Déjà vu
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- | * | + | * [http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273380 Una spiegazione per il déjà vu: ancora?] in Scienza e paranormale, n° 74, anno XVI, luglio-agosto 2007, rivista ufficiale del CICAP |
- | * | + | * [http://chronicle.com/free/v50/i46/46a01201.htm "The Tease of Memory" ''The Chronicle of Higher Education'', July 23 2004] |
- | * | + | * [http://www.nytimes.com/2004/09/14/science/14deja.html?ex=1252900800&en=331d6db9dff26282&ei=5090&partner=rssuserland "Déjà Vu: If It All Seems Familiar, There May Be a Reason" ''New York Times'', September 14, 2004] |
- | * | + | * [http://serendip.brynmawr.edu/bb/neuro/neuro98/202s98-paper2/Johnson2.html "UGH! I Just Got the Creepiest Feeling That I Have Been Here Before: Déjà vu and the Brain, Consciousness and Self", Neurobiology and Behavior, 1998] |
- | * | + | * [http://www.indaginisullamente.org/2010/05/d-vu-una-spiegazione-neuropsicologica_24.html Déjà vu, una descrizione neuropsicologica] |
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Versione attuale delle 12:41, 5 ott 2011
Il déjà vu (in Francese deʒavy "già visto") o Déjà vécu, è la sensazione di aver già vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando.
Il termine fu creato dallo psicologo francese Émile Boirac (1851–1917), nel suo libro L'Avenir des sciences psychiques ("Il futuro delle scienze psichiche"), revisione di un saggio che scrisse quando ancora era studente all'Università di Chicago. L'esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde realmente ad una esperienza vissuta (e quindi si vive un senso di "soprannaturalità", "stranezza" o "misteriosità"): l'esperienza "precedente" è perlopiù attribuita ad un sogno. In alcuni casi invece c'è una ferma sensazione che l'esperienza sia "genuinamente accaduta" nel passato.
Per tentare di spiegare scientificamente il fenomeno, una possibile ipotesi generale (di basso livello interpretativo o inferenziale) sembra essere quella di una sensazione di familiarità (e quindi: "già visto") falsa, e cioè dovuta ad una alterazione (patologica o momentanea; selettiva o pervasiva) delle funzioni cognitive di riconoscimento (attenzione) e recupero (memoria). Questo senso di familiarità, ad alto valore emotivo, si può estendere (pervasivamente) a tutti gli elementi presenti in quel momento nell'ambiente percepibile, anche se nuovi. Altresì potrebbero rimanere normali (selettivamente) altre funzioni cognitive: da ciò proverrebbe, ad esempio, la consapevolezza per cui "ma no, non è vero: non l'ho già vissuto" che in molti casi si prova, in discordanza con la sensazione.
Il déjà vu sembra essere un fenomeno molto comune. In una ricerca del 2003[1] Alan S. Brown, psicologo alla Southern Methodist University, stima che il 60% della popolazione abbia avuto almeno una volta nella vita un'esperienza di déjà vu.
La difficoltà di riprodurre in laboratorio il fenomeno del déjà vu rende molto difficili la ricerca e gli studi empirici.
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Ricerca scientifica
Negli ultimi anni, il déjà vu è stato oggetto di vari studi ed esperimenti psicologici e neuropsicologici. La spiegazione più accreditata, secondo gli scienziati di questi campi, è che il déjà vu non è un atto di "precognizione" o di "profezia", ma è in realtà un'anomalia della memoria; è l'impressione di "richiamare alla memoria" un'esperienza che è falsa. Ciò è confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi il senso di "reminiscenza" nel momento del déjà vu è forte, ma alcune circostanze dell'esperienza "precedente" (quando, dove e come è accaduta) restano incerte. Allo stesso modo, col passare del tempo, dei soggetti possono mostrare un ricordo forte di aver avuto lo "sconvolgente" déjà vu, ma uno debole o nullo dei dettagli dell'evento/i che stavano "ricordando" quando hanno avuto il déjà vu, e, in particolare, questo potrebbe risultare da una sovrapposizione tra i sistemi neurologici responsabili della memoria a breve termine (eventi che si percepiscono come presenti) e quelli responsabili della memoria a lungo termine (eventi che si percepiscono come passati). Con il termine déjà vu si intende Paramnesia, ovvero un ricordo errato o inesatto ed impropriamente localizzato nella dimensione spazio-temporale.
Alan S. Brown nel suo studio[2] riporta le maggiori teorie:
- 1. Teorie neurologiche. Si tratterebbe di una epilessia breve e circoscritta che causa una disfunzione del sistema nervoso. Il medico austriaco Josef Spatt ha collocato la sede nella corteccia paraippocampale (in particolare nel giro paraippocampale e nelle sue connessioni con la neocorteccia), associata con la capacità di giudicare la familarità. L'ipotesi sembra supportata da evidenze sperimentali[3] perché, al verificarsi del fenomeno, l'attivarsi della corteccia paraippocampale può essere escluso selettivamente dal funzionamento normale di altre strutture cerebrali (la corteccia prefrontale e l'ippocampo propriamente detto), legate alle funzioni mnemoniche e cognitive.
- 2. Teoria del processamento duale. Pierre Gloor[4] spiegherebbe il deja-vu come una momentanea e rara (o, per i suoi studi su pazienti cronici, patologica) disattivazione del sistema di recupero della memoria - distinto e indipendente da un altro sistema mnestico di sensazione di familiarità, che rimane attivo e causa il fenomeno ("sto già vedendolo, so che l'ho già visto, ma non riesco a recuperarlo").
- 3. Teoria attenzionale. Una interruzione (un "black out" o un "reset") nella continuità dell'attenzione causerebbe un riprocessamento dell'informazione. L'interruzione ne avrebbe fatto dimenticare la presenza e non è consapevole; la percezione - o meglio la sensazione della percezione - invece permarrebbe attraverso un altro canale non cosciente. Da qui la sensazione di familiarità ("l'ho già visto un attimo prima").
- 4. Teorie amnestiche. All'interno del campo di attenzione ci sarebbe un elemento appartenente a un ricordo realmente memorizzato (e probabilmente avvenuto); questo elemento però, a causa di un errore di memoria per cui non si riesce a richiamare anche il contesto complessivo, sarebbe sufficiente a richiamare la sensazione di familiarità ("c'è qualcosa in questa situazione che mi ricorda... no, ho già visto proprio tutta questa situazione").
Un'ultima e recente teoria che rientra in quest'area (ma anche nelle altre teorie, non escludentisi a vicenda) è quella proposta da Susumu Tonegawa (premio Nobel in medicina, ricercatore del MIT) per cui la causa del deja-vu risiederebbe in una temporanea incapacità della memoria episodica (2006). Il riscontro oggettivo è ipotizzabile ancora nel giro dentato ippocampale ed in particolare in un gruppo di neuroni denominate "place cells" che si attiverebbero per riconoscere un luogo come già noto, e per cui non occorre ricostruire una rappresentazione (una mappa neurale). Il ricercatore comunque ha cercato (e trovato) evidenze sperimentali in animali (topi) e non nell'uomo.
Collegamenti a disturbi mentali
È stata trovata una correlazione clinica tra déjà vu e disturbi mentali come la schizofrenia e l'ansietà (in particolare in situazioni di attacchi di panico contraddistinte da intensità e breve durata, 2-8 minuti), la probabilità di sperimentarne cresce considerevolmente con soggetti in queste condizioni. Tuttavia, la più forte associazione patologica del déjà vu è con l'epilessia del lobo temporale[5].
La possibilità di una correlazione ha condotto alcuni ricercatori ad ipotizzare che il déjà vu è forse un'anomalia legata ad una temporanea e scorretta diffusione degli impulsi neurali nell'encefalo. Poiché la maggior parte delle persone soffre di qualche lieve, cioè non patologico, episodio epilettico (ad esempio l'improvvisa "scossa", tecnicamente uno spasmo ipnagogico, che si prova talvolta prima di addormentarsi), si pensa che una simile (lieve) aberrazione capiti occasionalmente durante il fenomeno del déjà vu, con il risultato di un "ricordo" erroneo.
Parapsicologia
In questo contesto, sono state sollevate alcune ipotesi pseudoscientifiche. Il déjà vu sarebbe associato a presunti fenomeni di precognizione, chiaroveggenza o percezioni extra-sensoriali, ed è stato frequentemente citato in tale ambito come una presunta "evidenza" delle abilità "psichiche" della popolazione generale. Altre spiegazioni non-scientifiche attribuiscono questa esperienza a profezie, visioni (ad esempio ricevute in sogni) o memorie di vite passate.
Sogni
Alcuni ritengono che il déjà vu sia il ricordo di sogni. L'ipotesi è che, seppure vengano solitamente dimenticati prima del risveglio, i sogni possano lasciare qualche traccia non comune all'esperienza presente nella memoria a lungo termine. In questo caso, il déjà vu potrebbe essere il ricordo di un sogno dimenticato con elementi in comune all'esperienza presente.
Paradigma olografico
Secondo la recente teoria del paradigma olografico, il Déjà vu sarebbe un errore momentaneo nel programma principale di simulazione dell'universo-illusione.
Fenomeni correlati
- Jamais vu: esplicitamente il non ricordare di aver visto qualcosa prima. La persona sa che è successo prima, ma l'esperienza non le è familiare.
- Presque vu: il ricordare quasi, ma non del tutto, qualcosa. È la sensazione del "ce l'ho sulla punta della lingua".
- Déjà visité: la strana conoscenza di un posto nuovo. Qualcuno potrebbe avere l'impressione di conoscere la strada da percorrere in una nuova città o in un nuovo ambiente, sapendo contemporaneamente che questo non dovrebbe essere possibile. Oltre ai sogni, per spiegare questo fenomeno si sono evocate ipotesi pseudoscientifiche, quali la reincarnazione ed anche il viaggio fuori dal corpo.
- Déjà senti: il sentire qualcosa come se lo si fosse già sentito. Al contrario del déjà vu e del déjà vécu, che implicano la precognizione, questo si riferisce in modo specifico ad una sensazione mentale. Alcune persone sofferenti di epilessia del lobo temporale potrebbero fare un'esperienza del genere.
- Déjà eprouvé: "già provato a fare".
- L'esprit de l'escalier: il ricordare qualcosa quando è troppo tardi, ad esempio una risposta intelligente ad un commento critico.
Riferimenti nella cultura popolare
- Nel film del 1999 The Matrix, il personaggio di Neo ha un déjà vu (benché la sua esperienza sia leggermente diversa da un déjà vu propriamente detto: Neo vede un gatto che passa due volte di seguito). Trinity spiega a Neo che «il déjà vu è un errore di Matrix. Succede quando loro [gli agenti di Matrix] cambiano qualcosa».
- Déjà vu è il nome di un'attrazione da parco divertimenti (comunemente detta "montagne russe") a forma di boomerang gigante invertito ("Super Invertigo") prodotta da Vekoma che è in funzione a Six Flags America, Six Flags Magic Mountain e Six Flags Over Georgia.
- Déjà vu è anche il titolo di un brano di Yngwie Malmsteen.
- Nel disco Scenes From a Memory dei Dream Theater, lo strano deja-vu del protagonista, che dà il titolo ad una delle prime tracce, è collegato al tema della reincarnazione.
- Déjà vu è anche il titolo di un disco di Crosby, Stills, Nash & Young.
- Déjà vu è inoltre il titolo di un film del 2006 diretto da Tony Scott con Denzel Washington (Doug Carlin) e Paula Patton (Claire Kuchever). Il nome completo del film è Déjà Vu - Corsa contro il tempo.
- "Déjà vu" ("Remainder"), è il titolo, nella traduzione italiana, di un romanzo di Tom McCarthy del 2007.
- Déjà vu è il titolo di un brano di Beyoncé.
- Déjà vu è il titolo di un brano di Eminem presente nell'album Relapse.
- Déjà vu è il titolo di un brano del gruppo bachata-R&B Aventura.
- Déjà vu è il titolo di un brano dell gruppo heavy metal Iron Maiden presente nell' album Somewhere in Time
- Déjà vu è il titolo di un brano presentato dal gruppo I cosi al concorso Sanremofestival.59
- Déjà vu è il titolo di un brano del gruppo tedesco progressive metal Dreamscape presente nell'album 5th season
- Déjà vu è il nome di un gruppo italiano che nel 2001 propose il noto brano house-melodico "I can't stop"
- Déja vu è il titolo di un brano di Inna
Note
- ↑ Brown, A. S. (2003) The Déjà Vu Experience: Essays in Cognitive Psychology, Psychology Press
- ↑ Brown, A. S. op. cit.
- ↑ Spatt, J. (2002) Déjà Vu: Possible Parahippocampal Mechanisms in: The Journal of Neuropsychiatry & Clinical Neurosciences, 14:6-10, February 2002, American Psychiatric Press
- ↑ Gloor, P. (1990) Experiential Phenomena of Temporal Lobe Epilepsy in: Brain, Vol. 113, No. 6, 1673-1694, 1990
- ↑ Cfr. lo studio: Neppe, V.M. (1983) The Psychology of the Déjà vu, Witwatersrand University Press, Johannesburg
Bibliografia
- Bodei, R. (2006) Piramidi di tempo. Storie e teorie del dèjà vu, Bologna, Il Mulino, ISBN 978-88-15-11007-7
- Brown, A. S. (1994) The dèjà vu Experience: Essays in Cognitive Psychology in: Psychology Press, May 1, 1994, pp. 231
- Brown, A. S. (2003) A review of the déjà vu experience in: Psychological Bulletin, 2003, Vol. 129, No. 3, pp. 394-413
- Gloor, P. (1990) Experiential Phenomena of Temporal Lobe Epilepsy in: Brain, Vol. 113, No. 6, 1673-1694, 1990 (Abstract)
- Spatt, J. (2002) Déjà Vu: Possible Parahippocampal Mechanisms in: The Journal of Neuropsychiatry & Clinical Neurosciences, 14:6-10, February 2002, American Psychiatric Press (Full text)
- Thompson, G. R. (2004) Persistent déjà vu: A disorder of memory in: International Journal of geriatric psychiatry, 2004, Vol. 19, pp. 906-907
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Collegamenti esterni
- Una spiegazione per il déjà vu: ancora? in Scienza e paranormale, n° 74, anno XVI, luglio-agosto 2007, rivista ufficiale del CICAP
- "The Tease of Memory" The Chronicle of Higher Education, July 23 2004
- "Déjà Vu: If It All Seems Familiar, There May Be a Reason" New York Times, September 14, 2004
- "UGH! I Just Got the Creepiest Feeling That I Have Been Here Before: Déjà vu and the Brain, Consciousness and Self", Neurobiology and Behavior, 1998
- Déjà vu, una descrizione neuropsicologica