Angelo Raffaele

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Versione delle 15:38, 20 nov 2019

Angelo Raffaele in un ritratto New Age

Raffaele è, nella tradizione biblica, uno degli angeli che sono alla presenza di Yahweh e ne cantano incessantemente le lodi.

Indice

Nome e angelologia

Il nome Raffaele (ˈræfiəl; ebraico antico: רָפָאֵל, traslitt. Rāfāʾēl, trad. lett. "È Dio colui che guarisce", "Dio guarisce", "Signore, guarisci (noi)"; in greco antico Ραφαήλ (con accento acuto nell'ultima vocale); in copto ⲣⲁⲫⲁⲏⲗ ; in arabo رفائيل ), si contrappone al significato del nome del demone Asmodeo: "colui che fa perire". Tale contrapposizione è evidenziata nel Libro di Tobia.

Nel nome ebraico dei tre santi arcangeli (Michaél, Gabriél, Raphaél) è presente la radice -El- propria del Dio biblico e dei nomi teoforici. Essendo l'ebraico scritto da destra a sinistra, tali fonemi pronunciati per ultimi risultavano i primi caratteri scritti del nome.

Raffaele è l'arcangelo dell'amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, oculisti, educatori, viandanti e profughi. Nell'iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti.

Nella Bibbia

Raffaele lascia la famiglia di Tobia in un dipinto di Rembrandt

Raffaele è il terzo angelo di cui parla la Bibbia, nel libro di Tobia nel quale appare in forma umana col nome di Azaria. Da notare che questo libro è riconosciuto come canonico per i cattolici e gli ortodossi, ma apocrifo per gli ebrei e i protestanti.

Raffaele è la guida ed il difensore del giovane Tobia o Tobiolo, inviato da Dio per aiutarlo nel compito affidatogli dal padre ormai cieco di riscuotere un credito che questi aveva lasciato in una città della Media. Nel viaggio Raffaele procura a Tobia un felice matrimonio con la giovane Sara, la guarigione della stessa dai tormenti del demonio e del padre di Tobia dalla cecità.

Solo al termine della sua missione, prima di lasciarli per tornare al cielo, egli si rivela, dichiarandosi "uno dei sette spiriti che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" e incaricando di scrivere l'accaduto.

Essendo un personaggio di un libro deuterocanonico della Bibbia, Raffaele non è riconosciuto dalla maggior parte delle confessioni Protestanti. Inoltre, gli angeli menzionati nei libri più antichi della Bibbia ebraica non hanno nome; Rabbi Simeon ben Lakish di Tiberiade (230-270), affermava che tutti i nomi specifici degli angeli erano stati portati dagli Ebrei di Babilonia.

Un passo del Nuovo Testamento collegato, seppur indirettamente, a San Raffaele (ma anche ad altri arcangeli, come San Michele) è quello del miracolo compiuto da Gesù presso la piscina di Betzaetà; San Raffaele è infatti identificato con l'Angelo che, nel racconto dell'evangelista, di tempo in tempo scendeva nella piscina e ne agitava l'acqua, concedendo la guarigione da ogni malattia al primo che vi si sarebbe tuffato dentro dopo il moto dell'acqua (Template:Passo biblico2). Questa identificazione è rimasta nel culto, tanto che il passo della guarigione del cieco veniva letto nelle Messe dedicate al santo.

Liturgia, culto e devozione

La statua dedicata a San Raffaele a Milano, sulla cupola dell'ospedale San Raffaele.

Il nome di San Raffaele è assente dai sacramentari e dai martirologi fino al secolo XI, anche se il culto popolare è presumibilmente anteriore. La prima testimonianza scritta è quella di un sacramentario della città di Ivrea, in Piemonte, in uso nell'XI secolo, che riporta la festa liturgica il 3 gennaio. Nel XV secolo, un messale di Bordeaux indicava due feste, l'8 luglio e il 13 ottobre, e il culto dell'arcangelo era diffuso in molte diocesi.

Nel 1651 Papa Innocenzo X accordò alla città di Cordova il permesso di celebrare la festa dell'Apparizione di San Raffaele il giorno 7 maggio, giorno nel quale l'angelo sarebbe apparso rivelandosi come il «celeste custode» della città.

Successivamente si consolidò l'abitudine di celebrare la festa liturgica il 24 ottobre, e tale data venne accettata da Papa Benedetto XV che estese la festa di San Raffaele a tutta la Chiesa cattolica.

Il calendario liturgico cattolico promulgato dopo il Concilio Vaticano II ha riunito in un'unica celebrazione, il 29 settembre, San Michele Arcangelo, San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo (le cui feste cadono rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo e appunto il 24 ottobre). Venne tuttavia concesso di mantenere la data del 24 ottobre alla città di Cordova, particolarmente devota all'arcangelo e attualmente, si festeggia sempre nella data antica nella Forma straordinaria.

È compatrono del paese Cellamare, in provincia di Bari.

È anche molto venerato a Sindia, in provincia di Nuoro, in Sardegna.

Particolarmente devoto all'arcangelo Raffaele fu San Giovanni di Dio, al quale l'angelo sarebbe apparso assicurandogli la protezione nella sua opera di cura dei malati e dei poveri; tale devozione continuò poi nell'ordine da lui fondato, i Fratelli Ospedalieri.

Sono dedicati a San Raffaele numerosi ospedali, tra cui quello di Milano fondato da don Luigi Maria Verzé (Istituto scientifico universitario San Raffaele).

Nell'islam

A differenza di Jibrāʾīl (Gabriele) e Mīkaʾīl (Michele), il suo nome non compare nel Corano ed è tutt'altro che certo che Israfil (che forse recepisce l'ebraico Serāfīm) sia l'adattamento arabo-islamico di Raffaele. Tuttavia nella letteratura religiosa il suo nome compare come angelo della divina guarigione.

Medaglioni

Galleria immagini

Edifici religiosi dedicati all'angelo Raffaele

Bibliografia

Voci correlate

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