Harlock Saga - L'anello dei Nibelunghi

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Versione delle 15:02, 30 nov 2011

Cover DVD di Harlock Saga - L'anello dei Nibelunghi

Harlock Saga - L'anello dei Nibelunghi (ハーロック・サーガ ニーベルングの指環, Hārokku Sāga Nīberungu no yubi wa) è un adattamento in chiave fantascientifica dell'opera di mitologia norrena di Richard Wagner: L'anello del Nibelungo, realizzato da Leiji Matsumoto. Ne è stata realizzata una serie di 6 OAV nel 1999, e anche un manga pubblicato in Italia dalla Hazard Edizioni con il titolo: "L'anello del Nibelungo". Nella serie OAV le musiche sono quelle di Richard Wagner rielaborate da Kaoru Wada ed eseguite dalla Moscow Philharmonic Orchestra.

Le due diverse traposizioni, come nelle abitudini dell'autore, sono differenti; la serie animata ha trama più breve e racconta soltanto l'inizio delle vicende presenti nel manga.

L'anime

Al centro dell'universo c'è il pianeta del Valhalla, residenza degli dei, un luogo ove il tempo non scorre mai. Tale proprietà è garantita dal suono degli organi gemelli, suonato dalle celebranti di Odino, due ragazze pure e somiglianti: Mime dei nibelunghi e Freyja degli dei; il suono degli organi si propaga dal centro fino alle estremità del cosmo, e fa sì che il tempo scorra tanto più rapidamente tanto maggiore è la distanza dalla sorgente sonora.

Mime del popolo dei nibelunghi, è anche la navigatrice dell'Arcadia. Improvvisamente costei sparisce senza dare nessuna spiegazione all'equipaggio; la ragione è che sa che gli eventi stanno per precipitare: Alberich, suo fratello, ha deciso di vendicare la soggiogazione millenaria operata dagli dei sul suo popolo, e si mette a guida della ribellione. Conscio di non avere gioco contro il potere degli dei, Alberich decide di rubare l'oro del Reno, il pianeta sacro, e di farlo forgiare con l'inganno ad un capace artigiano terrestre: il giovane Tadashi Daiba. Rubato l'oro sacro l'equilibrio dell'universo comincia ad incrinarsi, ed Odino ordina agli orribili giganti Fafner e Fasolt di costruirgli una fortezza spaziale per contenere l'attacco dei rivoltosi. Costoro chiedono in pagamento la mano della bella dea Freyja, di cui sono entrambi innamorati; Odino acconsente con la mezza idea di non mantenere il patto: di quella celebrante non gli importa nulla, qualsiasi ragazza pura e portata per la musica potrebbe sostituirla, ma per ora gli serve. Freyja si rifiuta di avere a che fare con i giganti, e scappa con Harlock.

Recuperata Mime, Capitan Harlock e la sua Arcadia vengono accolti nella fortezza dei giganti, giusto in tempo per l'attacco dei ribelli. All'inizio la battaglia è tutta degli dei; poi Alberich scatena il potere dell'Anello riuscendo ad annientare le forze divine, ma viene in seguito intrappolato dalla fortezza dei giganti, una prigione inaccessibile, dal di dentro e dal di fuori. Harlock è molto contrariato: se l'Oro non tornerà al suo posto l'intero universo decaderebbe, e così scende nella pancia della fortezza per incontrare Alberich e recuperare l'Anello. Per annullare il potere dell'Oro la fortezza usa il "drago", un fluido corrosivo addensato con i peggiori sentimenti, che la tecnologia sperimentale dei giganti fatica a contenere, e che anzi è pronto ad uscire e a contaminare l'universo.

Harlock si scontra con Alberich, gli prende l'Anello, e poi scappa con L'Arcadia; la fortezza collassa sotto la forza del drago ed esplode scagliando in ogni dove il fluido del drago, che va a contaminare l'universo seminando malvagità; in compenso ora l'Oro può essere rimesso al suo posto, e l'equilibrio dell'universo ripristinato. I nibelunghi restano sconfitti, gli dei sono umiliati dall'ardimento dei "miserabili" terrestri; Capitan Harlock comprende che ora la sua opera di giustiziere solitario si è fatta più difficile.

In questa serie animata sono presenti molti personaggi ideati dall'autore, che fanno principalmente da cameo. La trama fantascientifica non ingrana benissimo con gli aspetti mitologici (come nelle consuetudini dell'autore, attento alla sublimazione dei contenuti e non alla loro enunciazione); a molti degli interrogativi che potrebbero sorgere negli spettatori non sì dà nessuna risposta. Nelle scene finali del'ultimo atto "il sesto" ,viene riportata una brevissima sequenza dove un' astronave attraversa il temibile fluido del drago del tutto identica all'argo di Star Blazers.

Tutti i personaggi, compreso Harlock, non sono gli artefici della storia, che prosegue per conto suo guidata da forze grandiose e inarrestabili; tranne alla fine, dove Harlock sfugge al drago rubandogli l'Oro, la sua preda maledetta (sbiadito richiamo al noto Sigfrido).

Matsumoto è noto per inserire un tema di fondo, quasi politico, nelle sue opere; in questa possiamo vedere l'arroganza aristocratica e indolente degli dei, che si ritengono superiori a tutte le altre creature; compresi i nibelunghi, a loro assai simili, soltanto perché gli è riuscito di soggiogarli. Gli stessi nibelunghi non si dimostrano migliori, decidendo di condannare l'intero universo all'annientamento pur di ottenere vendetta. L'Arcadia non desta in nessuno dei due contendenti la minima preoccupazione, perché costruita e guidata da dei primitivi umani; Harlock deve a tanta indifferenza il suo arrivo nella zona delle manovre, perché gli dei, impegnati con i nibelunghi, non si preoccupano di annientarlo. Capitan Harlock annuncia agli dei i suoi intenti di soccorso, ma mortifica il potente Odino, dicendogli che non lo fa per i suoi repellenti comodi, ma per salvare l'universo. Al termine della storia non c'è il classico lieto fine: i rapporti di forza erano ben precisi; le differenze di status motivate; chi comandava e chi obbediva rimangono ai loro posti, ma l'operato di Capitan Harlock (un essere insignificante e primitivo che salva la situazione compiendo l'impossibile) mostra a tutti i personaggi come le cose dovrebbero andare in maniera di molto differente, qualsiasi giustificazione si voglia addurre, per quanto ragionevole sia, a sostegno di uno status quo ingiusto.

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