Kingu
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Versione delle 11:53, 25 mag 2011
Nella mitologia mesopotamica Kingu o Qingu è il figlio di Tiāmat, della quale diventa consorte, dopo la morte del padre Apsu.
Secondo il mito cosmogonico narrato nell'Enūma Eliš, Tiamat, spinta da altre divinità, vuole combattere contro Ea e, perciò, chiama a sé una schiera di mostri e serpenti al cui comando pone il figlio Kingu. Quando i poteri magici di Ea non riescono a prevalere, questi chiede l'aiuto di Marduk che accetta in cambio del comando supremo sugli dei. La richiesta viene accettata e Marduk ottiene armi potentissime, tra cui i sette venti. Scatena una tempesta nella quale imprigiona Tiamat nella sua rete immobilizzandola con i venti. Infine, circonda l'esercito nemico e cattura Kingu a cui ruba le Tavolette dei Destini.
Kingu viene accusato della rivolta e per questo viene giustiziato. Ea mischia il sangue di Kingu all'argilla, creando così l'uomo, il quale dovrà lavorare per gli dei sostituendo il compito precedentemente posto sulle spalle degli dei minori.
Le teorie di Zecharia Sitchin
Secondo Zecharia Sitchin Kingu era il satellite principale di Tiamat (vedi la teoria dell'impatto gigante). Sarebbe ora la Luna, dopo la Battaglia Celeste. Questo in senso astronomico, ma visto che gli Anunnaki chiamavano i corpi celesti col nome dei loro capi (come noi degli dei romani), si ricorda che Adamu, il primo uomo, venne creato per mezzo del sacrificio di un prigioniero alieno, di nome Kingu.
Bibliografia
- L. Cagni, La religione della Mesopotamia, in "Storia delle religioni. Le religioni antiche", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050