Alfa Centauri

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Alfa centauri nella costellazione del Centauro

Alfa Centauri (α Cen / α Centauri o α del Centauro, secondo la nomenclatura di Bayer; conosciuta anche come Rigel Kentaurus o Rigil Kent o, più raramente, come Toliman) è un sistema stellare triplo situato nella costellazione australe del Centauro. È la stella più luminosa della costellazione, nonché terza stella più brillante del cielo notturno ad occhio nudo, dopo Sirio e Canopo: infatti, sommando la magnitudine apparente delle due componenti, A (+0,01) e B (+1,34), come si osserva ad occhio nudo, il sistema appare di magnitudine −0,27 [1]. È anche il sistema stellare più vicino alla Terra, in quanto dista 4,3 anni luce dal nostro pianeta.

Il sistema di Template:ST è costituito da una coppia di stelle di sequenza principale di simile luminosità, una nana gialla e una nana arancione molto vicine fra loro, al punto che ad occhio nudo o con un piccolo binocolo sembrano essere un'unica stella. In aggiunta a queste se ne trova una terza, una nana rossa molto più distante e meno luminosa, chiamata Proxima Centauri, la quale compie un'orbita molto ampia attorno alla coppia principale [2]. Attualmente Proxima Centauri è la più vicina fra le tre stelle del sistema, ed è dunque a tutti gli effetti la stella più vicina a noi dopo il Sole.

Nella cultura umana

Questa brillante stella del sud ben nota col nome di Alfa Centauri (secondo la designazione di Bayer), possiede in realtà diversi nomi propri; il più diffuso è quello di Rigel Kentaurus [3] spesso abbreviato nella forma Rigil Kent [4], inizialmente derivante da Rijil Kentaurus [5][6] (Riguel Kentaurus [7] in portoghese), tutte forme derivate dall'arabo Rijl Qanṯūris (o Rijl al-Qanṯūris [8], col significato di "Piede del Centauro"). Un nome alternativo, ma meno usato in italiano, è Toliman, la cui etimologia deriva sempre dall'arabo, al-Ẕulmān ("le ostriche").[1] Durante l'Ottocento l'astrofilo Elijah H. Burritt chiamò questa stella Bungula,[2] forse unendo la lettera "β" (sebbene la lettera di questa stella sia "α") al termine latino ungula ("zoccolo").[1] Quest'ultimo nome è raramente usato.

Note

1^ Robert Burnham, 1978, Burnham's Celestial Handbook, pag.549, Courier Dover Publications, ISBN 048623567X

2^ Mason B.D., Wycoff, G.L. I. Hartkopf, W.I.., 2008, Washington Visual Double Star Catalog, 2006.5 (WDS), U. S.Naval Observatory, Washington D.C.

3^ Bailey, F., "The Catalogues of Ptolemy, Ulugh Beigh, Tycho Brahe, Halley, and Hevelius," Memoirs of Royal Astronomical Society, vol. XIII, London, 1843.

4^ Kunitzsch P., & Smart, T., A Dictionary of Modern star Names: A Short Guide to 254 Star Names and Their Derivations, Cambride, Sky Pub. Corp., 2006, p. 27

5^ Hyde T., "Ulugh Beighi Tabulae Stellarum Fixarum", Tabulae Long. ac Lat. Stellarum Fixarum ex Observatione Ulugh Beighi, Oxford, 1665, p. 142.

6^ Hyde T., "In Ulugh Beighi Tabulae Stellarum Fixarum Commentarii", op. cit., p. 67.

7^ Da Silva Oliveira, R., "Crux Australis: o Cruzeiro do Sul", Artigos: Planetario Movel Inflavel AsterDomus.

8^ Davis Jr., G. A., "The Pronunciations, Derivations, and Meanings of a Selected List of Star Names,"Popular Astronomy, Vol. LII, No. 3, Oct. 1944, p. 16.


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