Inferno
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Versione delle 09:34, 1 mar 2019
Inferno è un film thriller del 2016, diretto da Ron Howard e basato sull'omonimo romanzo best-seller di Dan Brown.
Tom Hanks riprende il ruolo del professore di simbologia Robert Langdon, già interpretato nei film Il codice da Vinci e Angeli e demoni, affiancato da Felicity Jones, Omar Sy, Sidse Babett Knudsen, Ben Foster e Irrfan Khan.
Le riprese sono cominciate il 27 aprile 2015 a Venezia e sono terminate il 21 luglio 2015. L'uscita era inizialmente prevista per il 18 dicembre 2015, ma è stata spostata di quasi un anno, al 13 ottobre 2016, causa l'uscita quasi contemporanea del blockbuster Star Wars: Il risveglio della Forza[1].
Indice |
Trama
Prologo
Il film inizia con la fuga per le vie di Firenze di un uomo rincorso da tre inseguitori. Il fuggitivo è Bertrand Zobrist, un miliardario transumanista e fanatico di Dante: la sua folle idea è quella di provocare un'epidemia di peste per bloccare da subito la crescita demografica. L'alternativa, secondo la sua visione apocalittica del futuro, sarebbe un sovraffollamento del pianeta che in poche decine di anni porterebbe addirittura alla fine dell'umanità. L'obiettivo degli inseguitori è quello di farsi consegnare e mettere in sicurezza i campioni di virus prodotti. Per sfuggire alla caccia Zobrist sale sul campanile della chiesa di Badia Fiorentina, e quando viene raggiunto, trovandosi senza vie di fuga, si getta nel vuoto.
Il risveglio in ospedale e la fuga
Due giorni dopo, Robert Langdon si sveglia in un ospedale a Firenze, senza ricordare ciò che gli è accaduto nelle ultime quarantotto ore. Al risveglio trova una giovane dottoressa, Sienna Brooks, e l'infermiere Marconi, che gli raccontano che qualcuno gli ha sparato e che è stato colpito di striscio alla tempia. Il colpo gli ha provocato un'amnesia temporanea. Sienna, che è stata ai suoi tempi una bambina prodigio, racconta a Langdon di averlo conosciuto e di avergli anche parlato quando all'età di 9 anni aveva assistito a una sua conferenza. All'improvviso nel corridoio dell'ospedale irrompe Vayentha, una donna che indossa la divisa dei Carabinieri, che inizia a sparare colpendo a morte Marconi. Sienna si barrica in camera e fugge con Langdon lungo le scale di servizio. In strada i due fuggitivi salgono a bordo di un taxi che viene raggiunto dai colpi di Vayentha che per fortuna vanno a vuoto. Durante il tragitto verso la casa di Sienna dove la dottoressa pensa di rifugiarsi Langdon ha delle visioni apocalittiche incentrate sull'Inferno di Dante. Nelle visioni al centro del mare di fuoco e di morte compare sempre una donna velata.
Arrivati nell'abitazione, quando Sienna si sposta in un'altra stanza per cercare dei vestiti puliti per Langdon, il professore ne approfitta per aprire il computer e consultare la propria casella di posta elettronica. Trova un'email inviata dall'amico e studioso Ignazio Busoni che gli comunica di essere ricercato dalla polizia. Ignazio scrive anche che ciò che hanno rubato si trova al sicuro. Infine, oltre ad indicare il nome di Zobrist, aggiunge un messaggio misterioso: "Paradiso 25". Langdon si accorge di non avere più al polso il suo inseparabile orologio di Topolino, un regalo dei suoi genitori. Una ricerca su internet consente di rintracciare alcuni video in cui Zobrist incita i suoi discepoli ad agire per bloccare la crescita demografica.
Frugando nei propri vestiti Langdon trova nella tasca della giacca una biocapsula usata per trasportare del materiale biologico. Con sua sorpresa la capsula si apre quando vi appone il pollice. All'interno vi è un sigillo d'osso che a sua volta contiene un micro proiettore che proietta la mappa dell'Inferno di Dante disegnata da Botticelli. Langdon si accorge che nella copia del dipinto sono inserite delle lettere e che la successione dei gironi infernali è stata modificata. Si tratta di un primo indizio che porta al virus, un anagramma da decifrare. Langdon decide di chiamare il Consolato americano per chiedere aiuto ma su suggerimento di Sienna fornisce l'indirizzo di un albergo il cui ingresso è visibile dalla finestra della casa. Come aveva previsto Sienna dopo poco vedono arrivare Vayentha. Nello stesso istante sopraggiunge una squadra di intervento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha rintracciato il nascondiglio di Langdon intercettando il collegamento alla casella di posta elettronica. Il gruppo è guidato da Christoph Bouchard uno degli uomini che stavano inseguendo Zobrist per recuperare i campioni del virus.
In quel momento la scena si sposta a bordo di una nave al largo dell'Adriatico. L'imbarcazione è in realtà la centrale operativa di una società, The Consortium, che si occupa di sicurezza nella più grande segretezza. Il capo dell'organizzazione, un uomo che si fa chiamare il "Rettore", ha ricevuto un video da Zobrist che sarà reso pubblico il giorno successivo. Il Rettore, contravvenendo alle istruzioni del suo cliente, decide di guardare il video consegnatogli temendo che possa contenere dei riferimenti alla sua organizzazione. Scopre così che il filmato contiene un proclama di Zobrist che annuncia di aver diffuso il virus della peste che a breve porterà alla morte decine di milioni di persone: il Rettore è sgomento perché non avrebbe mai immaginato di essere stato parte di un piano criminale.
Palazzo Vecchio
In auto Sienna suggerisce la soluzione dell'anagramma "cerca trova" e Langdon ricorda che le parole sono contenute nel dipinto di Giorgio Vasari "La battaglia di Marciano" custodito nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Arrivati nei pressi dei Giardini di Boboli trovano tutte le strade bloccate dai carabinieri che assieme agli uomini dell'OMS stanno dando loro la caccia. Tra i militari c'è anche Vayentha che cerca l'occasione per uccidere Langdon ma i due ricercati riescono però ad entrare nei giardini scavalcando un muro perimetrale.
Per scovare i fuggitivi viene utilizzato anche un drone ma Langdon e Sienna riescono a nascondersi tra gli alberi. Langdon ricorda che dal Giardino si accede al Corridoio Vasariano che collega Palazzo Pitti a Palazzo Vecchio passando attraverso la Galleria degli Uffizi. I due riescono ad accedere al Corridoio e ad arrivare nel Salone dei Cinquecento. Bouchard che coordina le indagini con la dottoressa Elisabeth Sinskey, dirigente dell'OMS, decide di cambiare strategia nell'inseguimento e di provare ad anticipare le mosse del professore.
Mentre si trovano di fronte al dipinto di Vasari Langdon viene riconosciuto da Martha Alvarez, una curatrice del museo che, secondo le sue parole, avrebbe assistito nei giorni precedenti il professore e l'amico Busoni durante le loro ricerche. Con uno stratagemma Langdon si fa raccontare quali sono state le sue attività durante le ore di permanenza al museo. Martha li accompagna nella stanza dove si trova la maschera mortuaria di Dante, un'opera che il museo conserva per i visitatori, ma che è in deposito per conto del suo reale proprietario, che si scopre essere proprio Zobrist. Il riferimento alla maschera torna con un altro indizio che era contenuto nell'immagine proiettata dal sigillo: "la verità si trova dietro agli occhi del morto". Entrati nella stanza si trovano di fronte alla teca vuota che conteneva il calco: vengono attivate subito le misure di sicurezza e vengono ispezionate le riprese delle telecamere. La visione dei filmati con sorpresa di tutti e con lo sgomento del professore mostra proprio Langdon e Busoni mentre rubano la maschera. Sfruttando l'attimo di smarrimento generale Sienna riesce a chiudere nella stanza gli uomini della sicurezza utilizzando il pass di Martha. Sienna e Langdon riprendono la fuga ma scoprono che tutte le uscite sono bloccate dagli uomini dell'OMS e dai carabinieri. Langdon conosce però un passaggio segreto che porta al di sopra del soffitto ligneo del Salone dei Cinquecento. Una caduta accidentale di Sienna provoca dei rumori che vengono colti da Vayentha. L'arrivo del sicario sembra non dare scampo a Langdon, ma Sienna riesce a colpirla e farla cadere nel vuoto.
L'indizio del canto XXV del Paradiso viene interpretato con riferimento al Battistero di San Giovanni, che Dante ricorda nei suoi versi. Dopo essere usciti da una porta secondaria ed essere entrati nel Battistero in restauro trovano proprio nel fonte battesimale la maschera del Poeta. La parte posteriore è ricoperta da una pittura idrosolubile che una volta rimossa rivela un messaggio contenente un nuovo indizio che sembra condurre a Venezia. Nel Battistero vengono raggiunti da Bouchard che cerca di convincerli di essere dalla loro parte accusando la dottoressa Sinskey di condurre un doppio gioco per trovare il virus e rivenderlo al miglior offerente ma Langdon inizia a dubitare del racconto poiché conosce molto bene la dottoressa con cui ha avuto in passato una relazione. I tre partono insieme per Venezia ma Langdon è ormai convinto che sia Bouchard che vuole trovare il virus della peste per rivenderlo al miglior offerente. Arrivati alla stazione di Padova finge di stare male e con l'aiuto di Sienna riesce a colpire alla testa l'agente e a scendere dal treno.
Venezia
Sulla terrazza dei cavalli di San Marco Langdon capisce di essersi sbagliato: chiede informazioni ad una guida e si rende conto che il Doge a cui fa riferimento il messaggio sul retro della maschera è Enrico Dandolo, la cui tomba si trova nella Basilica di Santa Sofia a Istanbul, in Turchia. Dalla terrazza Langdon e Sienna vedono arrivare Bouchard e fuggono nei sotterranei della Basilica ma, mentre Langdon sta per uscire, viene intrappolato da Sienna, la quale prima di lasciarlo gli confessa di essere stata l'amante di Zobrist: ora sa dove si trova il virus e può portare a termine il progetto dell'uomo che ha amato. In un flashback Sienna e Zobrist sono assieme e l'uomo le promette che le avrebbe fatto avere degli indizi per trovare il virus e completare la sua missione nel caso in cui gli fosse successo qualcosa. Rimasto all'interno della Basilica Langdon viene raggiunto da Bouchard che lo tramortisce e lo porta con sé.
Nello stesso istante il Rettore confessa alla dottoressa Sinskey il ruolo avuto nella vicenda: la sua società di sicurezza era stata ingaggiata da Zobrist per portare avanti i propri piani senza che lui sapesse quale fosse la verità che si nascondeva dietro il progetto. Sinskey accetta l'aiuto e il gruppo operativo dell'OMS con il Rettore si dirigono a Venezia.
Bouchard ha nel frattempo portato Langdon in un deposito di gondole e sotto la minaccia di una pistola gli intima di dirgli dove è secondo lui il luogo dove è custodito il virus. L'interrogatorio di Bouchard viene interrotto dall'arrivo del Rettore che lo colpisce e lo uccide. Il Rettore confessa a Langdon come in realtà si sono svolti i fatti: si è trattato di una messa in scena organizzata per conto di Sienna. Vayentha e Marconi erano tutti suoi agenti e il finto agguato con pallottole a salve era stato organizzato perché lui si fidasse della dottoressa Sienna e la conducesse attraverso la scoperta dei vari indizi a trovare quello che lei voleva. La perdita di memoria e le allucinazioni erano state il risultato di una iniezione di sostanze chimiche che gli avevano fatto dopo che lo avevano rapito mentre era in compagnia di Elisabeth. Solamente in un secondo tempo aveva comandato a Vayentha di ucciderlo per nascondere le tracce del coinvolgimento della sua organizzazione nella vicenda dato che anche l'OMS lo aveva ingaggiato per tramite della dottoressa Sinskey per decifrare i messaggi e rintracciare il virus. Ora Langdon inizia ricordare e si rende conto che la donna velata che vede nelle sue allucinazioni era proprio Elisabeth.
Istanbul
Nello stesso istante Sienna, arrivata ad Istanbul, incontra un discepolo di Zobrist e con la complicità di un terzo uomo che procura degli ordigni si prepara a provocare un'esplosione che avrebbe fatto fuoriuscire il virus dalla sacca.
All'arrivo a Istanbul, Langdon, Sinskey e il Rettore si dirigono alla Basilica di Santa Sofia dove, accompagnati dal responsabile del museo, ispezionano la tomba del Doge Enrico Dandolo. Come suggerito dal messaggio scritto sul retro della maschera di Dante Langdon cerca la fonte d'acqua che si sente scorrere sotto il pavimento: sono le condutture che portano alla Basilica cisterna.
All'interno degli atrii sotterranei della cisterna si sta svolgendo un concerto a cui partecipano moltissime persone; la polizia e gli esperti della sicurezza biologica irrompono nei sotterranei mentre vengono bloccate tutte le comunicazioni nella zona. Sinskey, Langdon e il Rettore partecipano alle ricerche della sacca mentre le sale vengono fatte evacuare nella confusione più totale. Il Rettore intercetta Sienna e la insegue riuscendo a colpire i suoi due complici, ma ferito da un colpo di pugnale viene ucciso da Sienna.
Langdon raggiunge Sienna e la prega di rinunciare al suo proposito di diffondere il virus. La donna non lo ascolta e preme il pulsante del telefono per far esplodere la bomba ma per fortuna la polizia aveva fatto in tempo a tagliare le comunicazioni. Sienna si tuffa in acqua e posiziona la bomba più vicina che può al virus, proprio nel momento in cui Sinskey ha trovato la sacca e la sta ponendo in un apposito contenitore isolante. La bomba esplode proprio nel momento in cui il contenitore viene chiuso uccidendo Sienna, ma l'onda d'urto colpisce il contenitore che sbatte contro una colonna facendo aprire la sacca. Sinskey riesce a sua volta a recuperare il contenitore ma viene aggredita da uno dei complici di Sienna che seppur ferito è sopravvissuto alla colluttazione con il Rettore. In suo soccorso interviene Langdon che riesce a trattenere l'uomo e farlo uccidere dalle forze speciali, consentendo a Sinskey di attivare il sistema di sicurezza del contenitore.
Successivamente, all'arrivo dell'intera squadra dell'OMS Langdon e Sinskey vengono scortati fuori dalla cisterna e vengono soccorsi dai paramedici. Langdon chiede alla dottoressa di restare insieme con lui, ma mentre lei sta per rispondergli viene chiamata da un suo collaboratore per rispondere alle domande dei giornalisti. Prima di separarsi da lui Elisabeth consegna a Langdon il suo orologio che aveva raccolto la sera del suo rapimento, i due si scambiano un bacio e si separano.
Finale
Il film si conclude con Langdon in visita a Palazzo Vecchio che ripone la maschera di Dante al suo posto e mentre sta per uscire segnala alla guardia di accendere i faretti di illuminazione.
Aspetto ufologico
Il nefasto influsso degli illuminati/satanisti è qui mostrato in una versione corretta e ribaltata della Teoria del complotto sulle malattie aliene. Vedi teoria del complotto. L'aspetto ufologico consiste nel fatto che gli alieni energetici sembra che si cibino delle nostre emozioni, i positivi (come i felinoidi) di una certa energia animica, i negativi (come i cariani) della nostra sofferenza (e se la procurerebbero scatenando guerre intra-planetarie nella fase di formazione ed extra-planetarie tra fg e draconiani e seminando pandemie come peste o aids). Vedi Teoria alimentare sugli alieni.
Differenze tra film e libro
- Nel film non viene data informazione della morte di Busoni dato che egli stesso scrive nella mail a Langdon che è ricercato e che se la caverà.
- L'indizio "Paradiso venticinque" viene detto dalla segretaria di Busoni in seguito alla sua morte mentre Langdon e Sienna sono a Palazzo Vecchio, mentre nel film viene scritto da Busoni a Langdon.
- Nel libro il Rettore non viene mai chiamato per nome e non si scopre quale sia. Nel film tale personaggio si chiama Harry Sims.
- Nel film non è presente il personaggio di Jonathan Ferris mentre nel libro è la stessa persona che veste i panni del dottor Marconi.
- La dottoressa Sinskey viene incontrata da Langdon sulla nave del Rettore nel libro, mentre nel film i due si incontrano prima di partire per Istanbul.
- Nel film ci viene detto che la dottoressa Sinskey e Robert Langdon si sono incontrati precedentemente da giovani e che sono andati vicini ad intraprendere una relazione sentimentale. Nel libro i due non si sono affatto conosciuti in passato.
- La dottoressa Sinskey nel libro ha 61 anni e ha i capelli bianchi di una tonalità argentea. Nel film i capelli sono totalmente neri e l'età del personaggio non viene rivelata, dando l'impressione allo spettatore che la dottoressa sia sulla cinquantina.
- Il personaggio di Christoph Brüder viene chiamato Cristoph Bouchard.
- Nel libro è Ferris che incontra Langdon e Sienna al Battistero e che viaggia con loro a Venezia e non Bouchard.
- Nel libro Ferris ha un malore dentro la Basilica di San Marco a Venezia, nel film data l'assenza del personaggio è Bouchard che viaggia con loro. L'agente viene intrappolato nel treno e poi successivamente li localizza alla Basilica di San Marco, iniziando ad inseguirli.
- Nel libro Vayentha non è travestita da carabiniere ed ha una particolarissima pettinatura con i capelli irti.
- Nel libro il Mendacium, base operativa del Consortium, è descritto come un grande yacht molto lussuoso. Nel film tale imbarcazione (visibile solo in pochissime scene) ha l'aspetto di un'anonima nave mercantile.
- Nel libro è Bouchard che aiuta Langdon e la Sinskey a trovare il virus e non il Rettore.
- Nel libro Langdon e Sienna non raggiungono il piazzale di Porta Romana noleggiando un'auto ma a bordo di un trike, venendo inseguiti dalla squadra SRS
- Nel film Bouchard viene ucciso dal Rettore a Venezia in difesa di Langdon, mentre nel libro i due sono alleati con Langdon e la Sinskey.
- Nel libro l'agente Bruder non muore, contrariamente a quanto accade nel film a Bouchard.
- Nel film il ruolo di Bouchard è completamente diverso da quello dell'agente Brüder. Bouchard infatti vorrebbe trovare il virus per rivenderlo a caro prezzo, rivelandosi come un traditore dell'OMS. Nel libro Brüder è un agente che collabora attivamente sia nella ricerca di Langdon e Sienna, sia per cercare di trovare la sacca del Virus a Istanbul per la sua neutralizzazione.
- Nel libro Langdon e Sienna sono alla ricerca di una copia della Divina Commedia per poter risolvere l'indizio "Paradiso venticinque", approdano prima al museo della Casa di Dante, dove speravano di trovare il celebre poema nel bookshop, ma scoprono che è chiuso, essendo un lunedì; nella chiesa di Beatrice poi, dove riescono a consultare internet da un iPhone di una turista inglese. Nelle prime terzine del canto si trova un preciso riferimento al battistero di San Giovanni. Nel film è lo smartphone di Sienna che consente di consultare le terzine del venticinquesimo canto del Paradiso, subito dopo l'uscita dal corridoio Vasariano.
- Nel libro il Rettore viene arrestato dalla polizia turca mentre nel film viene ucciso da Sienna.
- Nel film viene solo detto dal Rettore di essere a capo di una agenzia che nasconde i suoi clienti. Nel libro tale agenzia ha un nome e viene chiamata Consortium.
- Nel film il Rettore viola il proprio protocollo fin dai primi minuti nonostante Knoltown glielo sconsigli. Nel libro questa azione avviene molto più tardi, poco prima delle vicende veneziane, e su insistenza di Knowlton che consiglia più volte al Rettore di vedere il video di Zorbist e di violare il proprio protocollo.
- Nel libro il personaggio di Marta Alvarez aiuta per prima Langdon a scoprire chi ha trafugato la maschera di Dante e poi successivamente, scoperto che il ladro è Langdon stesso, riesce a farsi confessare la sua perdita di memoria e poi decide anche di aiutare l'agente Bruder a cercarlo. Nel film invece dopo che Marta scopre il furto di Langdon riceve qualche spiegazione prima di farsi rinchiudere nella camera senza riapparire in seguito.
- Nel libro il personaggio di Sienna è più approfondito e dettagliato rispetto alla sua versione cinematografica. Nel romanzo infatti viene spiegato con più chiarezza, tramite un flashback di Sienna, il suo passato tragico e la sua personalità ed anche ciò che ha portato la ragazza alle sue calvizie e a seguire Bertrand Zobrist. Nel film alcuni dettagli sono trattati al minimo e altri sono assenti. Nel film infatti vengono dati solo brevi cenni del suo QI elevatissimo (208) e delle sue grandi doti recitative, inoltre sempre nel lungometraggio cinematografico non viene neanche citato il nome completo di Sienna (Felicity Sienna è quello completo), e non ha nessuna calvizie, dettaglio che rende i suoi capelli veri e non una parrucca bionda come accade nel romanzo. Nella versione cinematografica inoltre il personaggio è meno tragico e dà l'impressione di voler seguire Bertrand perché vorrebbe davvero ridurre la popolazione con la pestilenza rendendolo diverso dalla versione cartacea.
- Nel libro è una vecchia conoscenza italiana di Robert Langdon, ossia Di Veio, ad aiutarlo a risalire ad Enrico Dandolo. Nel film, Sienna e Langdon chiedono informazioni ad una guida turistica, presente sulla balconata della Basilica, ottenendole senza troppi giri di parole.
- Nel libro Robert Langdon non fa in tempo a rivelare a Sienna l'ubicazione della tomba di Enrico Dandolo, ma riesce a farla scappare dalla Basilica di San Marco, mentre lui viene catturato della squadra SRS. In seguito alla cattura Langdon verrà portato al Mendacium dal rettore che gli rivelerà la relazione amorosa tra Sienna e Zobrist e del probabile raggiro subito da lei. Nel film invece Langdon riesce a rivelare a Sienna l'ubicazione della tomba del Doge direttamente alla Basilica di San Marco, per poi tentare la fuga da Bouchard. Dopo aver fatto fuggire Sienna attraverso la grata è lei stessa che la richiude e sempre lei confessa a Langdon tutti i raggiri che gli aveva fatto, oltre a rivelargli di persona di essere la fidanzata di Bertrand Zobrist. Inoltre nel film viene sottolineato da Sienna Brooks che Langdon indossa gli abiti di Zobrist in sostituzione ai suoi.
- Principale differenza: nel libro il virus non è una semplice peste ma altera il codice genetico delle persone rendendone sterile circa un terzo ed è già in circolazione da una settimana: Langdon e la Sinskey trovano la sacca già disciolta. Inoltre quando Sienna nota Langdon a Santa Sofia dapprima fugge, poi ritorna da lui per confessargli tutto, dall'amore per Zobrist al fatto che volesse contenere il virus e non diffonderlo (nel film ciò avviene a Venezia). Nel film il virus è ancora nella sacca, e questa è intatta ed è Sienna che cerca di diffonderlo, a costo della sua stessa vita; il virus, comunque, fuoriesce dalla sacca solo dopo esser stato contenuto in uno speciale recipiente di contenimento dell'OMS e non entrerà mai in circolazione.
- Alla fine del libro Sienna e Sinskey collaboreranno insieme per contrastare gli effetti del virus e diventano amiche, mentre nel film ciò non accade. Sienna perde la vita nella cisterna, nel tentativo di far diffondere il virus contenuto nella sacca.
- Nel libro viene data importanza al movimento del Transumanesimo di cui Bertrand Zobrist e Sienna Brooks sono favorevoli e aderenti. Viene esplicata l'ideologia del movimento, gli scopi e soprattutto i nomi in codice che possiedono i suoi membri (quello di Felicity Sienna è FS-2080). Nella versione cinematografica non viene fatta alcuna menzione del transumanesimo e ciò comporta drastici cambiamenti nella caratterizzazione dei personaggi. Zobrist infatti viene visto come un genio catasfrofista e Sienna come una sua fanatica seguace, cosa che nel libro è trattata in modo diverso. Tale dettaglio contribuisce anche a rendere la natura del virus progettato da Zorbist diversa da quella del libro.
Cast
- Tom Hanks interpreta Robert Langdon, professore di simbologia all'Università di Harvard[2].
- Felicity Jones interpreta Sienna Brooks, la dottoressa che aiuta Langdon a scappare[3].
- Omar Sy interpreta Christoph Bouchard, il capo della squadra delle SRS[3].
- Ben Foster interpreta Bertrand Zobrist, uno scienziato transumanista deciso a risolvere il problema del sovraffollamento terrestre[4].
- Irrfan Khan interpreta Harry "il Rettore" Sims, il capo del Consortium, associazione che aiuta Zobrist nella sua missione[3].
- Sidse Babett Knudsen interpreta Elizabeth Sinskey, capo dell'OMS[3].
- Ana Ularu interpreta Vayentha, l'agente del Consortium a Firenze che ha l'ordine di seguire Langdon[4].
- Jon Donahue interpreta Richard[4].
Produzione
Il 16 luglio 2013 la Sony Pictures Entertainment ha incaricato Ron Howard di dirigere il quarto libro di Dan Brown Inferno, con una sceneggiatura di David Koepp[5]. L'Imagine Entertainment è stata scelta per produrre il film, mentre è stato annunciato che Tom Hanks avrebbe ripreso il ruolo di Robert Langdon[2]. Nell'agosto 2014 la Sony ha confermato l'accordo con Howard e Hanks e ha fissato l'inizio della produzione nell'aprile dell'anno seguente in Italia. Brian Grazer è stato incaricato di produrre il film con Howard[2].
Nel giugno 2013 Dan Brown, in occasione della Repubblica delle idee a Firenze, manifestazione organizzata dal quotidiano la Repubblica, ha fatto un appello a Roberto Benigni esprimendo il suo desiderio di volerlo nel cast del film. Circa una settimana dopo, il comico toscano ha affermato di essere interessato al progetto ed onorato che Dan Brown avesse pensato a lui, proponendogli un incontro. In seguito nessun altra notizia circa il coinvolgimento del comico.
Nel dicembre 2014, è stato riportato che Felicity Jones era in trattative per ottenere un ruolo nel film[6]. Il 17 febbraio 2015 lo studio ha annunciato ufficialmente il cast del film, comprendente la Jones, Omar Sy, Irrfan Khan e Sidse Babett Knudsen[3]. Nel marzo 2015, Ben Foster è stato scelto per interpretare un personaggio non specificato[4].
Riprese
La lavorazione del film è incominciata il 27 aprile 2015 a Venezia[7] per poi spostarsi, alla fine di aprile, a Firenze. Molte scene del film sono state girate a Budapest, in Ungheria[8]. Le riprese si sono concluse il 21 luglio 2015.
Il nome del film durante la lavorazione era Headache (Mal di testa), forse in riferimento al trauma subito da Langdon all'inizio della storia[9].
Promozione
Il primo teaser trailer viene diffuso il 9 maggio 2016.[10]
Distribuzione
Nel luglio 2013, la Sony aveva programmato la data dell'uscita nelle sale del film al 18 dicembre 2015, ma è stata spostata di quasi un anno, al 13 ottobre 2016, a causa dell'uscita quasi contemporanea di Star Wars: Il risveglio della Forza.[1]
La première mondiale del film si è tenuta a Firenze il 6 ottobre 2016, con la presenza di regista, cast e dello scrittore Dan Brown, che hanno presentato la pellicola nel Salone dei Cinquecento e proiettata al Teatro dell'Opera.[11] Il film è stato poi distribuito in Italia dal 13 ottobre seguente e negli Stati Uniti dal 28 ottobre.
Accoglienza
Incassi
A fronte di un budget di 75 milioni di dollari, il film ha incassato mondialmente più di 217,5 milioni di dollari, non riuscendo però ad avvicinarsi ai precedenti film tratti dai libri di Dan Brown. Infatti, Il codice da Vinci aveva incassato più di 750 milioni di dollari, mentre Angeli e demoni 485 milioni.[12]
Incongruenze storiche ed errori
- All'inizio del film, quando Bertrand Zobrist si affaccia dalla cima del campanile della Badia Fiorentina, vede sotto di lui Piazza della Signoria.La cosa è materialmente impossibile data la distanza.Quando poi si lascia cadere lo ritroviamo a terra tra via del Proconsolo e Piazza di San Firenze,anche in questo caso la cosa risulta solo un adattamento scenografico.
- I lussuriosi non si contorcono sotto la pioggia ma sono trasportati da “una bufera infernal che mai non resta” (Inf. V, 31). L’autore si confonde con i golosi.
- Il David di Michelangelo, per l'esattezza, non misura, in altezza, m. 5,20, bensì m. 5,17. Tuttavia quanto dichiarato nel film può essere considerata una approssimazione ragionevole.
- Non furono “gli uomini di Chiesa” a chiedere la morte di Copernico, ma Lutero e Calvino.
- Quello di Botticelli sull’Inferno non è un “quadro” ma una serie di disegni riportati a stampa da Niccolò di Lorenzo della Magna nel 1481.
- Nella decima fossa di Malebolge non c’è folla di peccatori semisepolti nel terreno o a testa in giù – questi sono i simoniaci della III bolgia – ma vi stanno i falsari.
- La morte di Buondelmonte de’ Buondelmonti non dette origine alle lotte tra guelfi e ghibellini ma tra le due fazioni guelfe dei Bianchi e dei Neri.
- È una chiacchiera gratuita e smentita dai più seri studiosi che Michelangelo avesse per amante Tommaso de’ Cavalieri.
- I teschi non sono una costante nella Divina Commedia o nell’Inferno. Ve ne appare uno solo – un cranio vivo– quello dell’arcivescovo Ruggieri, roso da Ugolino (Inf. XXXIII).
- Coloro che si mantennero “neutrali” – vale a dire, gli “ignavi” – non stanno nei “luoghi più caldi”, ma semplicemente fuori dell’inferno, nell’antinferno (canto III), rifiutati da Dio e da Satana.
- Dante non saltò nella vasca del Battistero ma ne ruppe le pareti a far defluire le acque onde salvare un bimbo – o uomo che sia – che stava affogando (Inf. XIX, 19/21).
- Le anime degli invidiosi – cucite le palpebre col fil di ferro – non debbono “salire” ma starsene ferme addossate le une alle altre in accosto alla ripa rocciosa, in attesa di scontare la pena (cornice II).
- L’angelo portiere del Purgatorio incide le 7 P soltanto a Dante che deve fare esperienza di tutte le balze e le anime purganti non debbono necessariamente passare o sostare per ciascuna. Stazio – cornice V – infatti, scontato il peccato di prodigalità, potrebbe salire subito in paradiso ma preferisce accompagnare Dante e Virgilio (Pg. XXI).
- Le balze del Purgatorio non sono a spirale tale che si tratterebbe di una sola cornice, ma sono gradoni paralleli raccordati tra loro da scalee intagliate nella roccia.
- La Mappa non è del Vasari ma di Botticelli.
- Nell’inferno dantesco non ci sono “fiumi di pece” ma solo un pantano, bollente e viscoso, sito nella V bolgia ove sono a cuocere i barattieri.
- Enrico Dandolo, il doge veneziano, aveva espugnato la cittadella di Bisanzio il 17 luglio del 1203 e non nel 1202.
- La prima chiesa di Santa Sofia – Aghìa Sophìa – fu inaugurata nel 360 e distrutta completamente da un incendio. La seconda chiesa, eretta da Teodosio II nel 415 finì anch’essa in un rogo, senza lasciare traccia, durante la rivolta di Nika del 532. Giustiniano, allora, fece erigere la terza, quella attuale di cui si parla nel film, inaugurata nel 537, affidandone progetto e direzione a Isidoro di Mileto e Antemio da Tralle. C'è stata evidentemente, confusione attribuendo alla terza basilica l’età della prima. Il quale, nel descrivere la cisterna colonnata, in cui si svolge l’ultima azione del film, potrebbe – mera ipotesi - aver saccheggiato Umberto Eco che, in Baudolino – ed. Bompiani, 2000, pagg. 26/32 – descrive questa cisterna sotterranea, che si estende sotto la basilica di santa Sofìa, come “selva di colonne (...) di una foresta lacustre”, teatro di una complicata avventura.
- Robert Langdon nel libro non mette mai piede a Padova, eppure nel film una sequenza è ambientata nella stazione di questa città (che però gli stessi padovani hanno smentito si tratti della loro. Quindi rimane il dubbio di dove sia stata effettivamente girata la scena lungo i binari 8 e 9); eppure secondo la trama, dovrebbe trattarsi della Stazione di Venezia Santa Lucia, dove effettivamente Robert Langdon, sia nel libro che nella pellicola, è indirizzato. Si può notale nel film, l' insegna della stazione "Padova Centrale" che in realtà non esiste; la stazione si chiama solamente Padova.
- Al termine del film, Robert Langdon è ferito, ha una fasciatura al braccio. Sotto però, la sua camicia è perfettamente integra, abbottonata e pulita.
Curiosità
- Sienna riferisce al professore, appena svegliatosi nell'ospedale fittizio, di averlo già incontrato "all'età di nove anni": si tratta di un riferimento alle vicende biografiche di Dante, secondo le quali avrebbe visto Beatrice per la prima volta all'età di nove anni, ovvero nella primavera del 1274 (Vita nuova, II).
- Nella battuta finale del salvataggio di Langdon da parte di Sims a Venezia, quest'ultimo afferma che "non ci si può fidare dei giovani" e che "sono più tollerabili quando sono sulla trentacinquina": è un chiaro rifermento all'età che aveva Dante quando scrisse la Commedia, che ci conferma il Poeta stesso nei versi iniziali (Inferno, I, 1).