Programma Iss

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[[Immagine:ISS_insignia_svg.png|200px|right|Logo del programma Iss]]
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La '''Stazione Spaziale Internazionale''' (in [[lingua inglese]] '''International Space Station''' o '''ISS''') è una [[stazione spaziale]] dedicata alla [[ricerca scientifica]] che si trova in [[orbita terrestre bassa]], gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[NASA]], la [[russia|russa]] [[Agenzia Spaziale Russa|RKA]], l'[[europa|europea]] [[Agenzia Spaziale Europea|ESA]], la [[giappone]]se [[Agenzia Spaziale Giapponese|JAXA]], la [[canada|canadese]] [[Agenzia Spaziale Canadese|CSA]].<ref name="PartStates"/>
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La '''Stazione Spaziale Internazionale''' (in [[lingua inglese]] '''International Space Station''' o '''ISS''') è una [[stazione spaziale]] dedicata alla [[ricerca scientifica]] che si trova in [[orbita terrestre bassa]], gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[NASA]], la [[russia|russa]] [[FKA|RKA]], l'[[europa|europea]] [[Agenzia Spaziale Europea|ESA]], la [[giappone]]se [[Agenzia Spaziale Giapponese|JAXA]], la [[canada|canadese]] [[Agenzia Spaziale Canadese|CSA]].<ref name="PartStates"/>
Viene mantenuta ad un'[[orbita]] compresa tra i 278 km e i 460 km di [[altitudine]] e viaggia a una [[velocità]] media di 27 743,8 km/h, completando 15,7 orbite al giorno.<ref>{{cita web|editore=ESA|url=http://www.esa.int/esaHS/ESA0I6KE43D_iss_0.html|titolo=See the ISS from your home town|data=7 gennaio 2009|accesso=18 giugno 2010|lingua=en}}</ref> È abitata continuativamente dal [[2 novembre]] [[2000]]; l'equipaggio, da allora, è stato sostituito più volte, variando da due a sei [[astronauta|astronauti]] o [[cosmonauta|cosmonauti]].
Viene mantenuta ad un'[[orbita]] compresa tra i 278 km e i 460 km di [[altitudine]] e viaggia a una [[velocità]] media di 27 743,8 km/h, completando 15,7 orbite al giorno.<ref>{{cita web|editore=ESA|url=http://www.esa.int/esaHS/ESA0I6KE43D_iss_0.html|titolo=See the ISS from your home town|data=7 gennaio 2009|accesso=18 giugno 2010|lingua=en}}</ref> È abitata continuativamente dal [[2 novembre]] [[2000]]; l'equipaggio, da allora, è stato sostituito più volte, variando da due a sei [[astronauta|astronauti]] o [[cosmonauta|cosmonauti]].
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Il suo obiettivo, come è stato definito dalla [[NASA]], è quello di sviluppare e testare tecnologie per l'[[esplorazione spaziale]], sviluppare tecnologie in grado di mantenere in vita un equipaggio in missioni oltre l'[[orbita terrestre]] e acquisire esperienze operative per voli spaziali di lunga durata,<ref name="national academies">{{cita libro|titolo=Review of NASA Plans for the International Space Station|year=2006|editore=National Academies|città=Washington, DC|isbn=978-0-309-10085-4|url=http://books.nap.edu/catalog.php?record_id=11512}}</ref> nonché servire come un laboratorio di ricerca in un ambiente di [[microgravità]], in cui gli equipaggi conducono esperimenti di [[biologia]], [[chimica]], [[medicina]], [[fisiologia]] e [[fisica]] e compiono osservazioni [[astronomia|astronomiche]] e [[meteorologia|meteorologiche]].<ref name="ISS overview">{{cita web|url=http://www.shuttlepresskit.com/ISS_OVR/index.htm|titolo=International Space Station Overview|editore=ShuttlePressKit.com|data=3 giugno 1999|accesso=17 febbraio 2009|lingua=en}}</ref><ref name="NASA Fields of Research">{{cita web|titolo=Benefits of ISS Research|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/coolstation.html|accesso=18 marzo 2012|editore = NASA|lingua=en}}</ref>
Il suo obiettivo, come è stato definito dalla [[NASA]], è quello di sviluppare e testare tecnologie per l'[[esplorazione spaziale]], sviluppare tecnologie in grado di mantenere in vita un equipaggio in missioni oltre l'[[orbita terrestre]] e acquisire esperienze operative per voli spaziali di lunga durata,<ref name="national academies">{{cita libro|titolo=Review of NASA Plans for the International Space Station|year=2006|editore=National Academies|città=Washington, DC|isbn=978-0-309-10085-4|url=http://books.nap.edu/catalog.php?record_id=11512}}</ref> nonché servire come un laboratorio di ricerca in un ambiente di [[microgravità]], in cui gli equipaggi conducono esperimenti di [[biologia]], [[chimica]], [[medicina]], [[fisiologia]] e [[fisica]] e compiono osservazioni [[astronomia|astronomiche]] e [[meteorologia|meteorologiche]].<ref name="ISS overview">{{cita web|url=http://www.shuttlepresskit.com/ISS_OVR/index.htm|titolo=International Space Station Overview|editore=ShuttlePressKit.com|data=3 giugno 1999|accesso=17 febbraio 2009|lingua=en}}</ref><ref name="NASA Fields of Research">{{cita web|titolo=Benefits of ISS Research|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/coolstation.html|accesso=18 marzo 2012|editore = NASA|lingua=en}}</ref>
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La struttura della stazione, con i suoi oltre cento metri di [[Integrated Truss Structure|intelaiatura]], copre un'area maggiore di qualsiasi altra stazione spaziale precedente,<ref name="10th">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/main/10th_anniversary.html|titolo=Nations Around the World Mark 10th Anniversary of International Space Station|editore=NASA|data=17 novembre 2008|accesso=6 marzo 2009|lingua=en}}</ref> tanto da renderla visibile dalla [[Terra]] a occhio nudo.<ref name="see">{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/realdata/sightings/index.html|titolo=International Space Station Sighting Opportunities|accesso=28 gennaio 2009|editore=NASA|data=2 luglio 2008||lingua=en}}</ref>
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La struttura della stazione, con i suoi oltre cento metri di [[Integrated Truss Structure|intelaiatura]], copre un'area maggiore di qualsiasi altra stazione spaziale precedente,<ref name="10th">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/main/10th_anniversary.html|titolo=Nations Around the World Mark 10th Anniversary of International Space Station|editore=NASA|data=17 novembre 2008|accesso=6 marzo 2009|lingua=en}}</ref> tanto da renderla visibile dalla [[gaia|Terra]] a occhio nudo.<ref name="see">{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/realdata/sightings/index.html|titolo=International Space Station Sighting Opportunities|accesso=28 gennaio 2009|editore=NASA|data=2 luglio 2008||lingua=en}}</ref>
Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo missione a terra, resi operativi dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto.<ref name="PartStates">{{cita web|url=http://www.esa.int/esaHS/partstates.html|titolo=Human Spaceflight and Exploration—European Participating States|accesso=17 gennaio 2009|editore=European Space Agency (ESA)|anno=2009|lingua=en}}</ref><ref name="ISSRG">{{cita libro|author=Gary Kitmacher|titolo=Reference Guide to the International Space Station| editore =Apogee Books|città=Canada|anno=2006|isbn=978-1-894959-34-6|issn=1496-6921|pages=71–80|lingua=en}}</ref>
Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo missione a terra, resi operativi dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto.<ref name="PartStates">{{cita web|url=http://www.esa.int/esaHS/partstates.html|titolo=Human Spaceflight and Exploration—European Participating States|accesso=17 gennaio 2009|editore=European Space Agency (ESA)|anno=2009|lingua=en}}</ref><ref name="ISSRG">{{cita libro|author=Gary Kitmacher|titolo=Reference Guide to the International Space Station| editore =Apogee Books|città=Canada|anno=2006|isbn=978-1-894959-34-6|issn=1496-6921|pages=71–80|lingua=en}}</ref>
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La proprietà e l'utilizzo della stazione spaziale sono stabiliti in accordi intergovernativi<ref name="ESA-IGA">{{cita web|url=http://www.spaceflight.esa.int/users/index.cfm?act=default.page&level=11&page=1980|titolo=ISS Intergovernmental Agreement|editore=European Space Agency (ESA)|accesso=19 aprile 2009|data=19 aprile 2009|lingua=en}}</ref> che consentono alla [[Federazione russa]] di mantenere la piena proprietà dei suoi moduli.<ref name="RSA-MOU">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/nasa_rsa.html|titolo=Memorandum of Understanding Between the National Aeronautics and Space Administration of the United States of America and the Russian Space Agency Concerning Cooperation on the Civil International Space Station|editore=NASA|accesso=19 aprile 2009|data=29 gennaio 1998|lingua=en}}</ref>
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La proprietà e l'utilizzo della stazione spaziale sono stabiliti in accordi intergovernativi<ref name="ESA-IGA">{{cita web|url=http://www.spaceflight.esa.int/users/index.cfm?act=default.page&level=11&page=1980|titolo=ISS Intergovernmental Agreement|editore=European Space Agency (ESA)|accesso=19 aprile 2009|data=19 aprile 2009|lingua=en}}</ref> che consentono alla [[russia|Federazione russa]] di mantenere la piena proprietà dei suoi moduli.<ref name="RSA-MOU">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/nasa_rsa.html|titolo=Memorandum of Understanding Between the National Aeronautics and Space Administration of the United States of America and the Russian Space Agency Concerning Cooperation on the Civil International Space Station|editore=NASA|accesso=19 aprile 2009|data=29 gennaio 1998|lingua=en}}</ref>
La stazione viene servita da navicelle ''[[Veicolo spaziale Sojuz|Soyuz]]'', navette ''[[Progress]]'', [[Space Shuttle]], dall'[[Automated Transfer Vehicle|ATV]] e dal [[H-II Transfer Vehicle]],<ref name="ISSRG"/> ed è stata visitata da astronauti e cosmonauti provenienti da 15 paesi diversi.<ref name="10th"/>
La stazione viene servita da navicelle ''[[Veicolo spaziale Sojuz|Soyuz]]'', navette ''[[Progress]]'', [[Space Shuttle]], dall'[[Automated Transfer Vehicle|ATV]] e dal [[H-II Transfer Vehicle]],<ref name="ISSRG"/> ed è stata visitata da astronauti e cosmonauti provenienti da 15 paesi diversi.<ref name="10th"/>
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Gli equipaggi, che abitano la stazione in missioni (chiamate expedition) di diversi mesi di durata, conducono esperimenti scientifici ogni giorno (circa 160 ore-uomo in una settimana).<ref name="ISS overview"/><ref name="Science in School">{{cita web|url=http://www.scienceinschool.org/2008/issue10/iss|titolo=The International Space Station: life in space|editore=Science in School|data=10 dicembre 2008|accesso=17 febbraio 2009|lingua=en}}</ref> A partire dalla conclusione della [[Expedition 15]], 138 esperimenti scientifici importanti sono stati condotti sulla ISS.<ref name="Bergin">{{cita web|titolo=ISS: Still in assembly, producing science research accomplishments|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/08/iss-assembly-producing-science-research-accomplishments/|accesso=27 settembre 2009|data=22 agosto 2009|autore=Chris Bergin|editore=NASASpaceflight.com|lingua=en}}</ref> I risultati degli esperimenti vengono pubblicati mensilmente.<ref name=ResProg/>
Gli equipaggi, che abitano la stazione in missioni (chiamate expedition) di diversi mesi di durata, conducono esperimenti scientifici ogni giorno (circa 160 ore-uomo in una settimana).<ref name="ISS overview"/><ref name="Science in School">{{cita web|url=http://www.scienceinschool.org/2008/issue10/iss|titolo=The International Space Station: life in space|editore=Science in School|data=10 dicembre 2008|accesso=17 febbraio 2009|lingua=en}}</ref> A partire dalla conclusione della [[Expedition 15]], 138 esperimenti scientifici importanti sono stati condotti sulla ISS.<ref name="Bergin">{{cita web|titolo=ISS: Still in assembly, producing science research accomplishments|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/08/iss-assembly-producing-science-research-accomplishments/|accesso=27 settembre 2009|data=22 agosto 2009|autore=Chris Bergin|editore=NASASpaceflight.com|lingua=en}}</ref> I risultati degli esperimenti vengono pubblicati mensilmente.<ref name=ResProg/>
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La ISS fornisce un punto di relativa sicurezza, in [[orbita terrestre bassa]] (''low earth orbit'' o LEO), per testare componenti di veicoli spaziali che saranno necessari per le future missioni di lunga durata verso la [[Luna]] e [[Marte (astronomia)|Marte]]. La possibilità di acquisire esperienza nella manutenzione, riparazione e sostituzione dei suoi componenti in orbita è di fondamentale importanza per la gestione di un veicolo spaziale lontano dalla Terra.<ref name=ResProg>{{cita web|url=http://spaceflightsystems.grc.nasa.gov/Advanced/ISSResearch/|titolo=ISS Research Program|editore=NASA|accesso=27 febbraio 2009|lingua=en}}</ref>
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La ISS fornisce un punto di relativa sicurezza, in [[orbita terrestre bassa]] (''low earth orbit'' o LEO), per testare componenti di veicoli spaziali che saranno necessari per le future missioni di lunga durata verso la [[Luna]] e [[Marte]]. La possibilità di acquisire esperienza nella manutenzione, riparazione e sostituzione dei suoi componenti in orbita è di fondamentale importanza per la gestione di un veicolo spaziale lontano dalla Terra.<ref name=ResProg>{{cita web|url=http://spaceflightsystems.grc.nasa.gov/Advanced/ISSResearch/|titolo=ISS Research Program|editore=NASA|accesso=27 febbraio 2009|lingua=en}}</ref>
Una parte degli scopi della stazione è relativa alla cooperazione internazionale e all'istruzione. L'equipaggio della ISS fornisce opportunità per gli studenti sulla Terra di eseguire esperimenti sviluppati dai partecipanti facendo poi dimostrazioni a scopo didattico. La cooperazione di 14 nazioni diverse al suo sviluppo è certamente un buon banco di prova per future collaborazioni internazionali.<ref name="ISSRG"/><ref>{{cita pubblicazione|autore=Gro Mjeldheim Sandal e Dietrich Manzey|titolo=Cross-cultural issues in space operations: A survey study among ground personnel of the European Space Agency|rivista=Acta Astronautica|volume=65|data=dicembre 2009|pagine=pp. 1520–1529|lingua=en}}</ref>
Una parte degli scopi della stazione è relativa alla cooperazione internazionale e all'istruzione. L'equipaggio della ISS fornisce opportunità per gli studenti sulla Terra di eseguire esperimenti sviluppati dai partecipanti facendo poi dimostrazioni a scopo didattico. La cooperazione di 14 nazioni diverse al suo sviluppo è certamente un buon banco di prova per future collaborazioni internazionali.<ref name="ISSRG"/><ref>{{cita pubblicazione|autore=Gro Mjeldheim Sandal e Dietrich Manzey|titolo=Cross-cultural issues in space operations: A survey study among ground personnel of the European Space Agency|rivista=Acta Astronautica|volume=65|data=dicembre 2009|pagine=pp. 1520–1529|lingua=en}}</ref>
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== Origine della stazione ==
== Origine della stazione ==
[[File:Atlantis-MIR-GPN-2000-001071.jpg|thumb|right|[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]] si allontana dalla ''[[Mir (stazione spaziale)|Mir]]'' durante la missione [[STS-71]] per il [[programma Shuttle-Mir]].]]
[[File:Atlantis-MIR-GPN-2000-001071.jpg|thumb|right|[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]] si allontana dalla ''[[Mir (stazione spaziale)|Mir]]'' durante la missione [[STS-71]] per il [[programma Shuttle-Mir]].]]
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[[File:STS-116 spacewalk 1.jpg|right|thumb|Lavori all'esterno della ISS sulla Nuova Zelanda.]]
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[[File:STS-124 Garan EVA2.jpg|thumb|right|L'astronauta [[Ron Garan]] durante [[STS-124]] compie una [[passeggiata spaziale]] per l'assemblaggio della ISS.]]
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[[File:ISS Node 2 module.jpg|thumb|right|''[[Harmony (modulo)|Harmony]]'' (Nodo 2).]]
La Stazione Spaziale Internazionale rappresenta l'unione di vari progetti di stazioni spaziali nazionali che hanno avuto origine durante la [[guerra fredda]]. All'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]], la NASA pianificò la realizzazione della [[stazione spaziale Freedom|stazione Freedom]] come controparte delle stazioni spaziali sovietiche ''[[Saljut]]'' e ''[[Mir (stazione spaziale)|Mir]]''. ''Freedom'' tuttavia non superò la fase di progetto e, con la [[caduta dell'Unione Sovietica]] e la fine della [[corsa allo spazio]], la sua realizzazione fu annullata. Le difficoltà economiche della NASA, comuni anche alle altre agenzie spaziali, convinsero l'amministrazione statunitense a contattare altri governi interessati all'esplorazione spaziale per realizzare un progetto comune. Contestualmente il caos economico nella Russia post-sovietica aveva portato alla cancellazione di ''Mir-2'' (che avrebbe dovuto succedere alla ''Mir''), nonostante il suo blocco di base, [[DOS-8]], fosse già stato realizzato.<ref name="SSSM">{{cita libro|author=David Harland|titolo=The Story of Space Station Mir|editore=Springer-Verlag New York Inc|data=30 novembre 2004|città=New York|url=http://www.amazon.co.uk/exec/obidos/ASIN/0387230114/ref=ord_cart_shr/202-3649698-1866219?%5Fencoding=UTF8&m=A3P5ROKL5A1OLE|isbn=978-0-387-23011-5|lingua=en}}</ref>
La Stazione Spaziale Internazionale rappresenta l'unione di vari progetti di stazioni spaziali nazionali che hanno avuto origine durante la [[guerra fredda]]. All'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]], la NASA pianificò la realizzazione della [[stazione spaziale Freedom|stazione Freedom]] come controparte delle stazioni spaziali sovietiche ''[[Saljut]]'' e ''[[Mir (stazione spaziale)|Mir]]''. ''Freedom'' tuttavia non superò la fase di progetto e, con la [[caduta dell'Unione Sovietica]] e la fine della [[corsa allo spazio]], la sua realizzazione fu annullata. Le difficoltà economiche della NASA, comuni anche alle altre agenzie spaziali, convinsero l'amministrazione statunitense a contattare altri governi interessati all'esplorazione spaziale per realizzare un progetto comune. Contestualmente il caos economico nella Russia post-sovietica aveva portato alla cancellazione di ''Mir-2'' (che avrebbe dovuto succedere alla ''Mir''), nonostante il suo blocco di base, [[DOS-8]], fosse già stato realizzato.<ref name="SSSM">{{cita libro|author=David Harland|titolo=The Story of Space Station Mir|editore=Springer-Verlag New York Inc|data=30 novembre 2004|città=New York|url=http://www.amazon.co.uk/exec/obidos/ASIN/0387230114/ref=ord_cart_shr/202-3649698-1866219?%5Fencoding=UTF8&m=A3P5ROKL5A1OLE|isbn=978-0-387-23011-5|lingua=en}}</ref>
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== Assemblaggio ==
== Assemblaggio ==
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[[File:STS-116 spacewalk 1.jpg|left|thumb|Lavori all'esterno della ISS sulla Nuova Zelanda.]]
 
L'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale ha costituito un imponente sforzo di architettura spaziale, iniziato nel novembre del 1998.<ref name="OnOrbit">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/externalflash/ISSRG/pdfs/on_orbit.pdf |titolo=On-Orbit Elements |editore=NASA |autore=NASA |data=18 febbraio 2010 |accesso=19 giugno 2010 |formato=PDF |lingua=en}}</ref> I moduli russi, con l'eccezione di ''[[Rassvet]]'', sono stati messi in orbita tramite [[Vettore (astronautica)|lanciatori]] senza equipaggio e agganciati in modo automatico. Tutti gli altri elementi sono stati portati grazie ai voli dello [[Space Shuttle]] e assemblati dai membri dell'equipaggio della navetta o della stazione per mezzo di [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]] e con l'utilizzo del [[Remote Manipulator System|braccio robotico]]. Al 5 giugno 2011, sono state effettuate complessivamente 159 passeggiate spaziali finalizzate all'assemblaggio per un totale di oltre 1 000 ore di lavoro, 127 di queste passeggiate hanno avuto origine dalla stazione, le rimanenti 32 hanno avuto luogo dalla navetta ancorata ad essa.<ref name="ISStD"/>
L'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale ha costituito un imponente sforzo di architettura spaziale, iniziato nel novembre del 1998.<ref name="OnOrbit">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/externalflash/ISSRG/pdfs/on_orbit.pdf |titolo=On-Orbit Elements |editore=NASA |autore=NASA |data=18 febbraio 2010 |accesso=19 giugno 2010 |formato=PDF |lingua=en}}</ref> I moduli russi, con l'eccezione di ''[[Rassvet]]'', sono stati messi in orbita tramite [[Vettore (astronautica)|lanciatori]] senza equipaggio e agganciati in modo automatico. Tutti gli altri elementi sono stati portati grazie ai voli dello [[Space Shuttle]] e assemblati dai membri dell'equipaggio della navetta o della stazione per mezzo di [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]] e con l'utilizzo del [[Remote Manipulator System|braccio robotico]]. Al 5 giugno 2011, sono state effettuate complessivamente 159 passeggiate spaziali finalizzate all'assemblaggio per un totale di oltre 1 000 ore di lavoro, 127 di queste passeggiate hanno avuto origine dalla stazione, le rimanenti 32 hanno avuto luogo dalla navetta ancorata ad essa.<ref name="ISStD"/>
Il primo segmento della ISS, ''[[Zarya]]'', fu lanciato il 20 novembre 1998 a bordo di un razzo russo ''Proton'' automatico. Il modulo è provvisto di propulsione, di strumenti per il controllo dell'orientamento, per le comunicazioni e per la produzione di [[energia elettrica]], ma manca di un [[supporto vitale]] a lungo termine. Due settimane più tardi, lo Space Shuttle ''Endeavour'', nel corso della missione [[STS-88]], trasportò in orbita il modulo ''[[Unity (modulo)|Unity]]'' della [[NASA]], che fu agganciato a ''Zarya'' grazie ad una EVA. Il modulo è dotato di due porte (PMA): una utilizzata per realizzare il collegamento permanente con ''Zarya'', l'altra per permettere l'attracco (''docking'') tra la navetta e la stazione spaziale. La ISS rimase disabitata per due anni, durante i quali il governo russo mantenne in servizio la stazione ''Mir'', che venne dismessa nell'ottobre 2000 e fatta de-orbitare, giungendo alla sua distruzione controllata nell'[[atmosfera]], nel marzo del 2001. Il 12 luglio 2000 avvenne il lancio di ''[[Zvezda (ISS)|Zvezda]]'' che andò ad agganciarsi a ''Zarya'' grazie al [[software]] di bordo e al controllo da terra, integrando il complesso allora esistente di dormitori, servizi igienici, una cucina, impianti di riciclaggio di [[anidride carbonica]], deumidificatori, generatori di ossigeno, apparecchiature di esercitazione, oltre agli strumenti per la trasmissione di dati e comunicazioni vocali con il controllo missione; rendendo, in tal modo, abitabile in modo permanente la stazione.<ref>{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/spacenews/factsheets/pdfs/servmod.pdf|titolo=The Service Module: A Cornerstone of Russian International Space Station Modules|formato=PDF|accesso=13 maggio 2012|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-88/mission-sts-88.html |titolo=STS-88 |editore=Science.ksc.nasa.gov |data= |accesso=19 aprile 2011}}</ref>
Il primo segmento della ISS, ''[[Zarya]]'', fu lanciato il 20 novembre 1998 a bordo di un razzo russo ''Proton'' automatico. Il modulo è provvisto di propulsione, di strumenti per il controllo dell'orientamento, per le comunicazioni e per la produzione di [[energia elettrica]], ma manca di un [[supporto vitale]] a lungo termine. Due settimane più tardi, lo Space Shuttle ''Endeavour'', nel corso della missione [[STS-88]], trasportò in orbita il modulo ''[[Unity (modulo)|Unity]]'' della [[NASA]], che fu agganciato a ''Zarya'' grazie ad una EVA. Il modulo è dotato di due porte (PMA): una utilizzata per realizzare il collegamento permanente con ''Zarya'', l'altra per permettere l'attracco (''docking'') tra la navetta e la stazione spaziale. La ISS rimase disabitata per due anni, durante i quali il governo russo mantenne in servizio la stazione ''Mir'', che venne dismessa nell'ottobre 2000 e fatta de-orbitare, giungendo alla sua distruzione controllata nell'[[atmosfera]], nel marzo del 2001. Il 12 luglio 2000 avvenne il lancio di ''[[Zvezda (ISS)|Zvezda]]'' che andò ad agganciarsi a ''Zarya'' grazie al [[software]] di bordo e al controllo da terra, integrando il complesso allora esistente di dormitori, servizi igienici, una cucina, impianti di riciclaggio di [[anidride carbonica]], deumidificatori, generatori di ossigeno, apparecchiature di esercitazione, oltre agli strumenti per la trasmissione di dati e comunicazioni vocali con il controllo missione; rendendo, in tal modo, abitabile in modo permanente la stazione.<ref>{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/spacenews/factsheets/pdfs/servmod.pdf|titolo=The Service Module: A Cornerstone of Russian International Space Station Modules|formato=PDF|accesso=13 maggio 2012|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-88/mission-sts-88.html |titolo=STS-88 |editore=Science.ksc.nasa.gov |data= |accesso=19 aprile 2011}}</ref>
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[[File:STS-124 Garan EVA2.jpg|thumb|left|L'astronauta [[Ron Garan]] durante [[STS-124]] compie una [[passeggiata spaziale]] per l'assemblaggio della ISS.]]
 
La missione [[Expedition 1]], il primo equipaggio residente, giunse sulla stazione nel novembre del 2000 a bordo della [[Soyuz TM-31]], nell'intermezzo tra le missioni [[STS-92]] e [[STS-97]], degli Space Shuttle. Attraverso quest'ultime furono aggiunti alla stazione dei segmenti della ''[[Integrated Truss Structure]]'', che la fornirono dei [[Modulo fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], di una [[antenna]] per le comunicazioni in [[banda Ku]] e degli strumenti per il controllo di assetto.<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-92/mission-sts-92.html |titolo=STS-92 |editore=Science.ksc.nasa.gov |data= |accesso=19 aprile 2011}}</ref>
La missione [[Expedition 1]], il primo equipaggio residente, giunse sulla stazione nel novembre del 2000 a bordo della [[Soyuz TM-31]], nell'intermezzo tra le missioni [[STS-92]] e [[STS-97]], degli Space Shuttle. Attraverso quest'ultime furono aggiunti alla stazione dei segmenti della ''[[Integrated Truss Structure]]'', che la fornirono dei [[Modulo fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], di una [[antenna]] per le comunicazioni in [[banda Ku]] e degli strumenti per il controllo di assetto.<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-92/mission-sts-92.html |titolo=STS-92 |editore=Science.ksc.nasa.gov |data= |accesso=19 aprile 2011}}</ref>
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All'inizio del 2006 sono stati effettuati alcuni cambiamenti al piano di sviluppo della stazione. Diversi moduli sono stati cancellati o rimpiazzati da altri e il numero dei voli dello Shuttle è stato ridotto rispetto al piano originario. La ripresa ufficiale dell'assemblaggio è avvenuta con l'arrivo di ''Atlantis'', nella missione [[STS-115]], che ha installato un secondo set di pannelli fotovoltaici sulla stazione. Diversi segmenti e una terza serie di pannelli sono stati consegnati nelle missioni [[STS-116]], [[STS-117]] e [[STS-118]]. Queste aggiunte hanno permesso di portare un importante sviluppo nelle capacità di produzione di energia della stazione. Poco dopo sono stati aggiunti il nodo ''[[Harmony (modulo)|Harmony]]'' e il laboratorio europeo ''[[Columbus (modulo)|Columbus]]'', seguiti dai primi due componenti del laboratorio ''[[Japanese Experiment Module|Kibo]]''. Nel marzo 2009, la missione [[STS-119]] ha completato l'''Integrated Truss Structure'' con l'installazione del quarto e ultimo set di pannelli fotovoltaici. La sezione finale di Kibo è stata assemblata nel luglio 2009 grazie alla missione [[STS-127]], seguito poi dal modulo ''[[Poisk]]'' russo. Il terzo nodo, ''[[Tranquility (modulo)|Tranquility]]'', è stato assemblato nel febbraio 2010, durante la missione [[STS-130]] dello Space Shuttle Endeavour con a fianco il modulo ''[[Cupola (modulo)|Cupola]]''. L'ultimo modulo pressurizzato, ''[[Multi-Purpose Logistics Module|Leonardo]]'', è stato portato alla stazione nel corso dell'ultima missione del ''Discovery'', la [[STS-133]], seguito dall<nowiki>'</nowiki>''[[Alpha Magnetic Spectrometer]]'' nella missione [[STS-134]] dell<nowiki>'</nowiki>''Endeavour''.
All'inizio del 2006 sono stati effettuati alcuni cambiamenti al piano di sviluppo della stazione. Diversi moduli sono stati cancellati o rimpiazzati da altri e il numero dei voli dello Shuttle è stato ridotto rispetto al piano originario. La ripresa ufficiale dell'assemblaggio è avvenuta con l'arrivo di ''Atlantis'', nella missione [[STS-115]], che ha installato un secondo set di pannelli fotovoltaici sulla stazione. Diversi segmenti e una terza serie di pannelli sono stati consegnati nelle missioni [[STS-116]], [[STS-117]] e [[STS-118]]. Queste aggiunte hanno permesso di portare un importante sviluppo nelle capacità di produzione di energia della stazione. Poco dopo sono stati aggiunti il nodo ''[[Harmony (modulo)|Harmony]]'' e il laboratorio europeo ''[[Columbus (modulo)|Columbus]]'', seguiti dai primi due componenti del laboratorio ''[[Japanese Experiment Module|Kibo]]''. Nel marzo 2009, la missione [[STS-119]] ha completato l'''Integrated Truss Structure'' con l'installazione del quarto e ultimo set di pannelli fotovoltaici. La sezione finale di Kibo è stata assemblata nel luglio 2009 grazie alla missione [[STS-127]], seguito poi dal modulo ''[[Poisk]]'' russo. Il terzo nodo, ''[[Tranquility (modulo)|Tranquility]]'', è stato assemblato nel febbraio 2010, durante la missione [[STS-130]] dello Space Shuttle Endeavour con a fianco il modulo ''[[Cupola (modulo)|Cupola]]''. L'ultimo modulo pressurizzato, ''[[Multi-Purpose Logistics Module|Leonardo]]'', è stato portato alla stazione nel corso dell'ultima missione del ''Discovery'', la [[STS-133]], seguito dall<nowiki>'</nowiki>''[[Alpha Magnetic Spectrometer]]'' nella missione [[STS-134]] dell<nowiki>'</nowiki>''Endeavour''.
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[[File:ISS Node 2 module.jpg|thumb|left|''[[Harmony (modulo)|Harmony]]'' (Nodo 2).]]
 
Nel giugno del 2011, la stazione consiste di quindici moduli pressurizzati e del sistema ''Integrated Truss Structure''. Mancano da installare il laboratorio russo ''[[Nauka]]'' e alcuni componenti esterni, tra cui il braccio robotico europeo. L'assemblaggio dovrebbe essere completato entro il 2013, quando la stazione raggiungerà una massa superiore alle 400 [[Megagrammo|tonnellate]].<ref name="OnOrbit"/><ref name="Manifest"/>
Nel giugno del 2011, la stazione consiste di quindici moduli pressurizzati e del sistema ''Integrated Truss Structure''. Mancano da installare il laboratorio russo ''[[Nauka]]'' e alcuni componenti esterni, tra cui il braccio robotico europeo. L'assemblaggio dovrebbe essere completato entro il 2013, quando la stazione raggiungerà una massa superiore alle 400 [[Megagrammo|tonnellate]].<ref name="OnOrbit"/><ref name="Manifest"/>
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! Modulo
! Modulo
! Missione
! Missione
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| rowspan="2" | [[File:Zarya from STS-88.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:Zarya from STS-88.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/fgb.html|titolo=Zarya Module|editore=NASA|accesso=7 dicembre 2009|data=14 ottobre 2008|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/fgb.html|titolo=Zarya Module|editore=NASA|accesso=7 dicembre 2009|data=14 ottobre 2008|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Il primo componente della ISS ad essere stato lanciato, ''Zarya'' era in grado di provvedere all'[[energia elettrica]], all'immagazzinamento, alla [[propulsione]] e al controllo di assetto durante le prime fasi di assemblaggio. Attualmente il modulo è utilizzato principalmente come magazzino.
| colspan="4" | Il primo componente della ISS ad essere stato lanciato, ''Zarya'' era in grado di provvedere all'[[energia elettrica]], all'immagazzinamento, alla [[propulsione]] e al controllo di assetto durante le prime fasi di assemblaggio. Attualmente il modulo è utilizzato principalmente come magazzino.
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| rowspan="2" | [[File:ISS Unity module.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:ISS Unity module.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|titolo=Unity Connecting Module: Cornerstone for a Home in Orbit|url=http://spaceflight.nasa.gov/spacenews/factsheets/pdfs/unity.pdf|data=gennaio 1999|accesso=11 marzo 2009|editore=NASA|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|titolo=Unity Connecting Module: Cornerstone for a Home in Orbit|url=http://spaceflight.nasa.gov/spacenews/factsheets/pdfs/unity.pdf|data=gennaio 1999|accesso=11 marzo 2009|editore=NASA|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Il primo modulo nodo di collegamento, connette la sezione statunitense con quella russa.
| colspan="4" | Il primo modulo nodo di collegamento, connette la sezione statunitense con quella russa.
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| rowspan="2" | [[File:ISS Zvezda module-small.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:ISS Zvezda module-small.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/sm.html|titolo=Zvezda Service Module|editore=NASA|data=11 Marzo 2009|accesso=11 Marzo 2009|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Modulo di servizio della stazione. Provvede a fornire spazio per il soggiorno degli astronauti, per i sistemi per il controllo di assetto e per i dispositivi di [[supporto vitale]]. Il modulo provvede inoltre all'aggancio con le [[Programma Sojuz|navette Sojuz]], con la [[progress|navetta Progress]] e con l'[[Automated Transfer Vehicle]]. L'aggiunta di questo modulo ha reso la stazione abitabile.
| colspan="4" | Modulo di servizio della stazione. Provvede a fornire spazio per il soggiorno degli astronauti, per i sistemi per il controllo di assetto e per i dispositivi di [[supporto vitale]]. Il modulo provvede inoltre all'aggancio con le [[Programma Sojuz|navette Sojuz]], con la [[progress|navetta Progress]] e con l'[[Automated Transfer Vehicle]]. L'aggiunta di questo modulo ha reso la stazione abitabile.
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| rowspan="2" | [[File:ISS Destiny Lab.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:ISS Destiny Lab.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/destiny.html|titolo=NASA—US Destiny Laboratory|data=26 Marzo 2007|accesso=26 giugno 2007|editore = NASA|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/destiny.html|titolo=NASA—US Destiny Laboratory|data=26 Marzo 2007|accesso=26 giugno 2007|editore = NASA|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Prima struttura dedicata alla ricerca scientifica a bordo della ISS. ''Destiny'' è dedicato ad esperimenti di carattere generale. Il modulo serve inoltre come punto di aggancio per gran parte della ''[[Integrated Truss Structure]]'' della stazione.
| colspan="4" | Prima struttura dedicata alla ricerca scientifica a bordo della ISS. ''Destiny'' è dedicato ad esperimenti di carattere generale. Il modulo serve inoltre come punto di aggancio per gran parte della ''[[Integrated Truss Structure]]'' della stazione.
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| rowspan="2" | [[File:ISS Quest airlock.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:ISS Quest airlock.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/station/eva/outside.html|titolo=Space Station Extravehicular Activity|accesso=11 Marzo 2009|editore=[[NASA]]|data=4 aprile 2004|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/station/eva/outside.html|titolo=Space Station Extravehicular Activity|accesso=11 Marzo 2009|editore=[[NASA]]|data=4 aprile 2004|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Primo [[airlock]] per la ISS, ''Quest'' permette le [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]] realizzate con la statunitense [[Extravehicular Mobility Unit|EMU]] e la [[tuta spaziale]] russa [[Orlan (tuta spaziale)|Orlan]]. ''Quest'' è strutturata in due segmenti: in uno vengono conservate le tute spaziali e l'equipaggiamento, l'altro permette l'uscita degli astronauti nello spazio.
| colspan="4" | Primo [[airlock]] per la ISS, ''Quest'' permette le [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]] realizzate con la statunitense [[Extravehicular Mobility Unit|EMU]] e la [[tuta spaziale]] russa [[Orlan (tuta spaziale)|Orlan]]. ''Quest'' è strutturata in due segmenti: in uno vengono conservate le tute spaziali e l'equipaggiamento, l'altro permette l'uscita degli astronauti nello spazio.
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| rowspan="2" | [[ISS docking compartment|''Pirs'']]<br /> <small><br /></small>
| rowspan="2" | [[ISS docking compartment|''Pirs'']]<br /> <small><br /></small>
| 4R
| 4R
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| {{TA|14 settembre 2001}}
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| 14 settembre 2001
| [[Veicolo spaziale Sojuz|Sojuz-U]], [[Progress|Progress M-SO1]]
| [[Veicolo spaziale Sojuz|Sojuz-U]], [[Progress|Progress M-SO1]]
| Russia
| Russia
| rowspan="2" | [[File:Pirs docking module taken by STS-108.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:Pirs docking module taken by STS-108.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/pirs.html|titolo=Pirs Docking Compartment|editore=NASA|accesso=28 marzo 2009|data=10 maggio 2006|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/pirs.html|titolo=Pirs Docking Compartment|editore=NASA|accesso=28 marzo 2009|data=10 maggio 2006|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | ''Pirs'' provvede a fornire alla ISS un porta addizionale per il docking per le navette ''Sojuz'' e ''Progress''. Inoltre consente ai [[cosmonauta|cosmonauti]] l'uscita e l'entrata per le [[passeggiata spaziale|passeggiate spaziali]] che utilizzano la [[Orlan (tuta spaziale)|tuta spaziale Orlan]], fornendo spazio per immagazzinarne tre.
| colspan="4" | ''Pirs'' provvede a fornire alla ISS un porta addizionale per il docking per le navette ''Sojuz'' e ''Progress''. Inoltre consente ai [[cosmonauta|cosmonauti]] l'uscita e l'entrata per le [[passeggiata spaziale|passeggiate spaziali]] che utilizzano la [[Orlan (tuta spaziale)|tuta spaziale Orlan]], fornendo spazio per immagazzinarne tre.
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| rowspan="2" | [[File:S122e007873.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:S122e007873.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita news|url=http://www.nasaspaceflight.com/2008/01/prcb-plan-sts-122-for-net-feb-7-three-launches-in-10-11-weeks/|titolo=PRCB plan STS-122 for NET Feb&nbsp;7—three launches in 10–11 weeks|accesso=12 gennaio 2008|author=Chris Bergin|data=10 gennaio 2008|editore=NASASpaceflight.com|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.esa.int/esaHS/ESAAYI0VMOC_iss_0.html|titolo=Columbus laboratory|editore=European Space Agency (ESA)|accesso=6 Marzo 2009|data=10 gennaio 2009|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita news|url=http://www.nasaspaceflight.com/2008/01/prcb-plan-sts-122-for-net-feb-7-three-launches-in-10-11-weeks/|titolo=PRCB plan STS-122 for NET Feb&nbsp;7—three launches in 10–11 weeks|accesso=12 gennaio 2008|author=Chris Bergin|data=10 gennaio 2008|editore=NASASpaceflight.com|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.esa.int/esaHS/ESAAYI0VMOC_iss_0.html|titolo=Columbus laboratory|editore=European Space Agency (ESA)|accesso=6 Marzo 2009|data=10 gennaio 2009|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | La struttura di ricerca principale per gli esperimenti scientifici Europei a bordo della ISS. ''Columbus'' offre un laboratorio generico e strutture appositamente progettate per la [[biologia]], la ricerca biomedica e per lo studio della [[Meccanica dei fluidi|fisica dei fluidi]]. Diverse posizioni di montaggio sono poste all'esterno del modulo e che forniscono alimentazione e dati per esperimenti esterni come la ''[[European Technology Exposure Facility]]'' (EuTEF), il ''[[Solar Monitoring Observatory]]'', il ''[[Materials International Space Station Experiment]]'', e l'''[[Atomic Clock Ensemble in Space]]''. Un certo numero di espansioni sono previste per lo studio della [[fisica quantistica]] e la [[Cosmologia (astronomia)|cosmologia]].
| colspan="4" | La struttura di ricerca principale per gli esperimenti scientifici Europei a bordo della ISS. ''Columbus'' offre un laboratorio generico e strutture appositamente progettate per la [[biologia]], la ricerca biomedica e per lo studio della [[Meccanica dei fluidi|fisica dei fluidi]]. Diverse posizioni di montaggio sono poste all'esterno del modulo e che forniscono alimentazione e dati per esperimenti esterni come la ''[[European Technology Exposure Facility]]'' (EuTEF), il ''[[Solar Monitoring Observatory]]'', il ''[[Materials International Space Station Experiment]]'', e l'''[[Atomic Clock Ensemble in Space]]''. Un certo numero di espansioni sono previste per lo studio della [[fisica quantistica]] e la [[Cosmologia (astronomia)|cosmologia]].
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| rowspan="2" | [[File:Kibo ELM-PS on ISS.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:Kibo ELM-PS on ISS.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref name="nasa-jem">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/jem.html|titolo=NASA—Kibo Giapponeese Experiment Module|editore=NASA|data=23 novembre 2007|accesso=28 marzo 2009|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref name="nasa-jem">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/jem.html|titolo=NASA—Kibo Giapponeese Experiment Module|editore=NASA|data=23 novembre 2007|accesso=28 marzo 2009|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese ''Kibō''. Esso provvede a fornire una struttura per il trasporto e l'immagazzinamento dei carichi scientifici.
| colspan="4" | Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese ''Kibō''. Esso provvede a fornire una struttura per il trasporto e l'immagazzinamento dei carichi scientifici.
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| rowspan="2" | [[File:STS-124 Kibo.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:STS-124 Kibo.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref name="nasa-jem"/><ref>{{cita web|url=http://kibo.jaxa.jp/en/about/|editore=Giappone Aerospace Exploration Agency (JAXA)|accesso=6 Marzo 2009|data=25 settembre 2008|titolo=About Kibo|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref name="nasa-jem"/><ref>{{cita web|url=http://kibo.jaxa.jp/en/about/|editore=Giappone Aerospace Exploration Agency (JAXA)|accesso=6 Marzo 2009|data=25 settembre 2008|titolo=About Kibo|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese ''Kibō''. Questo è il cuore del modulo ''Kibō'' ed è il laboratorio più grande dell'intera stazione con lo spazio per 23 racks che includono 10 racks per esperimenti. Il modulo è utilizzato per condurre esperimenti di medicina dello spazio, [[biologia]], osservazione della Terra, produzione di materiali, biotecnologie e ricerca nel campo delle [[telecomunicazioni]]. Il modulo dispone, inoltre, della ''Exposed Facility'', una piattaforma esterna che permette di esporre gli esperimenti direttamente al vuoto dello spazio. La piattaforma è poi raggiungibile tramite un braccio robotico.
| colspan="4" | Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese ''Kibō''. Questo è il cuore del modulo ''Kibō'' ed è il laboratorio più grande dell'intera stazione con lo spazio per 23 racks che includono 10 racks per esperimenti. Il modulo è utilizzato per condurre esperimenti di medicina dello spazio, [[biologia]], osservazione della Terra, produzione di materiali, biotecnologie e ricerca nel campo delle [[telecomunicazioni]]. Il modulo dispone, inoltre, della ''Exposed Facility'', una piattaforma esterna che permette di esporre gli esperimenti direttamente al vuoto dello spazio. La piattaforma è poi raggiungibile tramite un braccio robotico.
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| rowspan="2" | [[File:STS-130 Nicholas Patrick looks through Cupola.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:STS-130 Nicholas Patrick looks through Cupola.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|editore=European Space Agency (ESA)|url=http://www.esa.int/esaHS/ESA65K0VMOC_iss_0.html|accesso= 1º agosto 2011|titolo=Cupola|data=16 gennaio 2009|lingua=en}}</ref>
| rowspan="2" |<ref>{{cita web|editore=European Space Agency (ESA)|url=http://www.esa.int/esaHS/ESA65K0VMOC_iss_0.html|accesso= 1º agosto 2011|titolo=Cupola|data=16 gennaio 2009|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Cupola è un modulo osservatorio che provvede a fornire all'equipaggio della ISS una vista diretta delle operazioni del braccio robotico e dell'aggancio delle navette. Inoltre è un punto di osservazione della Terra. Il modulo è fornito di una finestra di 80 cm di diametro, la più larga della stazione.
| colspan="4" | Cupola è un modulo osservatorio che provvede a fornire all'equipaggio della ISS una vista diretta delle operazioni del braccio robotico e dell'aggancio delle navette. Inoltre è un punto di osservazione della Terra. Il modulo è fornito di una finestra di 80 cm di diametro, la più larga della stazione.
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| rowspan="2" | [[File:Rassvet Canadarm Crop.jpg|80px]]
| rowspan="2" | [[File:Rassvet Canadarm Crop.jpg|80px]]
| rowspan="2" |<ref name="Manifest"/>
| rowspan="2" |<ref name="Manifest"/>
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| colspan="4" | ''Rassvet'' è utilizzato per il docking e come magazzino.
| colspan="4" | ''Rassvet'' è utilizzato per il docking e come magazzino.
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| rowspan="2" style="border-bottom: 2px solid gray"| [[Multi-Purpose Logistics Module|''Leonardo'']]<br /><small>(Permanent Multipurpose Module)</small>
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| rowspan="2" | [[Multi-Purpose Logistics Module|''Leonardo'']]<br /><small>(Permanent Multipurpose Module)</small>
| ULF5
| ULF5
| 24 febbraio 2011
| 24 febbraio 2011
| Space Shuttle ''Discovery'', [[STS-133]]
| Space Shuttle ''Discovery'', [[STS-133]]
| Italia <small>(Costruttore)</small><br />USA <small>(Gestore)</small>
| Italia <small>(Costruttore)</small><br />USA <small>(Gestore)</small>
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| rowspan="2" style="border-bottom: 2px solid gray"|<ref name="PLM1">{{cita news|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/08/sts-133-five-crew-one-eva-mission-leave-mpm-on-iss|titolo=STS-133 refined to a five crew, one EVA mission—will leave MPLM on ISS|editore=NASASpaceflight.com|autore=Chris Gebhardt|data=5 agosto 2009|lingua=en}}</ref><ref name="PLM2">{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8226309.stm|titolo=Europa looks to buy Soyuz craft|editore=BBC News|last=Amos|first=Jonathan|data=29 agosto 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=17437.msg483604#msg483604|editore=NASASpaceflight.com|accesso=12 ottobre 2009|titolo=Shuttle Q&A Part 5|data=27 settembre 2009|lingua=en}}</ref>
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| rowspan="2" |<ref name="PLM1">{{cita news|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/08/sts-133-five-crew-one-eva-mission-leave-mpm-on-iss|titolo=STS-133 refined to a five crew, one EVA mission—will leave MPLM on ISS|editore=NASASpaceflight.com|autore=Chris Gebhardt|data=5 agosto 2009|lingua=en}}</ref><ref name="PLM2">{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8226309.stm|titolo=Europa looks to buy Soyuz craft|editore=BBC News|last=Amos|first=Jonathan|data=29 agosto 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=17437.msg483604#msg483604|editore=NASASpaceflight.com|accesso=12 ottobre 2009|titolo=Shuttle Q&A Part 5|data=27 settembre 2009|lingua=en}}</ref>
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| colspan="4" | Il Leonardo ''[[Multi-Purpose Logistics Module]]'' ospita i pezzi di ricambio e varie forniture, consentendo tempi più lunghi tra le missioni di rifornimento e liberando spazio in altri moduli, in particolare in ''Columbus''. L'arrivo del modulo PMM ha segnato il completamento del segmento orbitale americano.
| colspan="4" | Il Leonardo ''[[Multi-Purpose Logistics Module]]'' ospita i pezzi di ricambio e varie forniture, consentendo tempi più lunghi tra le missioni di rifornimento e liberando spazio in altri moduli, in particolare in ''Columbus''. L'arrivo del modulo PMM ha segnato il completamento del segmento orbitale americano.
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=== Programmati per il lancio ===
=== Programmati per il lancio ===
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! Modulo
! Modulo
! Missione
! Missione
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| rowspan="2" | ''[[Nauka]]''<br /><small>(Multipurpose Laboratory Module)</small>
| rowspan="2" | ''[[Nauka]]''<br /><small>(Multipurpose Laboratory Module)</small>
| 3R
| 3R
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| Estate 2013<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/iss_manifest.html|editore=NASA|titolo=Consolidatad Launch Manifest|accesso=1º Marzo 2011|lingua=en}}</ref><ref name=Rus>{{cita web|url=http://www.gazeta.ru/social/2011/10/19/3806658.shtml|titolo=New money for the old "Science" |data=19 ottobre 2011|editore=Gazeta.ru |lingua=ru|accesso=1º febbraio February 2012}}</ref>
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| febbraio 2017
| [[Proton (lanciatore)|Proton&#8209;M]]
| [[Proton (lanciatore)|Proton&#8209;M]]
| Russia
| Russia
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=== Supporto vitale ===
=== Supporto vitale ===
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[[File:CicloISS.png|thumb|left|300px|Controlli ambientali e supporto vitale (ECLSS).]]
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[[File:CicloISSa.png|thumb|left|300px|Controlli ambientali e supporto vitale (ECLSS).]]
L<nowiki>'</nowiki>''Environmental Control and Life Support System'' (ECLSS) della Stazione Spaziale Internazionale (il [[sistema di supporto vitale]]) provvede a controllare le condizioni atmosferiche, la pressione, il livello di ossigeno, l'acqua e la presenza di eventuali fiamme libere. Il suo scopo è mantenere le condizioni atmosferiche ma raccoglie, processa e immagazzina anche gli scoli della stazione. Per esempio il sistema ricicla i fluidi provenienti dai servizi igienici e condensa il vapore acqueo. L'[[anidride carbonica]] viene rimossa dall'aria dal sistema ''Vozdukh'' posto in ''Zvezda''. Altri sottoprodotti del [[metabolismo]] umano, come il [[metano]] dagli intestini e l'[[ammoniaca]] dal sudore, vengono rimossi con filtri a [[carbone attivo]].<ref name="breath easy">{{cita web|url=http://science.nasa.gov/headlines/y2000/ast13nov_1.htm|titolo=Breathing Easy on the Space Station|autore=Patrick L. Barry|editore=NASA|data=13 novembre 2000|accesso=21 novembre 2008}}</ref> L'ossigeno è prodotto dall'[[elettrolisi]] dell'acqua.
L<nowiki>'</nowiki>''Environmental Control and Life Support System'' (ECLSS) della Stazione Spaziale Internazionale (il [[sistema di supporto vitale]]) provvede a controllare le condizioni atmosferiche, la pressione, il livello di ossigeno, l'acqua e la presenza di eventuali fiamme libere. Il suo scopo è mantenere le condizioni atmosferiche ma raccoglie, processa e immagazzina anche gli scoli della stazione. Per esempio il sistema ricicla i fluidi provenienti dai servizi igienici e condensa il vapore acqueo. L'[[anidride carbonica]] viene rimossa dall'aria dal sistema ''Vozdukh'' posto in ''Zvezda''. Altri sottoprodotti del [[metabolismo]] umano, come il [[metano]] dagli intestini e l'[[ammoniaca]] dal sudore, vengono rimossi con filtri a [[carbone attivo]].<ref name="breath easy">{{cita web|url=http://science.nasa.gov/headlines/y2000/ast13nov_1.htm|titolo=Breathing Easy on the Space Station|autore=Patrick L. Barry|editore=NASA|data=13 novembre 2000|accesso=21 novembre 2008}}</ref> L'ossigeno è prodotto dall'[[elettrolisi]] dell'acqua.
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[[File:STS-128 ISS-20 Destiny Canadarm2.jpg|250px|thumb|Astronauti al lavoro su alcuni computer.]]
[[File:STS-128 ISS-20 Destiny Canadarm2.jpg|250px|thumb|Astronauti al lavoro su alcuni computer.]]
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La stazione spaziale internazionale è dotata di circa 100 [[computer portatile|computer portatili]] [[IBM]] e [[Lenovo]] [[ThinkPad]], modelli A31 e T61p. Ogni computer è un modello in libero commercio che viene poi configurato per migliorare la sicurezza, per consentire il funzionamento in assenza di peso e con l'alimentazione a 28 V. Il ThinkPad è il solo portatile certificato per il volo di lunga durata a bordo della ISS anche se altri modelli sono stati utilizzati per esperimenti specifici.<ref>[http://www.spaceref.com/news/viewnews.html?id=213 2001: A Space Laptop | SpaceRef - Your Space Reference<!-- Bot generated title -->]</ref> Tutti i laptop a bordo della ISS sono collegati alla [[LAN]] della stazione tramite [[Wi-Fi]] e con la terra con una velocità di 3 [[Megabit per secondo|Mbps]] di trasmissione e {{TA|10 Mbps}} di ricezione, paragonabile alla velocità media di una connessione domestica [[DSL]].<ref name=issit>{{Cita news|titolo=First Tweet from Space|url=http://bits.blogs.nytimes.com/2010/01/22/first-tweet-from-space/|newspaper=New York Times}}</ref>
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La stazione spaziale internazionale è dotata di circa 100 [[computer portatile|computer portatili]] [[IBM]] e [[Lenovo]] [[ThinkPad]], modelli A31 e T61p. Ogni computer è un modello in libero commercio che viene poi configurato per migliorare la sicurezza, per consentire il funzionamento in assenza di peso e con l'alimentazione a 28 V. Il ThinkPad è il solo portatile certificato per il volo di lunga durata a bordo della ISS anche se altri modelli sono stati utilizzati per esperimenti specifici.<ref>[http://www.spaceref.com/news/viewnews.html?id=213 2001: A Space Laptop | SpaceRef - Your Space Reference<!-- Bot generated title -->]</ref> Tutti i laptop a bordo della ISS sono collegati alla [[LAN]] della stazione tramite [[Wi-Fi]] e con la terra con una velocità di 3 [[Megabit per secondo|Mbps]] di trasmissione e 10 Mbps di ricezione, paragonabile alla velocità media di una connessione domestica [[DSL]].<ref name=issit>{{Cita news|titolo=First Tweet from Space|url=http://bits.blogs.nytimes.com/2010/01/22/first-tweet-from-space/|newspaper=New York Times}}</ref>
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A [[maggio]] [[2013]] a tutti i [[computer portatile|laptop]] presenti, è stato sostituito il [[sistema operativo]] operativo presente, ovvero [[Windows XP]], con la versione [[Debian|Debian 6]] di [[Linux]]. La scelta è stata motivata sostanzialmente in tre punti, due sono citati nel comunicato stampa, la stabilità e la sicurezza del sistema; il terzo lo spiega uno dei responsabili della [[United Space Alliance]], [[Keith Chuvala]]: «Abbiamo bisogno di un sistema operativo su cui avere il controllo assoluto. Così se abbiamo bisogno di una modifica la possiamo realizzare da soli».<ref name=Debian>{{Cita news|titolo=Windows lascia lo spazio: sulla ISS Linux|url=http://www.corriere.it/tecnologia/app-software/13_maggio_13/iss-linux-windows_2e0a5ac8-bbd2-11e2-b326-eea88d27be21.shtml}}</ref>
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A [[maggio]] [[2013]] a tutti i [[computer portatile|laptop]] presenti, è stato sostituito il [[sistema operativo]] presente, ovvero [[Windows XP]], con la versione [[Debian|Debian 6]] di [[Linux]]. La scelta è stata motivata sostanzialmente in tre punti, due sono citati nel comunicato stampa, la stabilità e la sicurezza del sistema; il terzo lo spiega uno dei responsabili della [[United Space Alliance]], [[Keith Chuvala]]: «Abbiamo bisogno di un sistema operativo su cui avere il controllo assoluto. Così se abbiamo bisogno di una modifica la possiamo realizzare da soli».<ref name=Debian>{{Cita news|titolo=Windows lascia lo spazio: sulla ISS Linux|url=http://www.corriere.it/tecnologia/app-software/13_maggio_13/iss-linux-windows_2e0a5ac8-bbd2-11e2-b326-eea88d27be21.shtml}}</ref>
=== Comunicazioni ===
=== Comunicazioni ===
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[[File:Progress M-14M.jpg|300px|thumb|La navetta russa [[Progress]] in procinto di agganciarsi alla ISS. Oltre 40 progress hanno raggiunto la stazione, nel corso degli anni, per rifornirla di cibo, acqua, propellenti e materiale di vario tipo.]]
[[File:Progress M-14M.jpg|300px|thumb|La navetta russa [[Progress]] in procinto di agganciarsi alla ISS. Oltre 40 progress hanno raggiunto la stazione, nel corso degli anni, per rifornirla di cibo, acqua, propellenti e materiale di vario tipo.]]
[[File:ATV-3 approaches the International Space Station 3.jpg|thumb|300px|L'[[ATV-003 Edoardo Amaldi]] si prepara all'aggancio con la ISS. 28 marzo 2012.]]
[[File:ATV-3 approaches the International Space Station 3.jpg|thumb|300px|L'[[ATV-003 Edoardo Amaldi]] si prepara all'aggancio con la ISS. 28 marzo 2012.]]
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[[File:Dragon ISS - preparing to berth.jpg|thumb|300px|In una rappresentazione grafica, la navetta [[Dragon (veicolo spaziale)|Dragon]] è in avvicinamento alla ISS.]]
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[[File:Dragon-ISSn.jpg|thumb|300px|La navetta [[Dragon (veicolo spaziale)|Dragon]] è in avvicinamento alla ISS.]]
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[[File:Iss037e006296_1.jpg|thumb|300px|La navetta [[Cygnus (veicolo spaziale)|Cygnus]] è agganciata alla ISS.]]
Veicoli spaziali provenienti da quattro diverse agenzie spaziali visitano la Stazione Spaziale Internazionale per vari scopi. L'''[[Automated Transfer Vehicle]]'' dell'[[Agenzia Spaziale Europea]], il ''[[Progress]]'' russo e l'[[H-II Transfer Vehicle|HTV]] dalla ''[[Japan Aerospace Exploration Agency]]'' forniscono servizi di rifornimento alla stazione. Inoltre, la Russia fornisce un veicolo spaziale [[Veicolo spaziale Sojuz|Sojuz]], utilizzato per la rotazione dell'equipaggio e l'evacuazione di emergenza, che viene sostituito ogni sei mesi. Dal canto loro, gli statunitensi hanno servito la ISS attraverso il [[programma Space Shuttle]], compiendo le missioni di rifornimento, i voli di assemblaggio e logistica e la rotazione dell'equipaggio fin alla conclusione del programma.
Veicoli spaziali provenienti da quattro diverse agenzie spaziali visitano la Stazione Spaziale Internazionale per vari scopi. L'''[[Automated Transfer Vehicle]]'' dell'[[Agenzia Spaziale Europea]], il ''[[Progress]]'' russo e l'[[H-II Transfer Vehicle|HTV]] dalla ''[[Japan Aerospace Exploration Agency]]'' forniscono servizi di rifornimento alla stazione. Inoltre, la Russia fornisce un veicolo spaziale [[Veicolo spaziale Sojuz|Sojuz]], utilizzato per la rotazione dell'equipaggio e l'evacuazione di emergenza, che viene sostituito ogni sei mesi. Dal canto loro, gli statunitensi hanno servito la ISS attraverso il [[programma Space Shuttle]], compiendo le missioni di rifornimento, i voli di assemblaggio e logistica e la rotazione dell'equipaggio fin alla conclusione del programma.
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Al 9 marzo 2011 hanno visitato la stazione: 25 Sojuz, 41 Progress, 2 ATV, 2 HTV e 35 voli dello space shuttle.<ref name="ISStD">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/isstodate.html|titolo=The ISS to Date|accesso=18 marzo 2012|editore=NASA|data=9 marzo 2011|autore=NASA|lingua=en}}</ref> Ogni ''expedition'' richiede, in media, {{M|2 722|k|g}} di forniture, al 9 marzo 2011 gli equipaggi avevano consumato un totale di circa {{TA|22 000}} pasti.<ref name="ISStD"/> I voli Sojuz per la rotazione dell'equipaggio e i voli di rifornimento Progress visitano la stazione rispettivamente, in media, due e tre volte ogni anno. L'ATV e l'HTV dovrebbero visitarla ogni anno, a partire dal 2010.
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Al 9 marzo 2011 hanno visitato la stazione: 25 Sojuz, 41 Progress, 2 ATV, 2 HTV e 35 voli dello space shuttle.<ref name="ISStD">{{cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/isstodate.html|titolo=The ISS to Date|accesso=18 marzo 2012|editore=NASA|data=9 marzo 2011|autore=NASA|lingua=en}}</ref> Ogni ''expedition'' richiede, in media, 2 722 kg di forniture, al 9 marzo 2011 gli equipaggi avevano consumato un totale di circa 22 000 pasti.<ref name="ISStD"/> I voli Sojuz per la rotazione dell'equipaggio e i voli di rifornimento Progress visitano la stazione rispettivamente, in media, due e tre volte ogni anno. L'ATV e l'HTV dovrebbero visitarla ogni anno, a partire dal 2010.
Dopo il ritiro dello Space Shuttle, altri veicoli spaziali sono attesi per raggiungere la stazione. Due, l'''[[Orbital Sciences Cigno]]'' e lo ''[[SpaceX]] [[SpaceX Dragon|Dragon]]'', voleranno per il ''[[Commercial Orbital Transportation Services]]'' della NASA, consegnando merci alla stazione almeno fino al 2015.<ref>{{cita web|author=Space Operations Mission Directorate|titolo=Human Space Flight Transition Plan|editore=NASA|data=30 agosto 2006|url=http://www.nasa.gov/pdf/315546main_space_flight_transition_plan.pdf|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news|editore=NASA|data=18 gennaio 2006|titolo=NASA Seeks Proposals for Crew and Cargo Transportation to Orbit|url=http://www.spaceref.com/news/viewpr.html?pid=18791|accesso=21 novembre 2006|lingua=en}}</ref> Inoltre, il [[Orion (veicolo spaziale)|veicolo spaziale Orion]], sviluppato come un sostituto dello Space Shuttle facente parte del [[Programma Constellation]], è stato ricollocato dal presidente [[Barack Obama]], il 15 aprile 2010, come navetta di salvataggio per l'equipaggio della stazione.<ref>{{cita conferenza|conferenza=Barack Obama space policy|titolo=Remarks By the President on Space Exploration in the 21st Century|autore=[[Barack Obama]]|data=15 aprile 2010|città=[[Kennedy Space Center|John F. Kennedy Space Center]]|url=http://en.wikisource.org/wiki/President_Barack_Obama_on_Space_Exploration_in_the_21st_Century|accesso=5 maggio 2010|lingua=en}}</ref> Orion, fino a quel momento, era stato del tutto cancellato dal bilancio.<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/pdf/420990main_FY_201_%20Budget_Overview_1_Feb_2010.pdf|accesso=7 marzo 2010|titolo=Fiscal Year 2011 Budget Estimates|editore=NASA|lingua=en}}</ref>
Dopo il ritiro dello Space Shuttle, altri veicoli spaziali sono attesi per raggiungere la stazione. Due, l'''[[Orbital Sciences Cigno]]'' e lo ''[[SpaceX]] [[SpaceX Dragon|Dragon]]'', voleranno per il ''[[Commercial Orbital Transportation Services]]'' della NASA, consegnando merci alla stazione almeno fino al 2015.<ref>{{cita web|author=Space Operations Mission Directorate|titolo=Human Space Flight Transition Plan|editore=NASA|data=30 agosto 2006|url=http://www.nasa.gov/pdf/315546main_space_flight_transition_plan.pdf|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news|editore=NASA|data=18 gennaio 2006|titolo=NASA Seeks Proposals for Crew and Cargo Transportation to Orbit|url=http://www.spaceref.com/news/viewpr.html?pid=18791|accesso=21 novembre 2006|lingua=en}}</ref> Inoltre, il [[Orion (veicolo spaziale)|veicolo spaziale Orion]], sviluppato come un sostituto dello Space Shuttle facente parte del [[Programma Constellation]], è stato ricollocato dal presidente [[Barack Obama]], il 15 aprile 2010, come navetta di salvataggio per l'equipaggio della stazione.<ref>{{cita conferenza|conferenza=Barack Obama space policy|titolo=Remarks By the President on Space Exploration in the 21st Century|autore=[[Barack Obama]]|data=15 aprile 2010|città=[[Kennedy Space Center|John F. Kennedy Space Center]]|url=http://en.wikisource.org/wiki/President_Barack_Obama_on_Space_Exploration_in_the_21st_Century|accesso=5 maggio 2010|lingua=en}}</ref> Orion, fino a quel momento, era stato del tutto cancellato dal bilancio.<ref>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/pdf/420990main_FY_201_%20Budget_Overview_1_Feb_2010.pdf|accesso=7 marzo 2010|titolo=Fiscal Year 2011 Budget Estimates|editore=NASA|lingua=en}}</ref>
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| [[ATV-003 Edoardo Amaldi|Edoardo Amaldi]]
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| [[Sojuz TMA-05M]]
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| [[H-II Transfer Vehicle|Kounotori 3]]
| [[H-II Transfer Vehicle|Kounotori 3]]
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| [[Cape Canaveral Air Force Station|Canaveral]]
| [[Cape Canaveral Air Force Station|Canaveral]]
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| [[Harmony (modulo)|Harmony]] nadir<ref name="spacenewscivil">[http://www.spacenews.com/civil/110722-nasa-combining-spacex-flights.html NASA Tentatively Approves Combining SpaceX Flights]. SpaceNews.com (2011-07-22). Retrieved on 8 October 2011.</ref>
| [[Harmony (modulo)|Harmony]] nadir<ref name="spacenewscivil">[http://www.spacenews.com/civil/110722-nasa-combining-spacex-flights.html NASA Tentatively Approves Combining SpaceX Flights]. SpaceNews.com (2011-07-22). Retrieved on 8 October 2011.</ref>
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| [[Pirs (modulo)|Pirs]]
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=== Centri di controllo missione ===
=== Centri di controllo missione ===
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[[File:ISS Centers.svg|800px|center|thumb|Centri spaziali coinvolti nel programma ISS.]]
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[[File:ISS_Centers_svg.png|800px|center|thumb|Centri spaziali coinvolti nel programma ISS.]]
I componenti della ISS sono gestiti e controllati dalle loro rispettive agenzie spaziali, presso i [[Centro di controllo missione|centri di controllo]] sparsi in tutto il mondo, tra cui:
I componenti della ISS sono gestiti e controllati dalle loro rispettive agenzie spaziali, presso i [[Centro di controllo missione|centri di controllo]] sparsi in tutto il mondo, tra cui:
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[[File:STS120SolarPanel.jpg|thumb|Pannello solare danneggiato, fotografato durante la missione [[STS-120]].]]
[[File:STS120SolarPanel.jpg|thumb|Pannello solare danneggiato, fotografato durante la missione [[STS-120]].]]
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[[Immagine:STS-126 EVA1 Bowen01.jpg|thumb|right|[[Stephen Bowen]], al lavoro sul giunto ''SARJ'', durante la missione [[STS-126]].]]
Il primo evento importante e negativo che ha impattato sul programma è stato il [[disastro dello Space Shuttle Columbia]], avvenuto il 1 febbraio 2003 (durante la missione [[STS-107]]), che ha portato ad una sospensione di due anni e mezzo del programma Space Shuttle statunitense, seguito da una ulteriore sosta dopo [[STS-114]] a causa del continuo verificarsi di distacco di schiuma del [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]]. Questi eventi hanno fermato i piani di assemblaggio della stazione e ridotto le capacità operative della stessa.<ref name="TFFH">{{cita libro|titolo=Too Far from Home|autore=Chris Jones|anno=2008|editore=Vintage|isbn=978-0-09-951324-7|url=http://www.amazon.co.uk/dp/0099513242?qisbn=1-225-74474-7|lingua=en}}</ref> Il disastro del Columbia è stato seguito da una serie di piccoli problemi verificatisi a bordo della stazione, tra cui una perdita d'aria dal segmento statunitense nel 2004,<ref>{{cita news|url=http://www.msnbc.msn.com/id/3882962/|titolo=Crew finds ‘culprit’ in space station leak|editore=MSNBC|data=11 gennaio 2004|autore=James Oberg|accesso=22 agosto 2010|lingua=en}}</ref> la propagazione di fumo da un generatore di ossigeno ''Elektron'' nel 2006<ref>{{cita news|url=http://spaceflightnow.com/station/exp13/060918elektron.html|titolo=Oxygen Generator Problem Triggers Station Alarm|editore = CBS News through Spaceflight Now|data=18 settembre 2006|autore=William Harwood|accesso=24 novembre 2008|lingua=en}}</ref> e il guasto del computer nel 2007, durante la missione [[STS-117]] che ha lasciato la stazione senza propulsione ed altri sistemi di controllo ambientale. La causa principale degli incidenti è risultata essere la [[condensa]] all'interno dei connettori elettrici che ha portato ad un [[corto circuito]].<ref>{{cita web|url=http://www.spectrum.ieee.org/aerospace/space-flight/space-station-internal-nasa-reports-explain-origins-of-june-computer-crisis|titolo=Space Station: Internal NASA Reports Explain Origins of June Computer Crisis|accesso=7 luglio 2009|editore=IEEE Spectrum|data=4 ottobre 2007|autore=James Oberg|lingua=en}}</ref>
Il primo evento importante e negativo che ha impattato sul programma è stato il [[disastro dello Space Shuttle Columbia]], avvenuto il 1 febbraio 2003 (durante la missione [[STS-107]]), che ha portato ad una sospensione di due anni e mezzo del programma Space Shuttle statunitense, seguito da una ulteriore sosta dopo [[STS-114]] a causa del continuo verificarsi di distacco di schiuma del [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]]. Questi eventi hanno fermato i piani di assemblaggio della stazione e ridotto le capacità operative della stessa.<ref name="TFFH">{{cita libro|titolo=Too Far from Home|autore=Chris Jones|anno=2008|editore=Vintage|isbn=978-0-09-951324-7|url=http://www.amazon.co.uk/dp/0099513242?qisbn=1-225-74474-7|lingua=en}}</ref> Il disastro del Columbia è stato seguito da una serie di piccoli problemi verificatisi a bordo della stazione, tra cui una perdita d'aria dal segmento statunitense nel 2004,<ref>{{cita news|url=http://www.msnbc.msn.com/id/3882962/|titolo=Crew finds ‘culprit’ in space station leak|editore=MSNBC|data=11 gennaio 2004|autore=James Oberg|accesso=22 agosto 2010|lingua=en}}</ref> la propagazione di fumo da un generatore di ossigeno ''Elektron'' nel 2006<ref>{{cita news|url=http://spaceflightnow.com/station/exp13/060918elektron.html|titolo=Oxygen Generator Problem Triggers Station Alarm|editore = CBS News through Spaceflight Now|data=18 settembre 2006|autore=William Harwood|accesso=24 novembre 2008|lingua=en}}</ref> e il guasto del computer nel 2007, durante la missione [[STS-117]] che ha lasciato la stazione senza propulsione ed altri sistemi di controllo ambientale. La causa principale degli incidenti è risultata essere la [[condensa]] all'interno dei connettori elettrici che ha portato ad un [[corto circuito]].<ref>{{cita web|url=http://www.spectrum.ieee.org/aerospace/space-flight/space-station-internal-nasa-reports-explain-origins-of-june-computer-crisis|titolo=Space Station: Internal NASA Reports Explain Origins of June Computer Crisis|accesso=7 luglio 2009|editore=IEEE Spectrum|data=4 ottobre 2007|autore=James Oberg|lingua=en}}</ref>
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[[Immagine:STS-126 EVA1 Bowen01.jpg|thumb|right|[[Stephen Bowen]], al lavoro sul giunto ''SARJ'', durante la missione [[STS-126]].]]
 
Questi problemi riscontrati nelle apparecchiature interne sono poi stati seguiti da moltissimi problemi con i componenti esterni. Ad esempio, durante la missione [[STS-120]] nel 2007, in seguito allo spostamento del traliccio P6 dei pannelli solari, è stato osservato che una parte della matrice risultava danneggiata e non completamente dispiegata.<ref name="Astronauts notice tear in solar panel">{{Cita news|url=http://www.redorbit.com/news/space/1123767/astronauts_notice_tear_in_solar_panel/index.html |titolo=Astronauts notice tear in solar panel|accesso=30 ottobre 2007|editore=Associated Press|data=30 ottobre 2007|autore=Liz Austin Peterson|lingua=en}}</ref> Una [[attività extraveicolare|EVA]] di emergenza è stata realizzata da [[Scott Parazynski]], assistito da [[Douglas Wheelock]], per riparare la matrice, attività considerata pericolosa a causa dei brevi tempi di pianificazione e della possibilità di [[folgorazione]].<ref name="Space Station's Damaged Panel Is Fixed">{{Cita news|url=http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/11/03/AR2007110300227.html|titolo=Space Station's Damaged Panel Is Fixed|accesso=4 novembre 2007|editore=The Washington Post|data=4 novembre 2007|nome=Rob|cognome=Stein|lingua=en}}</ref>
Questi problemi riscontrati nelle apparecchiature interne sono poi stati seguiti da moltissimi problemi con i componenti esterni. Ad esempio, durante la missione [[STS-120]] nel 2007, in seguito allo spostamento del traliccio P6 dei pannelli solari, è stato osservato che una parte della matrice risultava danneggiata e non completamente dispiegata.<ref name="Astronauts notice tear in solar panel">{{Cita news|url=http://www.redorbit.com/news/space/1123767/astronauts_notice_tear_in_solar_panel/index.html |titolo=Astronauts notice tear in solar panel|accesso=30 ottobre 2007|editore=Associated Press|data=30 ottobre 2007|autore=Liz Austin Peterson|lingua=en}}</ref> Una [[attività extraveicolare|EVA]] di emergenza è stata realizzata da [[Scott Parazynski]], assistito da [[Douglas Wheelock]], per riparare la matrice, attività considerata pericolosa a causa dei brevi tempi di pianificazione e della possibilità di [[folgorazione]].<ref name="Space Station's Damaged Panel Is Fixed">{{Cita news|url=http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/11/03/AR2007110300227.html|titolo=Space Station's Damaged Panel Is Fixed|accesso=4 novembre 2007|editore=The Washington Post|data=4 novembre 2007|nome=Rob|cognome=Stein|lingua=en}}</ref>
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==== Detriti orbitali ====
==== Detriti orbitali ====
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{{vedi anche|Detrito spaziale}}
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[[File:STS-118 debris entry.jpg|left|thumb|Il foro di entrata nel pannello del radiatore dello [[Space Shuttle Endeavour]] causato da detriti spaziali durante la missione [[STS-118]].]]
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[[File:Debris-GEO1280.jpg|left|thumb|Oggetti orbitali tracciabili dal radar, inclusi detriti. Si noti l'anello dei [[Satellite geostazionario|Satelliti geostazionari]].]]
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{{Doppia immagine|left|STS-118 debris entry.jpg|237|Debris-GEO1280.jpg|220|Il foro di entrata nel pannello del radiatore dello [[Space Shuttle Endeavour]] causato da detriti spaziali durante la missione [[STS-118]]|Oggetti orbitali tracciabili dal radar, inclusi detriti. Si noti l'anello dei [[Satellite geostazionario|Satelliti geostazionari]].}}
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Alle basse quote dove orbita la ISS, vi è una varietà di [[detrito spaziale|detriti spaziali]], costituiti da parti di razzi abbandonati, frammenti di esplosioni, scaglie di vernice, scorie di motori a [[combustibile solido]] e molti altri oggetti.<ref>{{cita web|titolo=Space Debris and Human Spacecraft|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/news/orbital_debris.html|accesso=18 marzo 2012|lingua=en|editore=Nasa.gov}}</ref> Questi oggetti, oltre ai [[micrometeorite|micrometeoriti]] naturali,<ref>{{cita pubblicazione|autore=F. L. Whipple|anno=1949|titolo=The Theory of Micrometeoroids|pubblicazione=Popular Astronomy|volume=57|page=517|bibcode=1949PA.....57..517W}}</ref> rappresentano una minaccia per la stazione in quanto hanno la capacità di bucare i moduli pressurizzati e causare danni ad altre parti della stazione.<ref name="NSFSafeHaven">{{cita web|editore=NASASpaceflight.com|accesso=7 ottobre 2009|data=30 settembre 2009|autore=Chris Bergin|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/09/soyuz-tma-16-launch-to-iss-safe-haven-evaluations/|titolo=Soyuz TMA-16 launches for journey to ISS—Safe Haven evaluations|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|autore=Henry Nahra|url=http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19890016664_1989016664.pdf|titolo=Effect of Micrometeoroid and Space Debris Impacts on the Space Station Freedom Solar Array Surfaces|data=24–29 aprile 1989|editore=NASA|accesso=7 ottobre 2009|lingua=en}}</ref> I micrometeoriti possono anche rappresentare un rischio per gli astronauti, in quanto tali oggetti potrebbero forare le loro [[tuta spaziale|tute spaziali]], durante le attività extraveicolari, causando la loro depressurizzazione.
Alle basse quote dove orbita la ISS, vi è una varietà di [[detrito spaziale|detriti spaziali]], costituiti da parti di razzi abbandonati, frammenti di esplosioni, scaglie di vernice, scorie di motori a [[combustibile solido]] e molti altri oggetti.<ref>{{cita web|titolo=Space Debris and Human Spacecraft|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/station/news/orbital_debris.html|accesso=18 marzo 2012|lingua=en|editore=Nasa.gov}}</ref> Questi oggetti, oltre ai [[micrometeorite|micrometeoriti]] naturali,<ref>{{cita pubblicazione|autore=F. L. Whipple|anno=1949|titolo=The Theory of Micrometeoroids|pubblicazione=Popular Astronomy|volume=57|page=517|bibcode=1949PA.....57..517W}}</ref> rappresentano una minaccia per la stazione in quanto hanno la capacità di bucare i moduli pressurizzati e causare danni ad altre parti della stazione.<ref name="NSFSafeHaven">{{cita web|editore=NASASpaceflight.com|accesso=7 ottobre 2009|data=30 settembre 2009|autore=Chris Bergin|url=http://www.nasaspaceflight.com/2009/09/soyuz-tma-16-launch-to-iss-safe-haven-evaluations/|titolo=Soyuz TMA-16 launches for journey to ISS—Safe Haven evaluations|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|autore=Henry Nahra|url=http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19890016664_1989016664.pdf|titolo=Effect of Micrometeoroid and Space Debris Impacts on the Space Station Freedom Solar Array Surfaces|data=24–29 aprile 1989|editore=NASA|accesso=7 ottobre 2009|lingua=en}}</ref> I micrometeoriti possono anche rappresentare un rischio per gli astronauti, in quanto tali oggetti potrebbero forare le loro [[tuta spaziale|tute spaziali]], durante le attività extraveicolari, causando la loro depressurizzazione.
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I detriti spaziali vengono monitorati a distanza da terra e l'equipaggio della stazione può essere avvertito nel caso un oggetto di notevoli dimensioni fosse in rotta di collisione. Ciò consentirebbe di intraprendere una manovra detta ''Debris Avoidance Manoeuvre'' (DAM) che utilizza propulsori posti sul segmento orbitale russo per modificare l'altitudine orbitale della stazione ed evitare il detrito. Le DAM non sono infrequenti e avvengono tutte le volte che i modelli di calcolo mostrano un detrito che si avvicina ad una distanza considerata pericolosa.<ref name="NSFSafeHaven"/> Otto manovre sono state eseguite prima di marzo 2009,<ref>{{cita web|url=http://www.newscientist.com/article/dn16777-space-station-may-move-to-dodge-debris.html|titolo=Space station may move to dodge debris|editore=New Scientist|data=16 marzo 2009|accesso=20 aprile 2010|autore=Rachel Courtland|lingua=en}}</ref> Le prime sette tra ottobre 1999 e maggio 2003.<ref name=ODOct08>{{cita pubblicazione|url=http://www.orbitaldebris.jsc.nasa.gov/newsletter/pdfs/ODQNv12i4.pdf|titolo=ISS Maneuvers to Avoid Russian Fragmentation Debris|editore=NASA|pubblicazione=Orbital Debris Quarterly News|mese=ottobre|anno=2008|accesso=20 aprile 2010|volume=12|lingua=en}}</ref> Di solito l'orbita viene innalzata da uno o due chilometri per mezzo di un aumento della velocità orbitale nell'ordine di {{M|1||m/s}}. Insolitamente si è realizzato un abbassamento di {{M|1,7|k|m}} il 27 agosto 2008, il primo per 8 anni.<ref name=ODOct08/><ref>{{cita web|url=http://www.esa.int/esaMI/ATV/SEM64X0SAKF_0.html|titolo=ATV carries out first debris avoidance manoeuvre for the ISS|editore=ESA|data=28 agosto 2008|accesso=26 febbraio 2010}}</ref> Nel [[2009]] si sono verificati ulteriori due DAM, una il 22 marzo e una il 17 luglio.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.orbitaldebris.jsc.nasa.gov/newsletter/pdfs/ODQNv14i1.pdf|titolo=Avoiding satellite collisions in 2009|pubblicazione=Orbital Debris Quarterly News|editore=NASA|volume=14|mese=gennaio|anno=2010|accesso=20 aprile 2010|lingua=en}}</ref> Se una minaccia da detriti orbitali viene identificata troppo tardi per effettuare una manovra di allontanamento, l'equipaggio della stazione chiude tutti i boccaporti a bordo della stazione e si ritira nella navicella spaziale Sojuz, in modo che essi possano evacuare velocemente la stazione in caso di grave danneggiamento da impatto. Parziali evacuazioni della stazione si sono verificate tre volte, il 6 aprile 2003, il 13 marzo 2009 e il 28 giugno 2011 quando l'equipaggio ha dovuto rifugiarsi nelle due capsule Soyuz a causa di un detrito che è passato a pochi metri dalla stazione.<ref name="NSFSafeHaven"/><ref name="Detrito spaziale passa vicino a ISS">{{cita news|url=http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_giugno_28/spazio-navicella-rottame_c9758ec0-a193-11e0-ae6a-9b75910f192b.shtml|accesso=29 giugno 2011|titolo=Rottami spaziali, sfiorata collisione con la Stazione Spaziale Internazionale}}</ref>
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I detriti spaziali vengono monitorati a distanza da terra e l'equipaggio della stazione può essere avvertito nel caso un oggetto di notevoli dimensioni fosse in rotta di collisione. Ciò consentirebbe di intraprendere una manovra detta ''Debris Avoidance Manoeuvre'' (DAM) che utilizza propulsori posti sul segmento orbitale russo per modificare l'altitudine orbitale della stazione ed evitare il detrito. Le DAM non sono infrequenti e avvengono tutte le volte che i modelli di calcolo mostrano un detrito che si avvicina ad una distanza considerata pericolosa.<ref name="NSFSafeHaven"/> Otto manovre sono state eseguite prima di marzo 2009,<ref>{{cita web|url=http://www.newscientist.com/article/dn16777-space-station-may-move-to-dodge-debris.html|titolo=Space station may move to dodge debris|editore=New Scientist|data=16 marzo 2009|accesso=20 aprile 2010|autore=Rachel Courtland|lingua=en}}</ref> Le prime sette tra ottobre 1999 e maggio 2003.<ref name=ODOct08>{{cita pubblicazione|url=http://www.orbitaldebris.jsc.nasa.gov/newsletter/pdfs/ODQNv12i4.pdf|titolo=ISS Maneuvers to Avoid Russian Fragmentation Debris|editore=NASA|pubblicazione=Orbital Debris Quarterly News|mese=ottobre|anno=2008|accesso=20 aprile 2010|volume=12|lingua=en}}</ref> Di solito l'orbita viene innalzata da uno o due chilometri per mezzo di un aumento della velocità orbitale nell'ordine di 1 m/s. Insolitamente si è realizzato un abbassamento di 1,7 km il 27 agosto 2008, il primo per 8 anni.<ref name=ODOct08/><ref>{{cita web|url=http://www.esa.int/esaMI/ATV/SEM64X0SAKF_0.html|titolo=ATV carries out first debris avoidance manoeuvre for the ISS|editore=ESA|data=28 agosto 2008|accesso=26 febbraio 2010}}</ref> Nel [[2009]] si sono verificati ulteriori due DAM, una il 22 marzo e una il 17 luglio.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.orbitaldebris.jsc.nasa.gov/newsletter/pdfs/ODQNv14i1.pdf|titolo=Avoiding satellite collisions in 2009|pubblicazione=Orbital Debris Quarterly News|editore=NASA|volume=14|mese=gennaio|anno=2010|accesso=20 aprile 2010|lingua=en}}</ref> Se una minaccia da detriti orbitali viene identificata troppo tardi per effettuare una manovra di allontanamento, l'equipaggio della stazione chiude tutti i boccaporti a bordo della stazione e si ritira nella navicella spaziale Sojuz, in modo che essi possano evacuare velocemente la stazione in caso di grave danneggiamento da impatto. Parziali evacuazioni della stazione si sono verificate tre volte, il 6 aprile 2003, il 13 marzo 2009 e il 28 giugno 2011 quando l'equipaggio ha dovuto rifugiarsi nelle due capsule Soyuz a causa di un detrito che è passato a pochi metri dalla stazione.<ref name="NSFSafeHaven"/><ref name="Detrito spaziale passa vicino a ISS">{{cita news|url=http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_giugno_28/spazio-navicella-rottame_c9758ec0-a193-11e0-ae6a-9b75910f192b.shtml|accesso=29 giugno 2011|titolo=Rottami spaziali, sfiorata collisione con la Stazione Spaziale Internazionale}}</ref>
==== Esposizione alle radiazioni ====
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[[File:Aurora Australis.ogv|thumb|300px|Video di una [[aurora australe]] vista dall'equipaggio della [[Expedition 28]] in un passaggio a sud del [[Madagascar]] verso il nord dell'[[Australia]] sopra l'[[Oceano Indiano]].]]
 
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Senza la protezione dell'[[atmosfera terrestre]], gli astronauti sono esposti a più alti livelli di [[radiazione]] dovuta al flusso costante di [[raggi cosmici]]. Gli equipaggi della stazione sono esposti a circa 1 [[Sievert|millisievert]] di radiazione ogni giorno, che è circa la stessa che ognuno riceve sulla Terra in un anno, da fonti naturali.<ref name="Radiation">{{cita web|url=http://www.newscientist.com/article/dn2956-space-station-radiation-shields-disappointing.html|titolo=Space station radiation shields 'disappointing'|data=23 ottobre 2002|accesso=7 ottobre 2009|editore=New Scientist|autore=Eugenie Samuel|lingua=en}}</ref> Ciò si traduce in un rischio più elevato di sviluppare un [[tumore]] per gli astronauti. Alti livelli di radiazioni possono causare danni ai [[cromosoma|cromosomi]] dei [[linfocita|linfociti]]. Queste cellule sono fondamentali per il [[sistema immunitario]] e quindi il loro danneggiamento potrebbe contribuire alla bassa immunità sperimentata dagli astronauti. L'aumento dell'esposizione alle radiazioni viene correlata anche ad una maggiore incidenza di [[cataratta]] negli astronauti. Farmaci protettivi e protezioni di schermatura possono ridurre i rischi a un livello accettabile, ma i dati sono scarsi e l'esposizione a lungo termine si potrà tradurre in un aumento dei rischi.<ref name="JCB"/>
Senza la protezione dell'[[atmosfera terrestre]], gli astronauti sono esposti a più alti livelli di [[radiazione]] dovuta al flusso costante di [[raggi cosmici]]. Gli equipaggi della stazione sono esposti a circa 1 [[Sievert|millisievert]] di radiazione ogni giorno, che è circa la stessa che ognuno riceve sulla Terra in un anno, da fonti naturali.<ref name="Radiation">{{cita web|url=http://www.newscientist.com/article/dn2956-space-station-radiation-shields-disappointing.html|titolo=Space station radiation shields 'disappointing'|data=23 ottobre 2002|accesso=7 ottobre 2009|editore=New Scientist|autore=Eugenie Samuel|lingua=en}}</ref> Ciò si traduce in un rischio più elevato di sviluppare un [[tumore]] per gli astronauti. Alti livelli di radiazioni possono causare danni ai [[cromosoma|cromosomi]] dei [[linfocita|linfociti]]. Queste cellule sono fondamentali per il [[sistema immunitario]] e quindi il loro danneggiamento potrebbe contribuire alla bassa immunità sperimentata dagli astronauti. L'aumento dell'esposizione alle radiazioni viene correlata anche ad una maggiore incidenza di [[cataratta]] negli astronauti. Farmaci protettivi e protezioni di schermatura possono ridurre i rischi a un livello accettabile, ma i dati sono scarsi e l'esposizione a lungo termine si potrà tradurre in un aumento dei rischi.<ref name="JCB"/>
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== Collegamenti esterni ==
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* [http://iss.stormway.ru/ Streaming live dell' International Space Station]
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* [http://www.esa.int/SPECIALS/Track_ESA_missions_IT/index.html Visualizza la posizione della SSI su sito ESA]
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* [http://www.asi.it/it/flash/abitare International Space Station — sito ASI]
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* {{en}} [http://www.nasa.gov/externalflash/ISSRG/ ISS Interactive Reference Guide — from NASA]
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* {{en}} [http://www.astronautix.com/craft/intation.htm International Space Station] dall'[[Encyclopedia Astronautica]]
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* [http://spacelink.nasa.gov/NASA.Projects/Human.Exploration.and.Development.of.Space/Space.Product.Development/.index.html Spacelink — Space Product Development]
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* [http://www.heavens-above.com/ Heavens Above] — permette di localizzare la ISS e sapere dove cercare per vederla da qualsiasi punto del pianeta
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* [http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/future/index.html NASA Human Spaceflight - ISS Assembly Sequence webpage]
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* [http://www.sworld.com.au/steven/space/shuttle/manifest.txt Unofficial Shuttle Launch Manifest]
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* [http://www.nasa.gov/missions/highlights/schedule.html NASA's Consolidated Launch Schedule]
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* [http://www.tietronix.com/anim/pao/s1A1.html Stazione Spaziale Internazionale build-up simulation]
* [http://www.tietronix.com/anim/pao/s1A1.html Stazione Spaziale Internazionale build-up simulation]
* [http://abtechno.org/index.php/2008/05/06/visita_virtuale_stazione_spaziale_iss Sali a bordo e visita la Stazione Spaziale Internazionale]
* [http://abtechno.org/index.php/2008/05/06/visita_virtuale_stazione_spaziale_iss Sali a bordo e visita la Stazione Spaziale Internazionale]
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Logo del programma Iss

La Stazione Spaziale Internazionale (in lingua inglese International Space Station o ISS) è una stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica che si trova in orbita terrestre bassa, gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russa RKA, l'europea ESA, la giapponese JAXA, la canadese CSA.[1] Viene mantenuta ad un'orbita compresa tra i 278 km e i 460 km di altitudine e viaggia a una velocità media di 27 743,8 km/h, completando 15,7 orbite al giorno.[2] È abitata continuativamente dal 2 novembre 2000; l'equipaggio, da allora, è stato sostituito più volte, variando da due a sei astronauti o cosmonauti.

Costruita a partire dal 1998, ne è previsto il completamento entro la metà del 2013; dovrebbe restare in funzione almeno fino al 2020 ma più probabilmente la sua vita sarà estesa al 2028.[3][4] Il costo totale è stato stimato dall'ESA in 100 miliardi di euro in 30 anni.[5] Il suo obiettivo, come è stato definito dalla NASA, è quello di sviluppare e testare tecnologie per l'esplorazione spaziale, sviluppare tecnologie in grado di mantenere in vita un equipaggio in missioni oltre l'orbita terrestre e acquisire esperienze operative per voli spaziali di lunga durata,[6] nonché servire come un laboratorio di ricerca in un ambiente di microgravità, in cui gli equipaggi conducono esperimenti di biologia, chimica, medicina, fisiologia e fisica e compiono osservazioni astronomiche e meteorologiche.[7][8]

La struttura della stazione, con i suoi oltre cento metri di intelaiatura, copre un'area maggiore di qualsiasi altra stazione spaziale precedente,[9] tanto da renderla visibile dalla Terra a occhio nudo.[10] Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo missione a terra, resi operativi dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto.[1][11]

La proprietà e l'utilizzo della stazione spaziale sono stabiliti in accordi intergovernativi[12] che consentono alla Federazione russa di mantenere la piena proprietà dei suoi moduli.[13] La stazione viene servita da navicelle Soyuz, navette Progress, Space Shuttle, dall'ATV e dal H-II Transfer Vehicle,[11] ed è stata visitata da astronauti e cosmonauti provenienti da 15 paesi diversi.[9]

Indice

Finalità

Il comandante della Expedition 8 e ufficiale scientifico Michael Foale effettua un'ispezione del Microgravity Science Glovebox.

La Stazione Spaziale Internazionale svolge principalmente la funzione di laboratorio di ricerca scientifica, per la quale offre il vantaggio rispetto ai veicoli spaziali, come lo Space Shuttle, di essere una piattaforma a lungo termine in ambiente spaziale, in cui possono essere condotti esperimenti di lunga durata in assenza di peso.[9][14] La presenza di un equipaggio permanente permette inoltre di monitorare, integrare, riparare e sostituire gli esperimenti e le componenti della stessa navicella spaziale. Gli scienziati a terra hanno accesso rapido ai dati forniti dal personale di volo e possono modificare esperimenti o fare arrivare nuovi prodotti in breve tempo, cosa generalmente non fattibile su veicoli spaziali senza equipaggio.[14]

Gli equipaggi, che abitano la stazione in missioni (chiamate expedition) di diversi mesi di durata, conducono esperimenti scientifici ogni giorno (circa 160 ore-uomo in una settimana).[7][15] A partire dalla conclusione della Expedition 15, 138 esperimenti scientifici importanti sono stati condotti sulla ISS.[16] I risultati degli esperimenti vengono pubblicati mensilmente.[17]

La ISS fornisce un punto di relativa sicurezza, in orbita terrestre bassa (low earth orbit o LEO), per testare componenti di veicoli spaziali che saranno necessari per le future missioni di lunga durata verso la Luna e Marte. La possibilità di acquisire esperienza nella manutenzione, riparazione e sostituzione dei suoi componenti in orbita è di fondamentale importanza per la gestione di un veicolo spaziale lontano dalla Terra.[17]

Una parte degli scopi della stazione è relativa alla cooperazione internazionale e all'istruzione. L'equipaggio della ISS fornisce opportunità per gli studenti sulla Terra di eseguire esperimenti sviluppati dai partecipanti facendo poi dimostrazioni a scopo didattico. La cooperazione di 14 nazioni diverse al suo sviluppo è certamente un buon banco di prova per future collaborazioni internazionali.[11][18]

Ricerca scientifica

La ISS fornisce una struttura per condurre esperimenti che richiedono una o più condizioni anomale che risultano essere presenti sulla stazione. I principali campi di ricerca comprendono la ricerca sull'uomo, la medicina spaziale, la biologia, (con esperimenti biomedici e sulle biotecnologie), la fisica (compresa la meccanica dei fluidi e la meccanica quantistica), la scienza dei materiali, l'astronomia (inclusa la cosmologia) e la meteorologia.[7][8][19][20] La NASA, con l'Authorization Act 2005 ha designato il segmento americano della ISS come un laboratorio nazionale con l'obiettivo di incrementare il suo utilizzo da parte di altre agenzie federali e del settore privato.[21] La ricerca sulla ISS ha migliorato la conoscenze degli effetti sul corpo umano della permanenza nello spazio a lungo termine. Gli studi si sono concentrati sull'atrofia muscolare, sulla perdita di tessuto osseo e sulle dinamiche dei fluidi. I dati saranno utilizzati per determinare se la colonizzazione dello spazio e voli umani di lunga durata siano fattibili. A partire dal 2006, i dati sulla perdita di massa ossea e muscolare suggeriscono che ci sarebbe un significativo rischio di fratture e problemi di circolazione se gli astronauti atterrassero su un pianeta dopo un lungo viaggio interplanetario (come ad esempio un viaggio della durata di sei mesi, necessari per raggiungere Marte).[22][23] Importanti studi medici vengono condotti a bordo della ISS attraverso il National Space Biomedical Research Institute (NSBRI). Tra questi l'Advanced Diagnostic Ultrasound in Microgravity in cui gli astronauti, sotto la guida di esperti a Terra, eseguono ecografie. Solitamente non vi è nessun medico a bordo della ISS e la diagnosi delle condizioni mediche rappresenta una sfida. Si prevede che l'ecografia guidata a distanza avrà applicazioni sulla Terra in situazioni di emergenza e in contesti rurali dove l'accesso alle cure di un medico esperto sono difficili.[24][25][26]

Esperimento MISSE al momento del recupero
L'astronauta Scott Kelly al lavoro sul Combustion Integrated Rack

I ricercatori stanno studiando anche l'effetto di un ambiente in quasi assenza di peso sulla evoluzione, lo sviluppo, la crescita e sui processi interni di piante e animali. In risposta ad alcuni di questi dati, la NASA si propone di indagare gli effetti della microgravità sulla sintetizzazione e crescita di tessuti umani e di proteine sconosciute che possono essere create nello spazio.[8]

Gli studi in microgravità sulla fisica dei fluidi permetterà ai ricercatori di capire meglio il loro comportamento: infatti poiché i fluidi nello spazio possono essere mescolati quasi completamente senza dover tenere conto del loro peso, sarà possibile studiare quelle combinazioni di liquidi che non si mescolerebbero sulla Terra. Grazie ad esperimenti condotti all'esterno della stazione, a temperature molto basse ed in quasi assenza di peso sarà possibile ampliare le nostre conoscenze sugli stati della materia (in particolare sui superconduttori) poiché la combinazione di queste due condizioni dovrebbe far osservare i passaggi di stato come se li si vedesse al rallentatore.[8]

Lo studio delle scienze dei materiali è un importante attività di ricerca svolta sulla ISS.[27] Altre aree di interesse includono ricerche che esaminano la combustione nello spazio coinvolgendo l'efficienza delle reazioni e la formazione di sottoprodotti, con possibili miglioramenti nel processo di produzione dell'energia sia qui sulla Terra che per i veicoli spaziali, cosa che avrebbe importanti conseguenze economiche ed ambientali. Gli obbiettivi futuri sono indirizzati allo studio di aerosol, ozono, vapore acqueo e ossidi nell'atmosfera terrestre, così come i raggi cosmici, la polvere cosmica, l'antimateria e la materia oscura nell'universo.[8]

Nel campo della fisica grosse aspettative vengono dall'Alpha Magnetic Spectrometer, un rivelatore utilizzato per la fisica delle particelle installato nella stazione grazie alla missione STS-134. Esso è progettato per la ricerca di nuovi tipi di particelle tramite la misura ad alta precisione della composizione dei raggi cosmici.[8][28]

Oltre a tutti gli esperimenti che verranno effettuati, il mantenimento stesso di una presenza costante dell'uomo nello spazio aiuterà a migliorare i sistemi per il supporto vitale ed il controllo ambientale, a trovare nuovi metodi per la cura delle malattie e per la produzione di materiali, fornendo così quelle conoscenze indispensabili alla colonizzazione umana dello spazio.

Origine della stazione

Atlantis si allontana dalla Mir durante la missione STS-71 per il programma Shuttle-Mir.
Lavori all'esterno della ISS sulla Nuova Zelanda.
L'astronauta Ron Garan durante STS-124 compie una passeggiata spaziale per l'assemblaggio della ISS.
Harmony (Nodo 2).

La Stazione Spaziale Internazionale rappresenta l'unione di vari progetti di stazioni spaziali nazionali che hanno avuto origine durante la guerra fredda. All'inizio degli anni ottanta, la NASA pianificò la realizzazione della stazione Freedom come controparte delle stazioni spaziali sovietiche Saljut e Mir. Freedom tuttavia non superò la fase di progetto e, con la caduta dell'Unione Sovietica e la fine della corsa allo spazio, la sua realizzazione fu annullata. Le difficoltà economiche della NASA, comuni anche alle altre agenzie spaziali, convinsero l'amministrazione statunitense a contattare altri governi interessati all'esplorazione spaziale per realizzare un progetto comune. Contestualmente il caos economico nella Russia post-sovietica aveva portato alla cancellazione di Mir-2 (che avrebbe dovuto succedere alla Mir), nonostante il suo blocco di base, DOS-8, fosse già stato realizzato.[29]

All'inizio degli anni novanta, il governo statunitense aveva coinvolto le agenzie spaziali di Europa, Russia, Canada e Giappone nel progetto di una stazione spaziale congiunta,[29] indicata come "Alpha".[30] Nel giugno 1992, il presidente statunitense George H. W. Bush e il presidente russo Boris Eltsin strinsero accordi ufficiali di collaborazione nell'esplorazione dello spazio e nel settembre del 1993, il vicepresidente statunitense Al Gore e il primo ministro russo Viktor Chernomyrdin annunciarono i piani per la costruzione della nuova stazione spaziale,[30] avviando anche il Programma Shuttle-Mir, che condusse a missioni dello Space Shuttle verso la stazione spaziale sovietica Mir allo scopo di incrementare la collaborazione tra le agenzie spaziali russa e statunitense e testare quelle soluzioni che avrebbero permesso l'integrazione delle tecnologie russa e statunitense nella ISS.[31] Negli accordi stipulati tra i vari partner internazionali, si previde il ri-utilizzo delle soluzioni progettuali che ciascun'agenzia aveva sviluppato per la realizzazione di una propria stazione spaziale; così, la stazione finì coll'essere basata sui progetti della stazione Freedom della NASA, sulla stazione Mir-2 (divenuta il cuore del modulo Zvezda), sul laboratorio Columbus dell'ESA, che inizialmente doveva essere un modulo autonomo e sul laboratorio giapponese Kibo.

Quando il primo modulo Zarya fu lanciato nel 1998 si stimava che la stazione sarebbe stata completata entro il 2003. Ritardi hanno portato ad una nuova data di completamento stimata per il 2013.[32] L'ESA, inoltre, stima che il costo del progetto dalla fine degli anni ottanta al 2016 superi i 100 miliardi di euro.[33]

Assemblaggio

L'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale ha costituito un imponente sforzo di architettura spaziale, iniziato nel novembre del 1998.[34] I moduli russi, con l'eccezione di Rassvet, sono stati messi in orbita tramite lanciatori senza equipaggio e agganciati in modo automatico. Tutti gli altri elementi sono stati portati grazie ai voli dello Space Shuttle e assemblati dai membri dell'equipaggio della navetta o della stazione per mezzo di attività extraveicolari e con l'utilizzo del braccio robotico. Al 5 giugno 2011, sono state effettuate complessivamente 159 passeggiate spaziali finalizzate all'assemblaggio per un totale di oltre 1 000 ore di lavoro, 127 di queste passeggiate hanno avuto origine dalla stazione, le rimanenti 32 hanno avuto luogo dalla navetta ancorata ad essa.[35]

Il primo segmento della ISS, Zarya, fu lanciato il 20 novembre 1998 a bordo di un razzo russo Proton automatico. Il modulo è provvisto di propulsione, di strumenti per il controllo dell'orientamento, per le comunicazioni e per la produzione di energia elettrica, ma manca di un supporto vitale a lungo termine. Due settimane più tardi, lo Space Shuttle Endeavour, nel corso della missione STS-88, trasportò in orbita il modulo Unity della NASA, che fu agganciato a Zarya grazie ad una EVA. Il modulo è dotato di due porte (PMA): una utilizzata per realizzare il collegamento permanente con Zarya, l'altra per permettere l'attracco (docking) tra la navetta e la stazione spaziale. La ISS rimase disabitata per due anni, durante i quali il governo russo mantenne in servizio la stazione Mir, che venne dismessa nell'ottobre 2000 e fatta de-orbitare, giungendo alla sua distruzione controllata nell'atmosfera, nel marzo del 2001. Il 12 luglio 2000 avvenne il lancio di Zvezda che andò ad agganciarsi a Zarya grazie al software di bordo e al controllo da terra, integrando il complesso allora esistente di dormitori, servizi igienici, una cucina, impianti di riciclaggio di anidride carbonica, deumidificatori, generatori di ossigeno, apparecchiature di esercitazione, oltre agli strumenti per la trasmissione di dati e comunicazioni vocali con il controllo missione; rendendo, in tal modo, abitabile in modo permanente la stazione.[36][37]

La missione Expedition 1, il primo equipaggio residente, giunse sulla stazione nel novembre del 2000 a bordo della Soyuz TM-31, nell'intermezzo tra le missioni STS-92 e STS-97, degli Space Shuttle. Attraverso quest'ultime furono aggiunti alla stazione dei segmenti della Integrated Truss Structure, che la fornirono dei pannelli fotovoltaici, di una antenna per le comunicazioni in banda Ku e degli strumenti per il controllo di assetto.[38]

Nel corso dei due anni successivi, la stazione continuò ad ingrandirsi. Un razzo Soyuz-U portò il modulo Pirs. Gli Space Shuttle Discovery, Atlantis e Endeavour consegnarono il laboratorio Destiny e l'airlock Quest, oltre al braccio robotico principale, il Canadarm2 e diversi segmenti appartenenti alle Integrated Truss Structure.[39]

All'inizio del 2006 sono stati effettuati alcuni cambiamenti al piano di sviluppo della stazione. Diversi moduli sono stati cancellati o rimpiazzati da altri e il numero dei voli dello Shuttle è stato ridotto rispetto al piano originario. La ripresa ufficiale dell'assemblaggio è avvenuta con l'arrivo di Atlantis, nella missione STS-115, che ha installato un secondo set di pannelli fotovoltaici sulla stazione. Diversi segmenti e una terza serie di pannelli sono stati consegnati nelle missioni STS-116, STS-117 e STS-118. Queste aggiunte hanno permesso di portare un importante sviluppo nelle capacità di produzione di energia della stazione. Poco dopo sono stati aggiunti il nodo Harmony e il laboratorio europeo Columbus, seguiti dai primi due componenti del laboratorio Kibo. Nel marzo 2009, la missione STS-119 ha completato l'Integrated Truss Structure con l'installazione del quarto e ultimo set di pannelli fotovoltaici. La sezione finale di Kibo è stata assemblata nel luglio 2009 grazie alla missione STS-127, seguito poi dal modulo Poisk russo. Il terzo nodo, Tranquility, è stato assemblato nel febbraio 2010, durante la missione STS-130 dello Space Shuttle Endeavour con a fianco il modulo Cupola. L'ultimo modulo pressurizzato, Leonardo, è stato portato alla stazione nel corso dell'ultima missione del Discovery, la STS-133, seguito dall'Alpha Magnetic Spectrometer nella missione STS-134 dell'Endeavour.

Nel giugno del 2011, la stazione consiste di quindici moduli pressurizzati e del sistema Integrated Truss Structure. Mancano da installare il laboratorio russo Nauka e alcuni componenti esterni, tra cui il braccio robotico europeo. L'assemblaggio dovrebbe essere completato entro il 2013, quando la stazione raggiungerà una massa superiore alle 400 tonnellate.[34][32]

Moduli pressurizzati

Una volta completata, la Stazione Spaziale Internazionale sarà composta da sedici moduli pressurizzati con un volume di circa 1 000 m³.[40] Questi moduli comprendono laboratori, moduli per l'aggancio, nodi e spazi abitativi. Quindici di questi componenti sono già in orbita, con il restante in attesa del lancio. Ogni modulo è stato lanciato sia con lo Space Shuttle che con il razzo Proton o con il razzo Soyuz.[39]

A febbraio 2012 la stazione risulta composta dai seguenti moduli ed elementi:

Modulo Missione Data di lancio Veicolo di lancio Nazione Immagine Note
Zarya 1A/R 20 novembre 1998 Proton-K Russia (costruttore)
USA (finanziatore)
Zarya from STS-88.jpg [41]
Il primo componente della ISS ad essere stato lanciato, Zarya era in grado di provvedere all'energia elettrica, all'immagazzinamento, alla propulsione e al controllo di assetto durante le prime fasi di assemblaggio. Attualmente il modulo è utilizzato principalmente come magazzino.
Unity
(Node 1)
2A 4 dicembre 1998 Space Shuttle Endeavour STS-88 USA ISS Unity module.jpg [42]
Il primo modulo nodo di collegamento, connette la sezione statunitense con quella russa.
Zvezda
(lit. star)
(service module)
1R 12 luglio 2000 Proton-K Russia ISS Zvezda module-small.jpg [43]
Modulo di servizio della stazione. Provvede a fornire spazio per il soggiorno degli astronauti, per i sistemi per il controllo di assetto e per i dispositivi di supporto vitale. Il modulo provvede inoltre all'aggancio con le navette Sojuz, con la navetta Progress e con l'Automated Transfer Vehicle. L'aggiunta di questo modulo ha reso la stazione abitabile.
Destiny
(laboratorio USA)
5A 7 febbraio 2001 Space Shuttle Atlantis, STS-98 USA ISS Destiny Lab.jpg [44]
Prima struttura dedicata alla ricerca scientifica a bordo della ISS. Destiny è dedicato ad esperimenti di carattere generale. Il modulo serve inoltre come punto di aggancio per gran parte della Integrated Truss Structure della stazione.
Quest
(airlock)
7A 12 luglio 2001 Space Shuttle Atlantis, STS-104 USA ISS Quest airlock.jpg [45]
Primo airlock per la ISS, Quest permette le attività extraveicolari realizzate con la statunitense EMU e la tuta spaziale russa Orlan. Quest è strutturata in due segmenti: in uno vengono conservate le tute spaziali e l'equipaggiamento, l'altro permette l'uscita degli astronauti nello spazio.
Pirs

4R 14 settembre 2001 Sojuz-U, Progress M-SO1 Russia Pirs docking module taken by STS-108.jpg [46]
Pirs provvede a fornire alla ISS un porta addizionale per il docking per le navette Sojuz e Progress. Inoltre consente ai cosmonauti l'uscita e l'entrata per le passeggiate spaziali che utilizzano la tuta spaziale Orlan, fornendo spazio per immagazzinarne tre.
Harmony
(nodo 2)
10A 23 ottobre 2007 Space Shuttle Discovery, STS-120 Europa (costruttore)
USA (gestore)
STS-120 Harmony in Discovery27s payload bay.jpg [47]
Il secondo nodo di collegamento della stazione, Harmony, è il fulcro delle attività della ISS. Il modulo contiene quattro International Standard Payload Rack che forniscono energia elettrica e inoltre, grazie ai suoi sei punti di attracco, risulta essere il punto centrale di collegamento per vari altri componenti. Il modulo laboratorio Europeo Columbus e quello giapponese Kibo sono permanentemente ancorati al modulo. Lo Space Shuttle statunitense si aggancia alla ISS tramite PMA-2, collegato alla porta anteriore di Harmony. Inoltre, il modulo serve come punto di attracco per il Multi-Purpose Logistics Modules.
Columbus
(Laboratorio Europeo)
1E 7 febbraio 2008 Space Shuttle Atlantis, STS-122 Europa S122e007873.jpg [48][49]
La struttura di ricerca principale per gli esperimenti scientifici Europei a bordo della ISS. Columbus offre un laboratorio generico e strutture appositamente progettate per la biologia, la ricerca biomedica e per lo studio della fisica dei fluidi. Diverse posizioni di montaggio sono poste all'esterno del modulo e che forniscono alimentazione e dati per esperimenti esterni come la European Technology Exposure Facility (EuTEF), il Solar Monitoring Observatory, il Materials International Space Station Experiment, e l'Atomic Clock Ensemble in Space. Un certo numero di espansioni sono previste per lo studio della fisica quantistica e la cosmologia.
Kibō
Modulo logistico
(ELM)
1J/A 11 marzo 2008 Space Shuttle Endeavour STS‑123 Giappone Kibo ELM-PS on ISS.jpg [50]
Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese Kibō. Esso provvede a fornire una struttura per il trasporto e l'immagazzinamento dei carichi scientifici.
Kibō
Modulo pressurizzato
(JEM–PM)
1J 31 maggio 2008 Space Shuttle Discovery, STS-124 Giappone STS-124 Kibo.jpg [50][51]
Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese Kibō. Questo è il cuore del modulo Kibō ed è il laboratorio più grande dell'intera stazione con lo spazio per 23 racks che includono 10 racks per esperimenti. Il modulo è utilizzato per condurre esperimenti di medicina dello spazio, biologia, osservazione della Terra, produzione di materiali, biotecnologie e ricerca nel campo delle telecomunicazioni. Il modulo dispone, inoltre, della Exposed Facility, una piattaforma esterna che permette di esporre gli esperimenti direttamente al vuoto dello spazio. La piattaforma è poi raggiungibile tramite un braccio robotico.
Poisk
(modulo per esperimenti 2)
5R 10 novembre 2009 Sojuz-U, Progress M-MIM2 Russia Poisk.jpg [52][53]
Uno dei componenti russi della ISS, Poisk è usato per l'aggancio delle navette Sojuz e Progress, come airlock per le passeggiate spaziali e come interfaccia per gli esperimenti scientifici.
Tranquility
(node 3)
20A 8 febbraio 2010 Space Shuttle Endeavour, STS-130 Europa (costruttore)
USA (gestore)
Tranquility-node3.jpg [54][55]
Terzo e ultimo nodo di collegamento statunitense della stazione, Tranquility contiene un avanzato sistema di supporto vitale per il riciclo dell'acqua, che viene utilizzata da parte dell'equipaggio e per la generazione di ossigeno respirabile. Il nodo fornisce inoltre l'aggancio per altri moduli pressurizzati.
Cupola 20A 8 febbraio 2010 Space Shuttle Endeavour, STS-130 Europa (costruttore)
USA (gestore)
STS-130 Nicholas Patrick looks through Cupola.jpg [56]
Cupola è un modulo osservatorio che provvede a fornire all'equipaggio della ISS una vista diretta delle operazioni del braccio robotico e dell'aggancio delle navette. Inoltre è un punto di osservazione della Terra. Il modulo è fornito di una finestra di 80 cm di diametro, la più larga della stazione.
Rassvet
(modulo di ricerca 1)
ULF4 14 maggio 2010 Space Shuttle Atlantis, STS-132 Russia Rassvet Canadarm Crop.jpg [32]
Rassvet è utilizzato per il docking e come magazzino.
Leonardo
(Permanent Multipurpose Module)
ULF5 24 febbraio 2011 Space Shuttle Discovery, STS-133 Italia (Costruttore)
USA (Gestore)
Leonardo PMM module.jpg [57][58][59]
Il Leonardo Multi-Purpose Logistics Module ospita i pezzi di ricambio e varie forniture, consentendo tempi più lunghi tra le missioni di rifornimento e liberando spazio in altri moduli, in particolare in Columbus. L'arrivo del modulo PMM ha segnato il completamento del segmento orbitale americano.

Programmati per il lancio

Modulo Missione Data di lancio Vettore Nazione Immagine Note
Nauka
(Multipurpose Laboratory Module)
3R febbraio 2017 Proton‑M Russia MLM Nauka module - 3D rendering.jpg [32][60]
L'MLM sarà il modulo di ricerca principale della Russia e sarà utilizzato per esperimenti di microgravità generale, l'aggancio e la logistica. Il modulo fornisce uno spazio per il lavoro e una zona relax e sarà equipaggiato con un sistema di backup del controllo di assetto della stazione. Sulla base dell'attuale programma di assemblaggio, l'arrivo di Nauka porterà a termine la costruzione del segmento russo e sarà l'ultimo grande componente aggiunto alla stazione.

Moduli cancellati

Molti moduli pianificati per la stazione sono stati cancellati nel corso del programma. Questo sia per motivi di bilancio, sia perché non si sono più resi necessari e sia a seguito della riprogettazione della stazione avvenuta dopo l'incidente del Columbia. I moduli cancellati includono:

Elementi non pressurizzati

L'astronauta Stephen Robinson ancorato a Canadarm2 durante STS-114.

Oltre ai moduli pressurizzati, la ISS offre un gran numero di componenti esterni. Il più grande è l'Integrated Truss Structure (ITS), al quale sono montati i principali pannelli solari della stazione e i radiatori.[66] La ITS è costituita da dieci segmenti separati che formano una struttura di 108,5 m.

L'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), un esperimento di fisica delle particelle, installato grazie alla missione STS-134, è stato montato esternamente sul ITS.[67]

L'ITS serve come base per il braccio robotico denominato Mobile Servicing System (MSS), basato sul canadese Canadarm2. Il braccio è in grado di muoversi su dei binari e di raggiungere tutte le parti del segmento statunitense della stazione.[68]

Nella configurazione finale della stazione sono previsti altri due sistemi di manipolazione remota: l'European Robotic Arm che servirà il segmento russo e l' Experiment Module Remote Manipulator System facente parte del laboratorio giapponese Kibo.[69] Oltre a questi bracci robotici, ci sono due gru russe utilizzate per la movimentazione di astronauti e materiale intorno al proprio segmento.[70]

Sistemi principali della ISS

Alimentazione

Pannelli fotovoltaici montati sul segmento russo.
Particolare dei pannelli.

L'alimentazione della stazione è fornita tramite pannelli fotovoltaici che convertono la radiazione solare incidente in corrente elettrica. Prima dell'assemblaggio del segmento 4ª (missione STS-97 del 30 novembre 2000) l'energia elettrica era fornita dai pannelli dei moduli russi Zarja e Zvezda. I segmenti russi della stazione utilizzano una corrente continua a 28 volt (come lo Shuttle).[71] Nel resto della stazione la tensione fornita dai pannelli solari fornisce tensioni comprese tra 130 e 180 volt. La tensione è stabilizzata e poi portata a 160 volt DC per essere immessa nella stazione e poi convertita a 124 volt per le esigenze degli utilizzatori. La potenza viene convertita e suddivisa tra i due segmenti della stazione, questo si è reso fondamentale dopo la cancellazione del modulo russo Science Power Platform.[72]

Utilizzare linee ad una tensione più alta (da 130 a 160 volt) consente di ridurre i diametri dei fili per il trasporto di corrente[73] e quindi di ridurre il materiale necessario per la loro fabbricazione e di conseguenza il peso del carico al lancio.

A marzo 2009 è stata installata l'ultima coppia di pannelli fotovoltaici. Ogni coppia misura, da un'estremità all'altra, 240 piedi (73,152 m) e ha una superficie di 890 m². Con le quattro coppie di pannelli, la stazione ha una potenza elettrica installata di 120 kW.

Supporto vitale

Controlli ambientali e supporto vitale (ECLSS).

L'Environmental Control and Life Support System (ECLSS) della Stazione Spaziale Internazionale (il sistema di supporto vitale) provvede a controllare le condizioni atmosferiche, la pressione, il livello di ossigeno, l'acqua e la presenza di eventuali fiamme libere. Il suo scopo è mantenere le condizioni atmosferiche ma raccoglie, processa e immagazzina anche gli scoli della stazione. Per esempio il sistema ricicla i fluidi provenienti dai servizi igienici e condensa il vapore acqueo. L'anidride carbonica viene rimossa dall'aria dal sistema Vozdukh posto in Zvezda. Altri sottoprodotti del metabolismo umano, come il metano dagli intestini e l'ammoniaca dal sudore, vengono rimossi con filtri a carbone attivo.[74] L'ossigeno è prodotto dall'elettrolisi dell'acqua.

L'atmosfera a bordo della ISS è simile a quella terrestre[75] e si compone di una miscela di azoto e ossigeno ad una pressione di 101,3 kPa (14,7 psi)[76] - pari al valore della pressione atmosferica al livello del mare. Questa scelta garantisce il comfort dell'equipaggio e assicura una maggiore sicurezza rispetto ad un'atmosfera composta unicamente da ossigeno puro, a maggior rischio di incendio: un incidente di questo tipo causò la morte dell'equipaggio dell'Apollo 1.[77]

Controllo dell'assetto e dell'altitudine

Il grafico rappresenta i cambiamenti di altitudine della stazione da novembre 1998 all'inizio di gennaio 2009

La ISS è mantenuta in un'orbita quasi circolare, con un'altitudine minima media di 278 km e un massima di 460 km. Viaggia a una velocità media di 27 724 km all'ora e completa 15,7 orbite al giorno.[78] La massima altitudine normale è 425 km per consentire l'aggancio con le navette Sojuz. Poiché la stazione perde costantemente quota a causa di un leggero attrito atmosferico ha bisogno di essere riportata più in alto circa ogni anno.[14][79] Questo incremento di altitudine può essere effettuato tramite i due motori principali posti sul modulo di servizio Zvezda, tramite una navetta di rifornimento Progress o con l'ATV dell'ESA. Ci vogliono circa due orbite (tre ore) perché l'incremento di altitudine possa essere completato.[79]

Nel dicembre 2008, la NASA ha firmato un accordo con la società Ad Astra Rocket per la sperimentazione sulla ISS di un motore a propulsione al plasma VASIMR.[80] Questa tecnologia, se risultasse utilizzabile, potrebbe consentire un abbattimento dei costi per il mantenimento della stazione.[81][82] La posizione della stazione e la velocità vengono stabilite in maniera indipendente grazie al sistema Global Positioning System (GPS) statunitense e tramite il sistema russo GLONASS.

L'orientamento della stazione è mantenuto in modo attivo attraverso dei giroscopi di controllo alimentanti elettricamente. Quando questi raggiungono la saturazione, si procede alla loro desaturazzazione tramite piccoli propulsori a razzo montati all'esterno della stazione e controllati dal settore russo. L'assetto viene misurato attraverso sensori di orizzonte posti su Zvezda e tramite il GPS statunitense. Queste informazioni vengono poi inviate ai vari sistemi di controllo.

Computer

Astronauti al lavoro su alcuni computer.

La stazione spaziale internazionale è dotata di circa 100 computer portatili IBM e Lenovo ThinkPad, modelli A31 e T61p. Ogni computer è un modello in libero commercio che viene poi configurato per migliorare la sicurezza, per consentire il funzionamento in assenza di peso e con l'alimentazione a 28 V. Il ThinkPad è il solo portatile certificato per il volo di lunga durata a bordo della ISS anche se altri modelli sono stati utilizzati per esperimenti specifici.[83] Tutti i laptop a bordo della ISS sono collegati alla LAN della stazione tramite Wi-Fi e con la terra con una velocità di 3 Mbps di trasmissione e 10 Mbps di ricezione, paragonabile alla velocità media di una connessione domestica DSL.[84]

A maggio 2013 a tutti i laptop presenti, è stato sostituito il sistema operativo presente, ovvero Windows XP, con la versione Debian 6 di Linux. La scelta è stata motivata sostanzialmente in tre punti, due sono citati nel comunicato stampa, la stabilità e la sicurezza del sistema; il terzo lo spiega uno dei responsabili della United Space Alliance, Keith Chuvala: «Abbiamo bisogno di un sistema operativo su cui avere il controllo assoluto. Così se abbiamo bisogno di una modifica la possiamo realizzare da soli».[85]

Comunicazioni

Le comunicazioni radio permettono il trasferimento dei dati telemetrici e di quelli degli esperimenti scientifici tra la stazione e il centro di controllo a terra. Si ricorre a comunicazioni radio anche durante le procedure di rendezvous e aggancio, e per la trasmissione di audio e video tra l'equipaggio e i controllori di volo e tra gli astronauti e le proprie famiglie. Questa molteplicità di usi ha comportato che la stazione sia dotata di diversi sistemi di comunicazione utilizzati per scopi diversi.[86]

I sistemi di comunicazione radio utilizzati dalla stazione.

Il segmento russo comunica direttamente con la Terra attraverso l'antenna Lira montata sul modulo Zvezda.[11][87] L'antenna Lira ha anche la capacità di utilizzare come ripetitore il satellite Luch.[11] Questo sistema era utilizzato inizialmente per le comunicazioni con Mir fino al 1990.[11][29][88] Nonostante ciò, l'11 dicembre 2011, è stato lanciato il satellite Luch-5A e sono previsti i lanci di Luch-5B (per il 2012) e Luch-4 (per il 2013) al fine di ripristinare il sistema.[89][90] Un altro sistema russo di comunicazione è il Voskhod-M che permette le comunicazioni telefoniche interne tra Zvezda, Zarya, Pirs e Poisk, fornendo anche un collegamento radio VHF con il centro di controllo a terra.[91]

Il segmento statunitense della stazione si avvale di due ponti radio separati: la banda S (usato per l'audio) e la banda Ku (utilizzata per audio, video e dati). Queste trasmissioni vengono instradate tramite il sistema satellitare Tracking and Data Relay Satellite (TDRSS) posto in orbita geostazionaria che consente una comunicazione continua in tempo reale con il centro di controllo missione (Mission Control Center, MCC-H) di Houston.[11][86][92] I canali dati per il Canadarm2, per il laboratorio europeo Columbus e il giapponese Kibo vengono indirizzati attraverso la banda S e i sistemi in banda Ku, anche se il sistema europeo European Data Relay Satellite e uno simile giapponese andranno ad integrare il TDRSS in questo compito.[92][93] Le comunicazioni tra i moduli sono realizzate tramite una rete digitale wireless.[94]

La radio UHF è utilizzata dagli astronauti e cosmonauti per la conduzione delle EVA e dagli altri veicoli spaziali per l'aggancio e lo sgancio dalla stazione, come la Sojuz, la Progress, l'HTV, l'ATV e lo Space Shuttle (lo Shuttle si avvale anche della banda S e dei sistemi banda Ku via TDRSS).[95][96]

Politiche, gestione e finanziamenti

Aspetti giuridici

Rosso =Nazioni contributrici principali; Rosa = Nazioni contributrici passate

La Stazione Spaziale Internazionale è un progetto congiunto di diverse agenzie spaziali: la canadese (CSA), l'europea (ESA), la giapponese (JAXA - già NASDA), l'agenzia russa (RKA) e quella statunitense (NASA).[1]

Essendo un progetto multinazionale, gli aspetti giuridici e finanziari risultano essere particolarmente complessi. Tematiche di interesse comprendono la proprietà dei moduli, l'utilizzo della stazione da parte delle nazioni partecipanti e le responsabilità per il rifornimento della stazione. I diritti e i doveri sono stabiliti da uno speciale accordo intergovernativo (IGA). Questo trattato internazionale è stato firmato il 28 gennaio 1998 dalle principali nazioni coinvolte nel progetto della Stazione Spaziale: Stati Uniti d'America, Russia, Giappone, Canada e undici stati membri dell'Agenzia spaziale europea (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito).[12] Un secondo livello di accordi è stato poi stipulato, denominato Memorandum of Understanding (MOU), tra la NASA e l'ESA, CSA, RKA e JAXA. Questi accordi sono poi ulteriormente suddivisi in obbligazioni contrattuali tra le nazioni.[12] L'uso del segmento orbitale russo è stato negoziato a questo livello.[13]

Oltre a questi principali accordi intergovernativi, il Brasile, tramite l'Agenzia Spaziale Brasiliana, aveva inizialmente aderito al programma come partner bilaterale degli Stati Uniti attraverso un contratto con la NASA per la fornitura di strutture.[97] In cambio, la NASA avrebbe fornito al Brasile l'accesso alle sue strutture in orbita, così come un'opportunità di volo per un astronauta brasiliano nel corso del programma ISS. Tuttavia, a causa di problemi di costo, il subappaltatore Embraer non è stato in grado di fornire le apparecchiature promesse e così il Brasile ha lasciato il programma.[98] L'Italia ha un contratto analogo con la NASA per fornire servizi analoghi, anche se l'Italia partecipa al programma direttamente.[99] La Cina ha espresso spesso l'interesse alla partecipazione al progetto, tuttavia fino al dicembre 2010, non risulta direttamente coinvolta.[100][101] I responsabili delle agenzie spaziali indiane e sud-coreane hanno annunciato, durante l'International Astronautical Congress del 2009, di accedere al programma in funzione di permettere un'estensione della vita della ISS.[102]

Diritti di uso

Assegnazione del tempo di utilizzo di alcune strutture della stazione.

La sezione russa della stazione viene gestita e controllata dall'agenzia spaziale della Federazione russa. La Russia consente all'equipaggio della ISS l'utilizzo di questo segmento per quasi la metà del tempo di lavoro utile. La ripartizione del tempo per le altre sezioni è stato assegnato come segue:

Costi

Le stime dei costi per la realizzazione della stazione vanno dai 35 ai 160 miliardi di dollari.[104] L'ESA stima a 100 miliardi di euro la spesa totale per l'intera stazione in oltre 30 anni.[5] Una stima precisa dei costi per la ISS è poco chiara, infatti è difficile stabilire quali costi vanno attribuiti al programma ISS, o come il contributo russo debba essere calcolato.[104]

Critiche

I critici della ISS sostengono che il tempo e il denaro speso per la ISS potrebbe essere speso meglio su altri progetti, siano essi missioni spaziali robotiche, per l'esplorazione spaziale, per le indagini di problemi sulla Terra, per la colonizzazione di Marte, o anche solo risparmi fiscali.[105] Alcuni critici, come Robert Park, sostengono che la ricerca scientifica effettuata sia stata meno proficua di quanto previsto e che la peculiarità di un laboratorio nello spazio, il suo ambiente di microgravità, può essere simulato per mezzo di un meno costoso aereo in caduta libera.[106][107]

La capacità di ricerca della ISS è stata criticata dopo la cancellazione del Centrifuge Accommodations Module che ha limitato le potenzialità di ricerca scientifica. Questo ha infatti comportato l'utilizzo della stazione per esperimenti che non richiedono attrezzature specializzate. Ad esempio, nel primo semestre del 2007, la ricerca svolta sulla ISS ha trattato principalmente su argomenti correlati allo studio delle capacità dell'uomo di vivere e lavorare nello spazio ed altri aspetti medici come: calcoli renali, studio del ritmo cardiaco, studio degli effetti dei raggi cosmici sul sistema nervoso.[108][109][110] Altre critiche mosse alla stazione riguardano alcuni aspetti tecnici, come la scelta dell'inclinazione orbitale che ha comportato un costo più elevato per i lanci.[111]

La vita a bordo

Attività dell'equipaggio

Tracy Caldwell-Dyson nel modulo Cupola, osserva la Terra sotto di lei, durante la missione Expedition 24.
Astronauti della Expedition 20 lavorano all'interno del modulo Destiny.

Il fuso orario utilizzato a bordo della ISS è il Coordinated Universal Time (UTC). Nelle ore notturne, le finestre vengono coperte per dare l'impressione di oscurità, poiché nella stazione il sole sorge e tramonta per 16 volte al giorno. Durante le visite dello Space Shuttle, l'equipaggio della ISS segue per lo più il Mission Elapsed Time (MET), che è un fuso orario flessibile strutturato in base al tempo di lancio della missione shuttle.[112][113] Quando l'UTC e il MET sono discordanti di parecchie ore, l'equipaggio della stazione si adegua a partire da alcuni giorni prima e dopo dell'arrivo dello shuttle, in una pratica nota come "spostamento del sonno".[114]

La giornata tipo per l'equipaggio inizia con la sveglia alle 06:00, seguita da attività di post-sonno e un controllo generale della stazione. L'equipaggio poi consuma la prima colazione e partecipa ad un briefing di pianificazione quotidiana con il Controllo Missione. Il lavoro inizia poi circa alle 08:10. La pausa pranzo inizia alle 13:05 e dura circa un'ora, il pomeriggio è dedicato a diverse attività che si concludono alle 19:30 con una cena e un briefing. Gli astronauti si recano a dormire alle 21:30. In generale, l'equipaggio lavora dieci ore al giorno in un giorno feriale e cinque ore il sabato, con il resto del tempo dedicato al riposo o ai lavori rimasti incompiuti.[115]

Esercizi fisici

L'astronauta Frank De Winne si allena sul TVIS treadmill.

Gli effetti più negativi dell'assenza di peso a lungo termine sono l'atrofia muscolare e l'osteopenia da volo spaziale. Altri effetti significativi includono la ridistribuzione dei fluidi, un rallentamento del sistema cardiovascolare, la riduzione della produzione di globuli rossi, i disturbi dell'equilibrio e un indebolimento del sistema immunitario.Sintomi minori includono la perdita di massa corporea, congestione nasale, disturbi del sonno, eccesso di flatulenza e gonfiore del viso. Questi effetti scompaiono rapidamente al ritorno a terra.[22]

Per evitare alcuni di questi effetti negativi, la stazione è dotata di due tapis roulant, alcuni attrezzi per il sollevamento di pesi e una cyclette, ogni astronauta passa almeno due ore al giorno a compiere esercizi.[116][117] Gli astronauti utilizzano corde elastiche per agganciare se stessi al tapis roulant.[118] I ricercatori ritengono che l'esercizio fisico sia una buona protezione per le ossa e serva anche a contenere la perdita di massa muscolare che si ha quando si vive per lungo tempo senza gravità.[119]

Igiene

La ISS non è dotata di una doccia, anche se era prevista come parte dell'ormai cancellato Habitation Module. Invece, i membri dell'equipaggio possono lavarsi con un getto d'acqua, salviette umidificate e sapone erogato da un tubetto. Gli astronauti sono dotati anche di uno shampoo e un dentifricio commestibile per risparmiare acqua.[120]

Ci sono due bagni sulla ISS, entrambi di progettazione russa, situati su Zvezda e Tranquility.[116] I rifiuti solidi sono raccolti in sacchi individuali che sono immagazzinati in un contenitore di alluminio. Una volta che i contenitori sono pieni vengono trasferiti al veicolo spaziale Progress per lo smaltimento.[116][121] I rifiuti liquidi vengono raccolti e trasferiti al sistema di recupero dell'acqua, dove vengono riciclati sotto forma di acqua potabile.[122]

Cibo e bevande

L'equipaggio di STS-127 e Expedition 20 consuma un pasto all'interno di Unity.
Sandra Magnus e Yury Lonchakov, Expedition 18, stivano le scorte di cibo.

La maggior parte del cibo mangiato da parte degli equipaggi della stazione è congelato, refrigerato o in scatola. I menu sono studiati dagli astronauti, con l'aiuto di un dietista, prima della missione.[122] Poiché il senso del gusto è ridotto in orbita, il cibo piccante è uno dei preferiti di molti equipaggi.[117] Ogni membro dell'equipaggio ha pacchetti singoli di alimenti e li cuoce nella cucina di bordo dotata di due scaldavivande, un frigorifero e un distributore di acqua sia calda che fredda.[116]

Le bevande sono fornite sotto forma di polvere disidratata che poi viene mescolata con acqua prima del consumo.[116][122] Le bevande e le zuppe vengono sorseggiate tramite sacchetti di plastica con cannucce, mentre il cibo solido è mangiato con coltello e forchetta, i quali sono attaccati ad un vassoio magnetico. Qualsiasi alimento in grado di produrre residui come briciole e frammenti di cibo deve essere raccolto per evitare l'intasamento dei filtri d'aria della stazione e delle altre attrezzature.[122]

Dormire nello spazio

La stazione prevede alloggi per ogni membro dell'equipaggio permanente, con due "stazioni di sonno" poste nel segmento russo e altre quattro nel modulo Tranquility. Gli alloggi statunitensi sono realizzati in cabine dimensionate per una persona e insonorizzate. All'interno un membro dell'equipaggio è in grado di dormire in un sacco a pelo, ascoltare musica, usare un computer portatile e conservare oggetti personali in un cassetto di grandi dimensioni o in reti fissate alle pareti. L'alloggio fornisce inoltre una lampada da lettura e una mensola.[116][117][122]

Gli equipaggi in visita alla stazione che non hanno un proprio alloggio assegnato, possono dormire in un sacco a pelo attaccato al muro.[120] Gli alloggi degli equipaggi sono ben ventilati, altrimenti gli astronauti potrebbero svegliarsi senza fiato e per privazione di ossigeno, a causa della bolla composta dalla propria anidride carbonica espirata che potrebbe venire a formarsi.[117]

Operatività

Expedition

Ad ogni equipaggio permanente della stazione viene assegnato un numero sequenziale di expedition. Ogni expedition ha una durata di circa sei mesi e inizia con il passaggio ufficiale di consegne tra un comandante e l'altro. Le expedition da 1 a 6 consistevano in equipaggi di tre persone, ma l'incidente dello Space Shuttle Columbia ha portato ad una riduzione dell'equipaggio a due soli membri per le expedition da 7 a 12. L'Expedition 13 ha visto il ripristino degli equipaggi composti da tre astronauti.[123][124]

Il 27 maggio 2009, Expedition 20 ha avuto inizio e ha portato per la prima volta l'equipaggio della ISS a sei membri permanenti. Questo è avvenuto anche grazie alla missione Shuttle STS-115 che ha permesso di espandere la capacità della stazione. L'equipaggio di Expedition 20 è giunto sulla stazione in due distinti voli Sojuz TMA lanciati in due momenti diversi (ogni Sojuz TMA può contenere solo tre persone): Sojuz TMA-14 il 26 marzo 2009 e Sojuz TMA-15 il 27 maggio dello stesso anno. Tuttavia la stazione non è stata abitata permanentemente da sei membri, infatti quando l'equipaggio di Expedition 20 (Roman Romanenko, Frank De Winne e Robert Thirsk) ritornò sulla Terra nel novembre 2009, per un periodo di circa due settimane solo due membri dell'equipaggio (Jeffrey Williams e Max Surayev) rimasero a bordo. Gli astronauti a bordo aumentarono a cinque ai primi di dicembre, quando Oleg Kotov, Timothy Creamer e Soichi Noguchi sono giunti con Sojuz TMA-17. L'equipaggio è poi sceso nuovamente a tre, nel marzo 2010, per poi ritornare a sei nell'aprile 2010 con l'arrivo della Sojuz TMA-18 che ha portato Aleksandr Skvortsov, Mikhail Korniyenko e Tracy Caldwell Dyson.[123][124]

La Stazione Spaziale Internazionale è il veicolo spaziale che ha ricevuto più visite nella storia del volo spaziale. Al 15 dicembre 2010 ha ricevuto, infatti, 297 visitatori (196 persone diverse).[9][125] Mir ha avuto 137 visitatori (104 persone diverse).[29]

Visite di veicoli spaziali

La navetta russa Progress in procinto di agganciarsi alla ISS. Oltre 40 progress hanno raggiunto la stazione, nel corso degli anni, per rifornirla di cibo, acqua, propellenti e materiale di vario tipo.
L'ATV-003 Edoardo Amaldi si prepara all'aggancio con la ISS. 28 marzo 2012.
La navetta Dragon è in avvicinamento alla ISS.
La navetta Cygnus è agganciata alla ISS.

Veicoli spaziali provenienti da quattro diverse agenzie spaziali visitano la Stazione Spaziale Internazionale per vari scopi. L'Automated Transfer Vehicle dell'Agenzia Spaziale Europea, il Progress russo e l'HTV dalla Japan Aerospace Exploration Agency forniscono servizi di rifornimento alla stazione. Inoltre, la Russia fornisce un veicolo spaziale Sojuz, utilizzato per la rotazione dell'equipaggio e l'evacuazione di emergenza, che viene sostituito ogni sei mesi. Dal canto loro, gli statunitensi hanno servito la ISS attraverso il programma Space Shuttle, compiendo le missioni di rifornimento, i voli di assemblaggio e logistica e la rotazione dell'equipaggio fin alla conclusione del programma.

Al 9 marzo 2011 hanno visitato la stazione: 25 Sojuz, 41 Progress, 2 ATV, 2 HTV e 35 voli dello space shuttle.[35] Ogni expedition richiede, in media, 2 722 kg di forniture, al 9 marzo 2011 gli equipaggi avevano consumato un totale di circa 22 000 pasti.[35] I voli Sojuz per la rotazione dell'equipaggio e i voli di rifornimento Progress visitano la stazione rispettivamente, in media, due e tre volte ogni anno. L'ATV e l'HTV dovrebbero visitarla ogni anno, a partire dal 2010.

Dopo il ritiro dello Space Shuttle, altri veicoli spaziali sono attesi per raggiungere la stazione. Due, l'Orbital Sciences Cigno e lo SpaceX Dragon, voleranno per il Commercial Orbital Transportation Services della NASA, consegnando merci alla stazione almeno fino al 2015.[126][127] Inoltre, il veicolo spaziale Orion, sviluppato come un sostituto dello Space Shuttle facente parte del Programma Constellation, è stato ricollocato dal presidente Barack Obama, il 15 aprile 2010, come navetta di salvataggio per l'equipaggio della stazione.[128] Orion, fino a quel momento, era stato del tutto cancellato dal bilancio.[129]

Veicoli spaziali attualmente agganciati e in orbita

Veicolo Missione Modulo Data attracco (UTC) Data sgancio
Europa Edoardo Amaldi ATV-3 Cargo Zvezda 28 marzo 2012 22:31[130] 27 agosto 2012
Russia Sojuz Sojuz TMA-04M Poisk 17 maggio 2012 5:36 Settembre 2012
Russia Sojuz Sojuz TMA-05M Rassvet 17 luglio 2012 5 settembre 2012
Giappone Kounotori 3 HTV-3 Cargo Harmony 27 luglio 2012 6 settembre 2012
Russia Progress Progress M-16M Pirs 2 agosto 2012 dicembre 2012

Programma di lanci per il 2012

Veicolo Missione Lancio Aggancio
USA Dragon CRS1 Canaveral Dragon 1 Cargo 24 settembre[131] Harmony nadir[132]
USA Cygnus CRS1 Canaveral Cygnus 1 Cargo 2 ottobre Harmony nadir
Russia Sojuz TMA-06M Baikonur Expedition 33/34 15 ottobre Poisk
Russia Progress M-17M Baikonur Progress 49 Cargo 1 novembre Zvezda
Russia Sojuz TMA-07M Baikonur Expedition 34/35 5 dicembre Rassvet
Russia Progress M-18M Baikonur Progress 50 Cargo 26 dicembre Pirs

Centri di controllo missione

Centri spaziali coinvolti nel programma ISS.

I componenti della ISS sono gestiti e controllati dalle loro rispettive agenzie spaziali, presso i centri di controllo sparsi in tutto il mondo, tra cui:

Sicurezza

Incidenti

Dal momento che è iniziato, il programma ISS ha avuto a che fare con diversi incidenti gravi, problemi imprevisti e fallimenti. Questi incidenti hanno avuto un impatto sul calendario di montaggio della stazione, hanno portato a periodi di ridotta capacità e, in alcuni casi, avrebbero potuto portare all'abbandono forzato della stazione se non fossero stati risolti tempestivamente.

Pannello solare danneggiato, fotografato durante la missione STS-120.
Stephen Bowen, al lavoro sul giunto SARJ, durante la missione STS-126.

Il primo evento importante e negativo che ha impattato sul programma è stato il disastro dello Space Shuttle Columbia, avvenuto il 1 febbraio 2003 (durante la missione STS-107), che ha portato ad una sospensione di due anni e mezzo del programma Space Shuttle statunitense, seguito da una ulteriore sosta dopo STS-114 a causa del continuo verificarsi di distacco di schiuma del serbatoio esterno. Questi eventi hanno fermato i piani di assemblaggio della stazione e ridotto le capacità operative della stessa.[134] Il disastro del Columbia è stato seguito da una serie di piccoli problemi verificatisi a bordo della stazione, tra cui una perdita d'aria dal segmento statunitense nel 2004,[135] la propagazione di fumo da un generatore di ossigeno Elektron nel 2006[136] e il guasto del computer nel 2007, durante la missione STS-117 che ha lasciato la stazione senza propulsione ed altri sistemi di controllo ambientale. La causa principale degli incidenti è risultata essere la condensa all'interno dei connettori elettrici che ha portato ad un corto circuito.[137]

Questi problemi riscontrati nelle apparecchiature interne sono poi stati seguiti da moltissimi problemi con i componenti esterni. Ad esempio, durante la missione STS-120 nel 2007, in seguito allo spostamento del traliccio P6 dei pannelli solari, è stato osservato che una parte della matrice risultava danneggiata e non completamente dispiegata.[138] Una EVA di emergenza è stata realizzata da Scott Parazynski, assistito da Douglas Wheelock, per riparare la matrice, attività considerata pericolosa a causa dei brevi tempi di pianificazione e della possibilità di folgorazione.[139]

Altri problemi con i tralicci dei pannelli solari si sono verificati in seguito nello stesso anno ed in particolare al sistema che ruota le matrici nella direzione del Sole. La missione STS-126 dello Shuttle ha provveduto a compiere alcune importanti riparazioni, tra cui la lubrificazione di entrambe le articolazioni e la sostituzione di 11 dei 12 cuscinetti sul giunto.[140][141]

Più di recente, alcuni problemi sono stati riscontrati con i motori e con i sistemi di raffreddamento. Nel 2009 un comando errato dato ai motori di Zvezda ha causato il propagarsi in tutta la struttura di eccessive vibrazioni per oltre due minuti.[142] Anche se nessun danno per la stazione è stato segnalato, alcuni componenti potrebbero essere stati sollecitati oltre i loro limiti progettuali. Ulteriori analisi hanno confermato l'assenza di danni e sembra che "le strutture siano ancora in grado di soddisfare le loro funzioni per il normale corso della loro vita preventivata". Ulteriori valutazioni sono tuttora in corso.[143]

Il 2009 ha visto anche danni al radiatore S1, una delle componenti del sistema di raffreddamento della stazione.[144] Il 15 maggio 2009 una tubazione di ammoniaca del pannello radiatore danneggiato è stata chiusa meccanicamente dal resto del sistema di raffreddamento, grazie ad una valvola controllata da un computer. La stessa valvola è stata usata subito dopo per sfogare l'ammoniaca dal pannello danneggiato, eliminando la possibilità di una fuga dal sistema di raffreddamento tramite il pannello danneggiato.[144]

Il 24 agosto 2011 la navetta cargo Progress M-12M, diretta verso la ISS per rifornirla, andò persa pochi minuti dopo il lancio, a causa di un malfunzionamento di un motore del lanciatore Sojuz.[145] L'incidente ha causato la sospensione cautelativa di tutti i lanci della Sojuz - l'unico mezzo esistente per portare astronauti sulla stazione dalla conclusione del Programma Space Shuttle - facendo correre il rischio, poi scongiurato grazie al successo del lancio di Progress M-13M,[146] di dover abbandonare la stazione per evitare che una prolungata esposizione allo spazio determinasse il degrado delle scialuppe di salvataggio degli astronauti, impedendone l'uso e quindi il rientro a terra degli astronauti stessi.[147]

Un problema al circuito di raffreddamento

Il 1º agosto 2010, un fallimento nel sistema di raffreddamento ha lasciato la stazione con solo la metà della sua normale capacità di termoregolazione e zero ridondanza in alcuni sistemi.[148][149][150] Il problema sembra essere stato nella pompa di ammoniaca che si occupa del riciclo del liquido.

Le operazioni programmate sulla Stazione Spaziale Internazionale sono state interrotte e sono state affrontate una serie di EVA per risolvere il problema. Una prima EVA, il 7 agosto 2010, ha cercato di sostituire il modulo danneggiato, ma non è stata completata a causa di una fuga di ammoniaca. Una seconda EVA, l'11 agosto, ha rimosso correttamente il modulo della pompa.[151][152] Una terza EVA è stata necessaria per ripristinare la funzionalità normale dell'intero sistema.[153]

Il sistema di raffreddamento della stazione è in gran parte costruito dalla società americana Boeing.[154][155]

Detriti orbitali

Il foro di entrata nel pannello del radiatore dello Space Shuttle Endeavour causato da detriti spaziali durante la missione STS-118.
Oggetti orbitali tracciabili dal radar, inclusi detriti. Si noti l'anello dei Satelliti geostazionari.

Alle basse quote dove orbita la ISS, vi è una varietà di detriti spaziali, costituiti da parti di razzi abbandonati, frammenti di esplosioni, scaglie di vernice, scorie di motori a combustibile solido e molti altri oggetti.[156] Questi oggetti, oltre ai micrometeoriti naturali,[157] rappresentano una minaccia per la stazione in quanto hanno la capacità di bucare i moduli pressurizzati e causare danni ad altre parti della stazione.[158][159] I micrometeoriti possono anche rappresentare un rischio per gli astronauti, in quanto tali oggetti potrebbero forare le loro tute spaziali, durante le attività extraveicolari, causando la loro depressurizzazione.

I detriti spaziali vengono monitorati a distanza da terra e l'equipaggio della stazione può essere avvertito nel caso un oggetto di notevoli dimensioni fosse in rotta di collisione. Ciò consentirebbe di intraprendere una manovra detta Debris Avoidance Manoeuvre (DAM) che utilizza propulsori posti sul segmento orbitale russo per modificare l'altitudine orbitale della stazione ed evitare il detrito. Le DAM non sono infrequenti e avvengono tutte le volte che i modelli di calcolo mostrano un detrito che si avvicina ad una distanza considerata pericolosa.[158] Otto manovre sono state eseguite prima di marzo 2009,[160] Le prime sette tra ottobre 1999 e maggio 2003.[161] Di solito l'orbita viene innalzata da uno o due chilometri per mezzo di un aumento della velocità orbitale nell'ordine di 1 m/s. Insolitamente si è realizzato un abbassamento di 1,7 km il 27 agosto 2008, il primo per 8 anni.[161][162] Nel 2009 si sono verificati ulteriori due DAM, una il 22 marzo e una il 17 luglio.[163] Se una minaccia da detriti orbitali viene identificata troppo tardi per effettuare una manovra di allontanamento, l'equipaggio della stazione chiude tutti i boccaporti a bordo della stazione e si ritira nella navicella spaziale Sojuz, in modo che essi possano evacuare velocemente la stazione in caso di grave danneggiamento da impatto. Parziali evacuazioni della stazione si sono verificate tre volte, il 6 aprile 2003, il 13 marzo 2009 e il 28 giugno 2011 quando l'equipaggio ha dovuto rifugiarsi nelle due capsule Soyuz a causa di un detrito che è passato a pochi metri dalla stazione.[158][164]

Esposizione alle radiazioni

Senza la protezione dell'atmosfera terrestre, gli astronauti sono esposti a più alti livelli di radiazione dovuta al flusso costante di raggi cosmici. Gli equipaggi della stazione sono esposti a circa 1 millisievert di radiazione ogni giorno, che è circa la stessa che ognuno riceve sulla Terra in un anno, da fonti naturali.[165] Ciò si traduce in un rischio più elevato di sviluppare un tumore per gli astronauti. Alti livelli di radiazioni possono causare danni ai cromosomi dei linfociti. Queste cellule sono fondamentali per il sistema immunitario e quindi il loro danneggiamento potrebbe contribuire alla bassa immunità sperimentata dagli astronauti. L'aumento dell'esposizione alle radiazioni viene correlata anche ad una maggiore incidenza di cataratta negli astronauti. Farmaci protettivi e protezioni di schermatura possono ridurre i rischi a un livello accettabile, ma i dati sono scarsi e l'esposizione a lungo termine si potrà tradurre in un aumento dei rischi.[22]

Nonostante gli sforzi per migliorare la schermatura contro le radiazioni sulla ISS, rispetto alle stazioni precedenti come la Mir, i livelli di radiazione all'interno della stazione non sono stati sufficientemente ridotti. Si ritiene che l'ulteriore avanzamento tecnologico sarà necessario per rendere possibili i voli spaziali umani a lunga durata all'interno del sistema solare.[165]

Va osservato, tuttavia, che i livelli di radiazione sperimentati a bordo della ISS, sono circa 5 volte superiori a quelle dei passeggeri delle linee aeree. Ad esempio, su un volo di 12 ore, ogni passeggero incontrerebbe 0,1 millisievert di radiazioni, solo 1/5 dell'esposizione sperimentata da ogni astronauta.[166]

Note

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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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