Nuovo regno dell'Egitto

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Con Nuovo Regno si intende il periodo della storia egizia che va dal 1530 a.C. al 1080 a.C. e comprende le dinastie XVIII, XIX e XX secondo la cronologia di Manetone.

Il Nuovo Regno è il momento di massima espansione dell'influenza egiziana, al punto che talvolta si tende a parlare di impero. Se nei confronti della Nubia il termine è corretto in quanto l'Egitto estese il suo controllo diretto inglobando tutte le terre fino alla quarta cataratta e ponendole sotto il controllo di un figlio del re di Cush, carica spesso ricoperta da un principe reale; per quanto riguarda l'area del Medio Oriente il controllo fu di tipo politico, attraverso accordi di vassallaggio con i più importanti dinasti della regione e con la collocazione di guarnigioni in alcune fortezze poste nei punti di transito. Proprio il tentativo di controllare l'area siro-palestinese, onde prevenire nuove infiltrazioni di genti semite, come era accaduto durante il Secondo periodo intermedio, portò l'Egitto a scontrarsi prima con il regno di Mitanni e poi con l'impero ittita.

Punto di debolezza per l'Egitto fu il contrasto tra il potere del sovrano, che da re-dio (tipico dell'Antico Regno) diventò il re-generale, ed il potere del clero di Tebe, il cui capo, il primo profeta di Amon, tese spesso ad assumere, de facto, il controllo dello stato.

Dopo il fallito tentativo di riforma religiosa imposto da Amenhotep IV, l'Egitto riusci a mantenere la sua unitarietà grazie a sovrani quali Thutmose III, Seti I, Ramesse II e Ramesse III, che sconfisse i Popoli del mare, ma venute a mancare figure di questa rilevanza lo stato si spezzò nuovamente quando, verso la fine del II millennio a.C., il clero di Tebe prese apertamente il potere nell'Alto Egitto provocando una nuova scissione (terzo periodo intermedio) delle regioni del Delta, scissione che sarebbe durata più di quattro secoli.

XVIII dinastia

Per la lista dei sovrani di questa dinastia vedi XVIII dinastia egizia

Nel corso di questa dinastia (1543 a.C. - 1292 a.C. ± 30 anni) l'Egitto raggiunse, sotto Thutmose III, l'apice della sua estensione territoriale sia come aree governate direttamente (Nubia fino alla quarta cateratta del Nilo) sia come regioni controllate politicamente (area siro-palestinese).
La capitale fu Tebe e ciò comportò l'aumento di importanza del dio Amon il cui tempio di Karnak, grazie alle continue donazioni da parte dei re, divenne talmente potente, a livello politico ed economico, da essere quasi uno stato nello stato. Il tentativo di recupero di potere da parte dei sovrani ebbe il suo punto culminate con la tentata riforma religiosa di Akhenaton. La successione dei sovrani avvenne in modo regolare, di padre in figlio, tranne che nel cosiddetto periodo di Amarna, al termine della dinastia

XIX dinastia

Per la lista dei sovrani di questa dinastia vedi XIX dinastia egizia

La storia della XIX dinastia può essere suddivisa in due fasi nettamente distinte tra loro. Una prima fase, fino al regno di Merenptah, fu caratterizzata da sovrani autorevoli, primo fra tutti Ramesse II, che operarono per riportare l'Egitto, dopo gli avvenimenti dell'ultima fase della XVIII dinastia, al prestigio ed all'influenza dei tempi di Thutmose III. La seconda fase fu caratterizzata da un profondo conflitto interno alla famiglia reale, conflitto che condusse allo sfaldamento del potere regio.
Malgrado la situazione politica dell'ultimo periodo della dinastia, il Papiro Harris accenna ad anni vuoti che fanno pensare ad una assoluta mancanza di un sovrano, l'Egitto mantenne una parvenza di unità grazie alla struttura della burocrazia amministrativa i cui funzionari, spesso figli di funzionari, riuscirono a dare continuità alla gestione dello stato.
La sequenza dei sovrani è nota con sicurezza solamente per la prima parte della dinastia mentre in seguito l'effimerità di alcuni regni ed i tentativi di cancellare il ricordo dei supposti usurpatori scalpellandone i nomi dai monumenti rendono difficile ordinare i pochi dati in nostro possesso.
Anche le citazioni dall'opera di Manetone sono poco affidabili in quanto ciascuno degli epitomatori, e soprattutto Giuseppe Flavio inseriscono tra la XVIII e XIX dinastia alcuni nomi ripetuti rendendo scarsamente leggibile la successione.
Durante tutta la XIX dinastia Tebe mantenne il ruolo di capitale ufficiale ma la Residenza (il palazzo del sovrano) e l'Amministrazione (l'apparato burocratico) si divisero tra Pi-Ramses e Menphi mantenendo una posizione di equilibrio di potere nei confronti del clero tebano di Amon. La dinastia si chiude nella più totale anarchia e forse con una fase di assenza di potere centrale anche solamente fittizio.

XX dinastia

Per la lista dei sovrani di questa dinastia vedi XX dinastia egizia

Questa dinastia che concluse il periodo storico detto nuovo regno e che si dipanò nell'arco di poco più di un secolo (1186 a.C. - 1078 a.C.) si colloca in una fase storica complessiva, per quanto riguarda l'area mediterranea e medio-orientale) che vide grandi rivolgimenti collegati alle migrazioni delle popolazioni dette comunemente Popoli del mare e la conseguente caduta di stati come il regno hittita e la ridefinizione dell'assetto politico del Medio Oriente.
L'Egitto, pur respingendo, grazie a Ramesse III, i 'Popoli del mare', non riuscì a recuperare la condizione di grande potenza che l'aveva caratterizzato nei secoli precedenti anche per la mancanza di una guida decisa del potere regio e finì per collassare in seguito al riaccendersi dello scontro con il potere del clero tebano.
Al termine della dinastia l'Egitto diviso, anche se non ufficialmente, tra il re che governa sul Basso Egitto ed il Primo Profeta di Amon che governa l'Alto Egitto entrò in quello che viene chiamato terzo periodo intermedio.

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