UFO Robot Goldrake

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Versione delle 11:19, 18 nov 2011

Cover di UFO Robot Goldrake

UFO Robot Goldrake (UFOロボグレンダイザー, UFO Robot Grendizer, traslitterato in "UFO Robo Gurendaizā"), è un anime televisivo di 74 episodi, prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977, e basato su un soggetto di Gō Nagai, già autore dell'omonimo manga nel 1973. È stata la prima serie mecha giapponese importata in Italia, dove venne originariamente trasmessa con il nome di Atlas UFO Robot nell'ambito del programma Buonasera con... sulla Rete 2, dal 1978 al 1980. Per dare un'idea del successo avuto all'epoca basti pensare che il 45 giri prodotto dalla Fonit Cetra con le sigle della prima serie, Ufo Robot/Shooting star (firmate con lo pseudonimo Actarus), ottenne addirittura il disco d'oro, superando il milione di copie vendute.[1]

La serie ebbe successo anche in Francia e nel mondo arabo, soprattutto in Egitto e Arabia Saudita.

Indice

Generalità e cronologia

UFO Robot Grendizer è una serie anime cosiddetta Super Robot, prodotta dalla Toei Animation e ideata da Gō Nagai sulla base del suo omonimo manga, con le musiche di Shunsuke Kikuchi ed il character design e le animazioni di Kazuo Komatsubara, sostituito da Shingo Araki a partire dall'episodio 49 (in realtà anche gli episodi 17, 20, 25, 29, 36, 40 e 44 sono già opera di Araki). I 74 episodi complessivi della serie furono trasmessi per la prima volta in Giappone dalla Fuji Television dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977.

Il film pilota

Nel 1975 Gō Nagai aveva collaborato alla realizzazione di Uchū-enban daisensō (La grande battaglia dei dischi spaziali), un mediometraggio di circa 30 minuti uscito nei cinema in Giappone. Questo divenne poi il film pilota per lo sviluppo della serie televisiva e, in seguito, dalla sua trama vennero tratti gli ultimi tre episodi della stessa.

In Uchu-enban daisensō la caratterizzazione dei personaggi era diversa. Lo stesso robot, chiamato Gattiger e disegnato da Tadanao Tsuji, compariva solo brevemente alla fine ed era completamente diverso nel mecha design, lasciando quale vero protagonista il pilota, anch'egli differente nell'aspetto e nei colori della livrea rispetto al futuro Duke Fleed. La cabina di guida di Gattiger era molto simile a quella di Mazinga Z, e differenti erano anche i nemici. L'atmosfera country invece era già presente.[2]

Il passaggio dal cortometraggio all'anime televisivo avvenne anche per insistenza della Popy, ramo della Bandai, noto produttore di giocattoli e videogiochi giapponese. Fu sempre la Popy a chiedere a Nagai di disegnare, per l'anime, le gambe del robot più corte e tozze rispetto a quelle dei due Mazinga, in modo da facilitare il mantenimento della posizione eretta dei modellini.

La trilogia con Mazinga Z e Grande Mazinga

Per sfruttare il successo di pubblico incontrato dalle due precedenti serie create da Gō Nagai e prodotte dalla Toei, Mazinga Z e Grande Mazinga, il personaggio di Koji Kabuto (del tutto assente nel film pilota) venne appositamente inserito nella trama della nuova serie come trait d'union. Anche lo stile del robot e le sue fattezze furono modificate proprio per essere più in linea con lo stile dei mecha delle due precedenti serie di Nagai, in modo da far sì che UFO Robot Grendizer formasse con esse una trilogia, anche se, a differenza delle serie di Mazinger, fu concepito subito come prodotto destinato anche ad un pubblico femminile (shōjo).[3]

Il ritorno: "Dynamic Superobot Wars", "Dynamic Heroes"

Garla, un manga del 1976, era stato originariamente pensato da Go Nagai come seguito di Goldrake, ma la sua disputa nata con la Toei Animation per i suoi diritti su Gaiking ha fatto sì che restasse un esperimento a sé stante e incompiuto. Nel 2002, dopo molti anni dalla serie animata, Goldrake è stato ripreso, anche se solo sotto forma di manga, nel sesto capitolo del volume "Dynamic Superobot Wars" (pubblicato in Italia nel 2005), e poi nuovamente nel 2004 nel manga Dynamic Heroes.

Trama

Il protagonista della serie è il principe Duke Fleed, fuggito dopo una disperata resistenza a bordo di un avanzatissimo robot da battaglia, Goldrake (Grendizer) dalla sua stella natale Fleed in seguito all'attacco delle truppe del feroce Re Vega. Le Forze di Vega infatti si propongono di sottomettere i pianeti invadendoli ed annettendoli al loro impero.

Giunto sulla Terra Duke Fleed viene trovato gravemente ferito dal dottor Procton (Genzo Umon), direttore dell' Istituto di ricerche spaziali, il quale lo accoglie e lo nasconde sotto le mentite spoglie di Actarus (Daisuke Umon), facendolo passare per il proprio figlio di ritorno da un lungo viaggio. Anche Goldrake con il suo disco spaziale (Spacer) viene nascosto all'interno dell'Istituto, nei cui sotterranei viene costruito una sorta di enorme hangar.

Circa otto anni dopo, continuando il loro progetto di invasione, anche le truppe di Vega giungono presso la Terra e, sotto la guida del comandante Hydargos (Blacky) e del feroce generale Gandal (che è un tutt'uno con la moglie, Lady Gandal, essendo questa la metà femminile dell'essere mostruoso che insieme formano: anche lei fa dunque parte dei nemici) stabiliscono la base Skullmoon sulla Luna. Actarus si troverà ad utilizzare nuovamente Goldrake per difendere il suo pianeta adottivo. Ad aiutarlo c'è il giovane Alcor (Koji Kabuto), il quale pilota un disco volante di sua progettazione e costruzione. I due oppongono una agguerrita resistenza, anche se a malapena riescono a rintuzzare i continui assalti degli invasori di Vega, che ogni volta inviano uno o più mostri combattenti (inizialmente solo robot pilotabili al loro interno, poi anche animali trasformati in cyborg) insieme a pattuglie di minidischi.

Durante i periodi di tregua, Actarus vive e lavora come inserviente nella fattoria di Rigel (Danbei Makiba) e dei suoi due figli, Mizar (Goro Makiba) e Venusia (Hikaru Makiba), innamorata di lui e inizialmente all'oscuro, come chiunque, della sua reale identità, finché un giorno per salvarla da una caduta da un precipizio egli deve ricorrere alle sue capacità superiori e trasformarsi in Duke Fleed, rivelando il suo segreto. Successivamente, durante un massiccio attacco della flotta di Vega, con l'utilizzo di ben tre mostri spaziali e centinaia di minidischi (durante il quale il disco di Alcor verrà distrutto), Venusia viene ferita gravemente. La ragazza si salva solo con una trasfusione del sangue alieno di Actarus che si rivelerà essere universalmente compatibile e addirittura terapeutico, tanto da permetterle di riprendersi velocemente. Venusia riuscirà persino a contribuire alla vittoria liberando Koji e Procton prigionieri e ingannando il comandante Hydargos, fingendo di condurlo da Goldrake ma in realtà portandolo a spasso, dando il tempo ad Actarus di riparare il robot che era stato danneggiato ma era riuscito a rifugiarsi in una caverna. Per vendicarsi il perfido veghiano getta la ragazza da un dirupo, ma ella viene presa al volo dalle possenti mani di Goldrake ed affidata ad Alcor sopraggiunto con la speciale moto, con tre ruote e tre posti, di Actarus. Questi sconfigge i due mostri rimasti in una memorabile battaglia e subito dopo, facendo fuoco con tutte le armi di Goldrake e dello Spacer si scontra con l'enorme ma goffa e fragile astronave madre, distruggendola. Mentre Gandal fugge terribilmente ustionato dalle fiamme, Hydargos rimane coraggiosamente a combattere spinto dal suo onore di comandante e dall'odio inestinguibile per Actarus. In alcuni bellissimi quadri still-frame si vede la sequenza in cui Goldrake irrompe con lo Spacer nell'astronave madre fino a raggiungere un terrorizzato Hydargos che pagherà con la vita la sua malvagità.

In seguito Venusia, che si rivelerà essere un'abile ginnasta e una tenace combattente, deciderà di combattere al suo fianco. Ciò sarà reso possibile dal programma di potenziamento di Goldrake messo a punto dal dottor Procton. In realtà il robot non riceverà nessun upgrade, non avrà nuove armi e le sue prestazioni rimarranno le stesse (del resto non esiste sulla terra il metallo con cui è costruito, il guren, da cui il nome giapponese Gurendizer), ma verranno costruiti dei veicoli di appoggio sullo stile del jet scrander di Mazinga Z e del Great Booster del Grande Mazinger. Così Venusia si vedrà assegnare il Delfino Spaziale (Marine Spacer), un mezzo in grado di far muovere agevolmente il Goldrake anche al di sotto della superficie dell'acqua, dopo che Alcor aveva già ricevuto un nuovo mezzo battezzato Goldrake 2 (Double Spacer, appare nell'episodio "Il terremoto misterioso"), grazie al quale Goldrake potrà volare più agilmente rispetto al proprio disco Spacer. Questi mezzi (oltre ad aumentare il merchandising della serie), permettono al robot di superare i suoi limiti strutturali quali l'incapacità di volare senza la sua astronave e di muoversi in acqua.

Dopo la morte di Hydargos, Gandal viene affiancato dal Ministro delle Scienze Zuril, proveniente da una stella alleata a Vega; un individuo decisamente audace (che non esita a scendere personalmente in campo, anche travestendosi) e di grande cultura scientifica, nonché abile stratega. Questi si contrapporrà spesso a Gandal (la cui parte femminile ha cambiato aspetto dopo i trattamenti cui si è sottoposta per curare le bruciature riportate nell'esplosione in cui era perito Hydargos) sicché i due finiranno sovente per contrastarsi anziché cooperare (emulando le lotte intestine che dividevano il Conte Blocken e il Barone Ashura in Mazinga Z, e i vari generali delle sette armate di Mikenes in Grande Mazinger), anche se non mancheranno di allearsi contro Dantus, un altro comandante di Vega che aveva quasi sconfitto Goldrake utilizzando un gigantesco gorilla-cyborg da lui costruito. In questa occasione vediamo che, come in tante altre serie robotiche, l'eroe della serie non è in realtà invincibile e che a volte si salva solo per la stoltezza del nemico, così come a volte è l'impulsività del pilota a metterlo in pericolo: in definitiva, non sempre vince il più forte e anche la fortuna ha una grossa parte.

Intanto ha fatto la sua entrata in scena Maria (Maria Grace Fleed), la sorella di Actarus. Anche lei era arrivata sulla Terra, salvata (ancora bambina) da un antico abitante del pianeta Fleed che l'aveva allevata come fosse sua nipote. Costui morirà, ucciso accidentalmente da un disco di Vega. In punto di morte, egli rivelerà tutto a Maria implorandola di riprendersi la sua eredità, il Goldrake, e consegnandole l'emblema del suo lignaggio reale, un medaglione, una pistola a raggi e un pugnale. In seguito Maria, credendo di trovare in Actarus il suo acerrimo nemico, cerca di ucciderlo ma il suo pugnale riesce solo a lacerare la sua casacca e a far cadere un medaglione uguale al suo che le svela la verità: i due sono fratello e sorella, eredi della famiglia reale di Fleed. Da questo momento anche Maria coadiuva il fratello in battaglia, e lo fa con un nuovo mezzo, la Trivella Spaziale (Drill Spacer), in grado di far penetrare il Goldrake sottoterra.

La lotta prosegue e le forze di Vega subiscono numerose sconfitte, mentre il loro impero comincia a dissolversi. La Stella Vega, contaminata dalle radiazioni del Vegatron, il minerale fonte di energia della sua civiltà, sta per diventare una stella morta e la Terra apparirà agli alieni come l'unica speranza per la sopravvivenza. Gli attacchi si faranno quindi sempre più decisi e disperati. Actarus e gli altri fronteggiano non solo con i propri mezzi, ma principalmente con il coraggio, la forza di gruppo e lo spirito di sacrificio, gli invasori che intanto sono sempre più impegnati in lotte interne per conquistarsi i favori del loro sovrano.

Intanto la guerra s'inasprisce, con molte vittime: Cain e Marcus, grandi amici d'infanzia di Maria e Actarus, e il giovane e coraggioso condottiero Fritz, figlio di Zuril. Queste morti susciteranno nell'una e nell'altra parte forti desideri di rivalsa.

Re Vega, nel tentativo di assicurarsi il buon esito della guerra, approfitta dell'amore che la figlia Rubina, ex promessa sposa di Actarus, dimostra per quest'ultimo, per cercare di attirarlo in una trappola. Actarus, catturato dal ministro Zuril (infatuato anch'egli di Rubina), l'accusa di averlo ingannato, ma la giovane principessa con un gesto estremo lo salva, finendo per morire fra le sue braccia. Morirà anche il ministro Zuril, folgorato dal raggio laser di Alcor.

Ormai l'esercito di Vega è quasi privo di risorse e riesce a costruire un ultimo fortissimo robot mostro che, pilotato dalla parte femminile del comandante Gandal, si lancia in un ennesimo disperato attacco. Contemporaneamente Actarus si mette in viaggio verso la base nemica meditando un attacco suicida ma Koji intuisce le sue intenzioni, lo insegue e lo costringe a tornare minacciando di seguirlo anche a costo della vita, infatti mentre stanno per uscire dall'atmosfera terrestre la struttura del Goldrake 2 comincia a cedere perché non è costruito per volare nello spazio. Mentre stanno tornando vengono attaccati a tradimento da Lady Gandal: Koji perde i sensi e Actarus lo salva gettandosi con il Goldrake dal suo spacer e prendendo al volo il mezzo di Kojima, ma viene nuovamente attaccato e indebolito dai raggi del nemico. Egli è sul punto di soccombere ma l'arrivo dei mezzi di soccorso distrae la moglie di Gandal, e finalmente Goldrake riesce a distruggere il robot nel quale si trova la coppia, tagliandogli la testa, che però non esplode: il violento trauma provoca un mutamento di personalità nella parte femminile di Gandal che dopo aver addormentato l'altra metà propone ai terrestri di lasciarla vivere in pace sulla Terra promettendo di uccidere il proprio re. Mentre sta quasi per riuscirci viene fermata e uccisa dalla sua metà maschile, che desideroso di riscattarsi con re Vega si schianta volontariamente con la sua astronave contro Goldrake senza riuscire a distruggerlo, morendo dopo aver invocato il nome del suo sovrano, mentre il mezzo s'inabissa in mare.

Nella battaglia finale contro tutte le forze di Vega rimaste, lanciate in un ultimo disperato attacco, i compagni di Actarus alla guida di una nuova astronave, il Cosmo Speciale distruggono sistematicamente tutte le navi e i minidischi mentre Goldrake combatte contro la nave imperiale di Re Vega. Inizia un lungo combattimento e Actarus, dopo essere stato in difficoltà, con l'aiuto dei suoi amici riesce a danneggiare gravemente il nemico e re Vega, vistosi sconfitto, per vendicarsi ordinerà di fare schiantare la propria astronave sulla Terra per contaminarla con le proprie ceneri radioattive, ma Actarus riuscirà a fermarlo in tempo: con un ultimo colpo della sua alabarda spaziale, la sua arma più caratteristica, il Goldrake squarcia la sezione di comando della nave colpendo lo stesso sovrano che, in un ultimo delirio di onnipotenza, muore nell'esplosione finale, mentre i nostri eroi si lasciano andare ad un pianto di gioia.

Terminata la guerra con la rassicurazione che la loro patria natale Fleed sta tornando alla vita, Actarus e Maria decidono di tornarvi per ricostruire, assieme a coloro che scamparono all'invasione da parte di Vega, il regno perduto.

In un commosso commiato dal padre adottivo Procton e dagli amici più cari, Actarus e Maria decollano alla volta di Fleed e l'ultima sequenza li vede arrivare sul loro pianeta ormai rifiorito.

Personaggi

Nomi originali, nomi dell'adattamento televisivo italiano (tra parentesi) e nomi dei doppiatori italiani dell'edizione televisiva.[4]

Personaggi principali

Altri personaggi

Mecha

Goldrake (Grendizer)

Scheda tecnica

Armamento

Tra parentesi il nome dell'adattamento televisivo italiano.

Spacer

Scheda tecnica

Armamento

Tra parentesi il nome dell'adattamento televisivo italiano.

L'edizione italiana

In Italia la serie fu trasmessa per la prima volta alle 18.45 di martedì 4 aprile 1978 sull'allora Rete 2 (oggi Rai 2) all'interno del contenitore serale Buonasera con..., intitolato in quell'occasione "Buonasera con... Superman - Atlas Ufo Robot", per la realizzazione di Lucio Fasano. La prima puntata trasmessa in TV, fu introdotta da una breve presentazione fatta da Maria Giovanna Elmi,[5] allora annunciatrice RAI, che spiegava al pubblico italiano le caratteristiche della serie e della fantascienza giapponese e che raccontava del successo riscosso all'estero da questi «particolari cartoni animati»: era infatti la prima serie robotica giapponese ad essere trasmessa in Italia.

La programmazione Rai suddivise la serie in tre blocchi: dal 4 aprile al 6 maggio 1978 (24 episodi); dal 12 dicembre 1978 al 12 gennaio 1979 (25 episodi); dall'11 dicembre 1979 al 6 gennaio 1980 (22 episodi). Furono infatti doppiate e trasmesse in TV solo 71 puntate su 74, con esclusione degli episodi 15, 59 e 71, e ciò malgrado la RAI avesse acquistato l'intera serie.[6]

Pur essendo la terza parte di una trilogia insieme con Mazinga Z e Grande Mazinga, in Italia la serie fu trasmessa prima delle altre due, e così nelle edizioni italiane la continuità fra le tre storie si è completamente perduta, anche per l'alterazione dei nomi originali che, ad esempio, impedisce di cogliere l'unicità del personaggio di Koji Kabuto, rimasto tale nell'adattamento del Grande Mazinga, ma chiamato Ryo in Mazinga Z, ed Alcor in UFO Robot Goldrake.[6]

Di fatto gli spettatori italiani si accorsero probabilmente che qualcosa univa le tre serie, se non altro quando fu trasmessa una puntata di Goldrake in cui compare come guest star il Boss Robot. Boss, infatti, è presente sia in Mazinga Z, in cui collabora goffamente proprio con Koji contro il Dottor Inferno, sia nel Grande Mazinga, in cui ricopre lo stesso ruolo di aiutante maldestro al fianco di Tetsuya Tsurugi, e dove Koji comparirà solo al termine.

La Goldrake-mania

In effetti, la Goldrake-mania fece impazzire il Paese, che ben presto divenne il maggiore acquirente occidentale dei cartoni animati made in Japan proprio grazie al successo di Atlas UFO Robot.

Gli indici di ascolto della RAI salivano alle stelle quando Goldrake compariva sugli schermi e si scatenò una sorta di delirio collettivo. L'immagine di Goldrake finì su centinaia di prodotti diversi: fumetti, libri, dischi, maschere di carnevale, tatuaggi lavabili, modellini e addirittura dei doposci, riempirono i negozi di tutta Italia.

Tuttavia, mentre bambini e ragazzini erano entusiasti, molti genitori si mostrarono perplessi, se non ostili alla novità, come del resto gran parte dell'opinione pubblica (adulta). Malgrado il disappunto verso la serie avesse trovato finanche l'appoggio di alcuni parlamentari, come il deputato Silverio Corvisieri, membro della Commissione di Vigilanza RAI, che intervenne con un articolo fortemente critico dal titolo "Un ministero per Goldrake" pubblicato su La Repubblica del 7 gennaio 1979, la serie non fu però interrotta, e la sua popolarità continuò a crescere.[7]

In piena Goldrake-mania si diffuse, soprattutto grazie alla stampa, una falsa notizia, secondo cui i cartoni animati giapponesi (fra cui Goldrake, ovviamente) non erano "animati a mano", ma da un computer, che, sulla base dei dati inseriti da tecnici in camice bianco, realizzava il tutto automaticamente. La diceria avrebbe resistito fino agli anni novanta. Nel maggio 1990, infatti, la fanzine Mangazine pubblicò un dossier sulla Toei Animation di Luca Raffaelli, contenente un'intervista ad Umeda-san, l'allora responsabile della Toei, il quale, sull'argomento, così si espresse: «Computer? Qui non ci sono affatto. So che in Italia circola la leggenda secondo cui i nostri cartoni animati sono realizzati con il computer, ma le assicuro che qui dentro non ce n'è uno».[8] Anche sul n. 8 (novembre 1991) della rivista Mangazine fu pubblicato un dossier sulla Toei, a cura di Federico Colpi. L'intervistatore ricorda che il portavoce della Toei, dopo una lunga risata, rispose: «Scusi, ma li ha visti i nostri studi? Qui non c'è nemmeno l'aspirapolvere, perché è tecnologia troppo avanzata... E poi, Goldrake è del 1975! A quei tempi non c'erano nemmeno i word processors».

Goldrake nei cinema italiani

In Italia sono stati realizzati tre adattamenti cinematografici non autorizzati della serie televisiva, nati da un'operazione di montaggio di vari episodi: Goldrake all'attacco, Goldrake l'invincibile e Goldrake addio.
Particolarmente rilevante è il primo, con il sottotitolo "La più grande avventura di UFO Robot". Il film, basato su un collage dei primi episodi della serie, presenta infatti una colonna sonora modificata, in cui sono stati aggiunti a più riprese i nove brani in italiano (Ufo robot, Rigel, Venusia, Alcor, Vega, Goldrake, Pianeta Terra, Atlas UFO Robot, Procton) dell'introvabile LP Atlas UFO Robot, cantati, tra gli altri, da Fabio Concato (Rigel, Procton, nonché cori in tutte le altre) e Dominique Regazzoni (Venusia). Nel film si può inoltre ascoltare l'inedita versione strumentale della famosa sigla TV italiana UFO Robot, orchestrata da Vince Tempera (che in un'intervista ha dichiarato di avere ottenuto proprio con la canzone UFO Robot il suo maggior successo di vendite). Il basso è suonato da Ares Tavolazzi, ex componente degli AREA.[9]
Il secondo film, Goldrake l'invincibile, raccoglie gli episodi con le prime apparizioni di Maria Grace Fleed, mentre il terzo, Goldrake addio, contiene tra gli altri l'episodio 71 (titolo giapponese Morus, il capo della guardia dal tragico destino), uno dei pochi non trasmessi nella edizione TV italiana, e come sigla di testa presenta la versione strumentale della sigla originale giapponese prelevata direttamente, con tanto di effetti sonori, dalla musica di sottofondo che accompagna la corsa di Actarus verso il suo robot, nell'hangar sotterraneo.

Nel film di montaggio Mazinga contro gli Ufo Robot, uscito nelle sale italiane nel 1978, è contenuto anche il cortometraggio UFO Robot Goldrake contro il Grande Mazinga, che può considerarsi a tutti gli effetti un episodio cinematografico della serie televisiva, in quanto compatibile con la storyline di questa, eccezion fatta per la distruzione del TFO, il disco volante di Alcor/Koji, di cui propone una versione alternativa.

Goldrake, infine, compare anche nel film di montaggio Gli Ufo Robot contro gli invasori spaziali, uscito nei cinema italiani nel 1979, in cui è contenuto il mediometraggio Il Grande Mazinga, Getta Robot G, UFO Robot Goldrake contro il Dragosauro, del 1976.

Goldrake in home video

Dopo circa trent'anni dalla trasmissione televisiva, la serie è ritornata in Italia per il mercato home video in una edizione integrale in 12 DVD curata e prodotta dalla d/visual. La versione home video è stata però ridoppiata e non contiene il vecchio doppiaggio RAI del 1978, mentre i dialoghi sono stati ampiamente rivisti per correggere tutte le imprecisioni e gli errori dell'adattamento precedente. Ad oggi, tuttavia, non è stata ancora completata.

Note sui nomi

Il nome Grendizer deriva secondo alcuni dal Gren, il metallo alieno di cui sarebbe fatto il robot, mentre altri sostengono più semplicemente che derivi dalla parola inglese grand (grandioso, imponente). L'origine del nome italiano del robot è avvolta nel mistero e le uniche persone che avrebbero potuto fornire informazioni attendibili, gli autori del doppiaggio televisivo Annibale Roccasecca e Willy Moser, sono entrambe decedute. Secondo la tesi più accreditata, tuttavia, il nome viene dalla Francia, dove la serie fu importata in esclusiva per l'Europa da Jacques Canestrier di Antenne 2, e dove la RAI l'acquistò. In particolare, Goldrake appare come l'anglicizzazione di Goldoràk, il nome inventato dallo stesso Canestrier. Per quanto riguarda, invece, il nome della serie, Atlas UFO Robot è il frutto di una vera e propria svista dei funzionari RAI: come detto, la serie fu acquistata in Francia e, come ogni programma televisivo, era accompagnata da quella che gli addetti ai lavori chiamano guide book, ossia la scheda illustrativa, in francese chiamata atlas, cosicché la dicitura Atlas UFO Robot stampata sulla guida fu scambiata per il titolo originale della serie.[10] Il nome Goldrake in quanto tale è comunque un evidente inglesismo: in inglese, infatti, esso può leggersi come una crasi dei due vocaboli golden (dorato) e drake (voce arcaica per 'drago'), che ben si addice ad un'opera proveniente dall'Estremo Oriente. D'altro canto, molti sostengono che si tratterebbe della fusione dei nomi Goldfinger e Mandrake, anche se questa sembra essere più verosimilmente l'origine del nome di un altro Goldrake, "Goldrake, l'agente playboy" (Edizioni EP), un fumetto italiano per adulti realizzato da Renzo Barbieri e Sandro Angiolini nel 1966. In ogni caso non esistono prove di un rapporto di derivazione tra il nome del fumetto e quello dell'adattamento italiano dell'anime.[11]

I nomi italiani dei personaggi, mutuati quasi tutti dall'adattamento francese, sono di pura fantasia, ad eccezione di Alcor, Mizar e Rigel, che come Vega (Alpha Lyrae) sono nomi propri di origine araba di altrettante stelle. Alcor e Mizar (Zeta UMa) si trovano nella costellazione dell'Orsa Maggiore e sono un sistema binario di stelle doppie, mentre Rigel (Beta Orionis), pure doppia, si trova in quella di Orione. Actarus, invece, è la trascrizione fonetica della pronuncia inglese di Arcturus (Alpha Bootis), nella costellazione di Boote. Venusia viene chiaramente dall'aggettivo venusiana, ossia del pianeta Venere, mentre Procton deriva probabilmente dall'inglese proton (protone), o più verosimilmente è una trasformazione del nome francese del personaggio, Procyon, che pure è una stella (doppia).[12]

Goldrake nel mondo

Galleria immagini

Note

  1. Videointervista a Luigi Albertelli, Vince Tempera e Alberto Tadini, successo che venne poi replicato con la sigla della seconda serie intitolata Goldrake.
  2. Template:Cita web
  3. cfr. Alessandro Montosi, Ufo Robot Goldrake. Storia di un eroe nell'Italia degli anni ottanta, Coniglio Editore, 2007, pp. 7 e segg.
  4. Scheda di Atlas Ufo Robot su Antoniogenna.net.
  5. Alcune immagini originali della presentazione della Elmi che accompagnano un'intervista radiofonica a Romano Malaspina.
  6. 6,0 6,1 Template:Cita web
  7. cfr. Paolo Buscaglino Strambio. Pericolo Giallo. I cartoni giapponesi e il loro impatto sul pubblico. ADAM Italia-Lulu.com, 2008, p. 14.
  8. cfr. Luca Raffaelli in Mangazine, Hobby Fumetto, n. 4, maggio-giugno 1990, p. 9. Vedi pure Template:Cita web
  9. Tavolazzi e Tempera si erano conosciuti e frequentati dai tempi della comune militanza nei The Pleasure Machine trio composto anche da Ellade Bandini, anch'egli richiamato da Tempera per suonare la batteria in questa occasione
  10. Template:Cita web
  11. cfr. Alessandro Montosi, op. cit., p. 82.
  12. Sui nomi degli adattamenti francese ed italiano in generale cfr. soprattutto Alessandro Montosi, op. cit., pp. 43 e segg.; pp. 79 e segg.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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