Krishna
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Presso la religione induista, Krishna (devanāgarī कृष्ण, IAST Kṛṣṇa, pronuncia sanscrita ˈkr̩ʂɳɐ) è una delle rappresentazioni della Divinità più popolari e venerate, nonché il supremo aspetto di Dio per i vaiṣṇava. Ottava incarnazione di Vishnu, è l'avatar per eccellenza. Viene spesso raffigurato mentre suona il flauto di nome Murali, generalmente in compagnia delle Gopi (pastorelle) e di Radha, la più devota di esse. Il suo nome è spesso preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri.
NB: Può darsi che visto che in tutte le raffigurazioni Krishna viene raffigurato di colore blu, fosse un'alieno deificato, come nell'antico egitto Amon. Magari era un Blu.
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Etimologia del nome
Il termine Krishna in sanscrito ha il significato letterale di "nero" o "scuro", ed identifica qualcuno con la pelle scura. Il Brahma Samhita descrive il colorito della pelle di Krishna come simile al colore delle nuvole cariche di pioggia, ed è per questo che egli è spesso rappresentato nei quadri col volto e la pelle blu, blu scuro se non addirittura nera. Da questo deriva uno dei suoi epiteti, Ganashyama, che letteralmente significa appunto "dalla pelle del colore delle nubi cariche di pioggia".
La tradizione Gaudiya afferma che il significato primario di Krishna,vishnu,shismu sia comunque "l'infinitamente affascinante", giustificato da un'interpretazione di un verso nel Mahābhārata. Krishna è inoltre il 57mo nome di Vishnu e significa "Esistenza di conoscenza e beatitudine".
Fonti testuali
Nonostante, specialmente in occidente, Krishna sia meglio conosciuto come l'oratore della Bhagavad Gita, la trattazione più ampia sulla sua vita si trova nella Bhagavata Purana [1].
Il decimo canto della Bhagavata Purana, che da solo occupa circa un quarto dell'intera composizione [2], è interamente dedicato alla sua biografia. Ne viene narrata tutta la vita, dall'infanzia agli amori con le pastorelle (gopi) di Vrindavana, dalla sconfitta dello zio tiranno Kamsa fino all'ascesa nel cielo Vaikuntha, la dimora celeste di Vishnu [3], narrata nell'undicesimo canto [4].
Ma la biografia di Krishna è anche narrata, in modo più o meno ampio, in altri testi.
Il Mahābhārata, e quindi anche la Bhagavad Gita, suo più famoso capitolo, narrano le vicende e le gesta di Krishna già adulto. L'Harivamsha (genealogia di Hari), appendice del Mahābhārata, contiene una genealogia di Krishna, e ne narra la nascita e l'infanzia, e per tal motivo può essere visto come un prequel del Mahābhārata [5].
Oltre alla suddetta Bhagavata Purana, anche altre Purana narrano di Krishna [6]:
- nella Vishnu Purana, il quinto dei sei libri che lo compongono è interamente dedicato alla vita di Krishna;
- la Brahma Purana narra la storia di Krishna in maniera molto simile a quella della Vishnu Purana;
- nella Brahma Vaivarta Purana, la quarta ed ultima parte (Krishna Janma Khanda) è dedicata alla nascita e alla vita di Krishna;
- l'Agni Purana e la Padma Purana (Uttara Kanda) presentano la vita di Krishna ma solo in maniera sintetica, probabilmente derivata da altre opere.
Datazione delle fonti
Il testo più antico nel quale compare la figura di Krishna è il Mahabharata, citato, a ulteriore conferma, all'interno della Vishnu Purana [7]. I versi sulla vita di Krishna della Vishnu Purana e della Brahma Purana sono molto simili, ma l'eterogeneità compositiva della Brahma Purana propenderebbe verso una sua posteriorità rispetto alla Vishnu Purana, dalla quale avrebbe probabilmente derivato il testo.
Inoltre, quanto riportato dalla Vishnu Purana non discosta molto dal contenuto della Bhagavata Purana. Quest'ultima presenta degli episodi in più rispetto alla Vishnu Purana, ma ciò potrebbe dimostrare tanto una posteriorità della Bhagavata Purana rispetto alla Vishnu Purana, per opera di un suo ampliamento, quanto una sua priorità, per opera di una sua semplificazione [8].
Le narrazioni sulla vita di Krishna contenute nell'Harivamsha e nella Brahma Vaivarta Purana sono da considerare invece di epoca successiva.
Sulla base dei dati così riportati, si potrebbe azzardare una ipotetica sequenza temporale puramente speculativa, che porrebbe il Mahabharata come prima fonte temporale sulla vita di Krishna, alla quale si sarebbero susseguite la Vishnu Purana, la Bhagavata Purana e la Brahma Purana ed infine l'Harivamsha e la Brahma Vaivarta Purana.
La vita di Krishna
Nascita, infanzia e gioventù
Una fonte riguardante la nascita di Krishna, spesso citata in ambito occidentale, è il libro di E. Shurè I grandi Iniziati (Bari, 1941), che riporta il seguente brano:
- « ...la volontà dei Deva fu compiuta; tu concepisti nella purezza del cuore e dell'amore divino. Vergine e madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il Salvatore del mondo. Ma fuggi, poiché il re Kansa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori, che stanno alle falde del monte Meru... ivi darai al mondo il figlio divino... »
Tuttavia, sebbene la vita di Krishna possa essere considerata simile in alcuni aspetti a quella di Gesù Cristo, non vi sono fonti dell'epoca che confermino la sua nascita da madre vergine, come afferma invece il suddetto autore in questo passo.
Krishna, principe della famiglia reale di Mathura, era l'ottavo figlio di Devaki e Vasudeva.
Il sovrano di Mathura, Kamsa, udita la predizione che avrebbe ricevuto la morte per mano di un figlio della cugina Devaki, faceva uccidere sistematicamente i figli della donna. Krishna venne scambiato con un altro neonato e riuscì a scampare alla morte, venendo affidato di nascosto al pastore Nanda e a sua moglie Yashoda.
Saputa la notizia della presenza del bimbo Krishna nel villaggio di Vrindavana, il sovrano Kamsa, per ucciderlo, inviò un demone di nome Putana, che assunse le sembianze di una bellissima donna la quale, visitando le giovani madri, chiedeva di poter tenere in braccio i piccoli e allattarli al proprio seno. In realtà, essendo il latte avvelenato, tutti i neonati morivano dopo essere stati allattati. Ma quando giunse presso la dimora di Krishna, una volta presolo in grembo e iniziato ad allattarlo, egli cominciò a succhiare così avidamente dal seno della donna, immune al veleno, da provocarne la morte; una volta morta, la donna riprese le sue vere sembianze di demone, svelando così il complotto.
Così Krishna trascorse l'infanzia nel distretto di Vrindavana, nei boschi di Gokula, tra i pastori, e le loro mogli e figlie (Gopi), da queste vezzeggiato prima e amato poi.
La guerra di Kurukshetra
Durante la sanguinosa battaglia di Kurukshetra, descritta nel poema epico del Mahābhārata, Krishna prese le parti dei virtuosi principi Pandava contro i loro cugini Kaurava, usurpatori del regno. Krishna, essendo imparentato con entrambi i rami della famiglia, chiese ad Arjuna (il terzo dei Pandava) e a Duryodhana (il maggiore dei Kaurava), giunti alla sua dimora per chiedere alleanza, di scegliere tra il suo esercito e la sua presenza fisica sul campo di battaglia, con la condizione che però egli non avrebbe combattuto. Il Pandava scelse la sua vicinanza (per questa ragione Krishna sarà l'auriga del suo carro), rendendo soddisfatto anche Duryodhana, il quale poté appropriarsi del potente esercito di Krishna.
Prima della battaglia, trovatosi davanti a cugini, nonni, mentori ed amici schierati nella fazione avversaria, Arjuna cedette all'attaccamento e all'angoscia, si rannicchiò piangendo e si rifiutò di combattere. Nel celeberrimo capitolo del Mahābhārata intitolato Bhagavad Gita, Krishna infuse forza e coraggio all'eroe rammentandogli il proprio Dharma di guerriero ed impartendogli una serie di insegnamenti filosofici e spirituali volti a raggiungere la realizzazione spirituale. Grazie alla vicinanza di Krishna, i Pandava ottennero la vittoria a Kurukshetra nonostante l'inferiorità numerica del loro esercito rispetto ai Kaurava.
La fine
Dopo l'autodistruzione della sua stirpe, attuatasi per mezzo di una feroce guerra interna, Krishna si ritirò nella foresta dove fu raggiunto da una freccia al calcagno, unico suo punto vulnerabile. Lasciò il corpo e riacquistò la sua forma divina.
La morte fisica di Krishna, avvenuta nell'anno 3102 a.C., segna la fine del Dvapara Yuga, la terza era del mondo, e l'inizio del Kali Yuga, l'era attuale.
Aneddoti mitologici
Il sollevamento della collina Govardhana
- « Gli abitanti di Vrindavana si preparavano a fare l'Indra-puja, un sacrificio al dio Indra, dispensatore della pioggia. Ma Krishna li convinse invece a celebrare una cerimonia di ringraziamento alla collina Govardhana, nei pressi del villaggio, che dispensava erba e riparo alle mucche. Indra, infuriato, scatenò una terribile tempesta e Krishna, per proteggere gli abitanti, sollevò con facilità l'intera collina, sotto la quale tutti trovarono riparo. Dopo un'intera settimana Indra, colpito dalla facilità con cui Krishna aveva offerto rifugio a tutti gli abitanti di Vrindavana, ammise la sconfitta, placò la tempesta e si inchinò ai suoi piedi, riconoscendone la superiorità. »
X libro dello Srimad Bhagavatam
In seguito a questa vicenda, Krishna ottenne l'appellativo di Govinda (in sanscrito: गोविन्द): Go sta per "mucca", o "terra", o entrambi. Vinda sta per "protettore"; quando le due parole sono combinate insieme, Govinda significa che Krishna è il protettore delle mucche, della terra o di entrambi. Govinda compare anche come il 187° ed il 539° nome nel Vishnu Sahasranama.
Preghiere e canti
Numerose preghiere e canti devozionali ispirati o dedicati alla figura di Krishna sono stati composti nel corso del tempo.
Una famosa preghiera chiamata Bhaja Govindam è stata scritta nell'VIII secolo da Adi Sankara, il filosofo codificatore dell'Advaita Vedānta, che recita:
- « Se uno adora appena Govinda, può attraversare facilmente questo grande oceano della nascita e della morte. »
Ciò si riferisce alla convinzione che l'adorazione del Signore (in questo caso, nella forma di Krishna) possa condurre i devoti al di fuori del ciclo delle reincarnazioni (il Saṃsāra), verso la consapevolezza atmica e la conseguente liberazione.
Gli appellativi di Krishna
Come per tutte le altre forme di Dio nella religione induista, anche Krishna è invocato attraverso innumerevoli nomi, tra cui:
- Acyuta. l'infallibile
- Bhagavan, Beato
- Chitta Chora, Ladro di cuori
- Dãmodara, colui che Yaśodã legò con una corda
- Devaki-nandana, figlio di Devaki
- Ghiridhara o Govardhanodhara, Colui che sostiene il monte Govardhana
- Govinda o Gopala, pastore o protettore delle mucche
- Hrishikesha, Signore dei sensi
- Jagatpati, il Signore dell'Universo
- Janardana, Colui che fa tremare i demoni, il vincitore degli atei o colui che mantiene tutti gli esseri
- Keshava, colui che ha i capelli soffici, fini e lunghi, o il vincitore del mostro Keśi
- Krsna, l'Infinitamente Affascinante
- Mana Mohana o Manohara, Colui che affascina la mente
- Madhava, Colui che distrugge l'illusione, l'ignoranza o sposo della dea della fortuna
- Madhusudana, Uccisore del demone Madhu, simbolo dell'ego
- Maheśvara, il Maestro assoluto
- Murari, distruttore del demone Mura
- Murali Manohara, Colui che rapisce la mente col flauto
- Murali Dhara, Colui che regge il flauto
- Murali Gana Lola, Incantevole suonatore di flauto
- Mukunda, Colui che dona la Liberazione
- Nandalal, Amato figlio di Nanda
- Nanda Kishora, Puledrino di Nanda (termine affettivo)
- Navanita Chora, Ladro di burro (allude ai suoi Lila, o Giochi Divini)
- Panduranga, Guida dei Pandava, o immacolato
- Puruşottama, la Persona Suprema o il Padre di tutti gli esseri
- Radha Lola, Amato da Radha
- Radhavallabh, Amato da Radha
- Rãma, fonte inesauribile di felicità
- Vişņu, il sostegno di tutto ciò che esiste
- Yajnapati, il beneficiario e il maestro di tutti i sacrifici
- Yogeśvara, il maestro di tutti i poteri o il maestro di tutti gli yoga
L'istruttore del mondo
Vivrebbe dal 1977 nella comunità pakistana di Londra un sedicente profeta contemporaneo, che si fa chiamare Maitreya o Istruttore del Mondo, che dice di essere Gesù (ma anche Krishna e il Mahdi) tornato per la fine dei giorni (inizio dell'Era dell'Acquario). Comunica i suoi commenti sull'attualità mediante contatto telepatico con uno scultore scozzese, Benjamin Creme e la sua rivista Share International. Se costui sia una figura positiva (cioè sia veramente Krishna), negativa (cioè sia un impostore, mandato dai rettiliani) o un semplice mitomane solo il futuro lo potrà dire.
Note
1^ Bryant 2007, pag.111
2^ Bryant 2007, pag.112
3^ Narayanan 2007, pag.83
4^ Boccali 2008, pag.79
5^ Glucklich 2008, pag.106
6^ The Vishnu Purana, Book 5 of 6 (op.cit.), Link, pag.129, accesso 11-03-2009
7^ The Vishnu Purana, Book 1 of 6 (op.cit.), Link, pag.80, accesso 11-03-2009
8^ Lo stile compositivo più semplice della Vishnu Purana, comunque, propenderebbe verso una sua antecedenza temporale.
Bibliografia
- Giuliano Boccali, Cinzia Pieruccini, Matilde Battistini, I Dizionari delle Religioni: Induismo, 2008, Mondadori Electa S.p.A., Verona, ISBN 978-88-370-4687-3
- Edwin Francis, Bryant, Krishna: a sourcebook, Oxford University Press US, 2007, inglese, ISBN 0-19-514891-6, ISBN 978-0-19-514891-6
- Alain Daniélou, Miti e dèi dell'India, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2002
- Ariel Glucklich, The Strides of Vishnu: Hindu Culture in Historical Perspective, Oxford University Press US, 2008, edizione illustrata, inglese, ISBN 0-19-531405-0, ISBN 978-0-19-531405-2
- Vasudha Narayanan, Capire l'Induismo, Oriente Universale Economica Feltrinelli, giugno 2007, ISBN 978-88-07-81980-3
- The Vishnu Purana, Book 1 of 6. A System of Hindu Mythology and Tradition, tradotto dal sanscrito da Horace Hayman Wilson, 2008, Forgotten Books, inglese, 1840, ISBN 1-60506-596-X, ISBN 978-1-60506-596-0. Disponibile online, accesso 11-03-2009
- The Vishnu Purana, Book 5 of 6. A System of Hindu Mythology and Tradition, tradotto dal sanscrito da Horace Hayman Wilson, 2008, Forgotten Books, inglese, 1840, ISBN 1-60506-661-3, ISBN 978-1-60506-661-5. Disponibile online, accesso 11-03-2009
Voci correlate
- Arjuna
- Avatar
- Bhagavad Gita
- Bhagavata Purana
- Bhakti
- Guerra di Kurukshetra
- Hare Kṛṣṇa
- Jagannatha
- Vrindavana
- Blu
- Monoceros
- Amon