Shuruppak

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L’insediamento di Shuruppak iniziò a svilupparsi nel primo periodo di Jemdet Nasr e fu abbandonato prima del tardo [[Babilonesi|periodo babilonese]] [2].
L’insediamento di Shuruppak iniziò a svilupparsi nel primo periodo di Jemdet Nasr e fu abbandonato prima del tardo [[Babilonesi|periodo babilonese]] [2].
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Nella versione WB-62 della [[lista dei re Sumeri]] sono accennati due re/capi di Shuruppak. <ref>S. Langdon, "The Chaldean Kings Before the Flood," ''Journal of the Royal Asiatic Society'' (1923), pp 251-259.</ref>. I nomi dei due re sono: SU.KUR.LAM, che regnò per 8 (shar) anni<ref>Langdon, p. 258, note 5.</ref> e suo figlio [[Ziusudra]] che regnò per 10 (shar) anni.
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Nella versione WB-62 della [[lista dei re Sumeri]] sono accennati due re/capi di Shuruppak [3]. I nomi dei due re sono: SU.KUR.LAM, che regnò per 8 (shar) anni<ref>Langdon, p. 258, note 5.</ref> e suo figlio [[Ziusudra]] che regnò per 10 (shar) anni.
Shuruppak è indicata nelle leggende sumeriche come il luogo del [[diluvio]], che distrusse tutta l'umanità tranne un superstite, Ziusudra appunto. A questi fu ordinato da un dio di costruire un'arca, che l'avrebbe salvato dal disastro. Dopo il diluvio l'uomo e tutti gli altri esseri viventi vennero ricreati e allo stesso Ziusudra fu donata la vita eterna. Ziusudra corrisponde alla figura di [[Utnapishtim]] nell'[[epopea di Gilgamesh]] e al [[Noè]] biblico.  
Shuruppak è indicata nelle leggende sumeriche come il luogo del [[diluvio]], che distrusse tutta l'umanità tranne un superstite, Ziusudra appunto. A questi fu ordinato da un dio di costruire un'arca, che l'avrebbe salvato dal disastro. Dopo il diluvio l'uomo e tutti gli altri esseri viventi vennero ricreati e allo stesso Ziusudra fu donata la vita eterna. Ziusudra corrisponde alla figura di [[Utnapishtim]] nell'[[epopea di Gilgamesh]] e al [[Noè]] biblico.  

Versione delle 13:48, 27 dic 2008

Shuruppak (chiamata anche Curuppag) è un’antica città sumerica che originariamente si ergeva sulle rive del fiume Eufrate. Il suo nome significherebbe "il luogo della guarigione".

Oggi le suo rovine si trovano nell'odierna Fara, situata a sud di Nippur, sulle rive dell'Eufrate in quella che oggi è Al-Qādisiyyah, nel centro-sud dell'Iraq. I primi scavi furono condotti nel 1902 dal “Deutsche Orient-Gesellschaft” [1]. Tra i ritrovamenti più significativi vi sono rovine di case ben costruite, tavolette di argilla in cuneiforme con i registri amministrativi e liste di parole, indicanti una società fortemente sviluppata.

La città di Shuruppak era dedicata a Sud, chiamata anche Ninlil, la dea del grano. Shuruppak era infatti una città di stoccaggio e distribuzione del grano ed ebbe più sili di qualunque altra città sumerica.

L’insediamento di Shuruppak iniziò a svilupparsi nel primo periodo di Jemdet Nasr e fu abbandonato prima del tardo periodo babilonese [2].

Nella versione WB-62 della lista dei re Sumeri sono accennati due re/capi di Shuruppak [3]. I nomi dei due re sono: SU.KUR.LAM, che regnò per 8 (shar) anni[1] e suo figlio Ziusudra che regnò per 10 (shar) anni.

Shuruppak è indicata nelle leggende sumeriche come il luogo del diluvio, che distrusse tutta l'umanità tranne un superstite, Ziusudra appunto. A questi fu ordinato da un dio di costruire un'arca, che l'avrebbe salvato dal disastro. Dopo il diluvio l'uomo e tutti gli altri esseri viventi vennero ricreati e allo stesso Ziusudra fu donata la vita eterna. Ziusudra corrisponde alla figura di Utnapishtim nell'epopea di Gilgamesh e al Noè biblico.

All'inizio del periodo protodinastico I a Shuruppak avvenne effettivamente una grande inondazione ad opera del Tigri e dell'Eufrate, attestata attraverso ritrovamenti archeologici e datata col radiocarbonio al 2900 a.C. circa. [2] Le ceramiche colorate che si trovano sotto lo strato dell’inondazione sono datate al periodo di Jemdet Nasr che ha immediatamente preceduto il periodo protodinastico I.[3] L’inondazione dei due fiumi ha lasciato molti depositi a Shuruppak, Uruk e Kish.

Gli scavi più recenti di Shuruppak sono descritti in questo documento.[4]

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Note

1^ Erik Schmidt, Excavations at Fara, 1931, University of Pennsylvania's Museum Journal, 2 (1931), pp 193-217.

2^ Robert McC. Adams, Heartland of Cities (Chicago: University of Chicago Press, 1981), Fig. 33 compared with Fig. 21.


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