Ismaele

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Ismaele (Ebraico: יִשְׁמָעֵאל, Arabo: إسماعيل, Ismāʿīl) è un personaggio biblico, uno dei figli del patriarca Abramo.

È citato più volte nel Corano come esempio di rettitudine, come profeta di Dio e Suo apostolo.

Indice

Personaggio biblico

Il libro della Genesi afferma che Ismaele nacque dalla schiava Agar:[1] Template:Quote biblico

Alla nascita del figlio Isacco dalla moglie Sara insorge un'acuta gelosia della moglie nei confronti della giovane schiava Agar. Abramo si trova allora costretto ad allontanare Agar e il loro figlio Ismaele (cfr. Genesi Template:Passo biblico), che si riducono a vivere nel Deserto di Paran. Più avanti Ismaele prenderà in moglie una egiziana.

Ismaele è perciò considerato il progenitore "nobile" degli Arabi i cui discendenti, da questo punto di vista, possono essere definiti "ismaeliti", senza però che questo debba ingenerare confusione con i musulmani che si rifanno alla variante ismailita (o settimana) dello Sciismo.

Ismaele nel Nuovo Testamento

Ismaele viene citato anche nel Nuovo Testamento. In particolare, San Paolo, nella lettera ai Galati, lo indica come esempio di obbedienza cieca a Dio (cfr. Template:Passo biblico), in quanto Ismaele fu generato da una donna non libera. San Paolo contrappone Isacco a Ismaele poiché nel passo precedente ha chiarito la differenza tra una scelta libera e consapevole e una scelta obbligata lettera ai Galati (cfr. Template:Passo biblico) "15 Fratelli, io parlo alla maniera degli uomini: se un patto è ratificato, benché sia patto d'uomo, nessuno l'annulla o vi aggiunge qualche cosa. 16 Ora le promesse furono fatte ad Abramo e alla sua discendenza. La Scrittura non dice: «E alle discendenze» come se si trattasse di molte, ma come di una sola: «E alla tua discendenza». 17 Or io dico questo: la legge, venuta dopo quattrocentotrent'anni, non annulla il patto ratificato prima da Dio, in modo da annullare la promessa. 18 Infatti, se l'eredità derivasse dalla legge, non verrebbe più dalla promessa. Or Dio la donò ad Abramo mediante la promessa. 19 Perché dunque fu data la legge? Essa fu data a causa delle trasgressioni, sino a quando non fosse venuta la discendenza a cui era stata fatta la promessa; essa fu promulgata dagli angeli per mano di un mediatore. 20 Or il mediatore non è mediatore di una sola parte e Dio è uno soltanto. 21 La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? Così non sia; perché se fosse stata data una legge capace di dare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge".

Citazioni

Template:Quote biblico I figli d'Ismaele furono, secondo la Bibbia, Nebaioth, Kedar, Adbeel, Mibsam, Mishma, Duma, Massa, Hadar, Tema, Jethur, Nafish, Kedma. (cfr. Genesi I 25,13-16)

Personaggio del Corano

La tradizione islamica è divisa nell'individuare in Ismaele o nel fratello consanguineo Isacco (avuto da Sara) il figlio che Dio ordinò ad Abramo di sacrificargli, fermandone prima dell'esecuzione la mano, soddisfatto dell'ubbidienza totale ( islām ) mostrata da Abramo.[2]

Partorito dalla madre Hāgar nell'area stepposa di Mecca in cui Abramo l'aveva accompagnata, Ismaele passò lì tutta la sua giovinezza. Secondo la tradizione araba Ismaele prese in moglie la figlia del capo della tribù locale dei Jurhum, primi signori di Mecca.
Nel corso di una delle visite effettuate da suo padre lo avrebbe aiutato secondo la medesima tradizione a riedificare la Kaʿba, del tutto distrutta in seguito al Diluvio Universale, aiutandolo anche nella ricollocazione nell'angolo Sud-Est della Pietra nera ( al-ḥajar al-aswad ), ultimo lacerto della Casa Antica fatta calare da Dio in Terra all'inizio dei tempi come Suo santuario.

Alla sua morte sarebbe stato inumato accanto a sua madre, accostato alla Kaʿba, fra la parete sud-occidentale e il muretto semicircolare (hatīm) poco discosto. Sarebbe questo il motivo per cui i pellegrini musulmani, in segno di rispetto, non possono calpestarne l'area interna così delimitata, definita in arabo ḥijr Ismāʿīl, esclusa quindi dalla circumdeambulazione rituale (ṭawāf).
Per essere nato e vissuto presso Mecca, è considerato l'antenato illustre degli arabi settentrionali.

Note

  1. Nel Corano Hāgar.
  2. Cfr. Tabari, Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk (Storia dei profeti e dei re), ed. E. Yarshater, Albany, SUNY Press, vol. I.
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