Mesopotamia
Da Ufopedia.
Con il termine Mesopotamia si intende la regione del Vicino Oriente facente parte della cosiddetta Mezzaluna Fertile. Il nome stesso (en mésos potamós, o μέσος ποταμός in greco) la indica come "terra tra due fiumi": il Tigri e l'Eufrate.
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Geografia e clima
Con il termine Mesopotamia i greci intendevano la zona settentrionale che si estende tra il Tigri e l'Eufrate. Con il tempo l'uso di questa definizione divenne di più ampio respiro, fino a comprendere anche le zone limitrofe. Oggi possiamo impropriamente definirne i confini indicandoli con la catena dei monti Zagros ad est, quella del Tauro a nord, steppe e deserti ad ovest e sud-ovest e, infine, il golfo Arabo-Persico a sud (la zona paludosa dello Shatt al-'Arab). La regione era considerata uno dei corni della mezzaluna fertile e vi si trovavano, allo stato selvatico, quelli che sarebbero diventati gli alimenti base della dieta dell'uomo nell'antichità: cereali, leguminose, ovini e bovidi.
Foreste di tipo mediterraneo sulle montagne a nord ospitavano una flora di querce, pini, cedri e ginepri ed una fauna di animali selvatici quali leopardi, leoni e cervi che ritroviamo anche nell'iconografia dell'arte giunta fino a noi. Da questa catena montuosa, il Tauro, parte il percorso dei due fiumi, dono per questa regione. Un dono che ha influito molto sulla vita e mentalità dei popoli che l'abitavano, infatti, sorgendo in una catena montuosa a clima mediterraneo, entrambi i fiumi erano soggetti ad una portata variabile e ad improvvise e disastrose inondazioni, tanto che nel corso dei millenni più volte hanno cambiato il corso del proprio letto. Proseguendo verso sud, i due fiumi si gettavano nel golfo con estuari separati ma, con il passare del tempo, costituirono la regione paludosa dello Shatt el-Arab unendo il proprio percorso.
Cultura e mentalità
Spesso il bacino mesopotamico viene raffrontato per similitudine con quello del Nilo, entrambi hanno infatti favorito lo sviluppo delle civiltà umane ma con sostanziali differenze. Il grande fiume africano, a causa della sua nascita in zona monsonica, assicurava piene regolari e feconde grazie al limo che depositava, mentre il Tigri e l'Eufrate, per la loro imprevedibilità, furono un importante stimolo per la costruzione di opere di irrigazione e di regolazione delle acque. Le differenze non si mostravano solo nella gestione dell'ambiente ma anche sulla cultura dei due popoli: tanto gli Egizi si sentivano sereni in un mondo immutabile quanto i popoli della Mesopotamia svilupparono una cultura pessimista e sempre in lotta con la natura ostile.
Storia
Storia degli zigurat
La conoscenza delle grandi culture della Mesopotamia è, sorprendentemente, una storia relativamente recente. All'inizio del XVIII secolo, con la traduzione della raccolta favolistica araba delle "Mille e una notte", provocò un rinnovato interesse per questa terra, considerata misteriosa ed ostile. Numerosi studiosi intrapresero viaggi dai quali tornarono carichi di osservazioni e reperti archeologici relativi alle antiche civiltà mesopotamiche. Come dopo la spedizione napoleonica in Egitto, con la riscoperta della sua civiltà millenaria, molti studiosi si avventurarono, all'inizio del XIX secolo, nella "terra dei due fiumi". Fu a metà del secolo che iniziarono le prime vere e proprie rudimentali esplorazioni di siti quali Ninive, Dur Sharrukin, Nimrud e Assur (da parte di Paul Emile Botta e Austen Henry Layard) e, in seguito, Uruk e Ur. Quando, nel 1855, un battello carico di reperti da Dur Sharrukin si rovesciò causandone quasi l'intera perdita nel Tigri (si salvò solo un decimo del materiale), le operazioni vennero sospese per un ventennio. Fu in questo periodo che George Smith, nel 1872, decifrò la scrittura cuneiforme di una tavoletta proveniente da Ninive riportante il racconto di un mitico diluvio. Ciò produsse una nuova spinta nell'esplorazione, questa volta più sistematica, e furono scavati nuovi siti, come Babilonia, e ne furono ripresi altri, come Assur, per merito dell'archeologo tedesco Robert Koldewey, anche se non sono da trascurare altri studiosi come von Oppenheim, Thomas Edward Lawrence e Leonard Woolley. Da allora fino ad oggi la volontà di riportare alla luce queste importanti civiltà ha trovato ostacolo solamente nella seconda guerra mondiale e nella prima e seconda guerra del golfo.
Storia regionale
La regione fu abitata da tempi remotissimi e qui si sono sviluppate precocemente importanti civiltà: i Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi sono le più famose, altre (p.es. gli Accadi) ebbero minore fama oppure - come nel caso per esempio della civiltà persiana e di quella ellenistica - investirono questa regione insieme irradiandosi da altri centri.
Dopo la conquista araba nel VII-VIII secolo d.C., non si usa più il termine geografico di Mesopotamia, anche se in linea di principio questo sarebbe applicabile fino ai giorni nostri.
Bibliografia
- Adolf Leo Oppenheim, L'antica Mesopotamia. Ritratto di una civiltà scomparsa, Newton 1964
- Jean-Claude Margueron, La Mesopotamia, 1993
- Barthel Hrouda, La Mesopotamia, Bologna, Il Mulino 2003
- Frances Pinnock, Lineamenti di archeologia e storia dell'arte del Vicino Oriente antico, ca. 3500-330 a.C., Parma 2004