Enuma Elish
Da Ufopedia.
L'Enuma Elish (in italiano Quando in alto [1]) è un poema mesopotamico che tratta il mito della creazione e le imprese del dio Marduk. Veniva recitato durante l'akītu, la festa del capodanno di Babilonia. L'opera risale probabilmente al XIII o al XII secolo a.C., al tempo della prima dinastia di Babilonia; se ne conoscono alcune versioni assire del VII secolo a.C. trovate ad Assur e a Ninive.
Il poema consta di sette tavole e, oltre a quello celebrativo, ha anche lo scopo di descrivere una cosmogonia. L’autore quindi parte dal tempo dei primordi, da prima dell’origine del tutto, come accade in Genesi.
Probabilmente, accanto alla versione “canonica”, presso i babilonesi esistevano altre versioni di questo mito, soprattutto se si pensa alla consuetudine di trasmettere oralmente la cultura (le tavolette cuneiformi erano un lusso, riservato agli archivi di stato e a pochi ricchissimi, e la scrittura cuneiforme non era poi così diffusa, perché molto difficile da apprendere). Dell’autore nulla sappiamo, perché presso i babilonesi non si teneva conto della paternità delle opere letterarie di nessun tipo. L’epoca di composizione è fissato dagli studiosi verosimilmente al tempo della prima dinastia di Babele, ma non vi sono riferimenti certi: altri ad esempio la collocano nell’ottavo secolo, al tempo del re assiro Tiglatpilsiter III, che dominò anche su Babilonia, e individuano l’autore in un assiro e non in un babilonese.
Sino a noi sono giunte quattro redazioni del poema: una neobabilonese, una neoassira (dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive) e una assira più antica, ai tempi in cui fioriva la capitale Assur, e infine una prebabilonese, di cui si conosce solo un piccolo frammento rinvenuto negli scavi di Kish. Ma anche i frammenti più antichi, di epoca prebabilonese, non possono comunque essere più antichi del regno di Hammurabi (1955 – 1913), periodo storico nel quale Marduk fu proclamato dio nazionale. E’ certo in ogni caso che il poema fu modellato su un racconto dedicato a Enlil, il dio della terra, il più potente prima di Marduk. La struttura e lo stile mostrano caratteri di forte unitarietà, e da qui vien da congetturare che l’opera sia stata scritta da un solo scriba. Molti racconti circolavano in Babilonia, intorno all’origine del mondo, la comparsa degli dei, degli animali, dell’uomo, le lotte primordiali fra i principi del bene e del male simboleggiato da mostri terribili. L’autore dell’Euma Elish aveva quindi molto materiale da rielaborare. Il poema si chiude, al settimo canto, con un inno ai 50 nomi di Marduk, ed è questo un elemento che rafforza l’ipotesi che esso sia una rielaborazione del poema dedicato a Enlil: infatti il numero 50 era sacro a questo dio.
Abzu e Tiamat, personificazioni divine delle acque dolci e delle acque salate, si mescolarono dando origine a nuovi dei che, a loro volta, ne generarono altri. Questi giovani disturbavano il sonno di Apsû che decise di ucciderli, contro il parere di Tiāmat, ma venne invece ucciso da uno di loro, Ea/Enki. Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l'altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.
Indice |
Testo del Poema
- «Quando in alto il cielo non aveva ancora un nome nè in basso la terra chiamata per nome, Apsu, il primo [2], il loro generatore (del cielo e della terra) e creatore di Tiamat, che disturbò loro tutti, aveva mescolato le loro acque insieme, ma non aveva formato pascoli, nè ha scoperto letti di canna; quando ancora nessun dio era manifestato, nè i nomi pronunziati, nè i destini decretati, allora gli dei sono nati fra loro. Lahmu (e) Lahamu emersero, i loro nomi pronunciati. Appena maturati, formati pienamente, Anshar e Kishar sono nati, superandoli. Hanno passato il giorno a lunghezza, hanno aggiunto agli anni. Anu loro figlio primogenito rivaleggiò coi suoi antenati: Anshar ha fatto suo sole Anu come piaceva a lui e Anu ha generato Nudimmud nella sua somiglianza. Egli, Nudimmud, era superiore ai suoi antenati: profondo di comprensione, era saggio, era molto forte con le armi. Più possente da lontano che Anshar il generatore suo padre, aveva nessun concorrente fra gli dei i suoi pari. Gli dei di quella generazione si misero insieme e il riverbero del loro clamore disturbò Tiamat. Hanno provocato la pancia di Tiamat, importunavano qui per giocare dentro Anduruna. Apsu non poteva reprimere il loro rumore e Tiamat è divenuta muta davanti a loro; comunque angoscioso il loro aspetto a lei, comunque cattive le loro vie, avrebbe dovuto essere indulgente. Finalmente Apsu, generatore dei grandi dei, ha chiamato fuori indirizzando il suo [vizier] Mummu: "O mummu, [vizier] che mi piace! Vieni, lascia andare Tiamat!" Essi sono andati e sedettero di fronte a Tiamat e discussero gli affari riguardanti gli dei loro figli. Apsu ha fatto sentire la sua voce e ha parlato a Tiamat in una voce forte: "Le loro vie sono divenute molto angosciose a me, di giorno non posso riposare, la notte non posso dormire. Abolirò le loro vie e li disperderò! Lasciate prevalere la pace, così che possiamo dormire." Quando Tiamat ha sentito questo, era furiosa e ha gridato al suo innamorato; ha gridato orrendamente ed era accanto a lui con ira, ma allora ha soppresso il cattivo nella sua pancia: "Come possiamo permettere di far perire quello che noi stessi abbiamo creato? Sebbene le loro vie sono così angosciose, dovremo sopportare essi pazientemente." (Vizier) Mummu rispose e consigliò Apsu; Il [vizier] non è d'accordo col consiglio di sua madre terra: "O padre, metti una fine alle loro vie fastidiose, così che possiamo permetterci di riposare di giorno e dormire di notte." Apsu si è compiaciuto con lui, la sua faccia illuminata al cattivo progettava per gli dei suoi figli. (Vizier) Mummu [hughed] lui, ha seduto sul suo grembo e l'ha baciato estasiato. Ma ogni cosa tramarono tra di loro e ripeterono agli dei loro figli. Gli dei ascoltarono e hanno vagato con irrequietezza; loro, abbattuti e zitti, loro sedettero muti. Superiore in comprensione, saggio e capace, Ea che conosce tutto trova la loro trama, ha fatto un disegno di tutto, e l'ha esposto correttamente, fatto abilmente, il suo puro incantesimo era superbo. Ha recitato a memoria ed esso [stilled] le acque. Ha versato sonno su lui così che dormiva sonoramente, ha messo Apsu a dormire, l'ha inzuppato con il sonno. Vizier Mummu il consigliere era in uno stordimento insonne. Egli (Ea) ha slegato la sua cintura, ha messo via la sua corona, ha preso il suo manto di radianza e l'ha messo su lui. Ha tenuto Apsu abbattuto e lo ha ucciso; Ha legato Mummu e l'ha posto attraverso lui. Installa la sua abitazione sulla cima di Apsu, e afferrato Mummu, l'ha tenuto da una corda. Quando aveva superato ed ucciso i suoi nemici, Ea installa suo trionfale pianto sopra i suoi nemici. Allora ha riposato molto quietamente dentro i suoi alloggi privati e li ha chiamati Apsu e ha assegnato cappelle, ha fondato la sua residenza propria là, ed Ea e Damkina la sua amorosa abitarono nello splendore. Nella camera di destini, la sala dei disegni, Bel, l'intelligente degli intelligenti, il saggio degli dei, è stato generato. E dentro l'Apsu, Marduk è stato creato; dentro il puro Apsu, Marduk è stato nato. Ea suo padre l'ha creato, Damkina sua madre l'ha fatto nascere. Egli fu allattato ai capezzoli di dee; la allevatrice lo ha riempito di meraviglie. Orgogliosa era la sua forma, penetrante il suo sguardo fisso, matura la sua comparsa, era potente sin dalla partenza. Anu il generatore di suo padre l'ha visto, e fu allietato, radioso; il suo cuore è stato riempito di gioia. L'ha fatto così perfetto che la sua divinità è stata raddoppiata. Elevato lontano sopra loro, era superiore in ogni via. I suoi lembi erano ingegnosamente fatti oltre ogni comprensione, impossibili da capire, troppo difficili da percepire. Quattro erano i suoi occhi, quattro erano i suoi orecchi; quando le sue labbra si mossero, il fuoco è arso avanti. I quattro orecchi erano enormi e similmente gli occhi; percepivano ogni cosa. Più alto fra gli dei, la sua forma era notevole. I suoi lembi erano molto lunghi, la sua altezza (?) notevole. (Anu piange fuori): "Mariutu, Mariutu, Figlio, maestà, maestà dei dei!" Vestito nel manto raggiante dei dieci dei, porta alto sopra la sua testa cinque raggi terribili raggruppati sopra lui. Anu ha creato i quattro venti e ha dato loro nascita, messi loro nella mano di Marduk: "Figlio mio, lasciali giocare!" Ha forgiato la polvere ed fatto un vento duro che la porta; ha fatto l'inondazione-onda e ha provocato Tiamat, Tiamat è stata provocata, e il cielo agitato giorno e notte. Gli dei, incapaci di riposare, hanno dovuto soffrire. Hanno ideato la trama cattiva nei loro cuori, e hanno indirizzato Tiamat la loro madre, dicendo: "Perchè hanno ucciso Apsu tuo amoroso e non sei è andata [tom] al suo lato ma hai seduto muta, egli ha creato i quattro, venti terribili per provocare la tua pancia apposta, e noi semplicemente non possiamo dormire! Non era il tuo amoroso Apsu nel tuo cuore? E il [vizier] Mummu che è stato catturato? Nessuno si meraviglia che siedi sola! Non sei tu una madre? Tu sei agitata dallo sforzo ma chi di noi, chi non può riposare? Non ci ami? La nostra presa è allentata, e i nostri occhi sono incavati. Rimuovi il dominio della nostra inquietudine, e lasciaci dormire! Metti su una battaglia di pianti e vendicali! Conquista il il nemico e riducilo a niente!" Tiamat ha ascoltato, ed il parlare la compiacque: "Lasciaci agire ora, (?) come tu consigliavi! Gli dei in lui (Apsu) saranno disturbati, perchè hanno adottato la cattiveria per gli dei che li hanno generati. Si sono accalcati attorno e correvano accanto a Tiamat. Essi erano fieri, intriganti e inquieti notte e giorno. Lavoravano per la guerra, ringhiosi e furiosi. Sono convenuti a un consiglio e hanno creato un conflitto. Hubur madre, che modella tutte le cose, ha offerto un'arma non fronteggiabile: ha annoiato serpenti giganti, affilati di denti e generosi di zanna (?). Ha riempito i loro corpi con veleno invece di sangue. Lei ha coperto con un mantello dragoni feroci con terribili raggi e fatto loro nascere mantelli di radianza, ha fatto loro divini, (canta questa imprecazione): "Chiunque guarda su loro crollerà in terrore assoluto! I loro corpi arretreranno continuamente e non girano mai via!" Ella ha collocato un serpente cornuto, un mush-hushshu-dragon, ed un lahmu-eroe, Un ugallu-demone, un cane rabbioso, ed un uomo-scorpione, umu-demoni aggressivi, un pesce-uomo, ed un toro-uomo che porta armi spietate, senza paura in battaglia. I suoi ordini erano così potenti, che non avrebbero potuto essere disubbiditi. In più ella ne ha creato undici così. Sopra gli dei suoi discendenti che erano convenuti a un consiglio per lei ha promosso Qingu e fatto lui il più grande fra loro, ha conferito su di lui il comando dell'esercito, il comando dell'assemblea, Alzata l'arma per segnalare l'impegno, chiama a raccolta le truppe combattenti, su tutta l'intera forza di battaglia comanda. Ed ella messa su un trono: "Io ho gettato l'incantesimo per te e ti ho fatto il più grande dell'assemblea degli dei! Io ti ho messo al potere al di sopra tutti gli dei! Tu sarai il più grande, per te sono il mio solo amante! I tuoi comandi prevarranno sempre sopra tutti gli Anukki!" Allora gli ha dato la Tavoletta dei Destini e lo ha messo stretto alla sua mammella: "La tua espressione non sarà alterata mai! La tua parola sarà legge!" Quando Qingu è stato promosso e ricevette il potere di Anu e aveva decretato destini per gli dei suoi figli, (egli disse): "Quello che scaturisce dalle tue bocche estinguerà il Fuoco! Il vostro veleno accumulato paralizza il potente!" .»
Note
1^ Dal nome delle prime due parole di apertura del poema.
2^ Il primo del Sistema Solare, in quanto Apsu indicava il Sole, centrale e primo del nostro sistema stellare (che era indicato probabilmente dal termine "cielo").
Bibliografia
- L. Cagni, La religione della Mesopotamia, in "Storia delle religioni. Le religioni antiche", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050