Bambini indaco
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L'espressione "indigo children" è stata introdotta negli [[anni 1970|anni settanta]] dalla [[parapsicologia|parapsicologa]] [[Nancy Ann Tappe]], ma ha acquisito popolarità soprattutto a partire dalla pubblicazione di ''[[I bambini indaco|The Indigo Children]]'' di [[Lee Carroll]] e [[Jan Tober]], nel [[1999]]. L'opera di Carroll e Tober ha dato l'avvio a un vero e proprio movimento, che nell'ultimo decennio ha prodotto libri, documentari, film e congressi internazionali. | L'espressione "indigo children" è stata introdotta negli [[anni 1970|anni settanta]] dalla [[parapsicologia|parapsicologa]] [[Nancy Ann Tappe]], ma ha acquisito popolarità soprattutto a partire dalla pubblicazione di ''[[I bambini indaco|The Indigo Children]]'' di [[Lee Carroll]] e [[Jan Tober]], nel [[1999]]. L'opera di Carroll e Tober ha dato l'avvio a un vero e proprio movimento, che nell'ultimo decennio ha prodotto libri, documentari, film e congressi internazionali. |
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Quello dei bambini indaco (in inglese indigo children o semplicemente indigos, "gli indaco") è un concetto pseudoscientifico[1] nato nell'ambito della subcultura New Age con cui si indicano una generazione di bambini che sarebbero dotati di tratti e capacità speciali o soprannaturali. Il fenomeno, descritto da alcuni autori già con riferimento agli anni sessanta, si sarebbe intensificato dagli anni novanta in poi, cosa che, secondo le credenze New Age, preluderebbe all'imminente evoluzione dell'umanità preannunciata da tutte le correnti del pensiero New Age.
L'espressione "indigo children" è stata introdotta negli anni settanta dalla parapsicologa Nancy Ann Tappe, ma ha acquisito popolarità soprattutto a partire dalla pubblicazione di The Indigo Children di Lee Carroll e Jan Tober, nel 1999. L'opera di Carroll e Tober ha dato l'avvio a un vero e proprio movimento, che nell'ultimo decennio ha prodotto libri, documentari, film e congressi internazionali.
A seconda delle fonti, i bambini indaco vengono descritti come dotati semplicemente di spiccate qualità caratteriali (in particolare di empatia, creatività, forza di volontà) oppure addirittura di poteri paranormali come telepatia, chiaroveggenza o la capacità di comunicare con gli angeli. Sebbene negli anni siano state raccolte numerose testimonianze di genitori che asseriscono di riconoscere nei loro figli le caratteristiche dei bambini indaco, la teoria non ha alcun fondamento scientifico, per cui appartiene al campo dell'immaginazione popolare di tipo New Age.
Alcune fonti ufologiche sostengono che quelli che nella New Age vengono chiamati bambini indaco siano dei bambini con dna alterato per avere capacità telepatiche, creati dal progetto Preserve Destiny realizzato dagli americani nel periodo 1960-68 (anni di nascita dei bambini telepatici) in collaborazione con i Grigi. Naturalmente non tutti i giovani che sono convinti o dicono di essere indaco lo sono, molti vogliono solo avere celebrità e magari vendere dei libri.
Indice |
Storia
Nancy Ann Tappe sviluppò la teoria dei "bambini indaco" negli anni settanta, e la espose al grande pubblico per la prima volta nel suo libro del 1982 Understanding Your Life Through Color ("Capire la vostra vita attraverso il colore").[2] Tappe si occupava principalmente del concetto New Age dell'aura, e nel suo libro riportò di aver notato, a partire dagli anni sessanta, una presenza sempre maggiore di bambini dotati di un'aura di colore indaco.[3] Tappe mise in relazione questo fenomeno con l'avvicinarsi di una nuova era dell'umanità, in cui il colore indaco dell'aura sarebbe stato predominante.
Le idee di Tappe furono riprese quasi vent'anni dopo dal sensitivo e channeler Lee Carroll e da sua moglie Jan Tober, già celebri nella sottocultura New Age quali portavoce dell'"entità angelica" Kryon. Nel 1999, Carroll e Tober pubblicarono il libro The Indigo Children: The New Kids Have Arrived ("I bambini indaco: i nuovi bimbi sono arrivati"), che divenne poi la più nota e citata fonte sull'argomento.[4] Carroll e Tober diedero una descrizione dei bambini indaco soprattutto dal punto di vista dei tratti caratteriali, includendo numerosi elementi nei quali molti genitori avrebbero potuto vedere rispecchiati i propri figli. Come Tappe, Carroll e Tober sostennero che l'avvento dei bambini indaco preludeva a un salto evolutivo dell'umanità, e che proprio quei bambini avrebbero costruito un nuovo mondo senza guerre e senza inquinamento. Al libro contribuirono anche altri autori, alcuni dei quali enfatizzarono gli aspetti soprannaturali della natura dei bambini indaco, per esempio descrivendo la loro stretta relazione con gli angeli e altre creature eteree. Nonostante la disomogeneità dei contributi, l'opera di Carroll e Tober ebbe un'eco molto vasta, tanto che a partire dai primi anni 2000 iniziarono a tenersi congressi internazionali sull'argomento (il primo si svolse alle Hawaii nel 2002).
Sebbene le opere di Tappe, e ancor più di Carroll e Tober, costituiscano tuttora il più importante riferimento sui bambini indaco, il corpus della letteratura sull'argomento è in continua espansione. Fra i più noti seguaci della teoria dei bambini indaco c'è Doreen Virtue, già fondatrice della angel therapy (una forma di terapia alternativa basata sull'interazione con gli angeli), che ha recentemente annunciato l'avvento di una nuova generazione di bambini successiva a quella indaco, detta dei "bambini di cristallo" (crystal children).
Caratteristiche dei bambini indaco
Nel vasto panorama della letteratura New Age si trovano numerose diverse descrizioni dei bambini indaco. Quella più influente, sviluppata da Carroll e Tober, presenta i bambini indaco come dotati di grande empatia, curiosità, forza di volontà, e una spiccata inclinazione spirituale. Sono anche descritti come molto intelligenti, intuitivi, e insofferenti nei confronti dell'autorità. Carroll e Tober sostengono che quest'ultima caratteristica è uno dei motivi per cui i bambini indaco sono generalmente percepiti come problematici nel sistema scolastico tradizionale.[4] I loro testi sui bambini indaco si collocano anche in una posizione critica nel dibattito sulla controversa patologia infantile nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e sulla sua cura farmacologica. Carroll e Tober sostennero che questi bambini, classificati dalla medicina come affetti da ADHD, erano, secondo loro, bambini particolarmente dotati, bisognosi di attenzioni particolari sul piano spirituale e non di cure mediche.
Critiche
La teoria dei bambini indaco non è tenuta in alcuna considerazione dalla comunità scientifica, in particolare per la totale assenza di prove empiriche a sostegno;[5] la mancanza di fondamento scientifico è confermata peraltro anche da alcuni fra coloro che sostengono la teoria, come Doreen Virtue, autrice di The Care and Feeding of Indigos. Alcuni autori, come lo psicologo Russell Barkley, hanno anche osservato che la maggior parte dei tratti attribuiti dalla letteratura New Age ai bambini indaco sono definiti in modo così vago da applicarsi praticamente a chiunque. Un celebre episodio, talvolta menzionato per dimostrare la debolezza concettuale della teoria, riguarda una intervista fra "ricercatore" e un bambino indaco, pubblicata sul quotidiano statunitense Dallas Observer. Nel dialogo, l'intervistatore si mostrò molto colpito dal fatto che il bambino parlasse di sé come di un "avatar" e facesse riferimento ai "quattro elementi dell'universo". Dopo la pubblicazione, alcuni lettori scrissero al giornale osservando che alcune delle frasi pronunciate dal bambino erano citazioni testuali di dialoghi di un celebre cartone animato, Avatar - La leggenda di Aang, trasmesso sul canale televisivo per bambini Nickelodeon.
Critiche più specifiche alla teoria dei bambini indaco vertono, in particolare, sulla sua connessione implicita con la polemica sull'ADHD e sul trattamento farmacologico dei disturbi del comportamento infantile negli Stati Uniti e in altri paesi. Robert Todd Carroll ha osservato che il successo di pubblico del "mito" dei bambini indaco è probabilmente correlato proprio alla diatriba sul Ritalin, uno dei farmaci prescritti dalle autorità mediche statunitensi ai bambini diagnosticati di ADHD:
- « Il chiasso e l'isteria collettiva sul Ritalin hanno contribuito a creare un'atmosfera in cui un libro come Indigo Children poteva essere preso sul serio. Potendo scegliere, quale genitore non preferirebbe pensare che i propri figli siano speciali, e che siano i prescelti chiamati a un grande compito, anziché credere che soffrano di una patologia mentale?[6] »
Alcuni psicologi hanno espresso la preoccupazione che l'influenza del movimento indaco sui genitori possa contribuire a ritardare o rimandare la diagnosi e il trattamento di malattie mentali anche gravi.[7]
Impatto commerciale
Nonostante l'inesistenza di fondamenti concreti, il cosiddetto "movimento indaco" ha sviluppato in pochi anni un significativo valore commerciale in termini di libri e video venduti, sedute a pagamento tenuti da psicologi o parapsicologi per i genitori dei bambini dotati, congressi, donazioni e così via.[8] Nick Colangelo, professore dell'Università dello Iowa specializzato nell'istruzione di ragazzi particolarmente dotati, ha osservato che
- « Il movimento dei bambini indaco non ha a che vedere con i bambini, né col colore indaco. Ha a che vedere con adulti che si atteggiano a esperti e fanno soldi vendendo libri, presentazioni e video.[9] »
Riferimenti nella cultura popolare
- Il film Indigo parla del rapporto fra un nonno e il suo nipote "indaco".
- Il videogioco Fahrenheit ha fra i protagonisti un bambino indaco.
- Nell'episodio di CSI Las Vegas intitolato The Unusual Suspect, uno dei sospettati è un dodicenne presentato dai suoi genitori come "bambino indaco".
- Indigo Children è un brano musicale di Maynard James Keenan.
Su Youtube
Bambino serbo magnetico:
aahttps://www.youtube.com/watch?v=I5Vi896AHpA
aahttps://www.youtube.com/watch?v=4z2srM3QVbI
aahttps://www.youtube.com/watch?v=VqkqIEKHhKs
Note
- ↑ Template:Cita news
- ↑ Tappe (1982)
- ↑ Successivamente, e in altri scritti, Tappe giustificò la scelta del nome "bambini indaco" anche con altre motivazioni, legate ai suoi esperimenti nel campo della sinestesia; una raccolta di informazioni al riguardo si trova sul suo sito All About Indigos
- ↑ 4,0 4,1 Carroll e Tober (1999)
- ↑ Leland (2006)
- ↑ V. Voce sui bambini indaco presso The Skeptic's Dictionary
- ↑ Hyde (2006)
- ↑ Anderson (2003)
- ↑ Hyde 2006
Bibliografia
- L. Anderson, Indigo: the Color of Money, Skepticreport.com 12 gennaio 2003
- Carroll, Lee, e Jan Tober (1999), The Indigo Children: The New Kids Have Arrived, Light Technology, ISBN 1561706086. Pubblicato in Italia col titolo I bambini indaco: una nuova evoluzione della razza umana (I Bambini Indaco - Lee Carroll - Jan Tober)
- Carroll, Lee, e Jan Tober (2009), The Indigo Children Ten Years Later: What's Happening with the Indigo Teenagers!, Hay House, ISBN 1401923178
- J. Hyde (2006), Little Boy Blue , «Dallas Observer» 3 settembre 2006
- J. Leland (2006), Are They Here to Save the World? , «The New York Times» 1 dicembre 2006
- Tappe, Nancy Ann (1982), Understanding Your Life through Color: Metaphysical Concepts in Color and Aura, ISBN 0940399008
- Fenn, Celia (2008), L'Avventura Indaco-Cristallo: Bambini e Adulti Indaco e Cristallo - I Pionieri della Nuova Era, Edizioni Stazione Celeste, ISBN 9788862150033
Collegamenti esterni
- All About Indigos, sito di Nancy Anne Tappe
- Indigo, The Skeptic's Dictionary