Enki e Ninmah

Da Ufopedia.

Enki e Ninmah è il più antico racconto sulla creazione dell'uomo. Nonostante il linguaggio poco tecnico, dovuto al limitato vocabolario degli uomini di 6000 anni fa, appare evidente la descrizione di un processo di ingegneria genetica che come risultato, dopo una serie di tentativi falliti da parte delle due "divinità", diede origine a ciò che noi siamo oggi mediante un procedimento di fecondazione assistita?

Testo

« In quei giorni, nei giorni in cui il cielo e la terra furono creati; in quelle notti, nelle notti in cui il cielo e la terra furono creati; in quegli anni, negli anni in cui i fati furono determinati; quando coloro che scesero dal cielo nacquero; quando le dèe furono prese in matrimonio; quando le dèe vennero distribuite in cielo e in terra; quando le dèe…… divennero gravide e partorirono figli; quando gli dèi vennero obbligati …… il loro cibo…… sale per il banchetto; i grandi dèi supervisionavano il lavoro, mentre gli dèi minori portavano il giogo. Gli dèi scavavano i canali e accatastavano il limo nella terra di Ḫarali. Gli dèi, spezzettando l’argilla, iniziarono a protestare per questa loro dura vita. In quel tempo, colui dalla grande saggezza, il creatore di tutti i grandi dèi, Enki giaceva nel suo letto, non si risvegliava dal suo sonno, nella profonda engur [1] (prob. l'Abzu ndr), nelle acque sotterranee, il luogo il cui interno nessun altro dio conosce. Gli dèi dissero, piangendo: "Egli è la causa dei nostri lamenti!" Namma, la madre primordiale che diede alla luce i grandi dèi, portò le lacrime degli dèi a colui che giaceva dormendo, a colui che non si alzava dal proprio letto, a suo figlio: "Giaci davvero nel tuo sonno, e …… non ti risvegli? Gli dèi, tuoi fratelli, si stanno spezzando la schiena! Figlio mio, risvegliati dal tuo letto! Ti scongiuro, applica l’abilità derivante dalla tua saggezza e crea un sostituto per gli dèi affinché essi possano essere liberati dal loro giogo!" Alle parole di sua madre Namma, Enki si destò dal suo letto. Dentro Ḫal-an-kug, la sua stanza delle riflessioni, egli batté la propria gamba fino alla noia. Il saggio ed intelligente, il prudente, maestro di abilità, colui che è l’artefice di tutte le cose, fece chiamare le dèe della nascita [2]. Enki stese il suo braccio su di esse e rivolse loro la sua attenzione. E dopo che Enki, l’artefice dei suoi stessi progetti, ebbe riflettuto sulla questione, disse a sua madre Namma: "Madre mia, la creatura che hai progettato verrà davvero in essere. Imporremo ad essa il compito di trasportare i cesti. Dovrai impastare l’essenza della vita nell’abzu; le dèe della nascita porteranno in grembo l’essere cui tu darai forma. Lascia che Ninmaḫ sia la tua aiutante; e lascia che Ninimma, Šu-zi-ana, Ninmada, Ninbarag, Ninmug e Ninguna siano pronte a dare alla luce il nuovo essere. Madre mia, dopo che avrai decretato il suo fato, lascia Ninmaḫ imponga su questo essere il compito di trasportare i cesti." [5 versi frammentari] …… ella lo collocò sull’erba e purificò la nascita. Enki …… portò gioia nei loro cuori. Egli organizzò una festa per sua madre Namma e per Ninmaḫ. Tutte le nobili dèe della nascita…… mangiarono canna delicata e pane. An, Enlil ed il Signore Nudimmud arrostirono i sacri capretti. Tutti i grandi dèi lo elogiarono: "O signore dall’ampia comprensione, chi è saggio come te? Enki, grande signore, chi può eguagliare le tue azioni? Come un padre materiale, tu sei colui che possiede i me per decidere i destini, in realtà tu sei i me." Enki e Ninmaḫ bevvero birra, i loro cuori divennero ebbri, e allora Ninmaḫ disse a Enki: "Il corpo dell’uomo può essere buono o cattivo e se io rendo un fato buono o cattivo dipende dalla mia volontà". Enki rispose a Ninmaḫ: "Io controbilancerò qualsiasi fato – buono o cattivo – tu possa decidere." Ninmaḫ prese l’essenza dalla sommità dell’abzu nelle sue mani e con essa plasmò dapprima un uomo che non riusciva a piegare le sue mani tese. Enki guardò l’uomo che non riusciva a piegare le sue mani tese, e decretò il suo fato: lo nominò come servo del re. Per secondo, ella plasmò uno che dava le spalle alla luce, un uomo con gli occhi costantemente aperti. Enki guardò l’uomo che dava le spalle alla luce, l’uomo con gli occhi costantemente aperti, e decretò il suo fato assegnandolo alle arti musicali, facendo di lui il capo …… alla presenza del re. Per terzo, ella plasmò uno con entrambi i piedi rotti, uno con i piedi paralizzati. Enki guardò l’uomo con entrambi i piedi rotti, con i piedi paralizzati e …… lui per il lavoro di …… e maestro argentiere e ……. [Un altro frammento invece afferma: Ella plasmò uno, il terzo, nato come un idiota. Enki lo guardò, guardò quello nato come un idiota, e decretò il suo fato: lo nominò come servo del re.] Per quarto, ella plasmò uno che non riusciva a trattenere le proprie urine. Enki guardò quello che non riusciva a trattenere le proprie urine e lo immerse nelle acque incantate, facendo uscire il demone namtar dal suo corpo. Per quinto, ella plasmò una donna che non poteva partorire. Enki guardò la donna che non poteva partorire, e decretò il suo fato: la fece appartenere alla corte della regina. [Un altro frammento invece afferma:…… come una tessitrice, plasmò ella per appartenere alla corte della regina.] Per sesto, ella plasmò uno il cui corpo non aveva pene né vagina. Enki guardò quello il cui corpo non aveva pene né vagina e gli diede il nome di 'eunuco di Nibru', e decretò come suo fato quello di stare di fronte al re. Ninmaḫ gettò l’essenza raffreddata dalla sua mano al suolo e scese un gran silenzio. [Un altro frammento invece afferma: Enki gettò tutta l’argilla al suolo e fu molto ……] Il grande signore Enki disse a Ninmaḫ: "Ho decretato i fati per le tue creature e dato loro il pane quotidiano. Vieni, ora plasmerò io qualcosa per te, e tu dovrai decretare il fato per il neonato!" Enki escogitò una forma con una testa, …… ed una bocca nel mezzo, e disse a Ninmaḫ: "Versa il seme eiaculato nel ventre di una donna, e la donna darà alla luce il seme del suo ventre." Ninmaḫ era pronta per il neonato ……. E la donna fu fatta entrare …… nel mezzo……. Il risultato fu Umul: la sua testa era sofferente, il posto del suo …… era malato, i suoi occhi erano malati, il suo collo era sofferente. Poteva a stento respirare, le sue costole erano tremolanti, i suoi polmoni erano malati, il suo cuore era malato, il suo intestino era malato. Con la sua mano e la sua testa ciondolante non riusciva a portare il pane alla bocca; la sua colonna ed il suo capo erano sconnessi. Le deboli anche ed i piedi tremolanti non erano in grado di sostenerlo sul campo -- Enki lo plasmò in tal modo. Enki disse a Ninmaḫ: "Per le tue creature ho decretato un fato, ho dato loro il pane quotidiano. Ora, tu dovrai decretare un fato per la mia creatura, dare anche a lui il pane quotidiano." Ninmaḫ guardò Umul e si volse verso di lui. Ella andò più vicino a Umul e gli pose delle domande, ma egli non era in grado di parlare. Gli offrì del pane da mangiare ma egli non riusciva ad afferrarlo. Egli non era in grado di giacere su ……, non era in grado di……. Era alzato e non riusciva a sedersi, non riusciva a coricarsi, non riusciva a …… una casa, egli non riusciva a mangiare il pane. Ninmaḫ rispose a Enki: "L’uomo che hai plasmato non è né vivo né morto. Egli non è in grado di badare a se stesso." Enki rispose a Ninmaḫ: "Ho decretato un fato per il primo uomo dalle mani deboli, gli ho dato il suo pane. Ho decretato un fato per l’uomo che volgeva le spalle alla luce, gli ho dato il suo pane. Ho decretato un fato per l’uomo con I piedi rotti, paralizzati, gli ho dato il suo pane. Ho decretato un fato per l’uomo che non riusciva a trattenere le proprie urine, gli ho dato il suo pane. Ho decretato un fato per la donna che non poteva partorire, le ho dato il suo pane. Ho decretato un fato per colui il cui corpo non ha pene né vagina, gli ho dato il suo pane. Sorella mia, ……." [2 versi frammentari] Ninmaḫ rispose a Enki: [9 versi frammentari] [La risposta di Ninmaḫ continua] "Tu sei entrato ……. guarda, tu non dimori in Cielo, tu non dimori sulla Terra, tu non vieni fuori a sorvegliare queste terre. Dove tu non dimori ma dove la mia casa è edificata, la tua parola non può essere ascoltata. Dove tu non vivi ma dove la mia città è edificata, io stessa resto in silenzio. La mia città è rovinata, la mia casa è distrutta, il mio bambino è stato fatto prigioniero. Sono una fuggitiva che ha dovuto lasciare l’Ekur, perfino io stessa non posso sfuggire alla tua mano." Enki replicò a Ninmaḫ: "Chi potrà cambiare le parole che sono uscite dalla tua bocca? Rimuovi Umul dal tuo grembo ……. Ninmaḫ, possano le tue opere essere ……, tu…… per me ciò che è imperfetto; chi potrà opporsi a questo? L’uomo che io ho forgiato …… dopo di te……, lascia che egli preghi! Oggi lascia che il mio pene sia elogiato, possa la tua saggezza essere confermata! Possano la stirpe di Enki e la stirpe di Ninmah …… proclamare la tua gloria ……. Sorella mia, l’eroica forza ……. Il cantico…… la scrittura……. Gli dèi che ascoltano …… lascino che Umul costruisca la mia casa ……." Ninmaḫ non poteva rivaleggiare con il grande signore Enki. Padre Enki, il tuo elogio è dolce! »

Note

1^ Probabilmente l'Abzu, l'insediamento di Enki in Africa meridionale dov'erano le miniere d'oro (vedi Gran Zimbabwe), era retto in sua assenza da Engur. Si ricordi che gli Anunnaki erano soliti chiamare i pianeti coi loro nomi, quindi potrebbero aver fatto lo stesso con alcuni luoghi, come l'Abzu.

2^ Ninimma, Shuzianna, Ninmada, Ninbara, Ninmung, Musardu e Ningunna.

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