Archeologia misteriosa

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** [[Piramidi indonesiane]]
*America
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** [[Pietra tombale di Palenque]] - Messico
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Versione attuale delle 12:31, 24 set 2024

Alcuni dipinti rupestri della Val Camonica, circa 10.000 a.C., che si vuole rappresentino visitatori extraterrestri. È stato anche ipotizzato che raffigurino divinità o altre figure mitologiche presenti nei culti religiosi dell'epoca.
Si è ipotizzato che il Dogū (土偶) fosse un antico astronauta che visitò la Terra durante il periodo Jōmon del Giappone antico; mostra dettagli che si vuole siano una tuta spaziale, una visiera e un elmetto.

L'archeologia misteriosa, nota anche come fantarcheologia, archeologia di frontiera, archeologia proibita o pseudoarcheologia (in inglese pseudoarchaeology), si basa su teorie ed ipotesi non ancora dimostrate, che danno una interpretazione di resti materiali e siti archeologici in contrasto con l'archeologia accademica di stato, facendo ufficialmente rientrare questo campo di interesse nella cosiddetta pseudoscienza. Tuttavia tutte le tesi della pseudoarcheologia partono da fatti e reperti obbiettivamente sconcertanti (vedi OOPArt). Per informazioni sulla presunta storia della terra prima di 7000 anni fa vedere le voci Atlantide, Lemuria, Thule, Mu, Iperborea, Aztlan. Per informazioni su presunte colonie terrestri sotterranee in Asia vedere le voci Agartha, Shamballa, Shangri-La, per quelle in Sudamerica vedere la voce Akakor.

L'archeologia misteriosa è una scienza che studia degli oggetti e siti, ritrovamenti da scavi archeologici. Quindi si occupa di "fatti", per spiegare i quali eventualmente ricorre a delle teorie come la Teoria del paleocontatto, che potrebbe rivelarsi esatta ma non necessariamente, mentre gli oggetti ritrovati rimangono base d'indagine. Quindi l'Archeologia misteriosa, al contrario della Teoria del paleocontatto, parte dai fatti per arrivare alle teorie.

Indice

Definizione

"Archeologia misteriosa" o "pseudoarcheologia" sono termini generici riferiti a tutte quelle attività legate alla scienza del passato che giungono a conclusioni rigettate dalla gran parte della comunità scientifica internazionale. Questo termine viene spesso associato con l'investigazione di teorie ardite, spesso non suffragate da prove e di conseguenza non accettate dall'ambiente accademico, come l'esistenza dell'Arca di Noè sul monte Ararat o di continenti perduti come Atlantide o Mu, l'idea di contatti diretti tra le antiche civiltà egiziana e Maya o come l'influenza degli UFO o di antichi astronauti sulle civiltà del passato.

Vi sono un gran numero di siti archeologici legittimati che sono stati per lungo tempo al centro di uno sproporzionato interesse di speculazione pseudoscientifica nel contesto dell'archeologia misteriosa. Tra questi vi sono Stonehenge, la Piramide di Cheope, la Sfinge di Giza, le iscrizioni etrusche, reliquie precolombiane europee nell'emisfero occidentale, l'Isola di Pasqua, Teotihuacan, Palenque, Chichen Itza, e le sfere di pietra del Costa Rica; quest'interesse è dovuto all'assenza di spiegazioni certe riguardo a taluni punti poco chiari dei suddetti siti. Allo stesso modo alcuni dei reperti che sono citati nell'ambito dell'archeologia misteriosa sono oggetti autentici, che presentano aspetti poco chiari o controversi e non sono ancora inseriti nel contesto storico generale.

L'origine dell'archeologia misteriosa può essere ricondotta all'opera dell'americano Charles Fort (1874-1932). Questi consacrò la propria vita alla paziente raccolta e catalogazione di tutti quegli articoli di giornali che riportassero fatti strani, oggetti impossibili e scoperte incredibili, dalle scienze naturali all'archeologia. Fort raggiunse alla fine la convinzione che tutta la storia della Terra sia stata diretta – ed alcuni pensano che lo sia tuttora – da un misterioso «potere» alieno. L'idea di una «chiave» unica alla quale far risalire la spiegazione di ogni mistero archeologico (o presunto tale) si ritrova alla base di gran parte della archeologia misteriosa. Gran parte delle notizie raccolte furono pubblicate nel Book of Damned e gli immensi schedari accumulati da Fort furono in seguito acquisiti alla sua morte dalla Fortean Society, che tuttora ne prosegue la divulgazione.

L'archeologia misteriosa gode ai giorni nostri di vasta popolarità in virtù del suo sensazionalismo, che trova nei mass media una risonanza a volte maggiore della divulgazione prettamente archeologica. Di conseguenza, il grosso pubblico non sempre riesce a distinguere tra le acquisizioni della ricerca storico-archeologica condotta dagli scienziati e le ipotesi, a volte fantasiose, messe in campo da alcuni "archeologi alternativi". Il favore incontrato dall'archeologia misteriosa dipende anche dal fatto che, mentre le spiegazioni fornite dall'archeologia ufficiale sono a volte parziali e incerte, essa al contrario tende a fornire per ogni mistero una risposta esauriente, seppure difficilmente dimostrabile.

Controversie

La maggioranza degli addetti ai lavori rigetta le teorie avanzate dall'archeologia misteriosa, classificandole come fantasiose dissertazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico e volte più ad ingrossare il portafogli degli scrittori di archeologia misteriosa che a dimostrare ipotesi improbabili, scevre da un accurato esame dei dati archeologici.

Alcuni studiosi di archeologia del mistero argomentano che solamente conservando la massima apertura mentale si può evitare di escludere a priori alcune ipotesi che possono risultare fondate in seguito ad un'indagine più approfondita. Essi affermano che spesso la dottrina tradizionale è restìa ad accettare nuove teorie che mal si inseriscono nel sistema di conoscenze acquisite, specie se le nuove ipotesi comportano una revisione totale dei concetti consolidati.

Un ulteriore argomento che secondo i fautori della disciplina avvallerebbe la scientificità dell'archeologia misteriosa è che qualsiasi teoria potrebbe ritenersi fondata finché non viene dimostrato il contrario.

Alcuni sono andati oltre, sostenendo che, secondo quanto illustrato dalla teoria critica, ogni forma di pensiero scientifico presuppone una ideologia di controllo, attraverso la quale si cerca di influenzare la società tramite la strumentalizzazione dello status degli scienziati in quanto 'esperti'. Il concetto di mentalità governativa del filosofo francese Michel Foucault ha anche spinto alcuni pensatori a vedere gli archeologi più come strumenti dello stato che come neutrali investigatori del passato, in quanto incorporati in un processo di pianificazione politica volto a mantenere un filtraggio delle conoscenze a livello mondiale. Tali teorie sono state accostate al complottismo.

L'uomo di Piltdown

A conforto della inattendibilità delle varie teorie, viene spesso citata la vicenda relativa all'uomo di Piltdown, i cui resti furono trovati in una cava di ghiaia all'inizio del XX secolo in Inghilterra. Il rinvenimento di frammenti di un cranio umano e di una mascella scimmiesca fu oggetto di aspre polemiche, in quando confermava, per la paleontologia ufficiale e ortodossa, l'esistenza del cosiddetto "anello mancante" tra scimmia e uomo.

Dopo la scoperta della nuova specie umana, la vicenda si protrasse fino agli anni cinquanta, quando la truffa fu scoperta e la falsità dei reperti dimostrata. Secondo i sostenitori dell'archeologia misteriosa, il falso ebbe la possibilità di resistere tanto a lungo grazie al fatto che confermava la teoria sull'evoluzione di Darwin.

Nuovi approcci radicali

Le spedizioni dell'archeologo autodidatta tedesco Heinrich Schliemann per trovare l'antica città di Troia, seguendo le tracce presenti nell'Iliade di Omero, sono state portate ad esempio dai sostenitori dell'archeologia misteriosa per dimostrare che talvolta nuovi approcci radicali nella scienza archeologica all'inizio non sono stati presi per serie investigazioni scientifiche.

Diverso il caso dello studioso Athanasius Kircher che nel XVII secolo studiò la scrittura egizia; pur partendo dalla geniale intuizione che i geroglifici fossero in qualche modo connessi con la scrittura copta, arrivò all'errata conclusione che i segni avessero unicamente un'origine simbolica e non fonetica (Oedipus Aegyptiacus, Roma 1652), giungendo ad una interpretazione completamente di fantasia. Vi sono molte ragioni per il suo fallimento, come la mancanza di una Stele di Rosetta da cui partire, ma i suoi studi furono comunque d'aiuto per l'opera di decifrazione eseguita in seguito da Jean-François Champollion.

Siti archeologici

Alcuni dei siti più citati dagli autori di archeologia misteriosa, come esempio di misteri archeologici:

Bibliografia

Opere di pseudoarcheologia
Opere critiche

Voci correlate

Temi
Autori

Collegamenti esterni

Siti di archeologia misteriosa
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