Eliopolis

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'''Eliopolis''' o '''Eliopoli''' (Ἡλίου πόλις - ''Heliopolis'' in greco) fu un'importante città dell'antico Egitto capitale del 13° [[nomos|distretto]] del Basso Egitto.
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Il sito si trova, attualmente, nella periferia del Cairo nei pressi del sobborgo detto el-Matariya.<br/>
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Il sito si trova, attualmente, nella periferia del Cairo nei pressi del sobborgo detto '''el-Matariya'''.<br/>
Eliopoli era una delle più rilevanti località legate al culto  solare da cui il nome greco, ''città del sole''.
Eliopoli era una delle più rilevanti località legate al culto  solare da cui il nome greco, ''città del sole''.

Versione delle 23:20, 15 gen 2009

Rovine di Eliopolis in Egitto

Eliopolis o Eliopoli (Ἡλίου πόλις - Heliopolis in greco) fu un'importante città dell'antico Egitto capitale del 13° distretto del Basso Egitto.

Il sito si trova, attualmente, nella periferia del Cairo nei pressi del sobborgo detto el-Matariya.
Eliopoli era una delle più rilevanti località legate al culto solare da cui il nome greco, città del sole.

Il nome originale era

Eliop1.jpg

Eliopolis in scrittura geroglifica

talvolta reso in greco come Ὁν (On) ed in ebraico come ˀÔn oppure ˀĀwen, chiamata Annu dai Sumeri.

Periodo egizio

Obelisco di Eliopolis in Egitto

Il sito di Eliopoli fu occupato fin dal Periodo predinastico ed vide il maggior sviluppo durante i periodi storici detti antico regno e medio regno. La maggior parte degli edifici venne distrutta durante la costruzione della città del Cairo allo scopo di riutilizzarne i materiali da costruzione, come le pietre.

La principale divinità adorata, inizialmente, ad Eliopoli fu il dio Atum, a cui fu dedicato il più antico tempio conosciuto: Per-Aat (pr ˁ3t - grande casa) detto anche Per-Atum (pr ỉtmw - Casa di Atum). La città fu anche la sede originale del culto dell'Enneade.
Si ritiene, in base alle risultanze degli scavi archeologici (scarsamente sistematici e completi a causa dell'esistenza della città contemporanea) che Eliopoli ospitasse un tempio solare analogo a quello di Abu Gurab.
In seguito, quando il ruolo di divinità predominante fu assunto da Horo, il culto si focalizzò sulla divinità sincretica di Ra-Harakhti (letteralmente Ra [che è] Horo sui due orizzonti).
Durante il periodo di Amarna il re Akhenaton introdusse nela città il culto di Aton, il disco solare deificato, costruendo un tempio detto Wetjes Aten (wṯs ỉtn - elevazione del disco solare). Blocchi provenienti da questa costruzione furono reimpiegati nella costruzione delle mura mediovali del Cairo e possono ancora essere osservati in alcune delle porte cittadine.
Ulteriore culto rilevante per Eliopoli fu quello del toro Mnevis, una incarnazione di Ra; a nord della città si trovava la necropoli riservata ai tori, analogamente a quanto avveniva a Saqqara, nel Serapeo, per i tori Api.
Gli scavi hanno riportato alla luce anche una necropoli riservata ai sacerdoti e datata alla V dinastia

Periodo greco-romano

L'esistenza della città è attestata da numerosi autori sia del periodo greco che di quello romano come: Claudio Tolomeo, Erodoto, Strabone, Diodoro Siculo, Plutarco, Diogene Laerzio, Giuseppe Flavio, Pomponio Mela, Cicerone, Plinio il vecchio, Tacito [1].

Strabone, nel I secolo a.C., riferisce che i templi erano ormai deserti e la città quasi disabitata. Durante il periodo romano la città fece parte prima della provincia d'Egitto poi, sotto Diocleziano venne inserita nella provincia Egitto Erculeo ed infine, con la riforma di Teodosio I, nella provincia denominata Augustamnica.

La popolazione comprendeva, con ogni probabilità, anche elementi di ceppo arabico [2]. Parte degli obelischi che si ergevano ad Eliopoli vennero trasportati nelle altre città del delta del Nilo ed alcuni attraversarono il Mediterraneo per giungere fino a Roma. In seguito, la fondazione del Cairo, solo 6 miglia a sud-ovest di Eliopoli, causò la definitiva rovina della città e la demolizione della maggior parte degli edifici allo scopo di ricavarne materiali da costruzione. Attualmente la posizione della antica città è identificata solamente da un obelisco.

Note

1^ Con riferimento al mito della Fenice, vd. Annales, VI,28.

2^ Plinio il Vecchio, VI,34.

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