Titani

Da Ufopedia.

Versione delle 17:24, 20 lug 2015, autore: Marc.soave (Discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Oceano (Ὠκεανός), in una statua rinvenuta a Efeso e risalente al II secolo d.C., oggi conservata presso il Museo archeologico di Istanbul. Oceano è il primo figlio di Urano (Οὐρανός ἀστερόεις, "Cielo stellante") e Gaia (Γαῖα, "Terra"). Nell'Iliade (XIV 201) è detto «padre degli dèi». La sua potenza si manifesta nell'acqua primordiale che circonda la Terra origine di tutti i fiumi. Sposo di Tethys (Τηθύς, anche Teti) [1] con lei genera i Fiumi (Ποταμοί) e le Oceanine (Ὠκεανίδες), tra cui Stige (Στύξ), la più illustre, le quali con il loro elemento acquatico nutrono di giovinezza gli uomini. Oceano per quanto Titano, non verrà incatenato da Zeus nel Tartaro in quanto non parteciperà alla lotta contro gli dèi olimpici[2].

I Titani (dal greco: Τιτάνες, Titânes; singolare: Τιτάν) sono, nella mitologia e nella religione greca, gli dèi più antichi (prótheroi theoí[3]), nati prima degli Olimpi e generati da Urano (Cielo) e Gaia (anche Gea, Terra)[4]. Titanidi erano invece chiamate le loro sorelle, mogli e compagne. I Titani vengono solitamente considerati come le forze primordiali del cosmo, che imperversavano sul mondo prima dell'intervento regolatore ed ordinatore degli Dei olimpici.

Template:Citazione

Indice

Etimologia

L'origine del termine Τιτάνες non è assolutamente certa. Esiodo [5] la fa discendere, ma in modo del tutto fantasioso, dal termine τιταίνειν ("produrre uno sforzo", "tendere in alto") e da τίσις ("vendetta", "punizione") collegandoli alla relazione con Urano, loro padre[6] che li avrebbe chiamati così per disprezzo, per odio [7].

I Titani nella Teogonia di Esiodo

Nella Teogonia di Esiodo, ai vv. 133-138, viene narrato che unendosi a Urano (Οὐρανός ἀστερόεις, "Cielo stellante"), Gaia (Γαῖα, "Terra") genera i sei Titani:

e le sei Titanidi:

Dopo i Titani (vv. 139-153), l'unione tra Gaia e Urano genera i tre Ciclopi (Κύκλωπες: Brontes, Steropes e Arges[10])[11]; e i Centimani (Ἑκατόγχειρες, Ecatonchiri): Cotto, Briareo e Gige dalla forza terribile[12].

Urano (vv.154-182) imprigiona i tre Centimani ed i Ciclopi partoriti da Gaia. La ragione di questo rifiuto risiederebbe secondo alcuni autori[13], nella loro "mostruosità". Gaia allora costruisce una falce dentata e chiede agli altri figli, i Titani a mettersi contro il volere del padre Urano. Solo l'ultimo dei Titani, Kronos, risponde all'appello della madre: appena Urano si stende nuovamente su Gaia, Kronos, nascosto[14] lo evira.

Da questo momento inizia il dominio di Kronos il quale, unendosi a Rea, genera: Istie (Ἱστίη, ionico; anche Estia dall'attico Ἑστία), Demetra (Δήμητρα), Era (Ἥρα, anche Hera), Ade (Ἅιδης) ed Ennosigeo (Ἐννοσίγαιον, Scuotitore della terra, da intendere come Posidone o Poseidone Ποσειδῶν[15]); ma tutti questi figli vengono divorati da Kronos in quanto, avvertito dai genitori Gaia e Urano che uno di questi lo avrebbe spodestato, non vuole cedere il potere regale. Grande sconforto questo stato di cose procura a Rea, la quale, incinta dell'ultimo figlio avuto da Kronos, Zeus (Ζεύς), e consigliatasi con gli stessi genitori, decide di partorire nascostamente a Lycto (Creta)[16], consegnando a Kronos una pietra che questi divora pensando fosse il proprio ultimo figlio.

Zeus (vv.492-500) cresce in forza e intelligenza e infine sconfigge il padre Kronos facendogli vomitare [17] gli altri figli che aveva divorato, e il primo oggetto vomitato da Kronos è proprio quella pietra che egli aveva inghiottito scambiandola per Zeus[18]. Quindi Zeus (vv.501-506) scioglie dalle catene i tre Ciclopi[19] così costretti dallo stesso Kronos, i quali lo ricambieranno consegnandogli il tuono, il fulmine e il lampo.

I versi 617-720 della Teogonia si occupano della Titanomachia, la lotta tra i titani residenti sul monte Othrys[20] e gli dèi dell'Olimpo (figli di Kronos e di Rea): da dieci anni la lotta tra i due schieramenti prosegue incerta quando Zeus, su consiglio di Gaia, libera i tre Centimani precedentemente costretti nella terra da Urano e, dopo averli rifocillati con nettare e ambrosia, li coinvolge nella battaglia che diverrà così decisiva e si concluderà con la sconfitta dei titani e la loro segregazione nel Tartaro, chiuso da mura e da porte di bronzo costruite appositamente da Poseidone e guardati a vista dagli stessi tre Centimani.

Sempre nella Teogonia esiodea viene citata la generazione di altri Titani:

I Titani nelle altre tradizioni mitologiche greche

Il confronto tra il testo teogonico esiodeo e il racconto, ad esempio, di Diodoro Siculo evidenzia due differenti approcci tradizionali sulla natura dei Titani: Template:Q

Note

Template:References

Bibliografia

Voci correlate


Errore nella funzione Cite: Sono presenti dei marcatori <ref> ma non è stato trovato alcun marcatore <references/>
Strumenti personali
Namespace
Varianti
Azioni
Menu principale
Strumenti