Civiltà Cicladica
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La civiltà cicladica fiorì nel Mare Egeo e più precisamente nelle isole Cicladi nel periodo compreso tra il 3200 e il 2000 a.C.
Storia
L'economia delle popolazioni locali si basava essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento ma il ritrovamento di prodotti artigianali cicladici (soprattutto rappresentazioni di navi sulla ceramica e piccole barche di pietra) nell'Attica, nel Peloponneso e in molte altre zone della Grecia testimonia anche una notevole abilità nella costruzione delle imbarcazioni e una predisposizione della popolazione per i commerci marittimi.
L'espressione "Civiltà cicladica" è stata coniata dall'archeologo greco Christos Tsountas il quale nel periodo 1898-99 esplorò numerosi siti di sepolture in numerose isole Cicladi.
La vita nelle Cicladi, in base ad una ricostruzione storica, doveva essere semplice e sobria rispetto alla vita cretese
La maggiore originalità artistica è stata attribuita al periodo antico, che va dal 2600 a.C. al 2000 a.C., mentre nelle fasi successive l'arte entrò nell'influenza minoico-micenea. Per quanto riguarda la produzione artistica cicladica, i prodotti più pregiati sono stati realizzati in marmo. Si tratta principalmente di statuette di diversa forma e dimensione che hanno come soggetti donne nude con le mani sul ventre, musicisti, cacciatori e guerrieri. Le raffigurazioni femminili hanno evidenziato l'insistenza nella raffigurazione della dea-madre, simboleggiante la fertilità e la fecondità. La dea cicladica venne descritta nella posizione eretta in atteggiamento ieratico. Generalmente, dai bassorilievi al tuttotondo i Cicladici dimostrarono una notevole sensibilità per la forma e per la trasposizione dal reale all'immaginario.[1] I celebri idoli cicladici, seppur affini agli uscebti dell'antico Egitto sono di derivazione maggiormente mesopotamica e venivano utilizzati, per lo più ad usi funerari. La semplicità delle forme artistiche cicladiche ha influenzato la produzione di molti artisti contemporanei e, allo stesso tempo, ha attirato l'attenzione di molti collezionisti senza scrupoli che hanno favorito gli scavi clandestini. Le ceramiche più diffuse sono state le brocche e i pissidi aventi decorazioni geometriche, i kernos in steatite ed i recipienti in pietra levigata. La maggior parte dei reperti archeologici, quindi, si trova nelle collezioni private. Fortunatamente sono state ritrovate alcune statuette nelle necropoli, mentre altre, di maggiori dimensioni, provengono molto probabilmente dalle abitazioni private. Due sono le modalità funerarie scoperte: la prima prevedeva tombe collettive mentre la seconda concedeva seppellimenti individuali.
La civiltà cicladica ebbe fine nel 2000 a.C. quando, a causa della nascita della potenza militare di Creta, perse il predominio nel mare Egeo.
Note
- ↑ Le muse, De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pag.282