Drone

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* [[EADS Tracker]]: mini UAS (''Unmanned Aerial Systems'')
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Si pensa che le [[fulmini globulari|sfere di luce]] possano essere droni inviati dai hgcjhg.
== Nei media ==
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Versione delle 11:15, 26 mag 2011

Un RQ-1 Predator

Un aeromobile a pilotaggio remoto[1][2][3][4] o APR[1], conosciuto internazionalmente come remotely piloted air system (RPAS)[5] e precedentemente come UAV, acronimo del nome inglese unmanned aerial vehicle che tradotto letteralmente significa veicolo aereo senza pilota (autonomo o pilotato a distanza), è il termine con cui si definisce la categoria di veicoli che volano senza l'ausilio di un pilota a bordo. Vengono talvolta anche chiamati impropriamente droni, italianizzando la parola inglese drone che significa "ronzio" per via del rumore prodotto.

Questi mezzi possono essere completamente automatizzati (cioè seguire un profilo di volo pre-programmato) o essere telecomandati a distanza da una stazione fissa o mobile.

A lungo i droni sono stati considerati solo un sistema di addestramento per piloti o utilizzati come operatori di batterie antiaeree e operatori radar. Con l'evolversi delle tecnologie implementate hanno fatto la loro comparsa anche i cosiddetti APR tattici, aerei senza pilota con strumenti di ELINT (Electronic Intelligence) e macchine fotografiche o telecamere per il controllo del territorio (UAVP, Universal Aerial Video Platform).

Indice

In Italia

L'Italia fin dalla fine degli anni sessanta cercò di sviluppare questo tipo di velivoli. Il primo vero drone impiegato dall'Esercito Italiano fu il CL-89 o AN USD 501, in codice NATO, prodotto dalla Canadair, che è stato in servizio fino al 2000, presso il 13º GRACO in Verona prima e presso il 41º Gruppo specialisti artiglieria "Cordenons" a Casarsa (PN) successivamente. L'Aeronautica ha poi sviluppato il Mirach 20 (1985-2002), velivolo ad ala fissa con telecamera e raggio d'azione di 120 km prodotto dalla PAI di San Diego (California) dopo la progettazione fatta in Italia dalla Meteor CAE, diventata successivamente Galileo Avionica.

Successivamente lo sviluppo degli APR è continuato con i pre-prototipi dei sistemi Mirach 26 e Mirach 150, sfortunatamente mai giunti alla produzione in serie e mai impiegati operativamente. Dal 2002 ed in particolare con il 2004 in Italia la problematica diventò più sensibile e l'Esercito acquistò il sistema della classe "Small" FQM 151A POINTER e l'Aeronautica si approvvigionò con il velivolo RQ-1 Predator costruito dalla General Atomics. L'anno successivo l'Esercito si ammodernò con il RAVEN RQ 1A e successivamente con il RAVEN RQ 1B.

Tutti sistemi SUAV (o della classe Mini, in base al tipo di categorizzazione) prodotti dall'AeroVironment Inc. di Simi Valley in California. L'industria italiana attraverso la Meteor CAE (1947 l'anno di fondazione) è stata pioniera per quanto riguarda prima gli aereo\bersaglio e successivamente per i velivoli da "osservazione del campo di battaglia" - adesso UAV, una volta RPV (Remote Pilot Vehicle) - ed è stata sempre concorrente alla pari, ed in alcuni eclatanti casi, superiore nel confronto dell' industria USA ed Israeliana. Il know-how che si è sviluppato ha permesso l'ingresso in questo mercato di varie ditte, anche di piccole dimensione ma in forte sviluppo, come per esempio UTRI di Muggia (TS), proponendo diversi tipi di sistemi.

Tuttora nel mondo non esiste una chiara categorizzazione degli APR, che, anche nel settore dei loro cugini più grandi quelli degli aerei da caccia e da trasporto, vedranno nel prossimo futuro l'ingresso in servizio dei velivoli inanimati, soppiantando, probabilmente a poco a poco, quelli pilotati.

I sistemi recenti prevedono la possibilità di rifornire il mezzo in volo, come sperimentato già nel 2008 dall'Alenia Aeronautica Sky-X[6]. Anche negli Stati Uniti, nel 2009, sono state effettuate prove similari[7].

Utilizzi bellici

I droni Predator sono stati impiegati in Afghanistan e in Pakistan dal 2001, nella Striscia di Gaza nel 2008 e in Libia nel 2011 per attaccare le forze di Muammar Gheddafi e per proteggere i ribelli.

Utilizzi non bellici

Controllo frontiere, guerra ai narcotrafficanti

Gli Stati Uniti nel 2011 hanno iniziato una collaborazione col Messico per arginare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e del traffico di sostanze stupefacenti attraverso il loro confine. L'esercito americano ha iniziato ad impiegare i propri aeromobili a pilotaggio remoto nei cieli del Paese vicino in seguito all'uccisione dell'agente dell'immigrazione Jaime Zapata, freddato da alcuni uomini armati nel Nord del Messico il 15 febbraio 2011. Le azioni congiunte USA-Messico sono state definite dai due presidenti Obama e Felipe Calderon, con la finalità di adottare una strategia aggressiva per mettere fine all'escalation di violenza dei trafficanti di droga (negli ultimi anni questa "guerra" silenziosa ha causato circa 34000 vittime). Gli APR verranno impiegati per segnalare i movimenti e la forza numerica dei narcotrafficanti, informazioni che vengono subito comunicate agli agenti sul territorio. Volano a 18000 metri d'altezza, praticamente invisibili da terra, e in un solo giorno possono controllare minuziosamente un'area di circa 100000 chilometri quadrati.[8]

Monitoraggio nel disastro di Fukushima Dai-ichi

Gli aeromobili americani Global Hawk hanno sorvolato la Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, in Giappone, addentrandosi nella zona vietata ("no go zone"), col fine di monitorare i reattori dopo le esplosioni causate dal terremoto del Tōhoku del 2011, scattando anche foto con i sensori a infrarossi[9]. L'alta radioattività rendeva infatti impossibile l'avvicinamento degli esseri umani.

Alcuni APR

Il ponte poppiero della USS Iowa, con una grande rete parzialmente eretta visibile al centro dell'immagine. Molti uomini in tenuta arancione stanno adoperandosi per liberare un RQ-2 Pioneer bloccato nella rete.
Membri dell'equipaggio recuperano un RQ-2 Pioneer a bordo della USS Iowa (BB-61).
I droni di tipo convertiplano permettono anche a piccole unità di avere una visuale remota
Il Bell Eagle Eye con la sua autonomia di 6 ore e i suoi 360 km/h di velocità fornisce anche ad unità con un ridotto ponte di volo la possibilità di disporre di un ricognitore

In ufologia

Si pensa che le sfere di luce possano essere droni inviati dai hgcjhg.

Nei media

L'APR è presente anche in vari film o telefilm, come 24 (come arma per la lotta ai terroristi), Stargate SG-1, Transformers - La vendetta del caduto e Eagle Eye, nonché i videogiochi: Call of Duty 4 Modern Warfare, Call of Duty Modern Warfare 2, Call of Duty Black Ops, Medal of Honor, Bad Company 2 (qui sottoforma di elicottero).

Note

  1. 1,0 1,1 Legge 14 luglio 2004, n. 178, "Disposizioni in materia di aeromobili a pilotaggio remoto delle Forze armate" dove si stabilisce che Per aeromobile a pilotaggio remoto, di seguito denominato «APR», si intende un mezzo aereo pilotato da un equipaggio che opera da una stazione remota di comando e controllo.
  2. Cfr. l'art. 8 del decreto legislativo 15 marzo 2006, n. 151.
  3. Decreto del ministro della difesa del 23 giugno 2006. "Individuazione degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR), adottato ai sensi del 2° comma dell'articolo 743 del Codice della navigazione, come sostituito dall'articolo 8 del decreto legislativo 15 marzo 2006, n. 151.
  4. Cfr. la "nozione" data all'art. 246 della legge n.66 del 15 marzo 2010.
  5. Template:En Cfr. la scheda sul Remotely Piloted Air System del sito ufficiale della Royal Air Force
  6. Template:Cita web
  7. Template:Cita web
  8. Articolo che riporta la notizia sul sito del quotidiano La Stampa.
  9. Articolo che riporta la notizia sul sito del quotidiano La Stampa.
  10. http://www.vectorsite.net/twuav_10.html#m2
  11. 11,0 11,1 http://www.olive-drab.com/idphoto/id_photos_uav_rq2.php

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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