Aztlan

Da Ufopedia.

Raffigurazione (XVI sec.) della partenza degli Aztechi da Aztlán

Aztlán è la leggendaria terra d'origine degli Aztechi e di tutte le popolazioni di etnia nahua, una tra le più importanti culture mesoamericane.

Indice

Etimologia

Azteca, in lingua nahuatl, significa proprio "gente di Aztlán".

Secondo alcuni studiosi, Aztlán deriverebbe dalle parole nahuatl aztatl, che significa airone (o uccello dalle piume bianche) ,e tlan(tli), che significa "posto del": Aztlán vorrebbe quindi dire "posto degli aironi". Secondo un'altra teoria, deriverebbe dal nome del dio Atl e significherebbe "vicino all'acqua".

I Nahuatlaca

La leggenda nahua narra di un luogo di nome Chicomoztoc, cioè "posto delle sette caverne", popolato da altrettante tribù:

Insieme, i nahuatlaca ("gente nahuatl") lasciarono le caverne e si stabilirono ad Aztlán.

Ciascuno di questi popoli fonderà poi una propria città-stato nell'attuale territorio del Messico: le più importanti furono Xochimilco, Tlahuica (oggi nello stato di Morelos), Acolhua, Tlaxcala, Huexotzinca (l'odierna Puebla), Azcapotzalco e Matlazinca.

Gli Aztechi furono gli ultimi ad emigrare (intorno all'830) e, secondo il mito, impiegarono 302 anni per raggiungere la loro meta. Una volta giunti nella valle di Anahuac (odierna Valle del Messico), ogni territorio era già stato occupato e furono costretti a deviare il loro percorso verso le sponde del Lago Texcoco. Qui, finalmente, gli apparve il simbolo risolutore della profezia che nel 1325 permise a Tenoch la fondazione di Tenochtitlan.

Ipotesi sulla collocazione geografica

Alexander von Humboldt, in base ai suoi studi sulla geografia di Aztlán, propose la collocazione della misteriosa città in una contea a sud del Wisconsin. Nel 1837 una spedizione capeggiata da Nathaniel F. Hyer, un giudice di Milwaukee, raggiunse la località e le diede il nome di Aztalan. Oggi esiste un importante centro archeologico che descrive abbastanza fedelmente usanze e stili di vita delle antiche popolazioni che abitarono il luogo.

Nel 1887 tuttavia l'antropologo messicano Alfredo Chavero dichiarò che Aztlán era in realtà situata sulle coste messicane dell'Oceano Pacifico, nello stato di Nayarit. La sua teoria trovò l'opposizione della comunità scientifica e un discreto consenso popolare. Negli anni ottanta il presidente del Messico José López Portillo rilanciò questa teoria, facendo coincidere Aztlán con l'odierna città di Mexcaltitlan (sempre nel Nayarit). Le sue parole furono considerate un gesto di propaganda politica e vennero bocciate dagli studiosi messicani. Ciononostante, lo stato di Nayarit ha incorporato il simbolo di Aztlán nel proprio stemma, proclamandosi "culla dei messicani".

Alcuni [1], sulla base dell'assonanza dei nomi, hanno accostato Aztlàn all'Atlantide narrata da Platone (malgrado le etimologie siano completamente diverse). Il Codex Boturini descrive Aztlan come "un'isola in mezzo a una distesa d'acqua" [2].

Aztlàn in Ufologia

Nel Popol Vuh dei Maya si parla di numerose tribù madri fuggite nell’oscurità dalle sette caverne di Aztlàn, nel lontano est. Tutto fa pensare ai sopravvissuti di una catastrofe planetaria che ha coperto di tenebra il pianeta, come il diluvio universale. I sedici Libri di Chilam Balaam ricordano, invece, l’arrivo nello Yucatan in tempi remoti di uomini biondi barbuti dalla carnagione bianca e gli occhi azzurri, giunti a bordo di zattere che scintillavano come le squame di un rettile. Erano guidati da Itzamna, che guariva con l’imposizione delle mani e donava la vita ai defunti. I sacerdoti si facevano chiamare chanes, "serpenti", o ah-tzai, "popolo del serpente a sonagli". Gli stranieri tributavano un’importanza enorme al rettile, il Crotalus durissus durissus, conosciuto come Ahau Can, il "Gran Signore Serpente" e venerato parimenti nell’intera America.

Fu il motivo geometrico della sua pelle, rombi attraversati da una croce, a ispirare l’architettura sacra (come nei fregi di Uxmal) e l’orientamento ai quattro punti cardinali delle strutture maya. Il simbolo vivente è il tempio di Kukulkàn a Chichén Itzà, ove la luce solare ai due equinozi crea sulla scalinata nord un suggestivo serpente formato da sette triangoli splendenti, il dorso del crotalo. L’animale compie la muta della pelle una volta l’anno quando il Sole nello Yucatan è allo zenit a metà luglio, acquisendo nel contempo un nuovo sonaglio. Cambia poi i denti ogni venti giorni, associabili a un particolare computo temporale maya. Come controparte delle brillanti Pleiadi, ricordava il nuovo ciclo ad opera della costellazione sorta prima di Venere nel 3.114 a.C., data di inizio del calendario mesoamericano. Cerimonia solennizzata dall’accensione di un fuoco sacro sopra la statua di Chac Mool a Chichén Itzà, fiancheggiata da statue di rettili giganti con la coda a sonagli disposti ad L. Anche il sito di Tiahuanaco, in Bolivia, era progettato come un grandioso orologio stellare e il fregio sulla Porta del Sole identifica una camera segreta sotto la piramide Akapana dominata dal serpente, simbolo della conoscenza suprema.

Un rito sconcertante introdotto dai chanes è la deformazione del capo dei bambini nobili, per conferir loro inusitate doti intellettive e l’aspetto degli dèi serpente. Significativi i crani allungati rinvenuti pressochè in tutto il globo, dall’America all’Egitto. Anche Pacal, il sovrano maya di Palenque, presentava le medesime caratteristiche e la maschera di giada che copriva il suo volto nella cripta sotterranea è incisa con squame serpentine, mentre sui pilastri del Tempio delle Iscrizioni compaiono donne con un bambino in braccio la cui spina dorsale si prolunga in un rettile. Inoltre, combinando le figure della lastra di Palenque, Cotterell ha individuato la sequenza mitologica del serpente piumato nelle sue manifestazioni.

Note

1^ Link wicca

2^ Link

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