Dilmun

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'''Dilmun''' (talvolta '''Telmun''') è il nome di una città del Bahrain, da cui prende il nome anche un'antica cultura locale (la [[Cultura Dilmun]]).
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La zona era conosciuta come il leggendario ''Giardino dell'Eden'' per la quantità di acqua sorgente che allora sgorgava. Durante l'[[età del Bronzo]] la zona costituiva uno degli snodi chiave delle rotte commerciali fra la [[Mesopotamia]] e la [[Valle dell'Indo]]. Si conosce qui un importante luogo di culto del dio mesopotamico [[Enki]]/Ea, signore delle acque sotterranee.
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La zona era conosciuta come il leggendario ''Giardino dell'[[Eden]]'' per la quantità di acqua sorgente che allora sgorgava. Durante l'[[età del bronzo]] la zona costituiva uno degli snodi chiave delle rotte commerciali fra la [[Mesopotamia]] e la [[Valle dell'Indo]]. Si conosce qui un importante luogo di culto del dio mesopotamico [[Enki]]/Ea, signore delle acque sotterranee.
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Le relazioni commerciali tra le città sumere della Babilonia meridionale e le antiche contee di Dilmun, [[Magan]] e [[Civiltà della valle dell'Indo|Meluhha]] sono descritte in testi a caratteri cuneiformi elaborati tra il 2450 aC e il 1800 aC circa. I documenti sono stati rintracciati presso alcuni siti della Mesopotamia meridionale. La zona di Dilmun viene identificata coon le civiltà barbare di [[Failaka]] e del [[Bahrain]], nel Golfo Persico. Sia in Mesopotamia, l'odierno Iraq, che in India, sono stati riportati alla luce dei sigilli probabilmente prodotti nell'area Dilmun. Il Magan doveva estendersi sull'attuale Oman; mentre la contea Meluhha è associata ai popoli dell'Indo. In Oman, Mesopotamia, Bahrain e Failaka sono stati scoperti sigilli, iscrizioni e collane di corniola dell'Indo. Le merci mesopotamiche includevano argenterie, oli, tessuti e granaglie che venivano scambiati col rame dell'Oman, i legnami e le gemme dell'India, e le perle del Golfo. La fine di questa rete d'affari coincise con il crollo della civiltà dell'Indo, verso il 1800 aC. Molte città mesopotamiche meridionali subirono la stessa sorte intorno al 1740 aC.
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* L. Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in "''Storia delle religioni. Le religioni antiche''", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050
* L. Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in "''Storia delle religioni. Le religioni antiche''", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 9788842052050
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==Collegamenti esterni==
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[https://it.wikipedia.org/wiki/Governatorato_della_Capitale_(Bahrein) link]
[[Categoria:Città sumere]]
[[Categoria:Città sumere]]

Versione attuale delle 20:13, 11 dic 2022

Dilmun (talvolta Telmun) è il nome di una città del Bahrain, da cui prende il nome anche un'antica cultura locale (la Cultura Dilmun).

La zona era conosciuta come il leggendario Giardino dell'Eden per la quantità di acqua sorgente che allora sgorgava. Durante l'età del bronzo la zona costituiva uno degli snodi chiave delle rotte commerciali fra la Mesopotamia e la Valle dell'Indo. Si conosce qui un importante luogo di culto del dio mesopotamico Enki/Ea, signore delle acque sotterranee.

Le relazioni commerciali tra le città sumere della Babilonia meridionale e le antiche contee di Dilmun, Magan e Meluhha sono descritte in testi a caratteri cuneiformi elaborati tra il 2450 aC e il 1800 aC circa. I documenti sono stati rintracciati presso alcuni siti della Mesopotamia meridionale. La zona di Dilmun viene identificata coon le civiltà barbare di Failaka e del Bahrain, nel Golfo Persico. Sia in Mesopotamia, l'odierno Iraq, che in India, sono stati riportati alla luce dei sigilli probabilmente prodotti nell'area Dilmun. Il Magan doveva estendersi sull'attuale Oman; mentre la contea Meluhha è associata ai popoli dell'Indo. In Oman, Mesopotamia, Bahrain e Failaka sono stati scoperti sigilli, iscrizioni e collane di corniola dell'Indo. Le merci mesopotamiche includevano argenterie, oli, tessuti e granaglie che venivano scambiati col rame dell'Oman, i legnami e le gemme dell'India, e le perle del Golfo. La fine di questa rete d'affari coincise con il crollo della civiltà dell'Indo, verso il 1800 aC. Molte città mesopotamiche meridionali subirono la stessa sorte intorno al 1740 aC.

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Bibliografia

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