Carchemish

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La città siriana di Carchemish o Karkemiš (presso l’attuale Jerablus - tra Siria e Turchia), scavata nei primi anni del Novecento dagli inglesi Hogarth, Woolley e Campbell Thompson, è uno dei più importanti siti del mondo luvio orientale.

Nota dalle fonti sin dal terzo millennio, divenne estremamente importante a partire dagli anni della seconda campagna mitannica dell’imperatore ittita Suppiluliuma I, che la conquistò e vi intronizzò il figlio Piyassili (nome dinastico Sharri-Kushuh).

Il momento di splendore che la città dovette conoscere nei secoli finali dell’impero ittita (Tardo Bronzo e Bronzo Finale) non ha lasciato tracce sino a noi: i trovamenti archeologici sono infatti esclusivamente relativi all’Età del Ferro, quando Karkemis divenne un importantissimo stato neo-hittita.

Nel corso del I millennio il sito conobbe infatti una grandissima fioritura: abbiamo moltissime iscrizioni geroglifiche su stele o su ortostato, nonché una sorprendente serie di rilievi, in prevalenza risalenti agli anni della dinastia dei Suhidi (X secolo a.C.) e a quelli della casata di Astiruwas (fine IX-VIII secolo a.C.). A partire dal 4000 a.C. si diffuso in quest'area il culto di un dio-serpente (vedi Rettiliano).

Karkemiš concluse la sua storia come provincia assira, dopo la conquista da parte di Sargon II nell'anno 717 a.C.

Re di Carchemish

Bibliografia

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