Lingua sumera

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2^ Denise Schmandt-Besserat, ''Dalla contabilità alla letteratura'', G. Bocchi e M. Ceruti, pagg. 58-67
2^ Denise Schmandt-Besserat, ''Dalla contabilità alla letteratura'', G. Bocchi e M. Ceruti, pagg. 58-67
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3^ Cuneiform Texts from Babylonian Tablets in the British Museum, London, 1896.
==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 00:38, 27 dic 2008

Documento del XXVI secolo a.C. con la lista delle offerte fatte alle più importanti sacerdotesse di Adab in occasione della loro nomina

Il sumero è la lingua del popolo dei sumeri; non è stato ancora dimostrato che sia imparentata con alcuna altra lingua. È una lingua ergativa (come ad esempio ancor oggi il basco) e agglutinante (come il turco). Dove la lingua sumera sia nata originariamente, è in dubbio. Se i Sumeri sono immigrati nel territorio alluvionale della Mesopotamia, la lingua era possibilmente sorta già da prima. La scrittura è nata tuttavia solo dopo la loro immigrazione. In epoca storica tuttavia la lingua sumera era parlata nella Mesopotamia meridionale almeno dal IV millennio a.C. Il "sumero" fu rimpiazzato dall'accadico come lingua parlata a partire dal 2000 a.C. circa, ma si continuò ad usarla come lingua sacra di carattere cerimoniale e scientifico almeno fino al I secolo d.C. Da questo periodo hanno origine tavolette in terracotta con coppie di parole in sumero e in accadico, che rende accessibile al ricercatore la lingua sumera.

Indice

Storia

La scrittura sumerica ebbe origine nella Bassa Mesopotamia (attuale Iraq), nel corso della rivoluzione urbana verificatasi nel sito di Uruk, oggi noto con il nome Warka. La classica datazione della nascita della scrittura (Uruk IVb, 3300 a.C.) è il frutto di una semplice media aritmetica della forbice cronologica fornita dall'equipe archeologica diretta da Hans J. Nissen (datazione alta, 3600 a.C.; datazione bassa, 2900 a.C.). Le ricerche più recenti sul sito di Uruk, fanno però propendere per una datazione decisamente alta sia dell'inizio del periodo di Uruk (3750 a.C., secondo J. D. Forest) che della nascita della relativa scrittura (3600-3500 a.C.). Le stesse Tavolette di Tǎrtǎria (cfr. J. Makkay) rinvenute presso Alba Iulia in Romania e datate attorno al 3500 a.C., che l'assirologo A. Falkenstein ha ritenuto di poter leggere in sumerico, potrebbero essere un ulteriore indizio a favore della maggiore antichità della scrittura di Uruk.

Origine

Il sito di Uruk ci ha lasciato un tipo di scrittura che, insieme alla pressoché contemporanea scrittura protoelamica di Susa, rappresenta un vero e proprio unicum nel panorama delle cosiddette "prime scritture". Le condizioni economiche e sociali della Bassa Mesopotamia, nell'epoca considerata, erano tali da spingere ad un progresso culturale che sarebbe sfociato nella nascita della scrittura, come accadde parallelamente in Egitto. Infatti vi era una gestione centralizzata dei raccolti e una forte dominante teocratica che richiedeva uno strumento più complesso in grado di registrare e contabilizzare. L'origine elitaria sembra essere preponderante, in quanto la scrittura non si diffuse mai tra la gente, ma rimaneva sempre retaggio di un distinto gruppo sociale (gli scribi appunto).

La correlazione tra economia e sviluppo della scrittura non è ritenuta necessaria, se questo è stato vero per la civiltà mesopotamica non lo è stato per l'antico Egitto, dove la scrittura si sviluppò per uso rituale legato ai culti, né per la Cina dove la scrittura nacque come strumento di divinazione. Il fatto che in Mesopotamia la scrittura si sia evoluta dalla contabilità per necessità economiche ci fa sentire questa civiltà particolarmente vicina alla nostra, moderna, che pure è basata sull'economia [1].

Denise Schmandt-Besserat descrive lo sviluppo della scrittura in Mesopotamia attraverso una serie di fasi che dall'8000 a.C fino al 2000 a.C. ha portato da forme di contabilità e protoscrittura ad una letteratura compiuta [2]. In breve questi i passaggi:

Scrittura

La scrittura sumerica, come poi la successiva scrittura mesopotamica, si basava sull'uso di cunei come simboli grafici per la scrittura, per una semplice esigenza: il supporto era formato da tavolette di argilla su cui si imprimevano dei segni mediante uno stilo appuntito. Quindi il segno era dovuto a pressione ed incisione e non a scorrimento, come invece accadeva sui papiri. Questo condizionò la nascita dei segni grafici che, a differenza di quegli egizi, erano fortemente stilizzati. Quindi la scrittura sumerica nasceva di per sé stessa già astratta e poco legata ai pittogrammi tipici ad esempio nella scrittura geroglifica.

Origine dei segni

Le teorie più diffuse sono la "teoria pittografica" e la "teoria economica dei gettoni d'argilla", a cui si possono aggiungere alcune teorie secondarie, tra cui quella della Hertz. Si è sempre pensato che gli ideogrammi usati in epoca sumerica avessero un'origine economica e nascessero dall'esigenza di "contabilità" e di "inventario" per i templi e per i loro immensi possedimenti terrieri. In base alla teoria di D. Schmandt-Besserat, si ritiene che gli ideogrammi di Uruk fossero la riproduzione di più antichi calculi o gettoni d'argilla presenti in gran quantità nel Vicino Oriente fin dall'8000 a.C.

I gettoni d'argilla neolitici e protostorici studiati dalla Besserat avevano la funzione di memorizzare la qualità e la quantità dell'oggetto scambiato (olio, vestiti, ecc.). In una fase successiva, i gettoni vennero sigillati all'interno di bullae d'argilla di forma sferica e, infine, si ebbe l'idea di disegnare sulla superficie della bulla il segno (ad es. un cerchio) che ricordasse la forma del gettone corrispondente (ad es. una sfera). A quel punto, era pronto il passaggio finale: scomparvero le bullae d'argilla e si cominciò a disegnare gli stessi segni su più pratiche tavolette d'argilla. La teoria della Besserat appare del tutto coerente, ma per essere considerata valida a tutti gli effetti dovrà sapersi confrontare con due tipi di considerazioni. La prima riguarda la funzione stessa dei calculi neolitici. In base allo studio di quanto emerso dagli scavi del sito di Abada, Forest ritiene che i calculi neolitici "...non avevano alcun rapporto con la pratica della prestazione/ridistribuzione". La seconda, e forse più decisiva considerazione, riguarda il rapporto tra gettoni e segni di scrittura impressi sulle tavolette. Come ha fatto giustamente notare R. Harris, considerato che soltanto "una trentina di segni sumeri sembrano avere un equivalente nei gettoni, (...) il principale punto debole della teoria è che essa non dà una spiegazione per la gran parte dei 1500 segni sumeri".

La teoria pittografica ritiene che nella scrittura sumerica ci siano rapporti con i segni astratti impressi nei sigilli neolitici della zona che tendevano già in epoca antica a rappresentare con simboli concetti più complessi. I sigilli erano come dei rulli che venivano fatti ruotare su tavole di argilla lasciando impressi segni che indicavano il proprietario (in genere il tempio) e altre informazioni utili. La teoria della Hertz venne formulata negli anni '20 e '30 una archeologa: Amelia Hertz. Secondo questa, gli ideogrammi delle scritture dell'Asia anteriore (sumerica e protoelamica) ebbero un'origine comune: gli ideogrammi astratti dipinti sulle ceramiche tardo neolitiche di Susa I e II (Elam). È una teoria completamente diversa, svincolata sia dalla genesi pittografica che da quella economica della scrittura sumerica, ed è collegabile unicamente all'arte astratta preistorica e protostorica (cfr. A. Hertz e M. Gimbutas). L'intento della Hertz è certamente arduo e forse troppo azzardato.

Grammatica

Caratteristiche fondamentali della lingua sumerica sono:

Ergatività

Nelle lingue ergative non c'è una distinzione tra soggetto e oggetto (nominativo - accusativo), ma tra caso ergativo e assolutivo. In queste lingue il soggetto di un verbo transitivo dotato di complemento oggetto, che abbia quindi il valore di agente, sarà marcato dal caso ergativo, mentre il paziente, o oggetto dell´azione, sarà nel caso assolutivo. I soggetti di verbi intransitivi, caratterizzati perciò come pazienti, saranno nel caso assolutivo. Possiamo quindi avere 2 tipi di proposizioni in sumero:

In sumero il caso ergativo è segnalato dalla desinenza "-e" e l'assolutivo dalla mancanza di desinenza (da cui il nome) che qui si indicherà come "-ø".

Esempi:

Il re (erg.) la casa (assol.) ha costruito.

La casa fu costruita

Agglutinazione

Le lingue agglutinanti (come la lingua Ungherese e la turco) si contrappongono alle lingue dette flessive come quelle semitiche ed indoeuropee. Queste ultime, come il latino ad esempio, declinano ("flettono" appunto) le desinenze in modo tale che uno stesso morfema possa indicare una molteplicità di valori morfo-sintattici all'interno di una sequenza linguistica. Ad esempio la desinenza latina "-us" veicola contemporaneamente i seguenti valori: maschile, nominativo, singolare; così come la desinenza "-am" può indicare: femminile, accusativo, singolare. Nelle lingue agglutinanti invece ogni morfema indica un singolo valore morfo-sintattico: così in sumerico la desinenza "-ene" indicherà il plurale per la classe delle persone, senza però veicolare alcuna informazione sul genere o sul valore sintattico della parola cui ci si riferisce; la particella "-ak" indica invece il genitivo senza specificare ulteriormente né genere, né numero. I nomi quindi non saranno flessi, bensì si aggiungeranno alla radice di base tutte le particelle necessarie ad esprimere funzione, genere e numero della parola nella frase. Es.

Nomi

Il nome sumerico non si distingue formalmente dal verbo, entrambi sono fissi ed immutabili: né il nome si declina, né il verbo si coniuga. Per quanto riguarda la natura del sostantivo, esso è normalmente monosillabico, eventualmente bisillabico e molto raramente trisillabico. I nomi primari (come dingir, "dio") sono pochi, ed è per questo che il sumerico ha dovuto ricorrere a degli espedienti per ampliare un patrimonio di parole di per sé ristretto. La cosa si chiarisce se si pensa all'origine della scrittura cuneiforme che all'inizio esprimeva solo oggetti. Una prima soluzione consiste nell'unione di più parole. Es.


La lingua originariamente poteva esprimere solo oggetti concreti. Per produrre, da questi, termini astratti è possibile far precedere la particella nam-. Es.

La catena nominale

Regola fondamentale della catena nominale è che ogni elemento della parte nominale della proposizione occupa un posto fisso e che deve essere ripreso negli infissi della catena verbale (tra le due catene esiste infatti una ferrea concatenazione). La catena nominale si compone di sei elementi:

Posizione Contenuto
1 sostantivo
2 aggettivo
3 genitivo
4 suffisso pronominale III pers. sing.
5 segno del plur. classe delle persone
6 posposizione segnacaso


Il genitivo è l'unico caso a non essere richiamato nella catena verbale.

Esempio 1:

uru gal a
città grande in
1 + 2 + 6
"Nella grande città"


Esempio 2:

uru gal en-lil-lá ak a
città grande Enlil di in
1 + 2 + 3 + 6
"Nella grande città di Enlil"

Segnacaso (posizione 6)

  1. Ergativo = -e
  2. Assolutivo =
  3. Genitivo = -ak
  4. Dativo = -ra per la classe delle persone, -e per quella delle cose
  5. Locativo = -a
  6. Locativo terminativo = -e, indica la direzione, il "moto a luogo"
  7. Terminativo = -eše
  8. Comitativo = -da, esprime il complemento di compagnia
  9. Ablativo strumentale = -ta, esprime "moto da luogo" e complemento di mezzo.
  10. Complemento di comparazione = -gin7

Verbi

Nel verbo sumerico è assente la forma del tempo. La radice verbale non si distingue esteriormente dal nome: si tratta di monosillabi (al max. bisillabi) che restano uguali a sé stessi e vengono modificati tramite l'aggiunta di prefissi e suffissi. Anche il verbo come il nome è soggetto a una rigorosa concatenazione dei vari elementi che per la sua complessità qui si tralascia. È importante però ricordare che gli elementi della catena nominale (ad eccezione del genitivo, come sopra accennato) devono assolutamente essere ripresi nella catena verbale. Di solito la radice verbale viene preceduta da un prefisso di coniugazione che generalmente può essere soggettivo (mu-, indicante l'interesse dell'agente nei confronti dell'azione compiuta) o oggettivo (i-).

Sistema di scrittura

La lingua sumera è probabilmente la prima lingua per cui sia stato inventato un metodo di scrittura. Si è conservata in scrittura cuneiforme su tavolette di terracotta e su altri oggetti come ad esempio statue, che sono state trovate con scavi archeologici in Mesopotamia. Originariamente la scrittura cuneiforme è stata utilizzata come sistema di segni ideografici (ossia ad ogni segno corrispondeva una parola). Nel corso del tempo si è poi sviluppata una rappresentazione in sillabe, nella quale alcuni segni rendevano il suono di una sillaba. Questo principio sillabico è rimasto tuttavia una caratteristica secondaria dietro al principio ideografico.

Esempi

CT [3] XXI, pl. 3, No. 90015

L'iscrizione che si analizza qui sotto è riprodotta nell'immagine a fianco. Per la decifrazione dei segni si consideri che ad ogni simbolo corrispondono esattamente le "sillabe" o parole del testo traslitterato qui sotto, così come separate dai trattini "-".

1 dinanna A Inanna
2 nin-a-ni (-ra) sua signora
3 urdnammu Urnammu
4 nita-kala-ga colui che è forte
5 lugal-uri5 (ŠEŠ.AB)ki-ma re di Ur
6 lugal-ki-en-gi-ki-uri-ke4 re di Sumer e di Akkad
7 é-a-ni la sua casa
8 mu-na-dù per lei ha costruito

Questa iscrizione di dedica è così composta:

  1. dativo di dedica
  2. ergativo (soggetto)
  3. paziente (oggetto)
  4. verbo

Note

1^ Harald Haarmann, Modelli di civiltà a confronto nel mondo antico: la diversità funzionale degli antichi sistemi di scrittura, G. Bocchi, M. Ceruti ed., pagg. 28-55

2^ Denise Schmandt-Besserat, Dalla contabilità alla letteratura, G. Bocchi e M. Ceruti, pagg. 58-67

3^ Cuneiform Texts from Babylonian Tablets in the British Museum, London, 1896.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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