Henmemet

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Mitico '''popolo del Sole''', menzionato sia negli antichissimi [[testi delle Piramidi]], nei [[testi dei sarcofagi]] e, seppure in minore quantità, nel più recente [[libro dei morti]]. Secondo [[Guy Rachet]] (Il libro dei morti) la presenza degli ''Henmemet'' è legata a [[Keraha]] e ad [[Eliopolis]]. Sono descritti come esseri celesti, intermediari fra gli dèi e gli uomini, ma potrebbe anche trattarsi di una popolazione primitiva insediatasi a sud di [[Eliopolis]] o intorno alla città, di cui essi potrebbero essere i fondatori durante le epoche preistoriche. Questa popolazione sarebbe stata in seguito divinizzata, come gli [[Shemsu-Hor]]. Il dio [[Ra]], nel [[libro dei morti]] era definito [[Akeb-ur]], il dio delle grandi acque celesti, il plasmatore degli dèi e la guida degli esseri Henmemet. Antiche leggende affermano che a ''Iunu'', conosciuta dagli ebrei con in nome di ''On'', e dai greci con il termine di [[Eliopolis|Heliopolis]], "città del Sole", patria del culto di [[Ra]], che attraversava i cieli nella sua barca solare, appellata come la mitica "Barca dei milioni di anni", esistesse un'assemblea di saggi, chiamati gli esseri Henmemet, che traeva il proprio sostentamento unicamente dalla luce: una luminosità dalle caratteristiche del tutto peculiari. Sotto la guida di questi saggi la civiltà sbocciò presto nella terra del Nilo. [[Carmela Betrò]] ci riferisce di una connessione tra gli Henmemet ed il dio [[Atum]]. Nel papiro Carlsberg VII, di epoca tarda, vi sono frammenti di una sorta di dizionario, che alla voce "Hnmmt" riporta la glossa "gente del dio Atum".
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Mitico '''popolo del Sole''', menzionato sia negli antichissimi [[testi delle Piramidi]], nei [[testi dei sarcofagi]] e, seppure in minore quantità, nel più recente [[libro dei morti]]. Secondo [[Guy Rachet]] (Il libro dei morti) la presenza degli ''Henmemet'' è legata a [[Keraha]] e ad [[Eliopolis]]. Sono descritti come esseri celesti, intermediari fra gli dèi e gli uomini, ma potrebbe anche trattarsi di una popolazione primitiva insediatasi a sud di [[Eliopolis]] o intorno alla città, di cui essi potrebbero essere i fondatori durante le epoche preistoriche. Questa popolazione sarebbe stata in seguito divinizzata, come gli [[Shemsu-Hor]]. Il dio [[Ra]], nel [[libro dei morti]] era definito ''Akeb-ur'', il ''dio delle grandi acque celesti'', il ''plasmatore degli dèi'' e la ''guida degli esseri Henmemet''. Antiche leggende affermano che a ''Iunu'', conosciuta dagli ebrei con in nome di ''On'', e dai greci con il termine di [[Eliopolis|Heliopolis]], "città del Sole", patria del culto di [[Ra]], che attraversava i cieli nella sua [[barca Celeste|barca solare]] (appellata come la mitica "Barca dei milioni di anni"), esistesse un'assemblea di saggi, chiamati gli esseri Henmemet, che traeva il proprio sostentamento unicamente dalla luce: una luminosità dalle caratteristiche del tutto peculiari. Sotto la guida di questi saggi la civiltà sbocciò presto nella terra del Nilo. [[Carmela Betrò]] ci riferisce di una connessione tra gli Henmemet ed il dio [[Atum]]. Nel papiro Carlsberg VII, di epoca tarda, vi sono frammenti di una sorta di dizionario, che alla voce '''Hnmmt''' riporta la glossa '''gente del dio Atum'''. Come ci informa [[Josè Miguel Serrano Delgado]] (Origin and basic meaning of the word Hnmmt, the so-called sun-folk in "Studien zur Alteagyptoschen Kultur", vol.27, 2000, pag.353-368) il termine "Hmnnt" sarebbe originato dall'unione di due parole. Una è il termine "nm" o "nma" o "nmt" traducibile in "viaggiare", "attraversare", "incrociare", semanticamente di implicita ambientazione acquatica, ma che poi viene esteso significativamente al cielo (nell'espressione "nmt pt", attraversare il cielo).
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Visto che il simbolo egizio per indicare il sole era un cerchio con un punto al centro, mentre l'astro degli Henmememet era indicato con un cerchio con tre raggi sotto di esso, più che ''popolo del Sole'' la traduzione esatta sarebbe '''popolo dell'astro lucente''' (che potrebbe non essere il Sole ma [[Nibiru]]). In questo caso gli Henmemet sarebbero gli [[Anunnaki]] di [[Zecharia Sitchin]].
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Sulle pareti del Tempio di [[Deir el-Medina]] leggiamo più volte una formula rituale fatta incidere da [[Tolomeo Evergete]]: Anx Hrw-Ra Hwnw qn sxai .n sw it=f ... nD.ti n Hnmmt, cioè Lunga vita a [[Horo|Horus]]-[[Ra]], giovane potente, colui che suo padre ha fatto apparire protettore degli Henmemet. Nella stele Sobeksen (BM 580) troviamo alla riga 63.8: "sHay Tw Hnmmt wDa.k m dpt-nTr" cioè "Che ti adorino gli Henmemet quando viaggi nella barca degli dèi". Come si può notare gli Henmemet sono perfettamente a conoscenza, forse perchè ne costituiscono l'equipaggio, della "barca degli dèi".
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==Bibliografia==
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*"Dalle stelle all'Antico Egitto" di Massimo Barbetta, Notiziario UFO, gennaio 2009
==Voci correlate==
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[[categoria:Spiritualità/Religioni]]
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Mitico popolo del Sole, menzionato sia negli antichissimi testi delle Piramidi, nei testi dei sarcofagi e, seppure in minore quantità, nel più recente libro dei morti. Secondo Guy Rachet (Il libro dei morti) la presenza degli Henmemet è legata a Keraha e ad Eliopolis. Sono descritti come esseri celesti, intermediari fra gli dèi e gli uomini, ma potrebbe anche trattarsi di una popolazione primitiva insediatasi a sud di Eliopolis o intorno alla città, di cui essi potrebbero essere i fondatori durante le epoche preistoriche. Questa popolazione sarebbe stata in seguito divinizzata, come gli Shemsu-Hor. Il dio Ra, nel libro dei morti era definito Akeb-ur, il dio delle grandi acque celesti, il plasmatore degli dèi e la guida degli esseri Henmemet. Antiche leggende affermano che a Iunu, conosciuta dagli ebrei con in nome di On, e dai greci con il termine di Heliopolis, "città del Sole", patria del culto di Ra, che attraversava i cieli nella sua barca solare (appellata come la mitica "Barca dei milioni di anni"), esistesse un'assemblea di saggi, chiamati gli esseri Henmemet, che traeva il proprio sostentamento unicamente dalla luce: una luminosità dalle caratteristiche del tutto peculiari. Sotto la guida di questi saggi la civiltà sbocciò presto nella terra del Nilo. Carmela Betrò ci riferisce di una connessione tra gli Henmemet ed il dio Atum. Nel papiro Carlsberg VII, di epoca tarda, vi sono frammenti di una sorta di dizionario, che alla voce Hnmmt riporta la glossa gente del dio Atum. Come ci informa Josè Miguel Serrano Delgado (Origin and basic meaning of the word Hnmmt, the so-called sun-folk in "Studien zur Alteagyptoschen Kultur", vol.27, 2000, pag.353-368) il termine "Hmnnt" sarebbe originato dall'unione di due parole. Una è il termine "nm" o "nma" o "nmt" traducibile in "viaggiare", "attraversare", "incrociare", semanticamente di implicita ambientazione acquatica, ma che poi viene esteso significativamente al cielo (nell'espressione "nmt pt", attraversare il cielo). Visto che il simbolo egizio per indicare il sole era un cerchio con un punto al centro, mentre l'astro degli Henmememet era indicato con un cerchio con tre raggi sotto di esso, più che popolo del Sole la traduzione esatta sarebbe popolo dell'astro lucente (che potrebbe non essere il Sole ma Nibiru). In questo caso gli Henmemet sarebbero gli Anunnaki di Zecharia Sitchin. Sulle pareti del Tempio di Deir el-Medina leggiamo più volte una formula rituale fatta incidere da Tolomeo Evergete: Anx Hrw-Ra Hwnw qn sxai .n sw it=f ... nD.ti n Hnmmt, cioè Lunga vita a Horus-Ra, giovane potente, colui che suo padre ha fatto apparire protettore degli Henmemet. Nella stele Sobeksen (BM 580) troviamo alla riga 63.8: "sHay Tw Hnmmt wDa.k m dpt-nTr" cioè "Che ti adorino gli Henmemet quando viaggi nella barca degli dèi". Come si può notare gli Henmemet sono perfettamente a conoscenza, forse perchè ne costituiscono l'equipaggio, della "barca degli dèi".

Bibliografia

Voci correlate

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