Ningishzidda

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Vaso di Gudea
Sviluppo della superficie del Vaso di Gudea, dedicato a Ningishzida (XXI secolo a.C. cronologia breve). Il caduceo viene interpretato come rappresentazione del dio stesso e della doppia elica del DNA

Ningishzidda è una figura della mitologia sumera. Il suo nome é stato tradotto da Halloran e Jacobsen come 'Signore del buon albero', e da Bell come 'Signore che fa crescere gli alberi in maniera corretta'. A un attento esame del nome scritto in cuneiforme però risulta che il modo di traslitterare (Nin.gish.zid.da) utilizzato da questi studiosi sia fallace, e che il corretto nome sia Nin.gish.zi.da o Nin.iz.zi.da poichè il glifo di GISH e quello di IZ sono uguali. Inoltre mentre ZID ha il significato di 'corretto, giusto', ZI ha il significato di 'vita, respiro della vita', e GISH significa sia 'albero' che 'attrezzo, manufatto'. Da qui la traduzione che Sitchin propone come 'Signore dell' albero / manufatto della vita'.[1] Il suo simbolo é composto da due serpenti intrecciati a un bastone, anche quando rappresentato in forma umana dalle sue spalle nascono due serpenti cornuti.[2]

Nella mitologia sumera esistono pochi scritti riguardanti questo dio, vi si legge che é sposo di Azimua, fratello di Amashilama, e a seconda delle fonti figlio di Ereshkigal ed Enki o di Ningiridda e Ninazu. In realtà sembra che Ninazu e Ningiridda siano identificabili proprio con Enki ed Ereshkigal.

Secondo Zecharia Sitchin

Secondo Zecharia Sitchin era un figlio di Enki, fu esperto di genetica e di altre scienze; chiamato Tehuti (Thot) nell'antico Egitto; insieme ai suoi seguaci andò nelle Americhe dopo essere stato deposto dal fratello Marduk (là prese l'epiteto di Serpente Alato cioè Quetzalcoatl).

Secondo testi sumeri (vedi anche la voce Necropoli di Giza) sarebbe il progettista delle piramidi di Cheope e di Chefren, nonchè della Sfinge di Giza. In effetti il testo sumero chiamato 'Inno dei templi' [3], nel descrivere la casa di Ningiszidda a Gishbanda (una località mai identificata con certezza) descrive alcune particolarità di questo tempio che fanno pensare alla Grande Piramide. Se questa attribuzione è corretta allora Gishbanda era il nome che i Sumeri davano alla Necropoli di Giza.

L'inzio del conto lungo del calendario Maya (il 3113 a.C.) fu l'anno dell'arrivo di Thot/Ningishzidda/Quetzalcoatl in Messico con al seguito i neri che sarebbero divenuti famosi come Olmechi. A supporto di questa ipotesi che vede gli Olmechi come un popolo non autoctono ma di origine afro-sinaitica ci sono alcuni studi del linguista ed etnologo Clide Winters[4]. A Ningishzidda/Quetzalcoatl si attribuisce la progettazione anche del sito di Teotihuacan, la cui disposizione rispecchia quella del sito di Giza.

Note

1^ Il nome Ningishzida

2^ Ningishzidda in un rilievo mentre conduce per mano il re Gudea

3^ Inno dei Templi su ETCSL

4^ African Origin of Olmecs: Science and Myth - C. Winters

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