguardando attraverso la lastra olografica, esattamente come se l'oggetto fosse visto, punto per punto, attraverso una finestra. Con diverse tecniche si registrano ologrammi dalle diverse proprietà:
- ologramma per trasmissione, l'immagine viene osservata dal lato opposto a quello di provenienza della luce.
- ologramma per riflessione, l'immagine viene osservata dallo stesso lato da cui proviene la luce.
Gli ologrammi presenti sulle carte di credito sono degli ologrammi per riflessione a luce bianca (WLTO) specchiati in modo da permetterne la visibilità per riflessione.
La tecniche olografiche volte alla creazione di supporti per memorizzazione di massa olografici sono in fase avanzata di studio (con la produzione di prototipi) e vari annunci di imminente commercializzazione, da parte di aziende dell'industria elettronica quali Maxell (tramite la società InPhase Technologies), Optware, Fujifilm, CMC Magnetics.
Teorie recenti
L’ipotesi è che l’universo non sia che una simulazione, un’illusione è espressa egregiamente dalla sezione “Il paradigma olografico di Bohom” nell’articolo Spazio e Tempo di Corrado Malanga. Il paradigma olografico, una teoria che in sintesi afferma che la realtà da noi percepita sarebbe un film olografico (un’immagine tridimensionale in movimento), è la seconda conferma scientifica che fa intuire come Dio avrebbe strutturato l’universo (in un film, che alla fine è un’illusione, il regista può inserirci quello che vuole, miracoli compresi). C’è da dire che alcuni dicono che questo film olografico che noi chiamiamo realtà non sia che una delle numerose frequenze (o dimensioni vibratorie) esistenti parallelamente alla nostra. A questo punto appaiono plausibili quei testi che si trovano in rete, testi che dicono che il nostro mondo apparterrebbe alla Terza Dimensione e si appresterebbe ad essere “promosso” alla Quarta (sembra nel 2012).