Sippar
Da Ufopedia.
Sippar (la sumerica Zimbir "città degli uccelli", la moderna Tell Abu Habbah in Iraq), era un'antica città sumerica e poi babilonese sulla riva est dell'Eufrate, a 60 km a nord di Babilonia.
La città era divisa in due parti, "Sippar del dio sole" and "Sippar della dea Anunit", la cui scoperta fu di Hormuzd Rassam nel 1881 a Abu Habba, 16 miglia a sud-est di Baghdad.
Sippar viene chiamata Sepharvaim nell'antico testamento, che allude alle due parti della città.
Due altre Sippar sono menzionat in alcune iscrizioni, una delle quali la indica come "Sippar di Edinu", che potrebbe avere un quartiere in più. E' possibile che una delle "Sippar" possa essere identificata con Akkad, la capitale del primo impero semitico.
Il dio proprio della città era il dio sumero del Sole Utu (Shamash in accadico).
Uno dei suoi re fu Enmeduranki, che si dice abbia avuto autorità molti anni prima del diluvio universale.
Archeologia
Un grande numero di tavolette cuneiformi e altri reperti sono stati trovati nelle rovine del tempio di Shamash, che era chiamato tempio E-Babara dai sumeri, Bit-Un dai Semiti. Questo tempio è cosiderato uno delle costruzioni più antiche del mondo, essendo costruito al più tardi nel 1831 aC [1].
Berosso ha detto che Ziusudra, il "Noè caldeo", ha qui sepolto i resoconti del mondo prima del diluvio universale, brobabilmente perchè si pensava che il nome di Sippar fosse collegato con 'sipru', "letteralmente". Secondo Abydenus, Nebuchadnezzar II scavò un grande serbatoio nelle vicinanze. E durante il regno di Nabonidos, qui è stato trovato anche il campo babilonese.
Plinio (Storia naturale 6.30.123) menziona una setta o scuola di Caldei chiamato gli Hippareni. Si è spesso pensato che questo nome si riferisca a Sippar (soprattutto perchè le altre due scuole nominate si pensa abbiano tratto il loro nome da nomi di città: Orcheni da Uruk e Borsippeni da Borsippa), ma questo non è universalmente accettato [2].
Note
1^ Benjamin Bromberg, The Origin of Banking: Religious Finance in Babylonia, The Journal of Economic History, 1942, volume2, issue1, pagg. 77–88
2^ "It is usually assumed that the Hippareni refers to Sippar (Ptolemy's Sippara), but even that requires proof, since the change of ‘s’ to ‘h’ is strange." R. D. Barnett, Xenophon and the Wall of Media, The Journal of Hellenic Studies, 1963, volume 83, pag. 14, doi 10.2307/628451