Marduk

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Marduk e il drago Mušḫuššu.

Marduk è una divinità della mitologia mesopotamica, introdotta secondo l'archeologia accademica con l'avvento di Hammurabi a Babilonia nel XVII secolo a.C. Nella stessa città, il tempio dell'Esaghila era il centro del suo culto. La tradizione lo vuole figlio di Enki/Ea e di Damkina, ed a sua volta padre di Nabu, dio della Saggezza. Al dio viene associata Ṣarpanītum come moglie, ed è generalmente affiancato dal serpente mostruoso Mušḫuššu.

La divinità sarebbe stata originariamente un dio tutelare della famiglia di Hammurabi, portato al rango di divinità nazionale dopo l'ascesa del re su Babilonia. Il nome deriverebbe dal sumerico amar-utuk (in italiano giovane toro del Sole), nome che ne esprime la grande potenza, sua principale caratteristica.

Marduk è il protagonista dell'Enūma Eliš, il poema della creazione, in cui viene descritta la sconfitta di Tiāmat per opera sua, impresa che gli consente di ottenere il primato fra gli dei. Il padre Enki/Ea, dio della saggezza, gli fornisce l'idea per la creazione dell'uomo, che realizza mescolando il corso di Kingu, capo dei suoi nemici, con fango e sangue.

Viene simboleggiato dal pianeta Giove ed il numero ad esso dedicato è il 50, attribuito precedentemente ad Enlil, di cui ormai fa le veci come re degli dèi.

Le teorie di Zecharia Sitchin

Secondo Zecharia Sitchin, Marduk sarebbe vissuto realmente. Era il primogenito ed eroe legittimo di Enki e Damkina; venerato come Ra in Egitto; geloso dei fratelli, non soddisfatto di avere dominio solo sull'Egitto, dalla sua città Babilonia, pretendeva di ottenere la supremazia sulla Terra e la ottenne. Visto che gli Anunnaki avevano l'abitudine di battezzare i pianeti col nome dei propri re, il pianeta Nibiru venne anche chiamato Marduk.

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